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Nel presepe della Camera 'scomparsi' bue e asinello, Magi già arrivati: stupore bipartisan

(Adnkronos) - Che fine hanno fatto il bue e l'asinello? Nel presepe allestito all'ingresso della Camera per il Natale 'mancano' due statuette simbolo della Natività, almeno secondo la tradizione. La loro assenza non è passata inosservata, non solo agli ...

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Natale, per gli acquisti 3 italiani su 4 scelgono prodotti di marca di largo consumo

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Sostenibilità, rating Esg di Agsm Aim migliora da BBB ad A

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Nel presepe della Camera 'scomparsi' bue e asinello, Magi già arrivati: stupore bipartisan

(Adnkronos) - Che fine hanno fatto il bue e l'asinello? Nel presepe allestito all'ingresso della Camera per il Natale 'mancano' due statuette simbolo della Natività, almeno secondo la tradizione. La loro assenza non è passata inosservata, non solo agli occhi dei parlamentari partenopei, forse (San Gregorio Armeno docet) i più conservatori in materia. Fatto sta che si è aperto un vero e proprio dibattito, dove è prevalso lo stupore per la scelta di tener fuori i due animali che da un millennio fanno coppia fissa per scaldare Gesù Bambino nella grotta. ''Il bue e l'asinello sono il presepe, anche se i Vangeli non ne parlano", dicono gli onorevoli ortodossi. ''Si' è vero, la tradizione parla chiaro, ma siamo pur sempre di fronte a un'opera d'arte, dove il Natale può essere liberamente interpretato'', replicano i deputati più laici. ''Va bene tutto, ma come la mettiamo con la presenza anticipata dei Re Magi?'', controbattono i tradizionalisti, che considerano l'assenza del bue e dell'asinello quasi un reato di lesa maestà e non mandano giù lo spazio vuoto al posto di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. La voce sui 'grandi assenti' si diffonde e in Transatlantico, a Montecitorio, le 'fazioni' si confrontano tra il sacro e il profano. C'è chi non si fida e prima di commentare vuol passare di persona davanti al manufatto per vedere se davvero non ci sono le figurine in terracotta 'incriminate'. ''Sono spariti bue e asinello? Si sono magnati pure quelli...'', scherza un 'decano' della stampa parlamentare. Il 'campo largo' si ritrova unito sul Santo Natale e manifesta tutto il suo disappunto. Federico Fornaro, presidente della Giunta delle elezioni della Camera ed esponente Pd, è basito. Prima scherza (''Non è possibile, capisco i problemi energetici ma un po' di caldo dobbiamo garantirlo al nascituro...'') poi si fa serio: ''Il presepe è il presepe, quello della tradizione prevede il bue e l'asinello, due statuine che non possono assolutamente mancare...''. Gli fa eco il collega dem Enzo Amendola che ironizza: ''Non ci credo, vuol dire che hanno dato precedenza a Ciccibacco, il pastore, paffutello con un solo ciuffo in testa e le gote rosse perché sempre ubriaco''. Riccardo Magi, segretario di +Europa, la butta in politica: ''Rimuovere il bue e l'asinello dal presepe è l'unica vera riforma fatta finora dal governo Meloni e dal centrodestra...''. Pure nel centrodestra c'è chi storce il naso. E' meravigliato il presidente di Noi moderati Maurizio Lupi che pure fa una battuta: ''Mancano il bue e l'asinello? Non è vero... Non sarà stata la mia amica Brambilla, animalista convinta? Comunque, l'ortodossia del presidente della Camera Fontana non è in discussione, non posso pensare che ci sia una strumentalizzazione laica del Natale...''. L'ex super ministro dell'Economia dei governi Berlusconi, ora esponente di Fratelli d'Italia, Giulio Tremonti, si ferma e chiede sornione: ''Ma come, non ci sono il bue e l'asinello? Ma almeno il Bambin Gesù c'è?'' ''Sì, il bambinello c'è'', lo rassicura un giornalista. ''Beh, allora è già qualcosa...'', replica il presidente della commissione Affari esteri di Montecitorio. L'azzurro Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, sorride: ''Non è vero, non ci posso credere. Sono arrivati in anticipo i Re Magi ma hanno fatto fuori il bue e l'asinello...". "Che devo dire, è la riforma presepiale...'', scherza il deputato forzista per poi aggiungere: ''L'importante, però, che è salvo lo spirito del Natale''. Non si sbilancia Gianluca Cantalamessa, leghista: ''Credo sia stata una dimenticanza...''. Alfonso Pepe, l'artista campano (originario di Pagani, in provincia di Salerno) che ha venduto il presepe alla Camera nel 2022, difende il suo lavoro e spiega le regioni dell'assenza: ''Non mettere il bue e l'asinello è stata una mia scelta, ho realizzato il portale in cotto e tufo e non c'era lo spazio. E' stata, comunque -rimarca- una mia scelta artistica''. Per la cronaca, è vero che nessuno dei Vangeli cita i due animali, come lo stesso papa Benedetto XVI ha fatto notare nel suo libro del 2012 'L'infanzia di Gesù' ma il bue e l’asinello sono entrati definitivamente nel presepe fin dal 1223 grazie a San Francesco d’Assisi, che di ritorno da Roma e dopo aver visitato la Terra Santa, compose la prima Natività della storia, a Greccio, in provincia di Rieti. L'unico testo che fa riferimento a un bue e un asino vicino alla mangiatoia (citata dal Vangelo di Luca) in cui fu sistemato Gesù appena nato è il 'Vangelo dello pseudo-Matteo', un vangelo apocrifo, cioè non riconosciuto dalla Chiesa, scritto in latino tra l’Ottavo e il Nono secolo.

