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(Adnkronos) - "Urlava 'mi si sono rotti i freni". "E' il sindaco di Lanciano Filippo Paolini a raccontare all'Adnkronos gli istanti dell'incidente avvenuto oggi, 25 aprile. "Eravamo in piazza, a metà delle celebrazioni. Doveva entrare il gonfalone e stavamo per cantare l'inno di Mameli quando mi hanno chiamato per comunicarmi la morte dell'uomo investito. Dovevo fare il mio discorso ma non me la sono sentita e ho ritenuto di dover interrompere tutto", ha raccontato il primo cittadino. "A detta dei presenti - ha quindi spiegato - con cui ho parlato poco fa, l'anziano ha perso il controllo della macchina. Era diabetico, hanno ipotizzato che avesse avuto un calo ipoglicemico. In realtà, appena sceso dalla macchina gli hanno misurato la glicemia, stava bene. Però lui urlava 'mi si sono rotti i freni'".
(Adnkronos) - "E' un ricordo molto bello per me. Era il 9 marzo 2018 e i ragazzi della parrocchia di Quarto, vicino Napoli, furono invitati a una messa di Papa Francesco. Tra loro c'erano tanti ragazzi a rischio, tra cui anche alcuni che frequentavano il corso di formazione per pizzaiolo tenuto da me. E quindi in quell'occasione mi chiesero di fare la pizza al Papa, che hanno portato loro direttamente e che è stata accettata molto volentieri dal Santo Padre. Com'era questa pizza? La pizza riportava semplicemente il volto del Papa, quindi era proprio una pizza 'artistica', più che da mangiare, che ho fatto io personalmente. Ci misi quasi cinque ore per farla, perché comunque ritagliarla, riportare tutto il vero volto del Papa non è stato un gioco da ragazzi, però alla fine ce l'ho fatta e i ragazzi gliela hanno consegnata". E' emozionato Errico Porzio, pizzaiolo napoletano, star dei social e impegnato nel sociale con corsi di formazione in carcere e case famiglia, nel ricordare con Adnkronos/Labitalia, uno degli episodi più importanti della sua attività lavorativa: realizzare una pizza per Papa Francesco. E Porzio, nipote d'arte, di pizze ne ha preparate tantissime da quando ragazzino si è avvicinato a questo mondo, fino ad arrivare ai numeri di oggi. "Oggi -racconta- abbiamo 16 pizzerie a gestione diretta, con circa 500 collaboratori sotto la nostra società. Inoltre abbiamo altri 25 punti vendita in franchising, c'è il format di pizza a taglio, con un bell'indotto di lavoro. In più facciamo scuola di formazione, collaboriamo con le carceri, con le case famiglia. Abbiamo diversi ragazzi con 'diversità' fisiche e mentali a lavorare nel nostro gruppo", sottolinea. Per Porzio la pizza è inclusione, quella che Papa Francesco ha sempre cercato nel suo pontificato. "Io opero molto nel sociale, ma lo faccio grazie al mio lavoro, attraverso il quale cerchiamo di recuperare tanti giovani. Il Papa è uno di quelli che ha sempre puntato sulla gioventù, sul recupero soprattutto, dei ragazzi che hanno problematiche non solo sociali, ma anche fisiche. Quindi attraverso la pizza cerchiamo un'inclusione veramente di altissimo livello. E quando si è presentata questa opportunità della pizza per il Santo Padre ovviamente l'abbiamo fatto veramente con grande piacere", ribadisce. Per Porzio infatti è centrale ridare al prossimo quanto si è ricevuto. "Io che mi ritengo un fortunato -spiega- ho dato al mio lavoro anche uno scopo sociale, e molti di questi ragazzi che lavorano con noi sono ragazzi che magari senza questo tipo di lavoro avrebbero fatto altre scelte. E questa per me è la mia soddisfazione più grande, il fatto che loro stessi lo riconoscono, che magari non senza Errico Porzio, ma senza l'arte del pizzaiolo avrebbero preso strade che magari avrebbero portato ad altro", sottolinea. E Porzio conclude ricordando che "Papa Francesco mi ha trasmesso sempre messaggi di pace, di tranquillità e di serenità. Il resto del mondo fa quello che fa, però lui è stato molto, molto impegnato da questo punto di vista, e il suo messaggio per me resta", conclude. (di Fabio Paluccio)
(Adnkronos) - “Venezia è una capitale del mondo dentro una laguna, un caso unico, in un ambiente transeunte e mutevole. È l’opera dell’intelligenza di una comunità di pescatori e commercianti che hanno prodotto resilienza, cultura e potere proiettando questa città nel mondo. Oggi Venezia è anche la città costiera più sicura rispetto al fenomeno globale dell’innalzamento del medio mare, grazie al Mose, opera eccezionale frutto dell’intelligenza e dei saperi emersi da questo territorio che ora si pone come esempio per tutto il mondo”. Così Renato Brunetta, presidente della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità - Venice Sustainability Foundation (Vsf) intervenendo oggi a Ca’ Giustinian, sede veneziana della Biennale, nel corso della presentazione del progetto speciale 'Intelligent Venice: la più antica città del futuro' per la Biennale Architettura 2025. “Nella Biennale di Architettura quest’anno raccontiamo la storia di Venezia e dunque della più grande opera architettonica del mondo con un progetto espositivo costituito da ore e ore di filmati, centinaia di cartografie, simulazioni e prodotti interattivi. Tutto ospitato all’interno di cinque absidi nella Tesa dell’Isolotto sulla Darsena Grande dell’Arsenale e visitabile a partire dal prossimo 10 maggio”, spiega.