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(Adnkronos) - Tre israeliani sono stati uccisi a colpi d'arma da fuoco in un attacco al valico di Allenby, al confine con la Giordania. Lo hanno reso noto fonti del servizio di soccorso, secondo cui le vittime sono tre uomini sulla cinquantina. Secondo le prime informazioni, il terrorista, un camionista proveniente dalla Giordania, ha aperto il fuoco contro i lavoratori del valico. Le forze di sicurezza israeliane hanno riferito di averlo "eliminato". Secondo le Idf, il terrorista ha aperto il fuoco a distanza ravvicinata contro il personale del valico dopo essere sceso dal camion. Ispezioni sono in corso per verificare che a bordo del mezzo non ci siano esplosivi. In seguito all'attentato, le autorità israeliane e giordane hanno annunciato la chiusura del valico di Allenby fino a nuovo ordine. Il valico, noto anche come ponte Re Hussein, è stato chiuso mentre le autorità avviavano le indagini sull'attacco in cui sono stati uccisi tre israeliani. L'Idf sta verificando la possibilità che il camion guidato dall'attentatore fosse imbottito di esplosivo. Lodi all'attentatore arrivano dalla Jihad Islamica palestinese. In una dichiarazione postata su Telegram, il gruppo descrive l'aggressore, arrivato al valico dalla Giordania, come un 'eroe', e definisce l'attacco 'espressione dei sentimenti del popolo giordano e dei popoli arabi e musulmani verso i brutali massacri commessi dal nemico'. "Questo attacco eroico e altri simili sono l'unica risposta che l'amministrazione americana comprende", si legge ancora nella dichiarazione, citata dal 'Times of israel'. "Siamo circondati da un'ideologia assassina guidata dall'asse del male dell'Iran", ha dichiarato in apertura della riunione di gabinetto israeliana il premier Benjamin Netanyahu, che ha fatto le condoglianze alle famiglie dei tre israeliani uccisi. "Negli ultimi giorni, i terroristi hanno ucciso a sangue freddo sei nostri ostaggi e tre agenti di polizia israeliani. Gli assassini non fanno distinzione al nostro interno, vogliono ucciderci tutti, fino all'ultimo - destra e sinistra, laici e religiosi, ebrei e non ebrei". Citando l'articolo della Bild che dava notizia di un documento approvato dal leader di Hamas Yahya Sinwar per sfruttare le tensioni politiche interne in Israele, il primo ministro ha fatto appello all'unità: "Quando siamo uniti i nostri nemici non possono batterci, quindi il loro obiettivo principale è quello di dividerci, di seminare divisione al nostro interno". Hezbollah ha lanciato nelle ultime ore oltre 50 razzi contro Israele in risposta all'uccisione ieri, in un bombardamento nel sud del Libano, di quelli che ha definito tre soccorritori. Lo hanno reso noto le Forze di difesa israeliane (Idf), secondo cui una ventina di razzi, la maggior parte dei quali intercettati, sono stati lanciati nella notte contro la zona di Kiryat Shimona, provocando danni materiali. Altri 30 sono stati lanciati all'alba, finendo in zone disabitate. Il segretario di Stato americano Antony Blinken sarà domani e martedì a Londra per aprire, insieme al collega britannico David Lammy, il Dialogo strategico Usa-Gb e "riaffermare la nostra relazione speciale". Lo ha reso noto il dipartimento di Stato americano, precisando che nel corso della visita Blinken incontrerà "alti funzionari del governo per discutere una serie di questioni cruciali, tra cui il Medio Oriente, i nostri sforzi collettivi per sostenere l'Ucraina, l'Indo-Pacifico e la partnership Aukus". La visita del segretario di Stato precede quella del premier britannico Keir Starmer a Washington, atteso venerdì alla Casa Bianca da Joe Biden.
(Adnkronos) - Un nuovo ponte italiano verso lo spazio. E' l'obiettivo che vuole raggiungere la startup Fast Aerospace, che ha presentato oggi il proprio progetto, HyperDart, a Digithon, la prima maratona digitale italiana, fondata da Francesco Boccia, e in corso a Bisceglie in Puglia. "La nostra start-up si occupa di aviolancio ipersonico, tecnologia ipersonica e droni -racconta ad Adnkronos/Labitalia Alessandro Castelvetri uno dei 5 soci della startup, ingegneri aerospaziali del Politecnico di Milano- e vuole realizzare il prossimo ponte nazionale verso lo spazio, quindi poter lanciare satelliti nello spazio a partire dall'Italia, ad esempio dallo spazio porto di Taranto-Grottaglie poco distante da qua. Il nostro sistema è molto versatile e permette di fare una cosa che nessun altro lanciatore può fare ad oggi", sottolinea. Tecnologia al servizio del futuro. "Il sistema è composto da un drone alato che porta sul dorso un razzo che contiene il satellite. Il veicolo decolla dall'aeroporto e raggiunge una velocità atmosferica 5 volte la velocità del suono, dove il razzo viene sganciato e prosegue verso lo spazio mentre il drone torna alla base di partenza per la prossima missione. Permetterebbe di fare fino a 60 lanci l'anno che è una frequenza mai vista in ambito spaziale", sottolinea. E il prodotto "è estremamente innovativo e va a riempire una grande fetta di mercato che tuttora è scoperta perché ci sono tantissimi fabbricanti di satelliti che si trovano a dover tantissime cose mentre questo sistema permetterebbe un accesso tempestivo allo spazio", ribadisce. E l'obiettivo della presenza a Digithon è la crescita. "Siamo qua a Digithon per vincere il grant che ci servirebbe per acquisire capacità di calcolo per le nostre simulazioni. Abbiamo appena chiuso un round di investimento da parte di Cdp 500.000 euro. Con il grant potremmo acquisire capacità di calcolo attraverso l'acquisto di workstation che ci permetterebbero di fare simulazioni come ad esempio per la fluidodinamica, per la combustione ma anche per la costruzione di algoritmi per la guida autonoma del nostro drone e anche per l'utilizzo dell'intelligenza artificiale", conclude. E il progetto è già al centro dell'attenzione. "Al momento si sono interessate diverse realtà commerciali tra cui ad esempio la divisione spazio di Leonardo e una fabbrica di satelliti situata in provincia di Bari, abbiamo fatto delle lettere di interesse ma stiamo anche aprendo un contatto direttamente con il governo italiano", conclude.
