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Montagna e benessere, come lo sci trasforma il nostro stato d'animo

(Adnkronos) - E' iniziata la stagione della neve e la montagna torna protagonista, anche in vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina al via tra poche settimane. Ma le vette e i paesaggi hanno un effetto benefico non solo sugli amanti dello sci. La montagna affascina e può ...

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Consumi, il whisky tradizionale si rinnova: nuova identità per The Glenrothes

(Adnkronos) - in collaborazione con The Glenrothes  Premiumizzazione e identità visiva potente e fuori dagli schemi. Ecco quali sono le novità nel bicchiere per il whisky, distillato con tre secoli di storia che però da venti anni vive una grandiosa età dell’oro e ...

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Nespresso, 100 quintali di riso donati a Banco Alimentare Emilia Romagna

(Adnkronos) - Nel 2025, grazie alla collaborazione tra Nespresso e Banco Alimentare dell’Emilia Romagna, sono stati donati 100 quintali di riso, equivalenti a oltre 100mila piatti, destinati a circa 200 organizzazioni benefiche nel solo territorio regionale. E’ il risultato ...

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Montagna e benessere, come lo sci trasforma il nostro stato d'animo

(Adnkronos) - E' iniziata la stagione della neve e la montagna torna protagonista, anche in vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina al via tra poche settimane. Ma le vette e i paesaggi hanno un effetto benefico non solo sugli amanti dello sci. La montagna affascina e può creare una vera e propria metamorfosi interiore. Cosa accade realmente dentro di noi quando lasciamo la valle per la vetta? "La sensazione di benessere che ci invade non è un'illusione romantica, ma un fenomeno biologico e psichico profondamente radicato nella nostra natura. Oggi le neuroscienze sono in grado di mappare la 'chimica della felicità' che si sprigiona durante una discesa, rivelando come l'altitudine e l'attività fisica agiscano come un potente reset per il nostro cervello. Parallelamente, la psicoanalisi ci spiega come il confronto con l'immensità delle cime e il gesto simbolico dello sci ci permettano di riconnetterci con un sé più autentico". A spiegare il legame tra montagna e benessere interiore è Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista, ordinario della Società psicoanalitica italiana e dell'International Psychoanalytical Association. "La montagna, con il suo silenzio e la sua vastità, attiva dimensioni profonde della vita psichica: riduce le difese, facilita il contatto con il mondo interno e permette esperienze emotive intense e rigenerative", osserva Lucattini. Ma perché la montagna è la miglior palestra per l'età evolutiva? Quali effetti benefici può offrire in particolare nei bambini e negli adolescenti? "Lo sci coinvolge simultaneamente corpo e mente - prosegue l'esperta - migliorando propriocezione, equilibrio e capacità di modulare i movimenti in base al terreno e alla velocità. La progressione tecnica, il controllo acquisito nelle discese e la possibilità di esplorare luoghi raggiungibili solo con gli sci rafforzano autostima e senso di competenza. In psicoanalisi questo processo si collega alla funzione dell'io osservante, ovvero alla capacità del soggetto di percepire se stesso mentre agisce". Gli sport in montagna sono stati recentemente associati a una significativa riduzione dello stress e a un miglioramento della regolazione emotiva, come indicato da uno studio su 'Frontiers of Public Health' (2025) sulle attività outdoor in ambienti naturali. Quali insegnamenti specifici trasmette lo sci dal punto di vista psicologico e psicoanalitico? "Lo sci allena la concentrazione, la presenza mentale e la capacità di valutare progressivamente la difficoltà. Ogni discesa - rimarca Lucattini - si configura come un micro-laboratorio emotivo in cui si affrontano paura, attivazione fisiologica e controllo. Lo sci mobilita le funzioni mentali superiori, stimola il pensare e le impressioni sensoriali attraverso neve, vento, velocità, vibrazioni e freddo che possono essere trasformate in pensieri mentre si prendono decisioni operative (arrivare a valle)". "Inoltre, la relazione tra solitudine e presenza dell'altro richiama il concetto del'essere soli avendo qualcuno nel cuore, fondamentale per l'autonomia emotiva. In questa dinamica, l'atleta sperimenta ciò che la psicoanalisi definisce 'continuità dell'essere', ovvero la capacità di mantenere il proprio nucleo identitario anche in condizioni di sfida in movimento, consolidando sicurezza interna e fiducia nelle proprie potenzialità. Secondo una ricerca su 'Narrative Review' (2025) sugli sport di montagna, le discipline alpine migliorano attenzione sostenuta, regolazione emotiva e pianificazione, funzioni intellettive ed emotive essenziali anche nelle relazioni e nell’applicazione scolastica e lavorativa", prosegue Lucattini. Perché è importante avvicinare i bambini alla disciplina dello sci sin da piccoli? "Per i bambini lo sci fonde gioco, avventura e apprendimento corporeo. La loro naturale plasticità consente l'acquisizione intuitiva degli schemi motori: un vero imprinting fisico ed emotivo che permane nel tempo - spiega la psichiatra - Le esperienze sensoriali primarie (sole, vento, neve, velocità controllata) si fissano nella memoria implicita, come descritto da Spitz, costituendo la base delle future regolazioni psico-emotive. Sulla neve, la presenza stabile di un adulto - genitore o maestro - consolida la base sicura interiore e in questo processo il bambino sperimenta una 'continuità affettiva', ovvero una condizione in cui l'esperienza corporea si intreccia alla rassicurazione dell'adulto, favorendo la costruzione di un io saldo e capace di tollerare la frustrazione". Lo sci può essere considerato un antidoto allo stress? In che modo agisce sulla mente e sul corpo? "Assolutamente sì. Dal punto di vista corporeo lo sci migliora tono muscolare, elasticità, capacità cardiovascolare, respiratoria e ossigenazione. L'altitudine aumenta i globuli rossi, con effetti benefici che persistono anche dopo il rientro. La montagna favorisce una vera detossificazione sensoriale: silenzio, aria pulita, assenza di stimoli digitali e distacco dalla routine. Questo permette a bambini e adulti di uscire dal sovraccarico sensoriale quotidiano. Il silenzio in psicoanalisi ha una funzione trasformativa, permette l'emergere del pensiero e l'elaborazione emotiva. Lo sci offre una 'funzione di contenimento ambientale', un setting all'aria aperta che sostiene l'apparato psichico consentendogli di metabolizzare tensioni e di ritrovare equilibrio interno", conclude l'esperta.

