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(Adnkronos) - "Ben vengano tutte le innovazioni terapeutiche in grado di normalizzare il decorso della psoriasi, anche perché in genere il tempo medio per accedere a trattamenti specifici per noi pazienti è di 12 anni. Un'eternità, se consideriamo che la psoriasi presenta un forte impatto sulla vita quotidiana, in quanto i sintomi sono molto visibili e provocano un senso di vergogna e frustrazione. Parliamo di una malattia cronica e recidivante, ma che non è ancora inserita nel Piano nazionale di cronicità. E' una battaglia che combattiamo da 4 anni per dare 'dignità alla malattia'". Lo ha detto Valeria Corazza, presidente Apiafco-Associazione psoriasici italiani amici Fondazione Corazza, intervendo alla conferenza stampa a Roma sull'approvazione della rimborsabilità per il farmaco deucravacitinib. "Oggi vivere con la psoriasi non è certamente come quando è stata diagnostica a me che di anni ne avevo 10 - spiega all'Adnkronos Salute - Oggi abbiamo a disposizione tantissime proposte terapeutiche che possono curare chi ha due macchioline ma, soprattutto, quei 250mila pazienti che invece soffrono di psoriasi severe e che per questo motivo possono avere il 90% del corpo coperto da placche oppure localizzate su viso e mani, il nostro biglietto di presentazione. Quindi poter avere più opzioni terapeutiche non è poco". Però, per la rappresentate dei pazienti, "c'è ancora una mancanza di informazione. Come associazione lavoriamo su questo aspetto - sottolinea Corazza - perché moltissime persone continuano a non curarsi, hanno paura degli effetti collaterali delle terapie o le abbandonano, o non sanno in quale centro e a quale specialista affidarsi". "Credetemi, c'è chi non sa dove andare, c'è chi non conosce le bellissime cose che vengono fatte per questa patologia che quando è in forma severa è una malattia devastante", conclude.
(Adnkronos) - Transizione digitale, innovazione e nuovi orizzonti per la prevenzione: su queste direttrici Safety Expo - organizzato da Epc Periodici in collaborazione con le riviste Antincendio e Ambiente & Sicurezza sul Lavoro e con l'Istituto Informa - si conferma come momento nodale per comprendere verso quale direzione sia orientata la sicurezza in Italia, attraverso un ricco programma di incontri e momenti di approfondimento con esperti e operatori di settore. Quasi 11 mila presenze - con un picco record sulla prima giornata - 18mila mq di esposizione con più di 300 espositori, 250 relatori e 120 eventi tra convegni, tavole rotonde, corsi di formazione e addestramento pratico, spettacoli e presentazioni di prodotti, servizi e tecnologie. Tra le tecnologie innovative presentate in questa settima edizione, che si è conclusa il 19 settembre a Bergamo Fiera, ci sono anche giubbotti con air-bag integrato per la protezione dalle cadute, applicazioni di realtà aumentata per la formazione in sicurezza e sistemi automatici di rilevamento e spegnimento incendi di ultimissima generazione. Safety Expo 2024 ha guardato all’attualità normativa: patente a crediti in edilizia e accordo sulla formazione in sicurezza sono stati i temi centrali della prima giornata, mentre per l’Antincendio attenzione puntata sulle attese semplificazioni delle procedure. Nella seconda giornata di lavori, focus sui DPI e l’innovazione tecnologica al servizio della protezione dei lavoratori, sulla sicurezza nei cantieri edili e sulle sfide poste dalle nuove tecnologie energetiche alla progettazione antincendio attraverso un proficuo scambio di esperienze e know-how fra esperti, vigili del fuoco e professionisti del settore. “La tecnologia e l'innovazione dei DPI - ha precisato Claudio Galbiati, presidente sezione Safety di Assosistema Confindustria - possono aiutare ad aumentare la sicurezza dei lavoratori. Realizzando DPI confortevoli e adattabili alle differenti esigenze dei lavoratori e utilizzando nuove soluzioni tecnologiche”. Flaminia Ciccotti, responsabile della rivista Antincendio: “Quest'anno abbiamo voluto creare una piattaforma di dialogo e confronto per fornire un quadro completo sulle evoluzioni normative e operative del settore, guardare al futuro e tracciare un percorso condiviso verso una sempre maggiore sicurezza ed efficienza del sistema”. Nicoletta Cornaggia, DG Welfare Regione Lombardia, è intervenuta nel convegno dedicato al Tavolo Tecnico Costruzioni di Regione Lombardia e alla tutela della salute e della