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(Adnkronos) - “La nostra ricerca solleva quattro sfide per il futuro: la questione della pluralità degli attori, il ruolo dell’Ers”, l’edilizia residenziale sociale, “chiarire se accessibilità vuol dire affitto e la domanda della fascia grigia, quella fascia di popolazione che resta esclusa dall’offerta”, per questioni di reddito. Così Francesca Cognetti, professore associato dipartimento di architettura e studi urbani del Politecnico di Milano, a proposito della ricerca condotta per Fhs e presentata a Milano, in occasione del ventennale della fondazione che ha visto la luce nel 2004, sotto la spinta di Fondazione Cariplo per trovare risposte e soluzioni alla crescente emergenza abitativa. La professoressa snocciola nel dettaglio le quattro sfide: “La prima sfida è la questione della pluralità degli attori, abbiamo visto una forte pluralità in mancanza di una governance complessiva. C'è un grande tema di governance e di relazione tra pubblico e privato, ma anche una pluralità di soggetti, ad esempio legati al terzo settore. Quali sono i luoghi della governance e chi ha la regia di questa governance, è un grande tema strategico”, spiega. Poi c’è la sfida legata all’Edilizia residenziale sociale (Ers): “Emerge un po' il fatto che l’Ers abbia una definizione a maglie molto larghe. Forse va rifatta una una riflessione sulle categorie dell'Ers, anche guardando alla valutazione degli ultimi 15 anni”, illustra l’esperta. “Un terzo tema è se accessibilità vuol dire affitto - continua la professoressa Cognetti - quello che abbiamo visto negli anni è che la relazione tra affitto e vendita è variabile. Sappiamo bene che nella città di Milano la questione dell'affitto è centrale rispetto ai temi dell'accessibilità. Allora come continuare a garantire le quote di affitto dentro a un equilibrio anche economico finanziario degli interventi, mi sembra essere la terza sfida. E per finire - riprende - evidentemente questi progetti intercettano un certo tipo di domanda in particolare, quella della fascia grigia: le persone che hanno un reddito netto tra i 1500 e i 2000 euro al mese rimangono delle popolazioni escluse da questa offerta. In parte viene un po' coperta da quelli che sono i servizi abitativi, però ci sono i grandi esclusi che sono quelli della marginalità abitativa. Una domanda che rimane inevasa nella città di Milano. Questa mi sembra una quarta sfida che in qualche modo qualcuno deve assumere all'interno della città”, conclude.
(Adnkronos) - I Paesi del G7 sono chiamati a vincere la sfida della trasformazione dei sistemi educativi, per fornire ai giovani competenze in linea con quelle attualmente richieste sul mercato del lavoro. Nell'ultimo decennio i progressi sono stati notevoli, ma nei G7 solo il 42,3% degli uomini e il 47,5% delle donne ottengono qualifiche terziarie. Anche i tassi di Neet - i giovani tra i 15 e i 34 anni non coinvolti in percorsi di istruzione, lavoro o formazione professionale - riflettono le difficoltà attuali nella transizione dalla scuola al lavoro, fenomeno che interessa l'11,1% degli uomini e il 13,2% delle donne. I percorsi universitari in ambito Stem, in cui le donne sono ancora sottorappresentate, e la trasformazione digitale sono alleati preziosi in una fase in cui l'adozione di robot di servizio professionali e collaborativi ha registrato un tasso di crescita del 13% dal 2017 al 2022, avviando un’epoca di interconnessione sempre più profonda tra macchine e persone. Al contempo, i G7 devono investire nell’imprenditorialità per ovviare ai 34 milioni di imprenditori “mancanti” nell’area Ocse. Attualmente, infatti, solo il 14,5% degli uomini e l’8,8% delle donne sono lavoratori autonomi, dato pari a un esiguo 9% tra i giovani sotto i 30 anni. Queste alcune delle evidenze principali contenute nel B7 Flash, l’approfondimento di Confindustria e Deloitte elaborato in occasione della 'G7 – Industry Stakeholders Conference: Bridging Gaps and Building Futures', organizzata a margine della Ministeriale G7 sulle Pari Opportunità che si terrà a Matera dal 4 al 6 ottobre. Deloitte Italia è il knowledge partner esclusivo del B7 Italy 2024 'Leading the