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(Adnkronos) - Città del Vaticano, 19 apr. (Adnkronos) - Nuovo blitz del Papa nella Basilica di San Pietro. Il Pontefice, poco prima delle 18, accompagnato dal fedele infermiere Massimiliano Strappetti, senza naselli per l'ossigeno, sulla sedia a rotelle, ha salutato brevemente i pellegrini americani di Pittsburgh. "Questo pomeriggio Papa Francesco si è recato nella Basilica di San Pietro per un tempo di preghiera - fa sapere la Sala Stampa del Vaticano -, per essere vicino ai fedeli che nelle prossime ore celebreranno la Veglia nella Notte Santa di Pasqua". Il delegato di papa Francesco, il cardinale Giovanni Battista Re sta officiando la solenne Veglia Pasquale. "Papa Francesco è spiritualmente con noi" ha sottolineato il cardinale prima di dare lettura dell'omelia preparata dal Papa. Il rito ha inizio nell'atrio della Basilica di San Pietro con la benedizione del fuoco e la preparazione del cero pasquale. Alla processione verso l’altare con il cero pasquale acceso e il canto farà seguito la Liturgia della Parola e la Liturgia Battesimale nel corso della quale il cardinal Re amministrerà il Sacramento del battesimo a tre neofiti. “La Pasqua del Signore non è un evento spettacolare con cui Dio afferma sé stesso e obbliga a credere in Lui; non è una meta che Gesù raggiunge per una via facile, aggirando il Calvario; e nemmeno noi possiamo viverla in modo disinvolto e senza esitazione interiore” ha osservato il Papa nell’omelia preparata per la Veglia pasquale, letta dal cardinal Re. “Al contrario - ha annotato Bergoglio nel testo - la Risurrezione è simile a piccoli germogli di luce che si fanno strada a poco a poco, senza fare rumore, talvolta ancora minacciati dalla notte e dall’incredulità. Questo “stile” di Dio ci libera da una religiosità astratta, illusa dal pensare che la risurrezione del Signore risolva tutto in maniera magica. Tutt’altro: non possiamo celebrare la Pasqua senza continuare a fare i conti con le notti che portiamo nel cuore e con le ombre di morte che spesso si addensano sul mondo. Cristo ha vinto il peccato e ha distrutto la morte ma, nella nostra storia terrena, la potenza della sua Risurrezione si sta ancora compiendo. E questo compimento, come un piccolo germoglio di luce, è affidato a noi, perché lo custodiamo e lo facciamo crescere”. Da qui il monito: “Fratelli e sorelle, questa è la chiamata che, soprattutto nell’anno giubilare, dobbiamo sentire forte dentro di noi: facciamo germogliare la speranza della Pasqua nella nostra vita e nel mondo! Quando sentiamo ancora il peso della morte dentro il nostro cuore, quando vediamo le ombre del male continuare la loro marcia rumorosa sul mondo, quando sentiamo bruciare nella nostra carne e nella nostra società le ferite dell’egoismo o della violenza, non perdiamoci d’animo, ritorniamo all’annuncio di questa notte: la luce lentamente risplende anche se siamo nelle tenebre; la speranza di una vita nuova e di un mondo finalmente liberato ci attende; un nuovo inizio può sorprenderci benché a volte ci sembri impossibile, perché Cristo ha vinto la morte. In Gesù Risorto abbiamo infatti la certezza che la nostra storia personale e il cammino dell’umanità, pur immersi ancora in una notte dove le luci appaiono fioche, sono nelle mani di Dio; e Lui, nel suo grande amore, non ci lascerà vacillare e non permetterà che il male abbia l’ultima parola”. Il Papa invita a diffondere la speranza tra gli oppressi della Terra. “Riprodurre la Pasqua nella nostra vita e diventare messaggeri di speranza, costruttori di speranza mentre tanti venti di morte soffiano ancora su di noi. Possiamo farlo con le nostre parole, con i nostri piccoli gesti quotidiani, con le nostre scelte ispirate al Vangelo. Tutta la nostra vita - ha osservato il Papa nel testo - può essere presenza di speranza. Vogliamo esserlo per coloro ai quali manca la fede nel Signore, per chi ha smarrito la strada, per quelli che si sono arresi o hanno la schiena curva sotto i pesi della vita; per chi è solo o si è chiuso nel proprio dolore; per tutti i poveri e gli oppressi della Terra; per le donne umiliate e uccise; per i bambini mai nati e per quelli maltrattati; per le vittime della guerra. A ciascuno e a tutti portiamo la speranza della Pasqua!”.
