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(Adnkronos) - La Lazio di Maurizio Sarri è pronta ad iniziare la nuova stagione. Domani i giocatori biancocelesti si ritroveranno al centro sportivo di Formello, tirato a lucido per l'occasione, per i test atletici, mentre all'Isokinetic si terranno i test sulla forza, per capire lo stato di forma dei giocatori, prima dell'inizio del ritiro vero e proprio fissato per il 14 luglio con due sessioni di allenamento, indicativamente alle 9,30 e alle 18 circa, sempre nel centro sportivo biancoceleste dove si stanno ultimando i preparativi per accogliere la squadra. "La Lazio ha a disposizione un centro sportivo che nessuno ha, un centro di eccellenza, e questa di oggi è una bella occasione per far vedere una realtà concreta", ha detto Cristina Mezzaroma, moglie del presidente della Lazio Claudio Lotito e presidente della Fondazione S.S. Lazio 1900, nel corso dell'open day del centro sportivo di Formello organizzato dalla Lazio per la stampa. Sulle condizioni del numero uno biancoceleste ha poi tranquillizzato tutti: "sta benissimo finché non smetteranno di dargli contro lo faranno campare 2500 anni", ha aggiunto Cristina Mezzaroma. Il centro sportivo è dotato di tutti i confort, dai campi, alla piscina esterna per la riabilitazione oltre alle varie strutture per il recupero e la preparazione atletica dei giocatori, senza dimenticare il 'Lazio Lab' con tutti i professionisti che si alterneranno nella struttura dall'osteopata, al dentista, dal podologo al nutrizionista. Il centro è stato ristrutturato e ampliato con nuovi campi di allenamento e spazi dedicati al settore giovanile e alla squadra femminile e si sta lavorando per aumentare la capienza della tribuna del campo principale intitolato a Mirko Fersini, mentre si sta lavorando per l'Academy, con l'obbiettivo di portare nel giro di qualche anno a far allenare a Formello i ragazzini dai 6 anni fino alla prima squadra, con tre campi a 11, oltre ad altri a 8 e a 5 e tutte le strutture annesse. Alcuni giocatori erano già oggi a Formello per iniziare ad allenarsi come Patric che ha svolto un allenamento in campo, a Zaccagni per svolgere terapie in piscina. Domani poi doveva tenersi una conferenza stampa di presentazione del tecnico Sarri, ma senza la stampa, ma il club è poi tornato indietro sulla decisione rinviando la presentazione. "Volevamo fare una cosa carina ed innovativa, con delle immagini trasmesse dietro di lui. Non c’è nessuno bavaglio che viene messo a Sarri, anche perché lui non è il tipo che si presterebbe a tutto questo. Capisco che possa sembrare che così non c’è il contraddittorio, ma se questo ci ferma, non ci apriamo mai all’innovazione”, ha detto il ds biancoceleste Angelo Fabiani a margine dell'open day con la stampa. Poi è arrivata la nota ufficiale direttore della comunicazione della Lazio, Emanuele Floridi. "Respingiamo convintamente qualunque tentativo di attribuire alla S.S. Lazio la volontà di limitare la libertà di stampa o di sottrarre il nostro allenatore al legittimo confronto con i giornalisti. Nulla di più lontano dalla realtà. La società ha sempre garantito il massimo rispetto nei confronti dell’informazione e dei professionisti che quotidianamente seguono il nostro mondo quotidianamente. Proprio questa mattina, per la prima volta nella storia del Club, abbiamo aperto il nostro centro sportivo di Formello alla stampa accreditata alla vigilia del ritiro, offrendo una visita completa che ha consentito di osservare da vicino le rilevanti innovazioni tecnologiche e strutturali introdotte. La scelta di realizzare la conferenza di presentazione di Mister Sarri negli studi televisivi del Club nasce dalla volontà di offrire un prodotto tecnologicamente avanzato, innovativo e trasparente".
