ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Condannato a 14 anni e 9 mesi. Così ha deciso la Corte d’Assise d’Appello di Torino per Mario Roggero, il gioielliere di Grinzane Cavour che nell’aprile 2021 a seguito della rapina subita nel suo negozio uccise due rapinatori e ne ferì un terzo. In primo grado il gioielliere era stato condannato dal tribunale di Asti a 17 anni e la procura generale di Torino nell’udienza del 12 novembre scorso aveva chiesto la conferma della pena. “E' prematuro un commento, aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza, poi faremo ricorso in Cassazione", le parole di Stefano Marcolini, legale di Mario Roggero, commentando la sentenza. “Avessero avuto coraggio sì, non hanno avuto coraggio”, ha poi risposto Roggero a chi gli domandava se si aspettava l’assoluzione, commentando ‘a caldo’ la condanna. Confermando come già nelle dichiarazioni spontanee rese in mattinata di aver agito per legittima difesa - “se non avesse alzato l’arma non avrei sparato”-, Roggero a chi gli chiedeva delle vittime ha osservato: “Il dispiacere certamente c’è, però le vere vittime siamo state noi e nessuno dei loro familiari ha detto ‘scusate per cosa è successo, per avere un figlio degenere’. La nostra vita in questi anni è cambiata, c'è grande tensione emotiva per quello che è successo, prima di venire qui una delle mie figlie ha pianto fino alle 3 di notte”. A proposito, poi, della presenza, questa mattina in aula di molti sostenitori, che lo stesso gioielliere aveva invitato a venire con un post sui social, Roggero ha sottolineato: “L’affetto in cui speravo è arrivato, ho visto miei ex compagni di scuola che non mi aspettavo di vedere, tanti lavoratori sono venuti perdendo un giorno di lavoro, mi ha fatto piacere. Adesso aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza e poi vedremo cosa succederà in Cassazione", ha concluso evitando giudizi sulla giustizia italiana. “Preferisco non esprimermi”, si è limitato a rispondere. “Ho agito per legittima difesa, se lui non mi puntava la pistola non sparavo, volevo solo salvare mia moglie, ho solo voluto proteggere la mia famiglia, per la terza volta mi ha puntato l’arma in faccia, ero terrorizzato, ho esploso il colpo per salvarmi la vita, non avevo intenzione di uccidere ma non volevo essere ucciso, ho agito per legittima difesa”, aveva spiegato stamane Roggero nelle dichiarazioni spontanee al processo d’appello. In 16 pagine, il gioielliere aveva ripercorso la rapina subita nel 2015, i furti in casa tra il 2014 e il 2015 spiegando che “la nostra vita è stata rovinata moralmente, fisicamente, psicologicamente da quell’episodio”. “Sono un uomo di quasi 72 anni, provengo da una famiglia molto modesta, di agricoltori e operai che sudavano il salario senza cercare scorciatoie come ahimè altre persone hanno fatto e fanno”, l'inizio delle dichiarazioni durate 27 minuti, interrompendosi una sola volta per bere un po' d’acqua. “Sono stato letteralmente massacrato di botte, mia figlia è stata picchiata e minacciata di morte e mi hanno portato via 270 mila euro di merce”, sottolineava e osservava “da allora la nostra vita non è stata più la stessa, continuiamo a vivere in uno stato di paura costante, di profondo turbamento, ogni sconosciuto che si avvicina al negozio ci riporta a quei momenti di terrore e quando si vive nel terrore non si ragiona”, proseguiva raccontando, poi, i diversi furti subiti in pochi mesi a casa tra il 2014 e il 2015 chiedendosi “come è possibile vivere in un clima di terrore a seguito dei traumi indelebili subiti da me e dalla mia famiglia”. Quindi, Roggero è arrivato alla rapina dell’aprile 2021: “Dopo mille difficoltà economiche e circa due anni di chiusura per l’emergenza Covid eravamo riusciti a riaprire il negozio e quando i rapinatori, entrati in negozio, hanno minacciato mia figlia e mia moglie mentre io ero dietro in laboratorio, immaginate il terrore, la disperazione e memore della rapina di sei anni prima ho pensato ‘Cristo, di nuovo”, e ha poi aggiunto: “Gravissime inesattezze sono state dette e scritte nei miei confronti e determinato la mia condanna in prima grado, a 17 anni di carcere, praticamente l’ergastolo per una persona di quasi 72 anni e questo solo per aver difeso la mia famiglia e me stesso”. Raccontando l’accaduto, Roggero ha proseguito: “nella colluttazione i rapinatori hanno perso la mascherina mostrando i loro volti e questo mi ha spaventato ulteriormente perché erano diventati riconoscibili". E ancora: “Mazzarino mi ha puntato la pistola urlando ‘Ti sparo, ti ammazzo’ mentre Spinelli, secondo il suo racconto "si è fatto riconsegnare la pistola e me l'ha puntata in fronte dicendo che avrebbe sparato se non consegnavo la merce e ha subito cominciando a fare il conto alla rovescia". A quel punto Roggero ha riferito di essersi ricordato di avere nel cassetto sotto la cassa una pistola. "Erano attimi concitati - ha detto - e ho temuto che avessero preso mia moglie, dai video che poi ci hanno fatto vedere mi contestano che si vede mia moglie passarmi accanto. Io non ricordo di averla vista. Durante momenti di profondo terrore il cervello può anche non registrare". "Arrivato vicino all'auto sparo un colpo sulla portiera allo scopo di spaventarli, temendo che dentro l'auto potesse esserci anche mia moglie, mai avrei sparato ad altezza d'uomo - ha proseguito Roggero, continuando - Spinelli mi punta l'arma in faccia, ero terrorizzato, ho esploso il colpo per salvarmi la vita, pensavo che ci fossimo sparati contemporaneamente, non riuscivo a capire se avesse sparato anche lui. Senza alcuna intenzione di uccidere ma solo per non essere ucciso, lo colpisco sopra la natica destra. Poi esplodo un altro colpo nei confronti di Mazzarino, colpendolo più o meno nello stesso punto, ma nella concitazione lui si muove, si accovaccia, e il proiettile finisce sopra la spalla destra. Quanto all'ultimo rapinatore pensavo che anche lui fosse armato", ha concluso invocando ancora una volta, come in primo grado la legittima difesa.