Transitions Together', presieduto da Confindustria sotto la guida di Emma Marcegaglia. “Sbloccare il pieno potenziale dell’imprenditorialità e costruire un’economia più resiliente ed equa richiede azioni decise che facciano perno sull’inclusione sociale dei gruppi sottorappresentati e sull’uguaglianza di genere da parte dei Paesi G7. Questo obiettivo è cruciale e anche le aziende sono chiamate a incorporare tali principi nei loro obiettivi strategici, adottando strumenti che permettano di fissare traguardi chiari e misurabili in ogni fase della carriera femminile, non solo aumentando la presenza delle donne, ma anche favorendo pari opportunità di crescita professionale, una retribuzione equa e un equilibrio tra vita privata e lavoro”, commenta Lara Ponti, vicepresidente Confindustria per la transizione ambientale e gli obiettivi esg. “I Paesi del G7 stanno attraversando una fase di profondi cambiamenti, con significative implicazioni sui percorsi educativi e formativi e sul mercato del lavoro, che offrono straordinarie opportunità per facilitare l’accesso a istruzione e occupazione, e per ridurre le disuguaglianze ancora esistenti in tali ambiti. A livello globale, ad esempio, le donne continuano a essere notevolmente sottorappresentate, soprattutto nei settori ad alto contenuto tecnologico: costituiscono solo il 20% dei dipendenti nelle aziende di machine learning, il 12% dei ricercatori in intelligenza artificiale e il 6% degli sviluppatori software. Al contempo, in ambito imprenditoriale, la rappresentanza dei giovani rimane limitata, con meno del 9% degli imprenditori sotto i 30 anni", aggiunge Andrea Poggi, innovation leader per Deloitte Italia e capo delegazione B7 per Deloitte. "È quindi fondamentale che i Paesi del G7 siano fautori di un nuovo mercato del lavoro che promuova una “diversità inclusiva”, pilastro imprescindibile per massimizzare i benefici delle molteplici transizioni in corso e costruire un futuro etico e sostenibile per il Business. Affinché ciò sia possibile, sono necessarie azioni concrete ed efficaci che agiscano su tre leve principali: un migliore accesso a istruzione e mercato del lavoro, rimuovendo gli ostacoli strutturali d’accesso e capitalizzando la trasformazione digitale in corso, promozione dell’imprenditorialità, leva fondamentale di crescita economica, e maggiore inclusività, soprattutto per donne e giovani, affinché tutti abbiano l’opportunità di sviluppare le competenze necessarie. Queste sono chiavi essenziali per affrontare le sfide sempre più complesse che business e società devono superare, stimolando innovazione e crescita economica, con l’obiettivo di un futuro del lavoro sostenibile, inclusivo e prospero”, conclude Poggi. “Da sempre l’approccio olistico alla trasformazione ecologica è una prerogativa per la crescita del nostro Gruppo, a favore dei clienti e delle comunità in cui operiamo. Conciliare sviluppo ambientale, economico e sociale è la bussola che guida i nostri progetti e servizi, ma è anche il valore alla base della nostra cultura interna, di comunità professionale, orientata alla cura e all’attenzione alle persone, alla crescita del capitale umano, alla meritocrazia e all’inclusione, alla leadership consapevole. Sono per noi requisiti imprescindibili di lavoro e di prosperità, particolarmente importanti in un settore, quello delle cosiddette ‘professioni verdi’, che sta crescendo a grande velocità e che richiede oggi risorse, competenze, talenti nuovi. Siamo orgogliosi di portare il nostro contributo a un momento di confronto tanto significativo e urgente, su temi prioritari per la nostra visione e le nostre strategie”, spiega Emanuela Trentin, ceo Siram Veolia Italia. Le competenze Stem sono essenziali per affrontare le transizioni in corso. Nonostante ciò, solo una minoranza di studenti nei Paesi del G7 si indirizza verso questi percorsi formativi, il cui 70% di laureati uomini riflette una significativa sottorappresentazione delle donne. Il G7 dovrebbe promuovere questi percorsi per le giovani donne, anche integrando competenze Stem con scienze umane e sociali per promuovere l'ibridazione delle competenze, in linea con le esigenze di un mercato del lavoro in