(Adnkronos) - Valorizzazione del patrimonio costruito. Questo il tema centrale dei lavori della seconda Giornata nazionale dell’Ingegneria Economica, evento organizzato dal Consiglio nazionale degli ingegneri con Ance che ha visto come focus principale lo sviluppo del Partenariato pubblico privato. Le sessioni di lavoro sono state precedute dalla presentazione, da parte della consigliera del Cni Ippolita Chiarolini, di una indagine realizzata dal Centro studi Cni sulla presenza degli ingegneri nei ruoli apicali. Gli ingegneri italiani inquadrati con un ruolo di dirigente o di quadro direttivo/apicale sono l’87% uomini, il 13% donne. Appartengono per il 40,4% alla fascia di età 46-55 anni, per il 30,7% alla fascia 56-65. Il 61,2% di loro assume il ruolo di direttore tecnico, il 21,6% quello di direttore generale, il 16,1% dirige le attività di ricerca, sviluppo e progettazione. Significativo il fatto che il 10,5% di questi ingegneri dirige la pianificazione strategica. Per quanto riguarda la distribuzione geografica, il 27% degli ingegneri manager è attivo nel Nord-Ovest, il 26,2% nel Sud e nelle isole, il 24 nel Centro, il 22,2% nel Nord-Est, 0,6% all’estero. Le regioni leader sono la Lombardia e il Lazio, con rispettivamente il 16,7% e il 12,4% del totale degli ingegneri manager. Relativamente ai singoli settori, il 28,8% è rappresentato da ingegneri civili, il 15% da ingegneri meccanici, il 10,7% da ingegneri elettronici. Il 98,7% di loro è iscritto all’Albo: il 51,6% nella sezione civile-ambientale, il 37,2% nella sezione ingegneria industriale, l’11,1% nella sezione ingegneria dell’informazione. Interessante notare le motivazioni che spingono questi ingegneri manager ad iscriversi all’Albo: il 38,2% lo fa perché l’iscrizione è necessaria per l’esercizio dell’attività lavorativa, il 35,6% per mantenere il titolo di “ingegnere”, il 32,9% per senso di appartenenza alla categoria. “Gli ingegneri che hanno risposto al sondaggio - ha affermato Ippolita Chiarolini, consigliera del Cni, commentando questi dati - mostrano di avere in grande considerazione l’Albo e l’Ordine professionale ma chiedono ad esso un forte supporto in termini di formazione dedicata, soprattutto per tutti quei settori diversi da quello civile, con particolare riferimento a quelli emergenti. Interessante rilevare che il 10% degli intervistati ricoprono ruoli nella pianificazione strategica”. I lavori, moderati dalla stessa Chiarolini e da Remo Chiodi, componente del gruppo tematico PPP del Cni, hanno quindi affrontato l’argomento del giorno: la valorizzazione del patrimonio del costruito nel nostro paese in relazione ai bisogni emergenti. Stefano Betti (vice presidente di Ance) ha dichiarato: “Serve una normativa adeguata alle trasformazioni delle città, dove nel 2050 vivrà il 75% della popolazione. Riscriviamo regole urbanistiche e edilizie obsolete per garantire un dialogo trasparente tra operatori, cittadini e pubblica amministrazione”. Gabriele Buia (presidente Unione Parmense degli Industriali) ha definito uno degli scopi del Ppp. “L’obiettivo - ha detto - deve essere quello di dare una casa agli italiani. Occorrono iniziative di housing sociale e studentati attraverso operazioni immobiliari con garanzia dello stato, risolvendo così molte criticità e tensioni sociali. Naturalmente è fondamentale la sostenibilità degli investimenti che è realizzabile anche attraverso accordi operativi”. Sono intervenuti anche Guglielmo Calabresi (responsabile Fondo Sviluppo Cdp real asset SGR) che ha illustrato il caso di Manifattura Tabacchi di Firenze e Isabella Di Marsico (Agenzia del demanio) che ha parlato del caso di Tor Vergata. Nella seconda sessione è stato approfondito il ruolo dell’Intelligenza Artificiale, attraverso il racconto e testimonianze relativi a casi concreti, con messa in evidenza dei punti di forza e quelli di debolezza. Hanno partecipato a questo confronto Valter Quercioli (presidente Federmanager), Francesco Visconti (head of Ai solutions Mangrovia), Paola Russillo (dirigente Ministero della Giustizia - direttore tecnologie e pmi Italy Cic board member), Giovanni Gambaro (Rina global executive ai technology strategy director) e Cinzia Pica (head of Rina consulting digital transformation). A Massimo Angelo Deldossi (vice presidente Ance) sono state affidate le conclusioni dei lavori: “Quest’iniziativa ha consentito di rafforzare il legame tra due mondi, quello finanziario e quello tecnico. Uniti per garantire sostenibilità e sicurezza dei progetti e utilizzare al meglio le opportunità della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale, valorizzando le competenze della filiera”.