(Adnkronos) - “Leggeremo il rapporto annuale dell’Osservatorio 4.Manager nel dettaglio perché è un documento complesso, con molte risultanze, molte analisi di causalità statistica, molte mappature del nostro sistema industriale, come sapete costituito soprattutto da piccole e medie imprese. E' prezioso perché rappresenta un'ottima base di conoscenza, soprattutto delle interrelazioni complesse all'interno delle filiere. Vengono analizzate le interrelazioni nell'ambito della filiera per implementare politiche pubbliche e, soprattutto, politiche industriali”. Lo ha dichiarato Renato Loiero, consigliere per le politiche di bilancio del Presidente del Consiglio dei ministri, oggi a Roma in occasione della presentazione del nuovo rapporto dell’Osservatorio 4.Manager intitolato 'Le filiere produttive nell’era della conoscenza aumentata'. “Si tratta - prosegue Loiero - di traguardare uno dei requisiti che dovrebbero caratterizzare le politiche pubbliche nel settore dell'industria, cioè la selettività: cercare di compendiare il rigore dei conti pubblici e lo sviluppo, indirizzando le risorse pubbliche, che sono per natura limitate, verso quegli ambiti produttivi che hanno una maggiore dinamica del valore aggiunto quelle che sarebbero più meritevoli di ricevere contributo o sostegno istituzionale”. Loiero ha concluso ricordando l’importanza del rapporto anche per le altre amministrazioni coinvolte nel disegno delle politiche industriali: “Serve alle varie altre istituzioni, al netto di quelle che hanno contribuito alla sua realizzazione, in particolare l’Istat, anche a fare valutazione delle politiche pubbliche ex ante ed ex post”.
(Adnkronos) - Il Gruppo Agsm Aim, tramite la controllata Agsm Aim Power, ha perfezionato l’acquisizione di due impianti fotovoltaici a terra. L’operazione - spiega Agsm Aim in una nota - si inserisce nel programma di investimenti previsto dal Piano Industriale 2025-2030 che, con oltre 500 milioni di euro allocati per lo sviluppo di impianti da fonti rinnovabili, punta a posizionare il Gruppo Agsm Aim quale player protagonista di una transizione energetica sostenibile e diffusa su scala nazionale. Situati nel comune di Sarmato in provincia di Piacenza, gli impianti fotovoltaici acquisiti da Agsm Aim Power sviluppano rispettivamente una potenza installata di 7,61 MW e di 7,41 MW. La produzione annua di energia elettrica pulita, stimata in circa 25.000 MWh, è in grado di coprire il fabbisogno energetico di oltre 9mila famiglie, abbattendo circa 6mila tonnellate di CO2 equivalente all’anno. Grazie a questa operazione M&A sale a 179 MW la capacità da fonti rinnovabili gestita dal Gruppo Agsm Aim, offrendo un efficace contributo al raggiungimento degli obiettivi del Piano Industriale che, entro il 2030, punta a raggiungere il 70% di potenza installata da fonti rinnovabili. In quest’ottica nel luglio di quest’anno, era stata firmata l’acquisizione di altri 22 impianti fotovoltaici in Veneto, Emilia-Romagna, Umbria, Lazio e Campania. “Con questa nuova acquisizione si concretizza un passo importante nello sviluppo del nostro Piano Industriale e si conferma la visione con cui il Gruppo Agsm Aim intende cogliere le sfide della transizione energetica. Capillarizzare la nostra presenza sull’intero territorio nazionale significa consolidare un asset strategico ma, in particolare, partecipare attivamente alla costruzione di un modello energetico sostenibile e accessibile a una platea sempre più estesa di persone”, ha affermato Federico Testa, presidente di Agsm Aim. “L’obiettivo del 70% di potenza elettrica installata da fonti rinnovabili, fissato dal nostro Piano Industriale, oggi è un po' più vicino. L’operazione di acquisizione di due nuovi impianti fotovoltaici ratifica la capacità del Gruppo Agsm Aim di tradurre in azione la propria visione di futuro e racconta le modalità con cui intendiamo cogliere le opportunità di un’economia a basse emissioni, operando scelte che ci consentano di esprimere qualità produttiva, affidabilità e sicurezza, per diventare protagonisti riconoscibili e coerenti della transizione energetica e ambientale nazionale”, ha dichiarato Alessandro Russo, consigliere delegato di Agsm Aim.