evoluzione. In quest’ottica l'intelligenza artificiale generativa può migliorare l'esperienza di apprendimento, adattando le lezioni e personalizzando i programmi in tempo reale, consentendo agli insegnanti di concentrarsi su attività più complesse come la pianificazione didattiche delle attività e l'interazione con gli studenti. In parallelo è fondamentale affrontare la sfida dei Neet (l'11,1% degli uomini e il 13,2% delle donne nei Paesi G7), attraverso scelte educative più ampie e la promozione della formazione professionale. Dall'istruzione pre-universitaria al mondo del lavoro, c’è la necessità di investire nell'orientamento professionale e promuovere sempre più ambienti d’apprendimento collaborativi, con mentorship e risorse accessibili a tutti. La carenza di competenze tecniche sta spingendo la domanda di automazione come mezzo per aumentare la produttività e mitigare gli effetti prodotti da tali carenze, trend confermato dall’aumento dell’utilizzo di robot di servizio professionali e di robot collaborativi (tasso di crescita del 13% dal 2017 al 2022). Le donne sono peraltro a maggior rischio esclusione dal mercato del lavoro rispetto agli uomini quale conseguenza dell'automazione, considerando la loro maggior rappresentazione in ruoli che comportano mansioni ripetitive, mentre persiste un significativo divario di genere nei settori a più alto tasso tecnologico. A livello globale, sono donne infatti soltanto il 20% dei dipendenti tecnici nelle aziende di machine learning, il 12% dei ricercatori di intelligenza artificiale e il 6% degli sviluppatori di software professionisti. Per massimizzare i benefici della trasformazione digitale in corso, riducendo le disuguaglianze, è quindi necessario adottare un approccio incentrato sull’uomo affinché le capacità umane siano amplificate e valorizzate attraverso la tecnologia. Per sfruttare al meglio le opportunità offerte dall'automazione e dall'intelligenza artificiale, è pertanto essenziale riqualificare e migliorare le competenze della forza lavoro e attuare azioni concrete per contrastare le diseguaglianze di genere. Per affrontare le sfide dell’automazione e dell’integrazione digitale, le aziende stanno passando da un modello operativo basato sui ruoli a un modello basato sulle competenze. Secondo un'indagine Deloitte, le organizzazioni basate sulle competenze hanno infatti dimostrato di essere più capaci di allocare i talenti in modo efficace (107%), di trattenere quelli con prestazioni elevate (98%), di favorire un'esperienza positiva sul posto di lavoro (79%), d’anticipare e rispondere al cambiamento (57%) e di promuovere un ambiente inclusivo (47%). In tale contesto, i Paesi del G7 sono chiamati ad adottare politiche mirate d’investimento nell'imprenditorialità, che affrontino il problema dei 34 milioni di imprenditori "mancanti" nell'area Ocse. Attualmente, solo l'8,8% delle donne e il 14,5% degli uomini nei Paesi del G7 sono lavoratori autonomi, mentre solo il 9% dei giovani con meno di 30 anni è impegnato nell’avviare una nuova impresa. Per dare nuovo impulso all’imprenditorialità, è necessario un impegno dei G7 nell’adottare politiche inclusive volte a creare ecosistemi di supporto alla crescita delle piccole e medie imprese e ad aumentare la partecipazione giovanile e femminile nell’imprenditoria. Ocse stima che, se i giovani fossero impegnati in attività imprenditoriali in misura pari a cittadini in età compresa tra i 30 e i 49 anni, si registrerebbe un incremento complessivo nell’area di circa 3,6 milioni di imprenditori.
(Adnkronos) - Si chiama mySMART Diary ed è la prima web App, a livello internazionale, a supportare psicologi e psichiatri per migliorare la condizione dei pazienti affetti da disturbi del comportamento alimentare (Dca). Primo sistema ad usare l'intelligenza artificiale (Ai), viene presentato oggi a Roma da Fondazione per la sostenibilità digitale, la prima fondazione di ricerca riconosciuta in Italia dedicata ad approfondire i temi della sostenibilità digitale nei suoi impatti ambientali, economici e sociali. Negli ultimi anni, i disturbi alimentari hanno registrato una crescita preoccupante - si legge in una nota - colpendo in modo