sicurezza nei cantieri edili: “L'impegno della Regione nel contrasto al fenomeno infortunistico è ampio e diversificato. Il settore edile è ancora ai primi posti per quanto riguarda i tassi di frequenza infortunistica e la dinamica della caduta dall'alto continua ad essere ricorrente nonostante tutte le tecnologie a disposizione. Basti pensare che nel mese di agosto si sono registrati in Lombardia ben 9 infortuni mortali, non solo nel settore edile. Istituzioni, imprese e sindacati portano avanti un lavoro d'insieme per la salute e la sicurezza sul lavoro condividendo strategie, monitoraggi e risultati nell'ambito di cabine di coordinamento. C'è poi un dialogo costante con le associazioni di categoria, ma c'è ancora molto da fare per quanto riguarda la cultura della prevenzione. E' necessario quindi partire da lontano, intervenendo in maniera ancora più importante e strutturata dalle scuole elementari all’università, inserendo nei programmi lo sviluppo della competenza in salute e sicurezza. Ci sono molte esperienze virtuose che la Regione sta portando avanti in questo ambito registrando anche la soddisfazione delle associazioni datoriali che possono così assumere giovani lavoratori più formati. E poi, c'è ovviamente il tema dei controlli, già potenziati dalla Regione Lombardia ma su cui occorre fare di più, e di tutte le iniziative di prevenzione da intensificare con il rafforzamento dell'organico delle Asl (in Lombardia Ats)”. La sicurezza in scena. Anche quest’anno non sono mancati momenti di intrattenimento e spettacolo, dal grande impatto emotivo e scenografico, con simulazioni acrobatiche delle cadute dall’alto, una delle principali cause di infortunio in Italia, realizzate da stuntman professionisti, commentate da esperti in lavori in quota.
(Adnkronos) - Dalla manutenzione delle aree verdi alla raccolta di rifiuti dispersi nell’ambiente naturale, dalle attività di divulgazione in collaborazione con scuole ed enti locali alle iniziative di supporto a progetti scientifici, come i censimenti, o di supporto ad eventi sociali come le iniziative dedicate ai ragazzi disabili: oltre 4.500 persone sono state impegnate, da gennaio a settembre, nelle diverse iniziate organizzate dalle oltre 130 sezioni territoriali delle associazioni venatorie italiane che hanno risposto positivamente all’invito a partecipare di Fondazione Una - Uomo, Natura, Ambiente nell'ambito dell’Operazione Paladini del Territorio. Nel corso dell’anno, i cacciatori di tutta Italia si sono mobilitati organizzando iniziative di volontariato di diverso genere. A fare da fil rouge per tutte le azioni intraprese dai Paladini del Territorio è stata, ancora una volta, la tutela dell’ambiente e della biodiversità e l’impegno del mondo venatorio di custodire la natura ed i suoi equilibri. “Il successo che Operazione Paladini del Territorio sta riscontrando anche quest’anno, per il terzo di fila e con risultati sempre più positivi, è la conferma della volontà da parte dei cacciatori di essere un punto di riferimento per le comunità locali entro le quali sono inseriti - commenta Maurizio Zipponi, presidente di Fondazione Una - Operare per il bene del territorio e dell’ambiente è lodevole, ma non è abbastanza, se non si inserisce questa volontà di azione entro una riflessione più completa, che comprenda anche il benessere delle comunità che, questo territorio e questo ambiente, li vivono. In questo senso, si concretizza il ruolo sociale del cacciatore moderno in cui, come Fondazione, crediamo”. Il nuovo format dell’Operazione Paladini del Territorio inaugurato quest’anno, infatti, rende il progetto una vera e propria piattaforma utile ad accogliere tutte le iniziative di volontariato: non solo prevede l’ampliamento del periodo utile fino ad abbracciare l’intero anno, eliminando per la prima volta ogni limite temporale, ma persegue l’obiettivo di amplificare l’impatto dell’attività di volontariato della comunità venatoria, mettendo a sistema tutte le iniziative organizzate, non limitandosi, dunque, alle attività di manutenzione delle aree verdi, ma considerando tutte le azioni ad impatto positivo compiute dai cacciatori per la propria comunità e il proprio territorio. Anche per questa terza edizione, la Fondazione può contare sul supporto delle associazioni venatorie socie, Federcaccia, Enalcaccia e Arcicaccia, che hanno coinvolto attivamente nelle iniziative i loro circoli su tutto il territorio nazionale.