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(Adnkronos) - Quella di Diogo Jota è solo l’ultima. L’ultima tragedia, l’ultimo incidente stradale in cui c’è stata la morte di un calciatore. Stavolta il dramma colpisce l’Inghilterra, in cui l’attaccante giocava con il Liverpool, e il Portogallo, Paese del giocatore, che aveva vestito la maglia della nazionale in 49 occasioni, prendendo parte anche agli ultimi Mondiali ed Europei. Prima di Diogo Jota, tanti giocatori hanno perso la vita sulla strada, per colpa di incidenti fatali. Una delle prime tragedie in cui si intrecciano calcio e motori è quella di Paolo Barison. Tra i calciatori più noti degli anni Sessanta in Italia, vestì (tra le altre) le maglie di Milan, Roma e Napoli. Poi divenne osservatore del Torino e, nel 1979, rimase vittima di un incidente: un autoarticolato colpì l’auto in quel momento guidata da Gigi Radice. Un’altra morte che sconvolse il calcio italiano è quella di Gaetano Scirea, tra i migliori liberi della storia. Nel 1989, l’ex capitano della Juve iniziò il suo percorso per diventare allenatore (era il secondo del tecnico Dino Zoff alla Juve) e morì a 36 anni in Polonia, a Babsk, dove venne mandato per visionare il club che i bianconeri avrebbero dovuto affrontare in Coppa Uefa. Nel 1983, il dramma toccò il Lecce. I calciatori Michele Lorusso e Ciro Pezzella persero la vita prima di una partita. I due evitarono di prendere l’aereo per paura, preferendo raggiungere la squadra a Varese, con un treno in partenza da Bari. Fu fatale, per loro, il tragitto in macchina verso la stazione. Il 1997 è ricordato per la morte di Federico Pisani, 22enne talento in rampa di lancio dell’Atalanta. Federico morì insieme alla sua fidanzata Alessandra dopo uno schianto sull’autostrada Milano-Laghi, di ritorno da una serata di divertimento al casinò di Campione d’Italia. Nel 2001 perse la vita Niccolò Galli, figlio dell’ex portiere del Milan Giovanni. Il giovane, non ancora diciottenne, giocava nel Bologna e morì in un incidente in motorino. Dopo la tragedia, il club ritirò il suo numero “27” (che venne poi utilizzato per tutta la carriera dall’amico Fabio Quagliarella, per ricordare il loro legame). L’anno dopo a perdere la vita fu Jason Mayele. L'attaccante del Chievo, con un passato al Cagliari, rimase vittima di un incidente causato dalla pioggia. Nello stesso anno, il 2002, perse la vita anche Vittorio Mero, difensore del Brescia. Fatale un incidente sull’A4 non lontano da Rovato. Nel 2019, una delle ultime grandi tragedie è quella di José Reyes, prossimo al ritiro dopo una carriera eccellente passata - tra le altre - con Arsenal, Real Madrid e Atletico Madrid. Morì a 35 anni: la sua auto si ribaltò non lontano da Utrera, in Spagna, forse per lo scoppio di uno degli pneumatici. Tante storie purtroppo finite male. Mentre tante altre, come visto negli ultimi anni, per fortuna si sono risolte solo con un grande spavento dei protagonisti, che hanno avuto incidenti senza ripercussioni. È successo per esempio, senza andare troppo indietro nel tempo, a Ciro Immobile. Nel 2023, l’ex attaccante della Lazio, al volante del suo Land Rover, si scontrò con un tram per le strade di Roma. Restando alla Capitale, più di qualche disavventura al volante c’è stata per Bruno Peres, che nel 2016 e nel 2018 ebbe due brutti incidenti prima con una Porsche e poi con una Lamborghini. Solo grande paura in passato anche per Mario Balotelli, nel 2023 a Brescia, Cristiano Ronaldo, che nel 2009 a Manchester distrusse la sua Ferrari. Nel 2015 si schiantarono in Ferrari anche l’ex Juve e Inter Arturo Vidal, rimasto illeso (gli venne però revocata la patente) e Martin Caceres, risultato poi positivo all’alcol test e multato dalla Juve. L’anno scorso, il protagonista di un brutto incidente fu l'ex Milan Niang, che appena arrivato all’Empoli si scontrò con il suo bolide contro un’auto in sosta.
