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Leucemia mieloide cronica, esperto 'asciminib per bisogni clinici irrisolti'

(Adnkronos) - La Commissione europea ha recentemente approvato asciminib per il trattamento di tutti i pazienti adulti con leucemia mieloide cronica in fase cronica con cromosoma Philadelphia positivo (Lmc-Cp Ph+), sia di nuova diagnosi che precedentemente trattati. Questa ...

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Giovani, Tagliavanti (Cciaa Roma): "Bello così tanti a Labordì per parlare di lavoro"

(Adnkronos) - “Quella di oggi è una bellissima giornata, perché ci troviamo in un auditorium pieno di giovani che parlano di una cosa importantissima per il loro futuro: il lavoro”. Sono le parole di Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio ...

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Ambiente, dalle foreste ai ghiacciai: studio sui servizi ecosistemici dell'Alta Valtellina

(Adnkronos) - Opere di bonifica e rimboschimento, casette-nido per gli uccelli, un catasto dei ghiacciai Alpini. Il Gruppo Sanpellegrino rinnova il proprio impegno per la tutela dell’acqua, degli habitat montani e della biodiversità in Alta Valtellina ...

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Leucemia mieloide cronica, esperto 'asciminib per bisogni clinici irrisolti'

(Adnkronos) - La Commissione europea ha recentemente approvato asciminib per il trattamento di tutti i pazienti adulti con leucemia mieloide cronica in fase cronica con cromosoma Philadelphia positivo (Lmc-Cp Ph+), sia di nuova diagnosi che precedentemente trattati. Questa decisione viene considerata dagli esperti un importante passo avanti nella gestione della malattia, offrendo una nuova opzione terapeutica caratterizzata da un meccanismo d'azione innovativo e da un profilo di efficacia e tollerabilità favorevole, che risponde a bisogni clinici ancora irrisolti. L'approvazione - ricorda una nota - si basa sui risultati dello studio di fase III Asc4First in cui asciminib, il primo inibitore Stamp per il trattamento della leucemia mieloide cronica, dimostra, nei pazienti di nuova diagnosi, un beneficio clinico superiore rispetto a tutti gli altri inibitori tirosin-chinasici (Tki) disponibili. Circa il 30% dei pazienti di nuova diagnosi in trattamento con i Tki, infatti, non raggiunge gli obiettivi terapeutici entro il primo anno di trattamento, evidenziando come permangano bisogni clinici rilevanti già nelle fasi iniziali della malattia. Lo studio Asc4First, che ha confrontato asciminib con i Tki di prima o seconda generazione, ha mostrato a 96 settimane tassi di risposta molecolare maggiore significativamente superiori (74,1%) rispetto a tutti gli inibitori della tirosin-chinasi di confronto (52%). "La leucemia mieloide cronica è una neoplasia ematologica caratterizzata dalla proliferazione incontrollata delle cellule mieloidi e dalla presenza del cromosoma Philadelphia - spiega Massimo Breccia, professore associato di Ematologia della Sapienza università di Roma - Nella maggior parte dei casi viene diagnosticata in fase cronica, spesso in modo casuale. Oggi è considerata una patologia gestibile nel lungo periodo, ma richiede un trattamento continuo e un monitoraggio costante. La terapia con Tkis ha aumentato la sopravvivenza, tuttavia, oltre agli importanti effetti collaterali, il 30% dei pazienti non raggiunge una risposta ottimale nei tempi attesi". Tale scenario sottolinea l'urgenza di avere disponibili soluzioni terapeutiche innovative "in grado di rispondere ai bisogni clinici non soddisfatti nelle linee precoci offrendo efficacia e tollerabilità elevate". I dati recentemente presentati al congresso della Società americana di ematologia (Ash) a Orlando evidenziano come asciminib possa offrire un profilo di tollerabilità superiore rispetto ai Tki, standard of care nei pazienti con Lmc-Cp di nuova diagnosi, riducendo l'incidenza di eventi avversi e favorendo la continuità terapeutica. "Nelle fasi iniziali della leucemia mieloide cronica - chiarisce Breccia - l'obiettivo è ottenere risposte molecolari rapide e profonde, perché queste si associano a un migliore controllo della malattia nel tempo. Efficacia e tollerabilità sono fattori strettamente connessi: una terapia ben tollerata favorisce la continuità del trattamento e contribuisce al raggiungimento di risultati clinici più solidi. L'inibitore Stamp come asciminib è un farmaco che agisce specificamente sulla tasca miristoilica di Abl. L'innovazione terapeutica rappresentata da questa classe di farmaci antitumorali ha introdotto un nuovo paradigma nel trattamento della patologia: grazie a un meccanismo d'azione differente rispetto agli inibitori della tirosin-chinasi tradizionali, questa terapia consente infatti di ottenere migliori risposte molecolari, riducendo il rischio di eventi avversi. I dati clinici dimostrano che tale approccio innovativo può migliorare in modo significativo l'efficacia del trattamento fin dalle prime linee. Ridurre il carico degli effetti collaterali - sottolinea lo specialista - significa inoltre aumentare la probabilità che il paziente mantenga la terapia nel tempo, un aspetto cruciale per consolidare risposte stabili e durature". Il raggiungimento precoce di risposte molecolari profonde - prosegue la nota - rappresenta un prerequisito fondamentale per obiettivi terapeutici di lungo periodo, come la remissione libera da trattamento. "Pensare alla possibilità di sospendere la terapia - osserva Breccia - significa impostare fin dall'inizio una strategia sostenibile. Trattamenti che combinano elevata efficacia e buona tollerabilità possono aumentare la probabilità di ottenere risposte stabili, migliorando in modo significativo gli outcome a lungo termine. Asciminib ha mostrato efficacia e sicurezza anche nei risultati emersi dallo studio di fase 2 Asc2Escalate nella coorte di pazienti già trattati con un Tki. Inoltre, i dati preliminari di qualità di vita dello studio Asc4First suggeriscono che il nuovo trattamento possa anche offrire importanti benefici in tal senso, favorendo anche l'aderenza terapeutica".

