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(Adnkronos) - "Se fosse una situazione all'italiana, sarebbe gestito molto meglio". Questa la sintesi offerta all'Adnkronos da Jean-Pierre Darnis, professore di Storia all'Università Luiss e a Nizza, riguardo alla crisi di governo francese scatenata dalle dimissioni rassegnate ieri dal premier Sebastien Lecornu. Parte del problema è la mancanza dell'abitudine di creare coalizioni, dialogare tra forze politiche o trovare una soluzione di tipo governo tecnico, spiega: "Negli ultimi anni, per superare un blocco, si chiamavano i vari Carlo Azeglio Ciampi, Mario Monti, Mario Draghi a creare un governo di scopo ridotto che permetteva di traghettare l'Italia in contesti anche difficili. Ecco, nessuno di questi ipotesi sta emergendo in Francia. Quindi abbiamo anche un problema di mancata italianizzazione del sistema francese, non il contrario". L'altro livello di paralisi ha a che fare con un "doppio blocco" del sistema presidenziale francese, prosegue Darnis. "C'è un blocco di tipo politico, perché la figura di Emmanuel Macron ormai è logorata", commenta, ricordando che dopo le elezioni parlamentari del 2024 e l'ulteriore frammentazione dell'Assemblea nazionale in tre o quattro macro-blocchi è venuta meno una maggioranza a sostegno del presidente francese, quella che tipicamente emergeva grazie al ricorso a politiche con scrutino maggioritario nel precedente contesto di bipolarismo. "La logica politica di questo nuovo stadio è la resistenza di una parte della destra e una parte della sinistra per evitare l'arrivo al potere del Rassemblement National di Marine Le Pen. Ma Macron non ha voluto, o non ha saputo, o non è stato in grado di interpretare questo risultato politico, e convertirlo in una maggioranza", anche solo per far passare la legge finanziaria, tema su cui è capitolato il governo Bayrou. L'attuale presidente, dunque, "non è mai riuscito o non ha mai voluto allargare la compagine parlamentare di sostegno al centro-sinistra, perché avrebbe rimesso in discussione la politica economica della sua offerta. E quindi lì vediamo un conflitto fra il ruolo esecutivo del presidente, che ha una sua visione politica e ha guidato le politiche del primo mandato, e questa manchevolezza che blocca la sua capacità di essere l'arbitro istituzionale, quello che gestisce le crisi, potendo creare le condizioni di fronte a una maggioranza diversa" e sa mediare tra le parti al fine di mandare avanti il lavoro delle istituzioni. In questo contesto multipolare, evidenzia Darnis, "il presidenzialismo francese si dimostra un regime completamente inadeguato. Possiamo dire che è un peccato che la Francia non si italianizzi, perché il ruolo di un Presidente della Repubblica italiano, che non è per nulla esecutivo, ma che gestisce sempre le crisi con un'equipollenza e un'attenzione molto forte ai partiti, sarebbe veramente auspicabile". Dopo la caduta del fugace governo Lecornu, è probabile che Macron, riacquisita la capacità di sciogliere le camere, indica nuove elezioni politiche per novembre, prevede Darnis. Il presidente ha incaricato il premier uscente di guidare trattative entro mercoledì sera, momento in cui, in mancanza di un accordo, "affronterà le sue responsabilità", stando a quanto hanno detto i suoi consiglieri ai media francesi. "Mi stupirei se trovassero la quadra entro domani sera", rileva l'esperto, sottolineando che nessuno dei governi che si sono susseguiti negli ultimi mesi ha approfittato dell'eventuale "spiraglio" per la creazione di un governo di centrosinistra. Ma difficilmente un rimescolamento dei seggi parlamentari risolverà lo scenario di crisi, aggiunge, ricordando l'assenza di una legge finanziale e la conseguente paralisi degli investimenti. Darnis ricorda che, al netto delle richieste provenienti dall'intero arco politico, la legge francese non richiede o impone in nessuno modo le dimissioni a Macron, il cui mandato scade nel 2027. C'è chi spera che si possa ristabilire il tradizionale calendario elettorale francese in cui le presidenziali precedono le politiche, spiega il professore, ma l'attuale frammentazione dell'Assemblea nazionale potrebbe non essere una situazione