(Adnkronos) - “In urbanistica non si può intervenire con Dpr ma con delle leggi che modifichino quelle che risalgono, per lo più, alla prima metà del secolo scorso, quando eravamo in presenza di tutto un altro mondo. Oggi occorre tenere conto di elementi nuovi e determinanti come, ad esempio, i cambiamenti climatici che non possono essere più negati. In queste condizioni cambiare una norma scritta in un’altra epoca diventa un imperativo. Un intervento tanto urgente se si considera la straordinaria complessità della materia che deve tenere conto delle specificità dei singoli territori. Fare rigenerazione urbana in Italia, non è come rigenerare un quartiere di Miami. Noi abbiamo un tessuto urbano con grande storia, che significa anche un tessuto sociale e culturale che dobbiamo conservare”. A dirlo il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, Angelo Domenico Perrini a Lecce al convegno, organizzato dal Cni, 'Traiettorie urbane e territoriali – rigenerazione urbana', dedicato al ruolo ed alle funzioni svolte dagli Enti locali nell’indirizzo e pianificazione degli interventi di rigenerazione urbana, alla pianificazione di quartieri resilienti rispetto ai cambiamenti sociali ed alla mobilità sostenibile come strumento per realizzare un contesto urbano più vivibile. "Con il ciclo di incontri 'Traiettorie urbane e territoriali' - ha sottolineato Irene Sassetti, consigliera Cni con delega alla rigenerazione urbana introducendo i tre panel previsti - il Consiglio nazionale degli ingegneri si impegna a promuovere un dialogo costruttivo tra esperti, professionisti, dirigenti e funzionari delle pubbliche amministrazioni, amministratori, università, associazioni e cittadini, con l'obiettivo di affrontare le complessità del tema della rigenerazione urbana declinato nelle peculiarità dei diversi territori, valorizzando la centralità della progettazione consapevole e dell'impatto sociale delle trasformazioni urbane. Crediamo fortemente che un'azione coordinata e basata sull'ascolto delle esigenze del territorio, dell’ambito urbano sia la chiave per generare un reale cambiamento e migliorare significativamente la qualità della vita nelle nostre città". "Siamo in un momento cruciale - ha detto il vicepresidente della Commissione europea, Raffaele Fitto, in un videomessaggio - per il futuro dell’Unione Europea segnato dai cambiamenti che partono dai suoi territori. Le città sono al centro di questi mutamenti. Esse seguono le tendenze più recenti e conservano le peculiarità del territorio. Sono ponte tra modernità e tradizione, sono motori di innovazione e cambiamento per i cittadini. Le città e le sfide che devono affrontare sono al centro della politica di coesione e del mio lavoro come vicepresidente esecutivo per la coesione e le riforme". "Prima di tutto - ha sottolineato - abbiamo avviato la modernizzazione della politica di coesione, approfittando della revisione di medio termine, per dare agli Stati membri la possibilità di riprogrammare già le risorse della programmazione in corso, sulla base di cinque nuove priorità che sono emerse come urgenti e strategiche in tutti i territori europei: abitazioni accessibili, transizione energetica, resilienza idrica, competitività e difesa. E’ chiaro che tra queste priorità, alcune, come il tema della casa e la gestione dell’acqua, sono particolarmente rilevanti per le nostre città. Inoltre, stiamo facendo un passo in più. Stiamo lavorando per un’agenda delle città, che presenteremo nei prossimi mesi, con l’obiettivo di semplificare l’accesso ai fondi europei e garantire che la voce delle città venga ascoltata nelle decisioni europee”. In un messaggio inviato al convegno il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano ha spiegato che "rigenerare le nostre città non significa soltanto riqualificare gli spazi fisici, ma anche ricucire il tessuto sociale, promuovendo modelli di sviluppo sostenibili, inclusivi e capaci di valorizzare il patrimonio esistente. In questo processo, le periferie urbane rappresentano una sfida e un’opportunità: occorre ridare centralità a questi territori, spesso trascurati, intervenendo con progetti integrati che coinvolgano comunità, professionisti e istituzioni. Un ruolo fondamentale lo gioca la mobilità urbana, elemento chiave per garantire equità, accessibilità e connessioni efficaci tra i diversi quartieri delle nostre città. Come Regione, stiamo investendo con convinzione in infrastrutture e servizi che favoriscano una mobilità sostenibile, multimodale e centrata sul cittadino. Ringrazio tutti voi per il contributo che offrite ogni giorno alla crescita della nostra regione. Sono certo che da questo convegno emergeranno idee e proposte preziose, che la Regione Puglia sarà lieta di accogliere e valorizzare nel suo percorso verso una Puglia più bella, moderna e vivibile”.
(Adnkronos) - L’88% degli italiani ritiene importante integrare fonti rinnovabili nei propri sistemi di riscaldamento domestico. Un dato che conferma la crescente attenzione verso tecnologie capaci di coniugare rispetto ambientale, risparmio e comfort abitativo. Sono i dati della recente indagine Bva Doxa per Ariston, condotta su un campione rappresentativo di cittadini italiani tra i 25 e i 64 anni; analizzando le percezioni e le preferenze degli italiani riguardo agli impianti di riscaldamento. Secondo lo studio, in particolare, il 58% degli intervistati individua nelle pompe di calore e nei sistemi ibridi le soluzioni ideali, in sostituzione delle caldaie tradizionali, mentre il 68% identifica l’efficienza energetica come il criterio principale nella scelta di un nuovo impianto. Ulteriormente, il 37% si orienta verso i sistemi ibridi, apprezzandone la versatilità, mentre un aggiuntivo 21% predilige pompe di calore autonome. Scelte che dimostrano come il tema della sostenibilità sia ormai radicato nella nostra quotidianità, anche grazie a una forte fiducia nella tecnologia: l’86% reputa questi impianti affidabili, e il 77% è convinto che garantiscano un comfort superiore rispetto ai sistemi convenzionali. Ma l’interesse non si ferma al solo aspetto ambientale. L’innovazione è sempre più vista come un’opportunità di valorizzazione economica del proprio immobile: l’85% del campione riconosce che l’adozione di un impianto innovativo può accrescere il valore della casa. Un investimento consapevole, dunque, che riflette una nuova sensibilità verso l’efficienza energetica come leva concreta di risparmio e miglioramento della qualità della vita. Tuttavia, permangono alcune barriere: il costo iniziale elevato è percepito come ostacolo dal 66% degli italiani, seguito dalla difficoltà di installazione (32%) e dalla scarsa conoscenza degli incentivi disponibili (30%).