(Adnkronos) - “In un contesto in cui il fattore tecnologico e l'innovazione sono ormai alla base di tutte le attività umane, è fondamentale che gli ingegneri cambino pelle. Non devono essere solo tecnici e progettisti, ma degli elementi di indirizzo per società, istituzioni ed enti. Noi come Ordine abbiamo la responsabilità di aiutare i nostri iscritti in questo senso, favorendo le competenze e il loro inserimento nei momenti istituzionali. E' fondamentale che l'Ordine utilizzi le proprie risorse proprio per sviluppare questo nuovo modo di concepire l'essere ingegnere”. Così Carmelo Iannicelli, consigliere tesoriere dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Milano, all’assemblea ordinaria degli iscritti 2025, tenutasi presso la sede dell’Ordine di Palazzo Montedoria a Milano, un’occasione d’incontro e dibattito sul presente ed il futuro della professione. Nel corso della giornata, sono stati condivisi il bilancio consuntivo dell’esercizio 2024 ed il conto economico preventivo 2025. Tra i temi al centro dell’incontro la formazione, il dialogo con le istituzioni, la condivisione e la collegialità. “Quando si parla di bilancio - prosegue Iannicelli - si pensa sempre a qualcosa di tecnico, però, dietro i numeri ci sono indirizzi politici e scelte future. È fondamentale che agli iscritti venga ben spiegato quelle che sono state le attività che abbiamo svolto e quali sono stati gli indirizzi cercando di orientarci con questi numeri”. Infine, Iannicelli sottolinea i punti di svolta: “Le ingegnerie tradizionali ormai stanno cambiando modo di essere. Ci sono novità, come l’intelligenza artificiale, che impongono di cambiare il passo di marcia degli ingegneri e cercheremo di fare questo proprio grazie al bilancio, anche coinvolgendo le istituzioni in questo percorso”.
(Adnkronos) - Si è svolta oggi a Torino la nuova tappa del ciclo di incontri dedicati al territorio, organizzati dal Gruppo assicurativo Axa Italia, dal titolo 'Cambiamenti Climatici. Prevenire e mitigare il rischio - Axa incontra il territorio'. Con il Patrocinio di Ania (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicurative) e del Comune di Torino, l’iniziativa prosegue sul territorio italiano con l’obiettivo di diffondere una sempre maggiore consapevolezza su un tema centrale e urgente per il futuro della società. In un Paese caratterizzato da una vulnerabilità strutturale che lo rende tra i più fragili d’Europa - con quasi il 94% dei comuni a rischio frane, alluvioni/erosione costiera e oltre l’80% delle abitazioni esposte ad un livello di rischio medio-alto legato ad almeno uno di questi eventi, si innescano anche gli effetti dirompenti del cambiamento climatico, con un trend in crescita delle catastrofi naturali, aumentate da inizio 2023 del 16% (378 eventi meteorologici estremi in un anno) e costi pari a oltre 16 miliardi di euro (+22% vs 2022), un record a livello europeo. Ciononostante, restiamo fortemente sotto-assicurati: solo il 7% delle abitazioni e delle imprese italiane è coperto contro terremoti e alluvioni. In questa nuova tappa a Torino, Axa sceglie di mettere a disposizione la propria expertise nella comprensione di questi fenomeni, presentando uno studio scientifico sul grado di rischiosità futuro, al 2050, della regione Piemonte, grazie al coinvolgimento di Axa Climate, società del Gruppo che si avvale di un team di oltre 20 PhD esperti in scienza e climatologia e data scientist. Al centro della ricerca, 3 ambiti di rischio prioritari per la regione: temperature estreme, inondazioni, stress idrico. Sul fronte delle temperature, i modelli di Axa Climate prevedono un aumento sostanziale nella maggior parte della regione del numero di giorni in cui le temperature massime percepite all’ombra saranno superiori a 33°C. In particolare, la parte centro-orientale avrà 7-8 giorni 'pericolosi' l’anno in cui le temperature massime percepite all’ombra supereranno i 40°C. Le temperature estreme rappresenteranno una grande sfida per le città, soprattutto per Torino e Alessandria. A Torino si attendono infatti quasi 12 giorni in più all’anno nel 2050 con temperature massime all’ombra superiori a 35°, mentre ad Alessandria le stesse temperature si registreranno in 30 giorni in più all’anno. Sempre a Torino, il numero di