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Consumi, il whisky tradizionale si rinnova: nuova identità per The Glenrothes

(Adnkronos) - in collaborazione con The Glenrothes Premiumizzazione e identità visiva potente e fuori dagli schemi. Ecco quali sono le novità nel bicchiere per il whisky, distillato con tre secoli di storia che però da venti anni vive una grandiosa età dell’oro e si dimostra capace di scrollarsi la polvere di dosso. Un esempio su tutti è quello di The Glenrothes, che presenta una nuova identità e un nuovo packaging per celebrare l’eccellenza dello Speyside scozzese. The Glenrothes è una storica distilleria scozzese fondata nella cittadina di Rothes nel 1879, una storia lunga e gloriosa ben nota agli appassionati del 'Re dei Distillati', lo Scotch Whisky, eppure la strada scelta è quella di un restyling profondo dell’immagine e di un packaging completamente riprogettato. Il restyling, curato dall’agenzia di branding e design londinese Lewis Moberly, ridefinisce l’identità visiva di The Glenrothes, costruendo una gamma coerente e immediatamente riconoscibile. La bottiglia tondeggiante iconica della distilleria è stata reinterpretata con un profilo più alto ed elegante e un collo più slanciato. Le etichette presentano le note di degustazione scritte a mano da Laura Rampling, Master Whisky Maker di Glenrothes Il packaging secondario - un cilindro a doppio strato che si apre rivelando la bottiglia - è ispirato ai legni di maturazione e ai colori della Tenuta di The Glenrothes: dal verde lichene del 15 anni alle tonalità più profonde e autorevoli del 18 e 25 anni. Il progetto nasce con un obiettivo chiaro: zero plastica, zero metallo, zero pelle. Interamente a base di carta e cartone, con uso minimo di lamina, il packaging è 100% riciclabile e in linea con l’approccio sostenibile del gruppo. La nuova gamma non punta infatti a volumi da prodotto mass market, ma a rendere l’immagine coerente con le dinamiche qualitative dell’industria del whisky. "The Glenrothes è un Single Malt dedicato a chi sa scegliere e riconoscere la qualità, un prodotto dal carattere accessibile ma dalla complessità raffinata. Eleganza, genuinità del colore, equilibrio dei legni e profondità aromatica definiscono un brand che, pur rimanendo fedele alla propria storia, entra oggi in una nuova era, spiega una nota dell'azienda. La nuova identità visiva è poi inoltre l’occasione per alzare ulteriormente l’asticella della qualità in casa Glenrothes. Scompaiono i classici imbottigliamenti con 10 e 12 anni di età e si parte direttamente dal 15 anni- una prima assoluta per la distilleria di Rothes, per poi ascendere verso l’olimpo dei Single Malt, con invecchiamenti importanti di 18 anni e 25 anni. The 15 rappresenta quindi la nuova espressione stabile della distilleria e matura per 15 anni in botti di rovere europeo ex sherry, selezionate personalmente da Laura Rampling. Il suo profilo aromatico combina frutta matura, spezie e un’eleganza commovente, con un colore 100% naturale, tratto distintivo dell’intero portafoglio The Glenrothes. Riconosciuta come “tesoro nascosto dello Speyside”, The Glenrothes si distingue per l’uso di acqua di sorgente dal contenuto minerale eccezionalmente basso e per un processo di distillazione lento, condotto in alambicchi particolarmente alti. Il risultato è un distillato di base fragrante, fruttato e di grande finezza. La distilleria è una delle poche a mantenere in vita un laboratorio interno di artigiani bottai, che restaurano e preparano migliaia di botti ogni anno. Una scelta artigianale che, unita alla filiera dei legni controllata direttamente dalla casa madre Edrington, dall’albero alla botte, garantisce una qualità costante e una personalità inconfondibile.