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Natale, per gli acquisti 3 italiani su 4 scelgono prodotti di marca di largo consumo

(Adnkronos) - Per gli acquisti natalizi, tre italiani su quattro si fanno guidare dalla presenza di una Marca. Nella scelta del brand, i fattori determinanti sono: la qualità (58% di risposte), il positivo rapporto qualità-prezzo (52%), la reputazione (29%), la storia e la tradizione della azienda (24%), l’innovazione (20%), i valori come etica e sostenibilità (16%) e la comunicazione (10%). Se non trovano il prodotto di Marca preferito, sette italiani su dieci lo cercano presso altri rivenditori. I Millenials con il 77% di risposte e i GenX con il 74% sono le generazioni più fedeli. Questi e altri dati sul comportamento natalizio del consumatore emergono da un’indagine realizzata da SWG per Centromarca presentata oggi nel corso di un incontro stampa cui hanno preso parte Francesco Mutti (Presidente, Centromarca), Gabriele Barbaresco (Direttore Area Studi, Mediobanca), Laura Cavalli (Responsabile Centro Studi, Centromarca), Stefano Cini (Head of Consumer Intelligence GeoMktg South Europe, NIQ), Michele Tesoro (Chief Customer Strategy Officer, Caliber). La ricerca rivela che gli italiani acquisteranno per uso personale o per regali principalmente generi alimentari e bevande (37% di risposte), prodotti per la cura della persona (36%), libri e hobbistica (34%), abbigliamento (33%) e prodotti per la casa (25%). Per il 58% del campione la presenza della Marca è decisiva al momento della scelta di un regalo, per la qualità e il prestigio che comunica a chi lo riceve. Il dato segna un incremento di 15 punti percentuali rispetto al 2024. Il ridotto potere d’acquisto delle famiglie si fa sentire se si considera che due consumatori su cinque prevedono di ridurre il budget per regali, pranzi e cene fino a oltre il 50% rispetto al 2024; il 47% manterrà l’importo dell’anno precedente; il 13% lo aumenterà fino a oltre il 50%. La spesa per pranzi e cene delle festività si aggirerà sui 130 euro. Ai regali saranno destinati mediamente 176,7 euro, ad altre attività 80, euro e 53,9 euro alle donazioni. Per il mercato del largo consumo, Niq prevede nel 2026 un’espansione a valore del +2,6%, sostanzialmente in linea con l’anno in corso. In questo scenario, secondo le elaborazioni del Centro Studi Centromarca, l’Industria di Marca registrerà una crescita di circa 2 punti percentuali, continuando a detenere una quota di mercato tra le più elevate in Europa pari al 68,1% nell’omnichannel (76,7% nei canali iper/super/libero servizio). ''La moderna Industria di Marca è fondamentale per lo sviluppo del largo consumo confezionato -sottolinea Francesco Mutti, Presidente di Centromarca- la leadership si fonda su investimenti destinati alla selezione delle migliori materie prime, all’innovazione dei prodotti e dei processi produttivi, alla sostenibilità dello sviluppo. Ne derivano una qualità e una distintività nel mercato che fa premio nel rapporto con i consumatori italiani ed esteri''. Il primato è confermato da uno studio svolto da Caliber, da cui si evince che le aziende associate a Centromarca godono di una reputazione superiore rispetto alla media globale ed europea. In particolare, il settore del largo consumo italiano (rappresentato nella ricerca dal perimetro Centromarca) è l’unico in crescita, con uno score reputazionale del 77%, a fronte di una media internazionale pari al 72%. Nel corso dei lavori, Mediobanca, nell’ambito di una più ampia riflessione sulle dinamiche dello scenario economico, ha riportato recenti stime della Commissione Europea, che prevedono una crescita del prodotto interno lordo italiano del +0,4% nel 2025 e del +0,8% annuo nel biennio 2026-2027. In un contesto di sostanziale stagnazione, secondo il Presidente Mutti: ''È indispensabile puntare allo sviluppo di un’industria eccellente e innovativa, capace di generare valore a monte e a valle delle filiere. Servono aziende solide, capaci di affrontare l’instabilità che in questi anni caratterizza le catene del valore. In tal senso si collocano i nostri interventi e le proposte di policy recentemente presentate al Governo, alle forze politiche e alle associazioni delle imprese operanti nella filiera del largo consumo''.