passeggera: non è dunque detto che si possa arrivare a definire una maggioranza presidenziale, avverte. "Inoltre, in questa fase, tutti i partiti francesi sono prigionieri dei propri tatticismi per arrivare alle prossime presidenziali", dove i sondaggi prevedono che al ballottaggio arriverà un candidato di Rassemblement National (realisticamente o Marine Le Pen o Jordan Bardella). Il punto è che c'è una "foltissima pattuglia di leader politici che sembrano in grado di raggiungere il 10-15% dei consensi, anche se nessuno di essi esercita una vera egemonia su un partito o un campo politico tale da arrivare al 20%, come fece Macron, e sarebbe sicuro di arrivare al secondo turno". Una decina di candidati in tutto lo spettro politico pensano di avere una probabilità, scommettendo nella creazione di una coalizione anti-Rn. Al netto della possibilità che ciò accada, Darnis descrive lo scenario come "estremamente nocivo" perché ognuno di questi leader limita il proprio operato guardando alle sue chance di superare i concorrenti nella corsa alle elezioni presidenziali e di conseguenza non lavora in funzione dell'interesse nazionale.
(Adnkronos) - C’è una forma di turismo che vuole lasciare un impatto positivo sul territorio, mediante azioni in favore della comunità locale: è il cosiddetto turismo rigenerativo. Se l’ecoturismo cerca forme di viaggio rispettose dell’ecosistema, questo modello va oltre e s’impegna a generare valore, restituendo qualcosa alle comunità coinvolte. La sostenibilità, dunque, si esprime anche a livello sociale, come sa bene il gruppo Adler Spa Resorts & Lodges, che ha aggregato in un unico progetto, 'Adler for Planet', tutte le misure messe in campo per dotarsi di una strategia di sostenibilità ambientale e sociale a tutto tondo; impegno che è valso l’ottenimento della certificazione EarthCheck dopo un percorso complesso che ha visto la costituzione di un green team interno. Un passo pionieristico per una struttura di alto livello, come sottolinea la responsabile del Green Team, Caroline Pescoll: “La presenza di una figura dedicata, come quella che ricopro, non è ancora uno standard nel settore dell’hôtellerie di lusso. In molte realtà, infatti, la sostenibilità viene affrontata come tema trasversale, distribuito tra diversi reparti, ma senza una figura univoca che coordini, monitori e guidi il processo in modo strutturato”. L’obiettivo? “Generare un impatto positivo e duraturo sia all'interno della nostra organizzazione che nel territorio in cui siamo attivi”, spiega. A cominciare dalla cura per il benessere e la formazione costante dei collaboratori con percorsi educativi e iniziative di welfare aziendale. Vengono favoriti, ad esempio, contratti annuali rispetto a quelli stagionali e sono previsti giorni di riposo fissi ogni settimana, insieme a periodi di ferie distribuiti durante l’anno, per assicurare un equilibrato rapporto tra vita privata e lavorativa. Anche sul territorio c’è l’impegno a coinvolgere partner locali, dai produttori agli artigiani, fino alle istituzioni. “Ogni territorio ha una sua unicità, e la nostra missione è valorizzarla con rispetto, sostenendo la crescita culturale, economica e sociale attraverso iniziative concrete, come attività di formazione, occupazione e coinvolgimento attivo degli ospiti. Vogliamo essere motori di sviluppo autentico, capaci di generare benefici duraturi per il territorio e per tutte le persone che lo abitano o lo attraversano”, specifica Caroline Pescoll. Le strutture Adler hanno creato, inoltre, una rete di fornitori a filiera corta, selezionati su standard di qualità ed equità di prodotti, servizi e lavoratori. Ecco allora alcuni dei progetti socioculturali attuati tra Alto Adige, Toscana e Sicilia. L’Adler Spa Resort Sicilia, nella cornice mediterranea di Siculiana, sulla costa agrigentina, restituisce valore alla comunità con iniziative solidali come la 'Cena con il Sorriso'. Nata dall’idea dello chef Giuseppe Schimmenti e dalla Front Office Manager Denise Duraki, il progetto vuole regalare momenti di condivisione e sostegno a persone con fragilità o disabilità, coinvolte nella preparazione e degustazione di una cena gourmet. L’appuntamento a cadenza mensile è