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(Adnkronos) - Era il 7 luglio del 1982 quando il concerto di Frank Zappa all'Idroscalo di Milano entrava nella storia, non solo per la musica, ma per la quantità infinita di zanzare presenti. Tanto da diventare fonte di ispirazione per la copertina dell’album ‘The Man from Utopia’, dove Zappa è ritratto mentre prova a scacciarle. Stessa città, clima simile, e una scena che si ripete. Martedì 15 luglio, concerto di Olivia Rodrigo, Ippodromo San Siro. C’è chi canta e chi salta, chi usa la mano destra per riprendere lo show e con l’altra tenta di grattarsi e scacciare via la quantità di zanzare che ha invaso la struttura. Spettatori che hanno pagato, ''profumatamente'', il biglietto si sono lamentati sui social per la ‘gestione’ dell’Ippodromo. “Una quantità di zanzare mai vista in vita mia. A me sembra surreale che sia permesso fare un festival in quel posto senza aver fatto una disinfestazione”, scrive una ragazza che ha partecipato al concerto e che ha allegato la foto di una gamba in cui si contano non una, non due, non tre, ma almeno una cinquantina di punture visibili. C’è una premessa da fare. L’ippodromo non gode di un’ottima fama. Spesso è criticato per acustica, visibilità e gestione della sicurezza. Ma di cosa si parla esattamente quando si nomina l’Ippodromo di San Siro? In zona ci sono due strutture distinte: l’Ippodromo Snai La Maura, con una capienza fino a 80mila persone, e l’Ippodromo Snai San Siro, più piccolo, che può ospitare circa 34mila spettatori. Per fare chiarezza, l’Adnkronos ha contattato Elena Pantera, responsabile della comunicazione del Fabrique, gestore ufficiale dell’Ippodromo San Siro. “Ci dispiace per il disagio”, premette Pantera, “ma le disinfestazioni vengono fatte periodicamente. Purtroppo, il giorno prima del concerto è piovuto, e non è possibile disinfestare poche ore prima” o men che meno, con il pubblico già presente nel luogo. Il problema, sottolinea, è anche ambientale: “L’Ippodromo è circondato dal verde, vicino al Parco di Trenno, che immagino non venga disinfestato. Le zanzare volano, anche se noi disinfestiamo, arrivano comunque”. La comunicazione di Pantera è chiara: “A Milano ci sono le zanzare. E qual è la novità?”. La questione però si scontra anche con l'impossibilita di portare repellenti spray all’interno della struttura: “Sono raccomandazioni che vengono segnalate tra le avvertenze all’acquisto dei biglietti, in maniera molto chiara. Basta munirsi di salviette o stick adatti”. Pantera tiene a sottolineare: “Non dipende da noi, sono regole nazionali antiterrorismo, in vigore da anni, varate dallo stato italiano. Non è una legislazione locale, ma italiana. Come i power bank o altri oggetti potenzialmente pericolosi, gli spray non possono entrare nei luoghi pubblici affollati”. Chi è abituato ai concerti, spiega Pantera, arriva preparato: “Molti si spruzzano fuori, prima di entrare. Altri portano le salviette. Alcuni eventi hanno sponsor che distribuiscono spray, ma non è il nostro caso”. E sul futuro? “Non ci saranno concerti fino a settembre. Gli eventi in programma - Olly, Tananai, Lucio Corsi – sono già coperti da una programmazione di disinfestazione nei termini di legge”. Una programmazione che viene fatta non solo per i concerti, ma anche per le corse dei cavalli, ovviamente, “nei giorni e nei tempi consentiti dalla legge sanitaria”. L’intervento è garantito e ricorrente: “A inizio stagione, e poi più volte durante l'anno. Ovviamente, se piove o c’è umidità, il rischio resta. Ma è sotto controllo”. Per Pantera però quella delle zanzare è soltanto una scusa: "L’ippodromo è continuamente bersaglio di attacchi. Ci sono dei commenti strutturati per denigrare il posto e favorire la concorrenza. E con sicurezza afferma: “Gli Ippodromi sono adatti per i concerti, più di uno stadio, perché ha vie di fuga ampie e sicure. L’acustica è buona, l’allestimento attuale a forma di anfiteatro migliora anche la visibilità”. Quanto alla sicurezza, priorità assoluta dei proprietari: “La nostra priorità è garantire un’esperienza positiva e sicura. Rispettiamo tutti i protocolli imposti dalla legge e facciamo il massimo per il pubblico”. (di Marica Di Giovanni)
(Adnkronos) - È Aurora Litardi, studentessa del corso di Laurea in Ingegneria Informatica all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, la vincitrice della settima edizione di 'Amazon Women in Innovation', la borsa di studio promossa e finanziata da Amazon per aiutare le giovani studentesse di discipline Stem (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) a inserirsi nel settore dell’economia digitale, dell’innovazione e della tecnologia. La giovane meritevole - insieme alle vincitrici degli altri sei Atenei italiani coinvolti nell’iniziativa di Amazon - usufruirà di un finanziamento di 6.000 euro per l’anno accademico 2024/25, con possibilità di rinnovo nei successivi due anni, insieme all’opportunità di disporre di una mentor Amazon, una manager dell’azienda con cui confrontarsi per sviluppare competenze utili per il proprio futuro percorso professionale: dalle tecniche per creare un curriculum efficace, ai consigli per affrontare