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(Adnkronos) - Due morti a Galceti, in provincia di Prato, per l'incendio in un poligono. Le fiamme, partite per cause ancora ignote oggi 26 luglio dall'interno della struttura, sospinte dal vento si sono rapidamente propagate arrivando a una pineta che si trova nell'area circostante. Immediato è stato l'invio di dieci squadre di volontariato antincendi boschivi, dei vigili del fuoco e di due elicotteri della flotta regionale: la zona è ad alto pregio ambientale con la presenza anche di abitazioni non troppo distanti dal fronte del fuoco. All'interno del poligono ci sarebbero state tre persone, una delle quali è stata soccorsa dal 118 ustionata in forma grave; mentre le altre due persone - che in un primo momento risultavano disperse - sono morte. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri e la polizia municipale e la sindaca di Prato, Ilaria Bugetti.
(Adnkronos) - "Il crollo di Scampia per quanto mi riguarda era una tragedia annunciata, e una potenzialità anche mancata. Noi parliamo di social housing: è uno strumento di risposta ai bisogni sociali oppure è uno strumento di accelerazione di degrado sociale e urbano? Io questo mi chiedo". Così, con Adnkronos/Labitalia, Tiziana Campus, consigliere segretario, responsabile dipartimento lavori pubblici, Onsai e concorsi del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti, conservatori sul crollo di Scampia. "Si parla -sottolinea ancora Campus- dell'edificio che era in via di ristrutturazione al piano terra e al piano primo, ma ci siamo guardati intorno, abbiamo visto se le strutture primarie, quindi passerelle, passaggi da un edificio da un punto ad un altro, erano magari più pericolanti rispetto al primo piano e al piano terra? Ci siamo resi conto che forse era necessario fare delle valutazioni differenti", si chiede. Campus sottolinea "l'Italia è stato uno dei primi che ha investito sul social housing. Addirittura dall'Ottocento abbiamo iniziato a costruire gli edifici economici popolari, quindi abbiamo una grande tradizione. Però cosa è successo nel tempo? Che abbiamo costruito, in un modo un po' particolare, diverso, tra virgolette 'avveniristico' e con costi anche contenuti. Si è costruito tanto, si è cercato di dare spazio a famiglie bisognose, di inserirle all'interno di questi grandi edifici, di questi casermoni e dopo di che ci siamo dimenticati di loro", attacca Campus. Le Regioni "non hanno oggi i soldi per fare la manutenzione a queste opere e il degrado si va ad insinuare, ma si va ad insinuare anche un degrado sociale, importante, visto come sono costruite queste strutture. E quindi come Cnappc noi chiediamo veramente a gran voce di riportare al centro delle politiche urbane il social housing, anche come motore per rigenerare quelle porzioni di quartieri, oppure distretti, per cercare di migliorare la qualità di vita, ma per dare il giusto senso a quello che inizialmente aveva un perché", conclude.
(Adnkronos) - “Sono in prima linea per un cambio di rotta nelle politiche energetiche comunitarie, per un’Europa che investa sui gas rinnovabili invece di vietarli, ma che punti anche su fonti energetiche pulite ed innovative come l’idrogeno e i biocarburanti, su cui Bruxelles finora ha investito poco e male”. Così Isabella Tovaglieri, Gruppo ID, nel corso del suo intervento all’assemblea Assogasliquidi-Federchimica, che si è tenuta oggi a Roma. “Gli ultimi cinque anni di lavoro qui al Parlamento europeo - continua - sono stati fondamentali per porre le basi del futuro industriale del nostro paese, anche in un settore strategico come quello del gas. Come membro della commissione industria sono stata relatrice di un dossier delicato come la direttiva Casa Green, che per primo regolamenta a livello europeo l’uso del gas nel contesto domestico. Si tratta di una direttiva problematica per il nostro paese, frutto di un’impostazione green fortemente ideologica e poco attenta alle reali necessità del nostro settore energetico, che prevede dal 2040 il divieto di vendere e acquistare caldaie a gas e dal 2025 qualsiasi incentivo per sistemi di riscaldamento alimentati a combustibili fossili, compresi anche i gas rinnovabili a bassissimo impatto ambientale come il biometano”. “I prossimi cinque anni – conclude – saranno fondamentali per definire l’approccio europeo ai gas, che deve essere uno degli elementi chiave del nostro mix energetico del futuro, e per rivedere provvedimenti green radicali come il divieto”.