coronato dalla realizzazione di un murales condiviso e da iniziative collaterali. Fra queste c’è la raccolta dei tappi in plastica, donati poi ad associazioni operanti sul territorio, allo scopo di acquistare sedie a rotelle. In tema di valorizzazione culturale, il resort propone il tour guidato 'Sicilia a passo lento' che conduce a Racalmuto, la cittadina natale di Leonardo Sciascia. Durante l’escursione gli ospiti vengono condotti alla scoperta dei vicoli di origine araba fra dimore nobiliari, il castello, il teatro e il circolo dei gentiluomini di un tempo, fino alla casa dello scrittore. E come chicca finale c’è il pranzo a casa di due abitanti, che aprono le loro porte per insegnare le ricette tipiche in un clima autentico e conviviale. Molto apprezzato anche dagli ospiti è poi l’impegno del resort contro il triste fenomeno del randagismo, tangibile nella quotidianità del territorio. In particolare, lo staff si è preso cura di alcuni cani di strada mediante assistenza veterinaria, sterilizzazione e microchippatura, consentendone anche l’adozione da parte di ospiti e membri stessi del personale. Oltre a ciò, è stata avviata una collaborazione con Empethy, che si prodiga per la tutela e l’adozione di animali in difficoltà. E immersi nella bellezza di un patrimonio culturale e storico unico al mondo, l’Adler Spa Resort Sicilia ha inoltre deciso di sostenere il Fai - Fondo per l’Ambiente Italiano mediante l'adesione al programma di membership aziendale Corporate Golden Donor. Il Fai, infatti, si occupa di restaurare, proteggere e rendere visibili a tutti i tesori che versano in condizioni di incuria e rovina. Lo scopo è quello di rendere migliore il posto in cui si vive, valorizzandone la bellezza e sensibilizzando al rispetto. Proprio come il gruppo della famiglia Sanoner s’impegna a fare con i suoi progetti di turismo rigenerativo. Quanto all’Adler Spa Resort Thermae, hotel di charme adagiato sui colli della Val d’Orcia tra le sorgenti termali di Bagno Vignoni, tra le varie iniziative, ha collaborato con i comuni nella progettazione e realizzazione di itinerari escursionistici nella natura della Val d’Orcia. Una rete di 450 km di sentieri ciclabili e pedonali, resa accessibile ai visitatori tramite l’app Val d’Orcia Outdoor e una mappa cartacea gratuita disponibile alla reception dell’hotel. Oltre a ciò, il resort si è prodigato nella manutenzione dei tracciati e della segnaletica in collaborazione con gli enti territoriali e la popolazione stessa. A tutto vantaggio degli abitanti, oltre che degli ospiti, l’Adler Spa Resort Thermae organizza ogni anno un evento musicale in vigna presso l’attigua Tenuta Sanoner, in partnership con la rassegna di musica classica 'Paesaggi Musicali Toscani'. In estate, immersa in un paesaggio da sogno, la Tenuta diventa così una suggestiva cornice musicale con artisti rinomati dove gustare le note insieme ai vini biologici prodotti. Infine, sull’Altopiano del Renon, dove si trova l’Adler Lodge Ritten, è stato realizzato uno spazio ludico sul terreno dell’Haus der Familie come impegno sociale all’interno dell’articolato progetto Adler for Planet. Questo piccolo gesto è un dono per l’intera comunità, che può usufruirne liberamente. Spostandosi tra i profili dolomitici dell’Alpe di Siusi, l’Adler Lodge Alpe invita a godersi il paesaggio e a prendere consapevolezza del patrimonio naturale in cui si cammina, grazie alle nuove panchine, realizzate in materiali naturali dall’artigiano locale Egon Trocker e sponsorizzate dalla famiglia Sanoner. A Ortisei, le strutture Adler Spa Resort Dolomiti e Adler Spa Resort Balance collaborano da anni con l’associazione La Locia, un centro diurno dedicato alle persone con disabilità che vengono accolte e responsabilizzate mediante percorsi di lavoro, crescita personale e relazione con la comunità.