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Giovani, Tagliavanti (Cciaa Roma): "Bello così tanti a Labordì per parlare di lavoro"

(Adnkronos) - “Quella di oggi è una bellissima giornata, perché ci troviamo in un auditorium pieno di giovani che parlano di una cosa importantissima per il loro futuro: il lavoro”. Sono le parole di Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma, all’edizione 2025 di Labordì a Roma, l’evento organizzato dalle Acli della Capitale per avvicinare i giovani al mondo del lavoro. “Il lavoro è importante, non soltanto perché serve a pagare il mutuo e riempire il carrello della spesa, ma soprattutto perché realizza una parte importante della nostra vita - spiega - Dall'entusiasmo e dall'attenzione con cui i ragazzi presenti hanno seguito gli interventi, credo ci sia da parte loro una grande disponibilità nei confronti di questo tema”. “Il mondo cambia e quindi bisogna arrivare preparati - conclude - Il tema delle competenze è fondamentale. I giovani mi paiono assolutamente disposti ad affrontare i percorsi per poterle acquisire”.

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Ambiente, dalle foreste ai ghiacciai: studio sui servizi ecosistemici dell'Alta Valtellina

(Adnkronos) - Opere di bonifica e rimboschimento, casette-nido per gli uccelli, un catasto dei ghiacciai Alpini. Il Gruppo Sanpellegrino rinnova il proprio impegno per la tutela dell’acqua, degli habitat montani e della biodiversità in Alta Valtellina illustrando i primi risultati dello studio dei servizi ecosistemici e gli interventi implementati negli ultimi anni in queste aree colpite dalla tempesta Vaia nel 2018. L’eccezionale evento atmosferico aveva infatti abbattuto circa 115 ettari di foresta solo nel Comune di Valdisotto e, per la maggior parte, nella zona di Cepina dove di trova lo stabilimento di Levissima. (Video) I progetti di riforestazione sviluppati da Sanpellegrino insieme al Comune di Valdisotto, al Consorzio Forestale Alta Valtellina e all’Università degli Studi di Milano, avviati nel 2023, segnano un importante risultato, nel solco di un intervento più ampio che proseguirà fino al 2027 con ulteriori opere di bonifica, rimboschimento e bioingegneria del suolo per ridurre la caduta di massi e frane e limitare l’erosione. Dal 2028 al 2033 è inoltre prevista una terza fase dedicata alla manutenzione del bosco rigenerato dopo questi interventi. Parallelamente, il Gruppo Sanpellegrino, con il supporto dell’Università degli Studi di Milano e del Consorzio Forestale dell’Alta Valtellina, ha analizzato le opere effettuate nel biennio 2024-2025 - ed eseguito una valutazione dei servizi ecosistemici - ovvero i benefici che la natura fornisce e che contribuiscono alla stabilità ambientale ed al benessere dell’uomo. I primi risultati, presentati oggi, hanno evidenziato, attraverso indicatori ambientali ed economici, i danni provocati da Vaia e i benefici ripristinati grazie agli interventi di riqualificazione. In particolare, i 115 ettari di foresta danneggiata nel Comune di Valdisotto hanno portato a una perdita dello stock di legname superiore a 28mila metri cubi. Grazie alle prime tranche di lavori, ad oggi, sono stati fatti interventi su 51 ettari di bosco di cui: 18 ettari di recupero di piante schiantate o colpite dal bostrico (un coleottero la cui proliferazione è stata favorita dalla marcescenza degli alberi caduti), 9 ettari di rimboschimenti e 24 ettari di interventi preventivi. Sono stati rimossi 4.500 metri cubi di legno compromesso e piantati 15mila alberi appartenenti a otto specie differenti. Secondo lo studio sui servizi ecosistemici realizzato dall’Università degli Studi di Milano, le opere di riforestazione condotte nelle aree più colpite della zona di Cepina (Comune Valdisotto) consentiranno un aumento del valore della provvigione pari a 260mila euro: nello specifico passerà da 1.140.000 euro a 1.400.000 euro (calcolato sull’ultimo dato disponibile del prezzo del legname). Tutti questi interventi, valutati secondo indicatori scientifici, porteranno benefici quantificabili nel tempo, tra i quali anche un incremento del volume di acqua rigenerata stimato in circa 1,4 milioni di metri cubi (2023-2035). È in corso, inoltre, un’indagine sui servizi turistici dell’area di Bormio, basata su oltre 300 questionari, che consentiranno di valutare la percezione del territorio da parte di residenti e visitatori, il valore dei servizi socioeconomici, principalmente