sempre più precoce i giovani tra i 12 e i 14 anni. L'incidenza maggiore si riscontra tra le ragazze, con un rapporto di circa 9 a 1 rispetto ai ragazzi, ma è in aumento anche il numero di adolescenti maschi affetti da queste patologie. In Italia, si stima che circa 3 milioni di persone soffrano di disturbi alimentari. Nel 2023 sono stati registrati 3.780 decessi correlati a questa patologia, che rappresenta la seconda principale causa di morte tra i giovani, subito dopo gli incidenti stradali (fonte ministero della Salute). "mySMART Diary - spiega Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la sostenibilità digitale - nasce nell'ambito del programma Digital4Aid, un'iniziativa di beneficenza promossa dalla fondazione con il sostegno dei partner degli Stati generali per la sostenibilità digitale. L'obiettivo è quello di sviluppare annualmente soluzioni innovative che, grazie alla sostenibilità digitale, possano affrontare le sfide poste dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg) dell'Agenda 2030, dimostrando come la tecnologia digitale, correttamente approcciata, sia uno strumento imprescindibile per la sostenibilità". Come sottolinea il vicedirettore generale di Aci Informatica e membro del comitato di indirizzo della Fondazione per la sostenibilità digitale, Francesco Castanò, "questo progetto dimostra come sia possibile sviluppare azioni orientate al 'give back', valorizzando le energie delle persone che lavorano con entusiasmo e competenza nelle nostre aziende e che, messe in rete, possono rappresentare un grande valore sociale. Quello che abbiamo fatto con Digital4Aid è stato attivare energie positive verso uno scopo comune, concreto e misurabile". Si tratta del primo progetto di questo ambizioso programma a essere consegnato alla comunità. "mySMART Diary è un diario digitale - chiarisce Giuliano Castigliego, direttore scientifico di mySMART Diary, specialista in psichiatria e psicoterapia, membro della Fondazione per la sostenibilità digitale - pensato per supportare chi soffre di disturbi alimentari, permettendo di monitorare non solo il comportamento alimentare, ma anche di evidenziare e trattare i disturbi emozionali e relazionali sottostanti". E' uno strumento "molto utile per i terapeuti (psichiatri e psicologi) - continua Castigliego - poiché fornisce a noi professionisti in un colpo d'occhio moltissime informazioni mediche e psicologiche, liberando tempo e risorse per una migliore cura dei pazienti, e invita questi ultimi a migliorare le loro capacità di comprendere le loro e altrui emozioni. Sono davvero felice di aver visto accolta in modo così entusiastico questa mia proposta, sia da parte della comunità degli Stati generali che, ovviamente, da parte della fondazione". Il progetto, che utilizza strumenti di intelligenza artificiale e modelli di mentalizzazione, è rivolto ai terapeuti dei Centri per i disturbi del comportamento alimentare ed è stato realizzato in collaborazione con Microsoft Italia, che ha messo a disposizione la piattaforma di antelligenza artificiale, e Almawave, che ha sviluppato l'applicativo, le interfacce e la dashboard. Il progetto è stato reso possibile anche grazie al contributo di Deda.Next, DXC Technology Italia, R1 Group e Sopra Steria, partner degli Stati generali della sostenibilità digitale, un'iniziativa della Fondazione per la sostenibilità digitale che affianca i Cio delle grandi aziende pubbliche e private nel comprendere come la trasformazione digitale possa supportare la sostenibilità. "L'intelligenza artificiale - commenta Matteo Mille, Chief Sales Enablement & Operations Microsoft Italia - sta trasformando la nostra società in modi straordinari e il suo utilizzo etico e responsabile può generare opportunità senza precedenti in tutti i settori e ambiti. mySMART Diary è un esempio concreto di come questa tecnologia può avere un impatto positivo nella vita delle persone. Siamo orgogliosi di aver messo a disposizione le nostre soluzioni e competenze per questo importante progetto". Aggiunge, l'amministratore delegato di Almawave, Valeria Sandei: "L'applicazione dell'Ai a progetti come mySMART Diary dimostra concretamente come il digitale possa fare