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(Adnkronos) - Emergenza meteo oggi in Emilia Romagna dove c'è l'allerta rossa già da quasi 24 ore. La pioggia incessante ha provocato frane e inondazioni. Scuole di primo e secondo grado chiuse in via precauzionale a Bologna, visto il particolare innalzamento del livello del torrente Savena e non solo. Sono rimasti a casa anche gli studenti di Casaglia, Villa Teresa (Rizzoli), Beltrame (Rizzoli), Bacchi Gabelli (Bellombra), Ferrari e Pavese ( IC 13 Savena), Cremonini Ongaro (IC 19 Bellombra), Avogli (IC 8 dentro alle Carracci), Longhena (IC 19). Restano aperti invece nidi, scuole dell’infanzia. Inoltre l'invito alle aziende e gli enti del territorio a favorire per la giornata l’utilizzo dello smart working. Cosa che faranno anche Comune di Bologna e Città metropolitana autorizzando una giornata aggiuntiva di smart working. Dopo l'esondazione del Senio, la situazione del fiume a Castel Bolognese ''sta molto lentamente migliorando'', ha affermato il sindaco di Castel Bolognese Luca Della Godenza. ''La portata del Senio - si legge sui social - rimane tuttavia molto alta ed occorre prestare ancora la massima attenzione e non avvicinarsi per nessun motivo al fiume''. ''Rimane chiusa la viabilità sulle seguente strade: Strade chiuse 1) Via Biancanigo da via Emilia; 2) Strada provinciale 66 tra via Casolana e via Biancanigo; 3) SP 111 tra via Casolana e via Biancanigo; 4) sottopasso di via Canale. Ricordiamo che è vigente l'ordinanza che vieta di avvicinarsi al fiume''. Rimane invece critica la situazione a Ravenna e nelle zone limitrofe . ''La situazione dei fiumi Lamone e Montone è sempre più preoccupante e stiamo assistendo ad una serie di tracimazioni nei comuni limitrofi a Ravenna, sia in destra che in sinistra di tutti e due i fiumi''. Lo dice, in un video sui social il sindaco di Ravenna Michele De Pascale. ''Per questo ho emanato un’ordinanza che chiede immediatamente alle persone laddove possibile di recarsi ai piani alti lungo l’asse del Lamone e lungo l’asse del Montone, a partire dai territori di monte più vicini ai comuni di Forlì, Russi e Bagnacavallo, e progressivamente nelle prossime ore verso il mare''. ''Laddove le persone non si potessero recare ai piani più alti c’è un ordine di evacuazione dei territori limitrofi appunto ai fiumi Montone e Lamone e al tal fine abbiamo aperto l’hub di protezione civile del Pala De Anrè dove potrete trovare una soluzione di sicurezza. Ripeto, massima attenzione. I livelli sono rossi, molto molto alti, e quindi il rischio per tutte le zone limitrofe al Montone e al Lamone è molto elevato''. La situazione resta critica anche a Faenza dove ci sono state esondazioni. ''Ancora una volta, uno dei problemi più grandi è il Torrente Marzeno'': è il bilancio alle 4 di questa mattina fatto in un video dal sindaco Massimo Isola. ''Nonostante gli sforzi per contenerlo, ha esondato nelle case delle zone di via San Martino e di via Cimatti. I Vigili del Fuoco e gli operatori di soccorso - informa il primo cittadino - sono sul posto per assistere la popolazione. L'onda di piena sta transitando verso la campagna a valle di Faenza. Il livello dei fiumi rimane molto alto e, di conseguenza, richiede il massimo livello di allerta, soprattutto vicino alle arginature. Abbiamo riscontrato esondazioni nelle zone di via Saldino e del Ponte della Castellina. I tecnici sono già al lavoro. Ha piovuto tanto e continuerà a piovere per tutta la giornata''. ''Con il livello dei fiumi alto, è entrato in crisi il sistema fognario, causando allagamenti localizzati in alcune strade della città. Stiamo lavorando per risolverle e per mettere in sicurezza tutte le situazioni pericolose. Siamo ancora in allerta rossa. Come sempre raccomando la massima prudenza. Non spostatevi in auto. Non andate in cantine o locali interrati. Restate ai piani alti'', raccomanda. ''La circolazione è ancora sospesa tra Forlì e Faenza, tra Ravenna e Castelbolognese, tra Ravenna e Ferrara, e tra Ravenna e Faenza per condizioni meteo critiche che stanno provocando il rischio di esondazione di un fiume. I treni Alta Velocità, Intercity e Regionali possono subire limitazioni di percorso o cancellazioni ed essere instradati sul percorso alternativo. Si consiglia di riprogrammare il viaggio''. Lo comunica Trenitalia facendo il punto alle 7.30 della situazione provocata dal maltempo in Emilia Romagna.
