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(Adnkronos) - Ramzan Kadyrov e i soldati ceceni usano i Cybertruck di Tesla, e quindi di Elon Musk, nella guerra che la Russia conduce contro l'Ucraina da oltre 2 anni e mezzo. I superveicoli sono i protagonisti di un video che il leader ceceno pubblica sui suoi profili social. Sono almeno 2 i cybertruck che vengono utilizzati per attività di controllo e ricognizione. Il video, come accade spesso quando i protagonisti sono soldati ceceni, è teatrale e coreografico. Non si vedono nemici, non è chiaro quale sia la zona in cui vengono compiute le operazioni. Il filmato, al di là del contesto, documenta la capacità di Kadyrov di ottenere le supercar prodotte dalla Tesla. Il tema è diventato d'attualità alcune settimane fa, quando Kadyrov ha annunciato di aver ricevuto un cybertruck in dono da Musk. Il magnate ha negato categoricamente di aver fatto il regalo speciale, definendo "ritardato" chiunque pensi che "io abbia donato cybertruck a un generale russo". I video diffusi da Kadyrov, però, alimentano ulteriormente le discussioni sulla posizione di Musk in relazione al conflitto. In passato, il boss di X si è espresso negativamente sull'invio di aiuti militari dagli Usa a Kiev giudicando inutile il sostegno americano: "I soldi non aiutano l'Ucraina. Prolungare la guerra non aiuta l'Ucraina", ha detto a febbraio. A settembre dello scorso anno, Musk si è difeso dalle accuse ucraine secondo cui non avrebbe fornito la copertura con la rete satellitare Starlink all'attacco che Kiev avrebbe voluto sferrare contro la flotta russa nel Mar Nero: "I termini di servizio proibiscono chiaramente l'uso di Starlink per operazioni militari offensive, dato che siamo un sistema civile. Loro chiedevano qualcosa che era espressamente vietato". Ora, i cybertruck in mano ai ceceni, che non sembrano avere problemi a procurarsi i veicoli nonostante le sanzioni. Se i cybertruck funzionano regolarmente, inoltre, significa che Tesla non è intervenuta per disattivare i veicoli e per inibirne l'utilizzo.
(Adnkronos) - Al via la seconda giornata a Unifirenze del XXI Convegno Codau. Un programma ricco di testimonianze con le voci in particolare di: Cosimo Accoto, Filosofo e scrittore; Michele Ciliberto, Istituto di Studi Nazionali sul Rinascimento; Erik Longo, Università degli Studi di Firenze; Giuseppe Riva, Università Cattolica del Sacro Cuore; Lucilla Sioli, DG Connect UE; Massimo Chiriatti, Lenovo; Elisa Zambito Marsala, Intesa Sanpaolo; Paola Bonomo, Angel Investor; Rita Cucchiara, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia; Riccardo Di Stefano, Confindustria; Mario Nobile, Agenzia per l’Italia Digitale; Paola Pisano, Università di Torino; Marco Berardinelli, Google. Moderazioni affidare a Paolo Petrecca Direttore RaiNews24 e Barbara Carfagna Giornalista RAI Uno. Nel pomeriggio della giornata odierna, oltre che alle ulteriori sessione tematiche, prevista la Visita alla Villa Medicea di Poggio a Caiano e la Cena di Gala a Villa Castelletti con l'attribuzione del premio per l’innovazione 'Clara Coviello' a cura Crédit Agricole.
(Adnkronos) - "Nessuna traccia di Pfas, sostanze inquinanti di origine industriale, nell'acqua potabile di 38 fontanelle pubbliche analizzate in 34 città italiane". E' quanto verificato da Altroconsumo attraverso delle analisi i cui risultati sono stati pubblicati sul sito dell'organizzazione di consumatori. Altroconsumo ha "analizzato l’acqua potabile di 38 fontanelle pubbliche ubicate nei centri storici di 34 città italiane alla ricerca di questi inquinanti. Normalmente è stato effettuato un solo prelievo di acqua per città, salvo che per le città di maggiori dimensioni (Torino, Milano, Roma, Napoli) dove abbiamo prelevato l’acqua in due fontanelle situate in zone diverse. In tutto sono state cercate 30 sostanze perfluoroalchiliche in ogni campione prelevato. I campioni sono stati raccolti tra il 16 giugno e il 4 luglio 2024. I risultati sono rassicuranti: nell’acqua che abbiamo prelevato i Pfas sono assenti". "Poiché la metodica di analisi utilizzata dal nostro laboratorio è quella ufficiale prevista dalla legge, possiamo affermare che tutti i campioni analizzati non solo rispettano il limite di legge per le acque potabili, ma addirittura non manifestano neanche le più basse quantità di Pfas, rilevabili con gli strumenti di analisi", rassicura l'organizzazione.