(Adnkronos) - Il Gruppo Davines, azienda attiva nel settore della cosmetica professionale, B Corp dal 2016, rinnova il suo impegno per incentivare le pratiche agroecologiche e lancia, in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile, la seconda edizione del 'The Good Farmer Award'. L’iniziativa è la prima in Italia che premia gli agricoltori che abbiano avviato progetti ispirati ai principi fondamentali dell’agricoltura biologica rigenerativa e dell’agroecologia. Anche quest’anno il Premio è dedicato ai giovani agricoltori under 35 che potranno candidare il proprio progetto dal 3 aprile al 16 giugno 2025 sul sito https://davinesgroup.com/il-nostro-impatto/percorsi/the-good-farmer-award. L’obiettivo è di contribuire alla diffusione di una nuova cultura di produzione agricola, che sostenga la transizione ecologica delle filiere agroalimentari. La Giuria del Premio selezionerà i due progetti più innovativi e avanzati e i due vincitori riceveranno dal Gruppo Davines 10.000 euro ciascuno per l’acquisto del materiale e per interventi finalizzati a migliorare e sviluppare le pratiche agroecologiche già avviate. La cerimonia di premiazione si terrà tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre 2025 al Davines Group Village di Parma. Requisiti necessari per accedere al bando sono l’avere una certificazione biologica in corso di validità e applicare i principi dell’agricoltura biologica rigenerativa e dell’agroecologia. In particolare i giovani agricoltori coinvolti e le loro aziende agricole dovranno dimostrare di utilizzare almeno tre tra le strategie e le pratiche di agricoltura biologica rigenerativa e agroecologia identificate dal bando, tra cui la rotazione colturale, il minimo disturbo del suolo, l’utilizzo di fertilizzanti organici, la coltivazione di alberi associata a campi seminativi o a pascoli, l’uso di colture di copertura come le leguminose e la pacciamatura del terreno (ossia la copertura del terreno con materiale organico come paglia o foglie). Per la sua seconda edizione il Premio si arricchisce con un’importante novità: potranno candidare i loro progetti anche le aziende agricole-zootecniche attente al benessere animale, che utilizzano sistemi di allevamento estensivi e che adottano pratiche zootecniche rivolte al miglioramento degli agroecosistemi, attraverso per esempio l’utilizzo del letame per la concimazione e il riciclo di nutrienti vegetali come mangime. La scelta di coinvolgere anche le aziende agricole-zootecniche è coerente con le finalità del Premio, rivolto a supportare e incentivare la creazione di sistemi agricoli sinergici, che imitano i processi naturali e traggono vantaggio dalle interazioni benefiche che si verificano naturalmente in campo. La Giuria del Premio La Commissione che valuterà e selezionerà i progetti è composta da otto membri, fra professori universitari ed esperti in temi di agricoltura, agroecologia e sostenibilità, integrata quest’anno con due esperti di zootecnia. Quest’anno il premio 'The Good Farmer Award' ha anche un’edizione americana: la filiale del Gruppo Davines in Nord America, insieme al Rodale Institute, ha da poco chiuso le candidature per gli agricoltori e gli allevatori che abbiano avviato un'attività negli Stati Uniti da meno di dieci anni e che utilizzano pratiche di agricoltura biologica rigenerativa. Il 22 aprile 2025, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, verrà nominato il vincitore del 'The Good Farmer Award' US che riceverà un premio di 10.000 dollari da Davines Nord America da investire in attrezzature o iniziative che migliorino le pratiche agro-ecologiche della sua impresa agricola. Il farmer premiato avrà anche la possibilità di visitare l'European Regenerative Organic Center (Eroc) che il Gruppo Davines ha realizzato a Parma insieme al Rodale Institute. Il secondo e terzo classificato dell’edizione americana del Premio vinceranno un corso di formazione del Rodale Institute Education Resources sulle migliori pratiche di agricoltura biologica rigenerativa.