(Adnkronos) - Amway, azienda leader globale nel settore della vendita diretta, rende nota l’edizione 2023 dell’Amway global entrepreneurship report (Ager), il più completo e longevo studio dedicato all’imprenditorialità nel mondo. La ricerca, condotta su un panel di 15.000 persone in 15 Paesi tra i quali l’Italia, come unico rappresentante del mercato europeo insieme alla Germania, rileva un interesse evidente per l'idea di imprenditorialità anche grazie ad una nuova considerazione del lavoro da subordinato derivata dal post pandemia. I risultati del campione italiano, in linea con i dati globali, dimostrano come nella top 5 delle opportunità di business più stimolanti, oltre alla vendita tradizionale (49% di desiderabilità da parte degli intervistati), vi siano gig work (42%), social selling (41,5%), freelancing (38,5%) e direct selling (36,5%), professioni che abbracciano in toto le nuove necessità del 'new normal' tra cui la flessibilità e l’autonomia. “Mai nessun altro studio ha analizzato in modo così approfondito l'atteggiamento nei confronti dell'imprenditorialità come l'Amway global entrepreneurship report", afferma Melodie Nakhle, managing director Amway Esan (Europe, Southern Africa, Australia e New Zealand). "I risultati mostrano come le persone siano più pronte che mai a intraprendere un'attività imprenditoriale, evidenziando la necessità di promuovere un ambiente favorevole alla loro continua crescita. Aver inserito nella ricerca l’Italia come uno degli unici due paesi europei, sottolinea l’importanza del mercato italiano per Amway. La Vendita Diretta si allinea alle nuove priorità dei lavoratori – che si tratti di donne, uomini, giovani che si affacciano al mondo del lavoro o professionisti con esperienza – offrendo indipendenza, dinamicità e flessibilità. Queste qualità definiscono il ruolo degli Incaricati alle vendite, che vengono riconosciuti sempre più come imprenditori di successo". Il 41% degli intervistati della ricerca Ager dichiara di essere interessato ad avviare una propria attività considerando tre principali opportunità di business: l’e-commerce, la vendita diretta e la vendita tradizionale. In particolare, è significativo sottolineare la desiderabilità da parte agli under 35 con una percentuale che si attesta al 45%. Tra le motivazioni che inducono ad intraprendere questa strada si rileva per il 53% del campione la possibilità di fare della propria passione un lavoro, per il 45% la possibilità di essere indipendenti e non riportare a nessun responsabile, per il 42% l’autonomia nella gestione del tempo, per il 41% il desiderio di indipendenza economica e per il 39% un’opportunità di avere un guadagno extra. Focalizzandosi sui requisiti per intraprendere un’attività in proprio, il 40% degli intervistati ritiene di possedere le capacità necessarie. Nonostante la raccolta di capitali sia percepita come la principale barriera per l'avvio di un'impresa, il dato incoraggiante a livello Italia è che il 22% degli intervistati ritiene di avere le risorse economiche necessarie per avviare un'attività rispetto al 18% del 2019. Oltre a questo, nel nostro Paese, persistono anche fattori culturali come la paura di fallire: il 42% degli intervistati italiani infatti ritiene il fallimento un deterrente, una percentuale alta se si pensa che la media mondiale si attesta al 34%. Le forme emergenti di commercio suscitano grande attrattività nei possibili imprenditori italiani; in particolare, l'e-commerce e il digitale hanno registrato una crescita massiccia durante la pandemia Covid-19, tanto che la ricerca Ager rileva come il 73% si senta a proprio agio nell'acquistare prodotti attraverso i social media. Il 41% pensa inoltre che i social media siano la modalità migliore per promuovere la propria attività. L'interesse nei confronti di opportunità di reddito secondario crea un ambiente ideale per gli imprenditori di tutto il mondo: il 94% lo ritiene infatti del tutto normale e lo consiglierebbe ai conoscenti. Il 47% degli intervistati ritiene che avviare un'attività in proprio sia più allettante quando si conosce qualcuno che ha già esperienza sul campo, come normale è il coinvolgimento di amici e parenti nell’attività: il 54% ha amici o familiari che partecipano a opportunità di reddito. La ricerca dimostra quanto gli italiani siano alla ricerca di opportunità di reddito che si adattino alla loro vita e alla nuova normalità: il direct selling grazie alle sue caratteristiche intrinseche risponde a tutto questo. La prima edizione di Ager è stata lanciata nel 2010 come Amway european entrepreneurship report. Lo studio si è esteso poi a livello mondiale nel 2013 e ad oggi risulta come il più grande e più lungo studio dedicato alla propensione al lavoro. Nel 2023 sono state poste 10 domande in Canada, Germania, Hong Kong, India, Italia, Giappone, Cina continentale, Malesia, Messico, Singapore, Corea del Sud, Taiwan, Thailandia, Stati Uniti e Vietnam. Per lo studio, Amway si è avvalsa di Ipsos global advisor in collaborazione con Reputation economy advisors per fornire i principali risultati e approfondimenti di Ager.