legati al turismo e la disponibilità a contribuire economicamente alla preservazione di questo habitat. Un altro progetto, messo in campo da Sanpellegrino, è quello delle 'Casette nido', realizzato in collaborazione con l’Università degli studi di Milano, il Consorzio Forestale Alta Valtellina e il Parco Nazionale dello Stelvio, per contribuire alla tutela della biodiversità ornitologica nelle aree colpite da Vaia. La tempesta aveva compromesso in modo significativo anche la presenza di specie insettivore come la cincia nera, che nidifica esclusivamente in cavità presenti in alberi maturi. Per favorire la ricolonizzazione naturale, sono state installate 40 casette-nido attualmente monitorate dai ricercatori attraverso 50 punti di ascolto, che hanno permesso di osservare già le prime covate. In aggiunta, sono state posizionate 10 casette-nido dedicate alla civetta nana, un rapace simbolo delle alte quote e specie a rischio. Da oltre 17 anni Sanpellegrino, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e le istituzioni locali della Valtellina, sostiene la tutela degli ambienti montani locali. Questa collaborazione ha portato, negli anni, alla realizzazione del primo catasto di tutti i ghiacciai Alpini - con dati e informazioni sui 903 ghiacciai presenti sulle nostre montagne - e alla realizzazione di un programma di studio della criosfera. Le ricerche sono partite dal bacino glaciale Dosdè-Piazzi, da cui sgorga l’acqua Levissima, e dal 2014 le attività di campo includono anche il Ghiacciaio dei Forni, nel Parco dello Stelvio. “Proteggere i territori in cui sgorgano le nostre acque minerali è da sempre parte integrante del nostro impegno, ma oggi tutelare la biodiversità, minacciata dai cambiamenti climatici, come l'evento atmosferico estremo di Vaia, richiede uno sforzo ancora più grande. Continuiamo quindi ad adottare un approccio scientifico, lavorando insieme ai nostri partner per rigenerare i cicli idrologici e gli ecosistemi locali. Ci impegniamo, inoltre, a mettere a sistema, con le istituzioni e le realtà dei territori in cui siamo presenti, le esperienze già avviate, come il progetto per i ghiacciai - che portiamo avanti da più di 17 anni - il progetto Vaia, e a costruire insieme nuove partnership volte a sviluppare soluzioni innovative per affrontare le sfide future, ha dichiarato Ilenia Ruggeri, direttore generale del Gruppo Sanpellegrino. “L’obiettivo del Parco nazionale dello Stelvio è quello di rendere gli ecosistemi più resilienti, affinché siano in grado di assorbire gli impatti - ambientali, sociali o economici, che inevitabilmente attraversano un territorio vivo. La ricerca e le iniziative di sensibilizzazione, supportate anche da Levissima, nella nostra lunga collaborazione, ci consentono oggi di intervenire con misure calibrate sui luoghi e sui loro limiti ecologici e di trovare infine un equilibrio tra tutela, fruizione e sviluppo economico e locale”, ha affermato Franco Claretti, direttore Parco Nazionale dello Stelvio. “La Tempesta Vaia ha messo in evidenza la vulnerabilità degli ecosistemi forestali nei confronti dei sempre più frequenti eventi meteorologici estremi, rendendoci più consapevoli delle sfide future che i gestori forestali dovranno affrontare e inducendoci a ripensare le strategie di intervento tradizionali - ha aggiunto Michele Franzini, dottore Forestale del Consorzio Forestale Alta Valtellina - Il sostegno del Gruppo Sanpellegrino ci sta permettendo di affrontare con continuità questo percorso così importante, mentre la collaborazione con l’Università degli Studi di Milano sta orientando le nostre scelte, aiutandoci a definire con rigore scientifico delle azioni mirate per affrontare dei fenomeni così complessi”. “Con Levissima proseguiamo una collaborazione sui ghiacciai della Lombardia, e non solo, attiva da 17 anni, per misurare gli effetti del cambiamento climatico sulla loro riduzione e condizioni superficiali, grazie a stazioni meteo automatiche, droni e satelliti, utili anche per ricostruzioni 3D e mappatura dei rischi ambientali. Oggi questa esperienza sostiene una nuova sfida: stimare il valore economico dei servizi ecosistemici dell’Alta Valtellina, dalle foreste alla criosfera. Un lavoro innovativo che colma un vuoto scientifico e offre dati concreti per decisioni territoriali più consapevoli", ha dichiarato Antonella Senese, Università degli Studi Milano.

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