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(Adnkronos) - Riparte la Louis Vuitton Cup, con Ineos Britannia in vantaggio per 6-4 su Luna Rossa Prada Pirelli: vince la finale chi arriva per primo a 7 regate vinte e la barca italiana è chiamata all'impresa di rimontare quella britannica per sperare di andare allo scontro finale di sabato. L'incognita vera di oggi a Barcellona però è il vento: al momento c'è un maestrale fresco ma le previsioni lo danno in calo, fino a sparire, per mezzogiorno, in attesa che entri vento da sud o sud-est. La giuria spera in un'intensità dai sei nodi in su, il minimo per gareggiare, ma si teme che il cambio di settore del vento impedisca alla brezza meridionale di svilupparsi, con maestrale e scirocco a contendersi la piazza e una brezza sotto i cinque nodi, insufficiente per alzarsi sui foil. L'undicesima regata è prevista per le 14, mentre la dodicesima (se necessaria) dovrebbe iniziare alle 15.15. La diretta delle due gare di oggi sarà trasmessa in tv su Sky (canali Sky Sport Uno e Sky Sport America's Cup) e in chiaro su Italia 1. Le regate però potranno anche essere seguite in streaming su Mediaset Infinity, Sky Go e NOW.
(Adnkronos) - "La nostra indagine ha l'obiettivo di focalizzare quello che è l'approccio delle cittadine e dei cittadini del nostro Paese verso la possibilità di fruire di pratiche digitali. E con un campione significativo, circa 6.000 soggetti che si sono sottoposti alla nostra indagine. E quello che emerge è che sostanzialmente il 92% degli intervistati si dichiara non all'altezza di fruire una pratica digitale. E ci fa dire che probabilmente in questo Paese esiste ancora l'esigenza di un ruolo nell'ambito della relazione fisica, della relazione personale con gli utenti". Così Michele Pagliaro, presidente del Patronato Inca Cgil, commentando, con Adnkronos/Labitalia, l’indagine demoscopica, promossa dal Patronato e realizzata dalla Fondazione Di Vittorio, sul rapporto tra italiani e pratiche digitali nella pubblica amministrazione. Secondo Pagliaro, le difficoltà riscontrate dall'indagine nel rapporto tra italiani e procedure digitali di Istituti come Inps e Inail derivano anche dal fatto che "la digitalizzazione in questo Paese ha avuto un'evoluzione molto spezzettata". "Le singole pubbliche amministrazioni hanno agito probabilmente senza una visione di insieme. Poi noi dalla nostra prospettiva osserviamo tantissimi limiti in alcune scelte compiute. Spesso la digitalizzazione in linea generale viene effettuata dalla pubblica amministrazione trasformando in digitale un modello cartaceo", sottolinea con rammarico Pagliaro. Secondo Pagliaro, "quella probabilmente non è digitalizzazione e quindi noi riteniamo che ci debba essere un confronto. Anche in vista dell'utilizzo sempre più spinto dell'intelligenza artificiale che impatta su una sfera di privacy e riservatezza delle persone". E Pagliaro chiarisce che la posizione del Patronato è tutt'altro che conservatrice: "Lo diciamo perché comunque siamo consapevoli che questo è un processo probabilmente molto virtuoso che può aumentare la qualità della vita e la qualità dei servizi. Però ci deve essere la possibilità di fruire poi di questi servizi sino in fondo". "Lo diciamo -prosegue Pagliaro- in un Paese dove c'è una Costituzione, dove le tutele e i diritti sono prevalentemente diritti e tutele universali, dove si parla di pari opportunità e la sensazione che noi avvertiamo è che spesso tutti diritti sono appesi ad un flag". "E quindi serve anche la necessità di confrontarsi per progettare sistemi che prevedono la possibilità di intervenire qualora si commetta un errore. E non lo dico solo pensando alla sfera dei patronati ma anche pensando a quella dei cittadini, deve essere un'opzione che probabilmente ad oggi non è contemplata" "Il sistema dei Patronati ha evidentemente bisogno di una riforma. La legge 152, che regolamenta il nostro settore, mostra tutti i suoi anni perché immaginata e nata in un momento in cui l'era digitale era agli inizi. E oggi necessariamente dovrà essere adeguata a quelle che sono le nuove dinamiche e i processi di transizione digitali". Per Pagliaro, "anche con la digitalizzazione noi pensiamo che il rapporto diretto, il rapporto consulenziale è centrale". Secondo il presidente dell'Inca Cgil, "la necessità di una riforma che semplifichi le modalità di funzionamento del sistema dei patronati dovrebbe diventare una priorità che si muove di pari passo con la digitalizzazione del Paese", conclude.
(Adnkronos) - Uno strumento grazie al quale tutti i manufatti realizzati in Mater-Bi potranno dotarsi di un indice di impatto ambientale verificato. Questo il risultato della collaborazione con Deloitte e con la filiera dei partner commerciali di Novamont, società di Versalis (Eni). Mater-Bi è una famiglia di materiali compostabili e biodegradabili in suolo, in tutto o in parte di origine rinnovabile, realizzati grazie all’integrazione di innovative bioraffinerie europee. Inserendo nel tool tutti i dati di processo connessi con la produzione del singolo manufatto - spiega Novamont in una nota - (utilizzo del Mater-Bi, consumo energetico, idrico, utilizzo mezzi di trasporto, produzione e smaltimento rifiuti, ecc...), le aziende di trasformazione, clienti di Novamont, otterranno un valore che corrisponderà all’impronta di carbonio generata da quel manufatto (sacchetto, imballaggio alimentare, monouso, ecc...) secondo i criteri di calcolo del nuovo strumento sviluppato. Clienti e utilizzatori finali potranno così scegliere i prodotti in Mater-Bi consapevoli del loro impatto ambientale, in linea con gli obiettivi prefissati dalla proposta di Direttiva sui Green Claims sull’affidabilità e verificabilità delle informazioni divulgate dalle aziende sui meriti ambientali dei prodotti e gli obblighi di rendicontazione delle emissioni di scopo 3 previsti dalla Direttiva Europea Corporate Sustainability Reporting Directive, che entrerà in vigore a gennaio 2025. La verifica del tool da parte di Certiquality completerà lo scopo del progetto, pensato anche per far emergere il valore dei prodotti Novamont sul mercato. I partner commerciali di Novamont, inoltre, sono stati coinvolti in un percorso di formazione per gestire in modo autonomo lo strumento. “Abbiamo sviluppato questo strumento per aiutare i nostri partner ad essere maggiormente competitivi e offrire numeri, ottenuti con uno strumento messo a punto con la collaborazione di un ente terzo, Deloitte, verificabili e quindi affidabili in termini di prestazioni ambientali”, spiega Alessandro Ferlito, direttore commerciale di Novamont.