(Adnkronos) - La rompighiaccio Laura Bassi, di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - Ogs, è salpata dal porto di Trieste e raggiungerà l’Antartide a dicembre passando per la Nuova Zelanda. La nave parte con un nuovo assetto grazie a un piano di ammodernamento e manutenzione straordinaria, reso possibile dai 4 milioni di euro stanziati dal ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) nell’ambito del Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca. L’arrivo della nave Laura Bassi in Nuova Zelanda è previsto per metà novembre, mentre il rientro a Trieste avverrà nella seconda metà di aprile 2026, al termine di una missione di oltre 190 giorni. “La spedizione della N/R Laura Bassi nell’estate australe 2025-2026 si dividerà in due fasi: la prima, dedicata all’approvvigionamento della base Mario Zucchelli, inizierà a fine novembre - spiega Franco Coren, direttore del Centro Gestione Infrastrutture Navali dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - Faremo poi un convoglio con la nave rompighiaccio del progetto antartico coreano, la Araon. Le due imbarcazioni si alterneranno lungo la rotta per supportarsi reciprocamente nella navigazione, l’appuntamento è all’inizio di dicembre al limite del ghiaccio. Successivamente, rientreremo in Nuova Zelanda per la seconda parte della missione, focalizzata su 5 progetti scientifici, che durerà fino ai primi di marzo”. Quest’anno, oltre alla strumentazione scientifica e ai materiali per la 41esima campagna del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), la nave trasporterà a bordo anche le carote di ghiaccio raccolte nell’ambito dell’iniziativa internazionale Ice Memory, guidata dalla Ice Memory Foundation. Riconosciuta dall’Unesco, l’iniziativa ha tra i suoi fondatori l’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) e l’Università Ca’ Foscari Venezia, oltre ad altre quattro istituzioni europee. A supporto del progetto anche il Programma Nazionale di ricerche in Antartide (Pnra). L’obiettivo è creare un archivio mondiale di campioni da ghiacciai minacciati dal cambiamento climatico, una sorta di banca dati del clima a disposizione delle prossime generazioni di scienziate e scienziati. Il ghiaccio custodisce, infatti, preziose informazioni sull’atmosfera del passato - gas serra, aerosol, polveri e inquinanti - fondamentali per comprendere l’evoluzione del clima e dell’ambiente terrestre. Ad essere trasferite dalla Laura Bassi saranno le carote di ghiaccio estratte nel maggio 2025 sul Grand Combin (Svizzera) e nel 2016 sul Monte Bianco (Francia). I campioni attraverseranno due emisferi con un viaggio di oltre cinquanta giorni da Trieste fino all’Antartide. “Il trasporto dei campioni in Antartide realizza un sogno sul quale abbiamo lavorato per un decennio - ricorda Carlo Barbante, professore all’Università Ca’ Foscari Venezia, cofondatore del progetto Ice Memory e vice-presidente della Ice Memory Foundation - reso possibile dal team scientifico internazionale, dalle istituzioni e dalle organizzazioni che hanno sostenuto questo impegno per le future generazioni”. “Il Cnr-Isp, tra i fondatori di Ice Memory, è orgoglioso di contribuire a questa missione internazionale che salvaguarda gli archivi naturali del clima, un patrimonio prezioso per la comunità scientifica del futuro", dichiara Giuliana Panieri, direttrice dell’Istituto di scienze polari del Cnr. Una volta arrivate in nave presso la base costiera Mario Zucchelli, le carote saranno trasferite in aereo presso la stazione italo-francese Concordia nel plateau antartico. Il volo, della durata di quasi 5 ore, sarà operato in assenza di riscaldamento anche nella carlinga per garantire il mantenimento della temperatura a -20°C, condizione essenziale per preservare l’integrità dei campioni. Giunte a Concordia, le carote verranno alloggiate presso l’Ice Memory Sanctuary, una galleria lunga 35 metri, alta e larga 5. L’ice cave è stata scavata a circa 4 metri di profondità sotto la neve e realizzata senza l’impiego di alcun materiale da costruzione, per assicurare un impatto ambientale minimo. “Le operazioni di trasporto e conservazione vedono coinvolti tutti e tre gli enti attuatori del Pnra. Nello specifico, Enea si occuperà della gestione della catena del freddo e della logistica, coadiuvata a Concordia dall’Istituto polare francese Paul Émile Victor (Ipev) con il quale viene cogestita la Stazione. Uno sforzo logistico importante considerato il contesto ambientale tra i più difficili del pianeta”, spiega Elena Campana, responsabile dell’Unità tecnica Antartide Enea.