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(Adnkronos) - "Il sottotipo di malattia a recettore ormonale positivo (Hr+) e Her2- negativo è il più frequente tra i tumori alla mammella. Oggi emerge come novità terapeutica la possibilità di identificare dei bersagli specifici responsabili di fenomeni di resistenza alla terapia endocrina, come l'alterazione della pathway Pi3k/Akt. Lo studio di fase 3 CAPItello-291 ha valutato l'utilizzo di capivasertib, un inibitore di Akt, in combinazione con fulvestrant in pazienti che avevano sviluppato endocrino-resistenza. La combinazione si è dimostrata vantaggiosa, con un dimezzamento del rischio di progressione di malattia e la possibilità di ritardare la chemioterapia". Così Valentina Guarneri, direttrice dell'Unità operativa complessa di Oncologia 2 dello Iov, l'Istituto oncologico Veneto, e professoressa di Oncologia medica all'università di Padova, commentando lo studio CAPItello - pubblicato sul 'New England journal of medicine' - all'incontro con la stampa promosso oggi a Milano da AstraZeneca per approfondire le prospettive offerte dalle terapie innovative per il carcinoma mammario avanzato o metastatico. Il tumore della mammella "è il più frequente in Italia, con circa 53mila nuove diagnosi ogni anno - spiega l'oncologa - Grazie allo screening e ai miglioramenti delle terapie, la maggior parte delle pazienti oggi può guarire dopo la diagnosi. Tuttavia, una parte di loro può recidivare e una alcune pazienti si presentano già con malattia metastatica all'esordio". I tumori alla mammella non sono tutti uguali ed è per questo importante scegliere il trattamento più adeguato. Per farlo "è necessario valutare alcuni biomarcatori che consentono di individuare la strategia terapeutica più opportuna", sottolinea Guarneri che rimarca l'importanza di "lavorare di concerto con i patologi e i biologi molecolari per cercare le alterazioni specifiche e poter candidare le pazienti a un trattamento potenzialmente più efficace".
(Adnkronos) - Lidl Italia annuncia l'introduzione di nuove iniziative che valorizzano il tempo delle proprie persone. Dopo aver annunciato la chiusura anticipata alle ore 18 nelle giornate del 24 e 31 dicembre, per consentire a tutte le collaboratrici e i collaboratori di vivere le festività con i propri cari, l’azienda intraprende un’altra importante iniziativa di welfare per garantire pari opportunità e sostegno alla natalità. Dal 1° dicembre 2025, infatti, per i collaboratori Lidl il congedo di paternità sarà esteso a 25 giorni complessivi, retribuiti al 100%, grazie all’aggiunta di 15 giorni lavorativi ai 10 previsti dalla normativa vigente. Una misura pensata non solo per permettere ai neo papà di essere ancora più presenti nei primi momenti di vita del proprio figlio o della propria figlia, ma un segno tangibile verso una gestione più equa della cura dei figli che favorisca un importante cambiamento culturale. Il beneficio, inoltre, sarà retroattivo per tutti i collaboratori diventati papà a partire dal 1° marzo 2025. “Estendere il congedo di paternità non è solo una misura di supporto a favore dei nostri colleghi che diventano padri; ma apporta benefici profondi a tutta la famiglia, promuovendo al contempo una maggiore parità di genere. Con questa iniziativa confermiamo il nostro impegno a trasformare le parole in azioni concrete, perché momenti unici, come una nuova nascita, meritano tutto lo spazio e la presenza che richiedono", afferma Sebastiano Sacilotto, amministratore delegato risorse umane di Lidl Italia.
(Adnkronos) - “Noi viviamo secondo natura, allevando i nostri animali al pascolo”. Luca Quirini, classe ’94, fondatore dell’Azienda Agricola Quira, ha ricevuto il Good Farmer Award per il suo modello di allevamento incentrato sul benessere animale e sulla tutela del territorio ligure. “Siamo pastori da marzo a dicembre: transumiamo dalla Valle Sturla alle vette della Val d'Aveto fino a 1500 metri, portando al pascolo i nostri bovini di razza cabannina, autoctona della Liguria”, ha raccontato. Gli animali si nutrono solo di erba e, d’inverno, di fieno biologico acquistato in zona: “È un vivere secondo natura, con la linea vacca-vitello”. Sul dibattito sulla zootecnia, Quirini afferma: “Oggi non è più possibile non farla in maniera sostenibile: i costi di produzione dell’allevamento intensivo non rendono più. La nostra è una scelta etica, ma è anche un modello che dà benessere al territorio e agli animali, e permette una continuità economica al mestiere”.