(Adnkronos) - Aumenta il food waste nelle case degli italiani. Nel 2024 lo spreco di prodotti alimentari in Italia segna +45,6%: ogni settimana finiscono nel bidone della spazzatura 683,3 grammi di cibo pro capite (rispetto ai 469,4 grammi rilevati nell’agosto 2023). Sono alcuni dei dati dell’annuale presentazione del Rapporto Internazionale Waste Watcher 2024, ‘Lo spreco alimentare nei Paesi del G7: dall'analisi all'azione’, curata dall’Osservatorio Waste Watcher International-Campagna Spreco Zero, dall’Università di Bologna assieme a Ipsos che si è tenuta oggi presso lo Spazio Europa a Roma. Uno studio che vuole anche attirare l’attenzione del prossimo G7 Agricoltura sul tema del ‘fine vita’ dei prodotti alimentari. Nella top five dei cibi più sprecati troviamo frutta fresca (27,1 g), verdure (24,6 g), pane fresco (24,1 g), insalate (22,3 g), cipolle/aglio/tuberi (20 g), prodotti fondamentali della Dieta Mediterranea. Secondo lo studio, questi dati non solo indicano una cattiva gestione della spesa familiare con i relativi sprechi economici, ma evidenziano due aspetti: se da un lato si è registrato un relativo incremento dei consumi alimentari, dall'altro una parte della domanda si è concentrata su alimenti di qualità inferiore. Il 42% degli italiani individua la causa dello spreco familiare nel fatto di dover buttare la frutta e la verdura conservata nelle celle frigo perché una volta portata a casa va subito a male. O ancora, il 37% del campione intervistato sostiene di buttare via gli alimenti perché i cibi venduti sono già vecchi. Elementi critici si riscontrano anche nel comportamento dei consumatori. Più di un terzo degli italiani (37%) dimentica gli alimenti in frigorifero e nella dispensa lasciando che si deteriorino; solo il 23% è disposto a programmare i pasti settimanali; inoltre, il 75% non è disposto o non è capace di rielaborare gli avanzi in modo creativo per evitare di gettarli. “In Italia l'incremento dello spreco alimentare a livello domestico è preoccupante - spiega Andrea Segrè, direttore scientifico Waste Watcher International - Campagna Spreco Zero, Università di Bologna - Non solo per l’aumento percentuale rispetto all'analoga rilevazione di Wwi del 2023, ma soprattutto dalle cause che lo hanno determinato, fra le quali l’abbassamento della qualità dei prodotti acquistati in particolare dalle fasce della popolazione a reddito più basso. Gli italiani inoltre hanno ancora poca consapevolezza di come fruire al meglio gli alimenti disponibili, dalla conservazione alla pianificazione degli acquisti, dimostrando ancora una volta la necessità di intervenire a livello istituzionale sull'educazione alimentare. L'Italia può beneficiare delle buone pratiche che emergono dalle esperienze di contrasto dello spreco dagli altri Paesi del G7, tema che speriamo emerga dal summit di Siracusa il prossimo 26 settembre”. “Se l’aumento dello spreco preoccupa - commenta Lino Enrico Stoppani vicepresidente vicario di Confcommercio - occorre investire con maggiore convinzione sull’educazione alimentare resistendo alla tentazione di introdurre nuovi obblighi a carico delle imprese come suggerito in alcune delle proposte in corso di esame in Parlamento. Ormai tutti i ristoratori sono attrezzati per consentire ai clienti di portare a casa il cibo avanzato durante i pasti mentre, per incrementare le donazioni di cibo avanzato negli esercizi commerciali, la via maestra è la riduzione degli oneri burocratici e la riduzione della Tari”. “Lo studio presentato oggi fornisce dati e informazioni utili a individuare margini di miglioramento e possibili attività da sviluppare per ridurre sensibilmente lo spreco alimentare - spiega Simona Fontana, direttore generale Conai - In tutti i Paesi, del resto, sembra chiara una forte consapevolezza della necessità di adottare comportamenti virtuosi che possono avere ricadute concrete ed efficaci. Cultura, comportamento e stile di vita dei consumatori sono fattori che influenzano lo spreco alimentare: è su questi che bisogna agire, attraverso misure che possano far leva sull’educazione e sulla responsabilità di ciascuno di noi. Ma anche le imprese italiane stanno facendo molto: continuano a lavorare per proporre soluzioni di imballaggio che garantiscono il miglior equilibrio tra funzione e impatto ambientale, garantendo al prodotto una maggiore shelf life e proponendo soluzioni di pack meno impattanti sull’ambiente”. Per quanto riguarda la geografia nazionale emerge che il Sud e il Centro sono le aree dove lo spreco è maggiore con un +9% rispetto alla media nazionale (al Sud 747 g pro capite a settimana, al centro 744 g pro capite), mentre il Nord è relativamente più virtuoso con un -11% rispetto alla media nazionale (606,9 g pro capite). Sulle strategie per contrastare il fenomeno, gli italiani mostrano una disponibilità marcata a adottare comportamenti antispreco, con l'87% disposto a congelare i cibi e l’86% a utilizzare il cibo appena scaduto se ancora buono. Tuttavia, la disponibilità a donare cibo cucinato in eccesso (63%) e ad acquistare grandi quantità di cibo per surgelarlo (62%) è inferiore, suggerendo che le barriere pratiche o la mancanza di una rete adeguata a seguire tali pratiche potrebbero limitare l’adozione di queste strategie. Solo il 29% conserva il cibo avanzato cercando ricette creative per riutilizzarlo.