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Nespresso, 100 quintali di riso donati a Banco Alimentare Emilia Romagna

(Adnkronos) - Nel 2025, grazie alla collaborazione tra Nespresso e Banco Alimentare dell’Emilia Romagna, sono stati donati 100 quintali di riso, equivalenti a oltre 100mila piatti, destinati a circa 200 organizzazioni benefiche nel solo territorio regionale. E’ il risultato del progetto di economia circolare ‘Da Chicco a Chicco' di Nespresso che dal 2011, grazie all’impegno di chi sceglie di riciclare le capsule di caffè in alluminio esauste di Nespresso, consente di rigenerare i due materiali di cui sono composte: l’alluminio e il caffè esausto. L’impatto del progetto in Emilia Romagna è stato possibile soprattutto grazie all’impegno mostrato nella raccolta delle capsule esauste: da gennaio a ottobre 2025, nella Regione sono state infatti recuperate circa 150 tonnellate di capsule esauste, attraverso i 44 punti di raccolta presenti sul territorio regionale tra Boutique Nespresso e isole ecologiche partner dell’iniziativa, da cui sono state rigenerate più di 85 tonnellate di caffè, trasformate poi in compost, e 8 tonnellate di alluminio, avviate a nuova vita per trasformarsi in altri oggetti. Risultati che dimostrano come dal riciclo delle capsule di caffè esauste possono nascere nuovi oggetti, compost, riso e aiuti solidali, con un impatto concreto sul territorio e le persone. Il progetto è nato nel 2011 dalla collaborazione con Cial (Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio), Utilitalia e Cic (Consorzio italiano Compostatori), per offrire la possibilità di riconsegnare le capsule esauste in alluminio nelle isole ecologiche partner dell’iniziativa e presso le Boutique Nespresso, per un totale di oltre 200 punti di raccolta attualmente distribuiti sul territorio nazionale. Una volta raccolte dai gestori dei servizi ambientali, le capsule vengono poi trattate in un apposito impianto, affinché il caffè e l’alluminio vengano separati e avviati a recupero. L’alluminio, materiale riciclabile infinite volte, viene destinato alle fonderie per essere trasformato in nuovi oggetti come penne, biciclette, segnalibri e molto altro. Il caffè esausto, invece, viene destinato a un impianto di compostaggio per la sua trasformazione in compost, fertilizzante naturale che successivamente può essere ceduto a una risaia italiana. Da quel riso, poi riacquistato da Nespresso, nascono milioni di pasti donati e distribuiti attraverso Banco Alimentare e, dal 2024, anche dalle Cucine Mobili e dai Market solidali di Fondazione Progetto Arca. “Grazie al nostro progetto Da Chicco a Chicco, un gesto semplice come restituire le capsule esauste può generare un impatto concreto sul territorio e sulle persone, sia a livello locale, come anche qui in Emilia Romagna, sia a livello nazionale - ha dichiarato Matteo Di Poce, specialista in Sostenibilità di Nespresso Italiana - Un ciclo virtuoso, concreto e misurabile e un progetto che dimostra chiaramente come economia circolare e solidarietà possano lavorare insieme, trasformando quelli che sono possibili materiali di scarto in risorse preziose per le comunità e per l’ambiente. Un progetto che da oltre 14 anni parla di impegno sul territorio e di supporto concreto alle realtà locali. Ogni anno, la donazione del riso rappresenta per noi un momento importante, di cui siamo estremamente fieri, perché possiamo raggiungere direttamente le persone con un primo aiuto, donando non solo un piatto di riso, ma anche un momento di attenzione e cura”. “Siamo entusiasti di questa collaborazione con Nespresso - ha affermato Gianluca Benini, direttore di Banco Alimentare Emilia-Romagna - che ci consente di donare 10.080 kg di riso a circa 200 tra le realtà solidali convenzionate con il Banco sul nostro territorio, impegnate ad aiutare oltre 20mila persone in difficoltà. Ringraziamo Nespresso per averci resi partecipi di questa iniziativa che non solo ci consente di distribuire un prodotto di qualità, ma che rappresenta anche il risultato di un percorso virtuoso orientato alla cultura del recupero. Da più di 30 anni, Banco Alimentare lavora con questo obiettivo, recuperando alimenti ancora ottimi e facendoli arrivare là dove servono davvero”. A livello nazionale, ‘Da Chicco a Chicco’ continua a crescere: dal 2011 oltre 13.500 tonnellate di capsule esauste recuperate, più di 800 tonnellate di alluminio restituite ai circuiti produttivi, quasi 8mila tonnellate di caffè residuo trasformate in compost e più di 7.700 quintali di riso generati, equivalenti a oltre 8 milioni di piatti distribuiti nella rete capillare dedicata del Paese. Sempre a livello nazionale e solo nel 2025, sono stati donati oltre 1.300.000 di piatti di riso, frutto dell’attività coordinata dalle sedi regionali del Banco Alimentare e del lavoro di prossimità di Fondazione Progetto Arca.

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