la differenza in termini di efficienza, ma anche di impatto umano e sociale. Grazie all'Ai è possibile offrire un supporto personalizzato a chi si occupa di disturbi alimentari, un alleato prezioso per terapeuti e pazienti, liberando tempo e risorse per un'attenzione più umana e profonda. Almawave e la capogruppo Almaviva sono impegnate da sempre su tecnologie che mettono la persona al centro". Da un lato, la mentalizzazione, tecnica su cui si basa mySMART Diary, si sta rivelando sempre più una metodologia psicologica e psicoterapeutica scientificamente fondata e validata, capace di migliorare in modo significativo i principali disturbi psichici. Dall'altro, i sistemi di intelligenza artificiale più avanzati si stanno dimostrando estremamente utili anche in ambito medico e psicologico. Pur non sostituendo il terapeuta, questi strumenti supportano, integrano e perfezionano l'attività professionale, rendendo inoltre, grazie all'uso della gamification, l'accesso ai processi diagnostici e terapeutici più attraente, soprattutto per i pazienti più giovani. La web App, che ha l'obiettivo di monitorare le abitudini alimentari nei trattamenti dei pazienti con Dca, ha una funzione che consente la registrazione digitale dei comportamenti alimentari nel diario alimentare digitale. Il paziente può annotare sullo smartphone il comportamento relativo al cibo, e aggiungere a ciò, la registrazione dell'evento che secondo lui ha scatenato o influenzato quel comportamento alimentare (ad esempio, una lite o un conflitto interiore) e quali emozioni ha provato in quel momento. Il tipo di comportamento alimentare, l'evento scatenante e l'emozione provata creano un 'trigger' che attiva l'Ai che suggerisce all'utente la lettura di una storia specifica, selezionata in base alle informazioni precedentemente fornite, tratta da favole o episodi di serie televisive sul tema, o che sono particolarmente vicine alla sensibilità dei giovani di oggi. Invita poi l'utente a cogliere il significato principale della storia e, successivamente, a immedesimarsi nei personaggi e a riflettere su cosa avrebbe fatto lui al posto del personaggio, quali pensieri avrebbe avuto e quali emozioni avrebbe provato nel compiere determinate azioni. Attraverso questo dialogo, l'Ai sviluppa una comprensione della narrazione del paziente e, grazie a questa interazione, riesce a elaborare un profilo di mentalizzazione, allo scopo di valutare la capacità della persona di comprendere i propri pensieri ed emozioni, nonché i pensieri e le intenzioni delle persone con cui si relaziona. Il profilo di mentalizzazione viene poi messo a disposizione e visualizzato sulla dashboard del terapeuta, che può così confrontarlo con le sue impressioni e valutazioni cliniche, facilitandone così il lavoro. Inoltre mySMART Diary, anche grazie all'Ai, elabora il meta-profilo del paziente per capire progressi o regressi per migliorare l'efficacia dell'intervento terapeutico. La web App verrà a breve testata presso il reparto di psicoterapia dei servizi psichiatrici del Canton Grigioni (Svizzera) e presso l'Azienda Usl di Bologna. Grande attenzione è stata posta in due aspetti specifici: la privacy degli utenti e la sostenibilità complessiva dell'applicazione. In relazione al primo punto mySMART Diary utilizza un motore di Ai 'stateless', che non mantiene memoria o contesto delle interazioni. Ogni richiesta o input viene trattata in modo isolato e indipendente, senza tenere traccia. Per l'aspetto della sostenibilità, l'App è stata sviluppata adottando la prassi Uni 147:2023 realizzata dalla fondazione stessa per Uni, l'ente italiano di normazione. mySMART Diary non sviluppa né gestisce alcun approccio terapeutico con il paziente, ma rappresenta uno strumento a disposizione dei terapeuti per migliorare il decorso dei pazienti e monitorarne i progressi. In una seconda fase l'applicazione potrà evolvere, in modo controllato, ed essere utilizzata direttamente dall'utente per identificare precocemente possibili comportamenti a rischio, aumentarne la consapevolezza in tema di disturbi alimentari e metterlo in contatto direttamente con le strutture territoriali più adeguate del Servizio sanitario nazionale.