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Sostenibilità, rating Esg di Agsm Aim migliora da BBB ad A

(Adnkronos) - Cerved Rating Agency ha assegnato ad Agsm Aim un Rating Esge pari ad A, in rialzo rispetto alla precedente valutazione (BBB). L’agenzia di rating italiana, specializzata nella valutazione del merito creditizio e del grado di sostenibilità degli operatori economici, ha infatti riconosciuto al Gruppo un’alta capacità di gestione delle variabili di rischio e delle opportunità Esg. Dall’analisi, basata sulla rendicontazione di sostenibilità dell’anno 2024 e sul confronto con il cluster 'Utilities', emerge come Agsm Aim abbia rafforzato i presidi in ambito sociale, proseguito e pianificato investimenti rilevanti nelle fonti rinnovabili, nella digitalizzazione delle reti e nell’ampliamento dei servizi smart, oltre ad aver definito una nuova pianificazione di obiettivi Esg per una governance orientata alla creazione di valore sostenibile nel lungo periodo. Di seguito, in sintesi, le motivazioni che hanno portato al raggiungimento di questo riconoscimento. Sul piano ambientale, Agsm Aim adotta una Politica per la Tutela dell’Ambiente, che integra principi e linee guida in materia di sostenibilità. In crescita gli investimenti a favore della transizione energetica, tra cui il parco eolico di Monte Giogo, l’impianto di produzione di idrogeno verde di Marghera e il revamping della centrale di cogenerazione di Borgo Trento. Il sistema di gestione ambientale si conferma solido grazie alla presenza delle certificazioni Iso 14001 per la grande maggioranza dei siti operativi del Gruppo e il conseguimento della Iso 50001 per Agsm Aim Power e Agsm Aim Calore. In crescita la valutazione della dimensione social, data dalla conferma di un’elevata contrattualizzazione a tempo indeterminato che assicura una forte stabilità occupazionale ai collaboratori del Gruppo, con un tasso di assunzioni superiore al turnover in uscita e un incremento delle ore di formazione pro capite. Il welfare aziendale è giudicato di alto livello, grazie a misure come benefit tradizionali e flessibili, smart working, part-time post maternità e l’attivazione di uno sportello psicologico. Il report valorizza inoltre l’impegno di Agsm Aim sulla parità di genere, confermato dall’ottenimento della certificazione Uni/PdR 125:2022 per la Capogruppo, e dall’avvio di programmi formativi e survey sul gender empowerment e sull’inclusione. Migliorata la valutazione di Agsm Aim nella governance, che si posiziona al di sopra della mediana del settore. Il Gruppo dispone di un organo di governo pluralistico, con adeguate competenze industriali ed Esg. La rendicontazione di sostenibilità del 2024 è stata redatta secondo i principi Esrs e sulla logica della doppia materialità. Il giudizio considera anche l’introduzione di target Esg nei meccanismi di premialità del management, l’adozione del Green Financing Framework a supporto degli investimenti in rinnovabili e digitalizzazione, e la presenza di un sistema di gestione anticorruzione strutturato (Modello 231), che si sta orientando verso la certificazione Iso 37001.

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