un colloquio di lavoro. Aurora Litardi ha 19 anni e vive a Roma, dove frequenta il primo anno di Ingegneria Informatica all’Università degli studi di Roma Tor Vergata. La passione per l’informatica è nata durante le scuole medie e si è consolidata negli anni del liceo scientifico, dove ha seguito un percorso integrato da un potenziamento informatico. In classe era una delle poche ragazze, ma non si è mai sentita fuori posto, grazie anche al supporto di docenti e famiglia. Oggi sogna un futuro nel campo della ricerca, dell’intelligenza artificiale o dell’automazione, e considera l’università come un punto di partenza per un percorso di formazione continua. Ha scoperto la borsa di studio durante una lezione e ha deciso di candidarsi, senza aspettarsi davvero di essere selezionata. “Già alle medie avevo deciso che avrei studiato Ingegneria Informatica. Era una scelta chiara, mi vedevo perfettamente in quel mondo. Quando ho scoperto la borsa di studio Amazon Women in Innovation ho deciso di provarci, anche se non mi aspettavo davvero di vincere. Questo riconoscimento mi aiuterà a sostenere i miei studi e magari a fare un’esperienza all’estero per migliorare il mio inglese”, racconta Aurora. “Il mio consiglio alle giovani studentesse - prosegue - è di seguire la propria strada, senza farsi scoraggiare. È vero, l’ambiente Stem è ancora a prevalenza maschile, ma se nessuna fa il primo passo, le cose non cambieranno mai. Non servono iniziative straordinarie, basta normalizzare la nostra presenza: nessuno mi ha mai fatto notare che fossi una ragazza o che fossi stranamente brava in informatica; ero solo brava in informatica. E spero che questa diventi la normalità”. “Con Amazon Women in Innovation vogliamo sostenere il talento femminile nelle discipline Stem, contribuendo concretamente a ridurre il divario di genere nella tecnologia e nell’innovazione. Crediamo che fornire opportunità concrete e strumenti pratici, come borse di studio e mentorship, sia fondamentale per guidare le nuove generazioni verso un futuro professionale in cui le loro competenze, idee e passioni possano fiorire. È particolarmente gratificante vedere le nostre laureate non solo avere successo professionale, ma diventare loro stesse promotrici, ispirando la prossima generazione di leader tecnologiche in Italia”, afferma Rita Malavasi, responsabile Relazioni Istituzionali di Amazon.it. Dal 2018, allo scopo di supportare e incentivare le giovani studentesse universitarie appassionate di materie scientifiche, Amazon assegna la borsa di studio 'Amazon Women in Innovation'. Il progetto si inserisce nel programma Amazon nella Comunità come supporto alla crescita delle nuove generazioni nel mondo digitale, e oggi coinvolge sette Atenei italiani: assieme all’Università degli studi di Roma Tor Vergata, l’Università degli studi di Cagliari, l’Università degli studi di Catania, il Politecnico di Milano, l’Università degli studi di Napoli Federico II, l'Università degli studi di Palermo e il Politecnico di Torino. Con le premiazioni annunciate oggi, dall’anno del suo lancio, l’iniziativa ha premiato finora 33 giovani meritevoli attraverso l’erogazione di altrettante borse di studio e di un percorso di mentorship con una manager di Amazon: incontri dedicati a sviluppare le competenze del futuro.
(Adnkronos) - L’88% degli italiani ritiene importante integrare fonti rinnovabili nei propri sistemi di riscaldamento domestico. Un dato che conferma la crescente attenzione verso tecnologie capaci di coniugare rispetto ambientale, risparmio e comfort abitativo. Sono i dati della recente indagine Bva Doxa per Ariston, condotta su un campione rappresentativo di cittadini italiani tra i 25 e i 64 anni; analizzando le percezioni e le preferenze degli italiani riguardo agli impianti di riscaldamento. Secondo lo studio, in particolare, il 58% degli intervistati individua nelle pompe di calore e nei sistemi ibridi le soluzioni ideali, in sostituzione delle caldaie tradizionali, mentre il 68% identifica l’efficienza energetica come il criterio principale nella scelta di un nuovo impianto. Ulteriormente, il 37% si orienta verso i sistemi ibridi, apprezzandone la versatilità, mentre un aggiuntivo 21% predilige pompe di calore autonome. Scelte che dimostrano come il tema della sostenibilità sia ormai radicato nella nostra quotidianità, anche grazie a una forte fiducia nella tecnologia: l’86% reputa questi impianti affidabili, e il 77% è convinto che garantiscano un comfort superiore rispetto ai sistemi convenzionali. Ma l’interesse non si ferma al solo aspetto ambientale. L’innovazione è sempre più vista come un’opportunità di valorizzazione economica del proprio immobile: l’85% del campione riconosce che l’adozione di un impianto innovativo può accrescere il valore della casa. Un investimento consapevole, dunque, che riflette una nuova sensibilità verso l’efficienza energetica come leva concreta di risparmio e miglioramento della qualità della vita. Tuttavia, permangono alcune barriere: il costo iniziale elevato è percepito come ostacolo dal 66% degli italiani, seguito dalla difficoltà di installazione (32%) e dalla scarsa conoscenza degli incentivi disponibili (30%).