(Adnkronos) - Esperti a confronto a Lecce per svelare i segreti del mondo sommerso. Tre in particolare gli obiettivi della ricerca. "Primo, mappare i fondali marini ancora in larghissima parte sconosciuti: solo il 20% è noto. Secondo, tutelare un ambiente che è fondamentale per la vita sul pianeta. Terzo, ma non certo d’importanza, lavorare sul patrimonio archeologico subacqueo che è enorme". Così Vincenzo Pisani, responsabile coordinamento progetti di ricerca per Fondazione Leonardo Civiltà delle Macchine Ets, spiega all’Adnkronos i temi del workshop di due giorni 'Forma Maris - Sistemi per la conoscenza e la mappatura del mondo subacqueo' (5 e 6 settembre a Lecce e Porto Cesareo), promosso da Università del Salento in collaborazione con Fondazione Leonardo e Marina Militare. Una iniziativa che si inserisce nell’ambito del programma ‘Civiltà del Mare - Il Subacqueo’. “La ricerca sulla dimensione subacquea nasce da una collaborazione con Marina Militare, che ha portato, nel marzo 2023, alla pubblicazione, in collaborazione con esperti e ricercatori della Sapienza e del Cnr, di ‘Civiltà del Mare. Il Subacqueo, nuovo ambiente dell’umanità, il primo rapporto multidisciplinare dedicato alla materia, e nel successivo avvio, a giugno 2023, dell’iniziativa Le Università per il Subacqueo, volta a diffondere e promuovere la cultura del subacqueo mettendo a conoscenza del grande pubblico la ricchezza, in questo campo, delle competenze scientifiche e delle attività di ricerca delle nostre Università. Ad oggi sono oltre 50 gli Atenei italiani che hanno aderito al progetto”. Un impegno che si traduce in seminari, conferenze, workshop, su tutto il territorio nazionale. Obiettivo: "Coinvolgere non solo gli esperti, ma anche i più giovani, per stimolarli a diventare i futuri professionisti di un settore, che richiede competenze altamente specializzate, tra cui, solo per fare alcuni esempi: sommergibilisti, biologi marini, geologi, oceanografi, archeologi subacquei, esperti di diritto del mare". Quello di Lecce, incentrato su archeologia subacquea e profili professionali del settore, è il terzo appuntamento del percorso ‘Le Università per il Subacqueo’. “Un’occasione di confronto e approfondimento sulle principali metodologie e tecnologie innovative necessarie per svolgere attività di ricerca, posizionamento, documentazione e monitoraggio, nonché per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio sommerso culturale e naturale a diverse profondità - spiega Pisani - In un Paese come il nostro, che cela sotto i suoi mari testimonianze di inestimabile valore delle varie civiltà succedutesi nel corso dei secoli, è fondamentale sapere quali soluzioni tecnologiche e metodologie possono facilitare e rendere più ergonomico ed economico il lavoro di archeologi, biologi e altri ricercatori. Ma soprattutto garantire condizioni di sicurezza durante le operazioni subacquee”. Il prossimo appuntamento con ‘Le Università per il Subacqueo’, fa sapere Pisani, è previsto in autunno nel capoluogo lombardo, in collaborazione l’Università degli Studi di Milano - Bicocca. Un territorio immenso ancora da esplorare. “La dimensione subacquea abbraccia un’estensione di 360 milioni di km2, vale a dire oltre due terzi della superficie terrestre, con 1,3 miliardi di km3 d’acqua e una profondità media oceanica di 3800 metri. Paradossalmente, di questa dimensione, a noi molto più prossima rispetto alla volta celeste, sappiamo molto poco. Ad oggi, abbiamo mappato circa il 20% dei fondali marini e il 95% dei Paesi non dispone ancora degli strumenti necessari per mappare i propri territori oceanici - prosegue - Una mappa completa sarebbe fondamentale per analizzare la circolazione oceanica, per contribuire alla previsione degli tsunami, per la sicurezza della navigazione, per monitorare e contenere i rischi idrogeologici sottomarini, per la posa dei cavi e delle condutture: tutti aspetti per i quali è cruciale una approfondita conoscenza della forma del fondale marino”. Molto importante il contributo che le innovazioni tecnologiche possono offrire. “Un prezioso contributo ci arriva dall’utilizzo della fotogrammetria subacquea, nonché dall’integrazione di vari tipi di telecamere e sensori, come sonar e multibeam, installati su droni sottomarini o di superficie telecomandati. Inoltre, il patrimonio subacqueo è attualmente riservato ai professionisti e ai subacquei sportivi: le tecnologie possono invece consentire l’accessibilità ‘ampliata’, la fruizione e la condivisione dei paesaggi sottomarini attraverso modelli 3D e percorsi immersivi o semi-immersivi, restituendo alle comunità un patrimonio ‘invisibile’ ancora privilegio per pochi”, conclude Pisani.