giorni particolarmente caldi, superiori a 31°, aumenterà in modo drastico: nel 2050 saranno 41,3 all’anno, 6 volte in più rispetto alla baseline. Un fenomeno correlato che influisce in modo significativo sulla regione è quello delle ondate di calore: una sfida rilevante per l'industria piemontese, poiché potrebbe esporre i siti produttivi al rischio di rallentamenti o interruzioni prolungate. In merito al fenomeno delle inondazioni, eventi di piogge intense diventeranno sempre più frequenti con il cambiamento climatico. Particolare attenzione merita il potenziale impatto del fenomeno sulle infrastrutture essenziali per l’attività economica a servizio del territorio, a titolo d’esempio l’A5 tra Torino e Aosta. Si vedrà infatti un aumento del rischio di inondazioni che potranno raggiungere un livello fino a 130 cm nel 2050 in alcuni tratti dell’autostrada, secondo lo studio. Le inondazioni fluviali, invece, avranno un forte impatto sulla zona intorno a Torino e nello specifico nella Pianura Padana, in quanto zona agricola densa caratterizzata dalla vicinanza ai fiumi. Il Piemonte sarà infine sempre più soggetto a stress idrico che interesserà soprattutto la parte sud della regione con più del 40% dell’acqua disponibile usata entro il 2050. Da sottolineare i possibili impatti a lungo termine sulle attività economiche dovuti all’aumento della durata e dell’intensità della siccità, come, ad esempio, la viticoltura nelle Langhe, dove lo stress idrico medio aumenterà dal 31% della baseline al 44% del 2050. A conclusione dello studio scientifico condotto da Axa Climate, presentato anche un nuovo strumento di analisi del rischio climatico e della biodiversità, sviluppato da Axa Altitude, parte di Axa Climate. Lo strumento è stato progettato per aiutare le aziende a identificare l’esposizione dei propri siti ai rischi climatici, in tutto il mondo, valutarne i potenziali impatti finanziari e definire la strategia di adattamento proponendo le misure di mitigazione più efficaci. Lo strumento è in grado di fornire analisi dettagliate sui rischi in pochi minuti e in modo autonomo, monitorare la strategia di adattamento e supportare sul fronte della reportistica di sostenibilità, il tutto appoggiandosi all’ecosistema di esperti e database di Axa Climate. In questo contesto di grande complessità, misure di adattamento ben progettate giocano un ruolo cruciale, per limitare i danni e aiutare la regione ad adeguarsi e a mantenere la sua attrattività economica e le sue attività. Axa ha voluto porre l’attenzione su possibili azioni di prevenzione e mitigazione di questi rischi climatici: da misure di sensibilizzazione o di revisione dei piani di emergenza e di business continuity, fino a potenziali misure di adattamento delle infrastrutture e delle attività aziendali. “A sei mesi dalla conclusione dell’iter che porterà tutte le imprese ad essere assicurate in virtù dell’obbligo di legge, è aumentata la consapevolezza del valore di questa copertura come strumento di protezione, non solo del patrimonio immobiliare, ma anche e soprattutto della continuità produttiva", afferma Umberto Guidoni, co-direttore Generale di Ania. "È essenziale promuovere una cultura della prevenzione, dotare le istituzioni e le imprese di strumenti scientifici adeguati, e rafforzare la collaborazione tra pubblico e privato per rendere il nostro tessuto sociale ed economico più resiliente", sottolinea Claudia Porchietto, sottosegretario alla Presidenza della Regione Piemonte. “In Axa - sottolinea Letizia D’Abbondanza, Chief Customer&External Communication Officer del Gruppo Axa Italia - crediamo nella necessità di accompagnare la società nella transizione climatica con un approccio a 360° consapevoli del ruolo sociale che, come assicuratori, possiamo avere, offrendo protezione alle persone di fronte ai rischi e alle grandi sfide globali, come il cambiamento climatico. E per farlo, intendiamo agire su due fronti: promuovere una cultura della prevenzione, con un approccio scientifico guidato dai dati, fondamentali per formulare stime e previsioni, e orientato a individuare soluzioni concrete, e diffondere una sempre maggiore consapevolezza condivisa, coinvolgendo tutti gli attori del territorio, su un tema centrale e urgente per il futuro della società”.