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Trump e la confessione sul campo da golf: "Ho ancora un sogno"

(Adnkronos) - Donald Trump ha un sogno. E lo confessa alla nipote Kai durante una giornata dedicata al golf. Kai Trump, 18 anni, è l'astro nascente della famiglia. La teenager condivide con il nonno la passione per il golf, ha 1,3 milioni di follower su YouTube e 2,4 milioni su ...

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Lavoro, Angeleri (Assosoftware): "Fabbrica software volano crescita, possibili 500mila occupati"

(Adnkronos) - Sono quelli che programmano i codici che oggi sono alla base di tantissime nostre azioni quotidiane, dall’usare il pc o il telefonino fino alla lavatrice e altri elettrodomestici. Ma anche usare l’auto, prendere un ascensore e ...

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Il ghiaccio delle Alpi in viaggio verso l'Antartide

(Adnkronos) - La rompighiaccio Laura Bassi, di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - Ogs, è salpata dal porto di Trieste e raggiungerà l’Antartide a dicembre passando per la Nuova Zelanda. La nave parte con un nuovo assetto grazie a un piano di ...

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Trump e la confessione sul campo da golf: "Ho ancora un sogno"

(Adnkronos) - Donald Trump ha un sogno. E lo confessa alla nipote Kai durante una giornata dedicata al golf. Kai Trump, 18 anni, è l'astro nascente della famiglia. La teenager condivide con il nonno la passione per il golf, ha 1,3 milioni di follower su YouTube e 2,4 milioni su Instagram. I suoi contenuti sono griffati dal brand TK che si fa largo online. L'ultimo, in ordine cronologico, è il videoracconto della giornata passata con il nonno sul percorso del Trump National, alle porte di Washington, uno dei circoli di golf che appartengono al presidente. La chiacchierata risale alla fine di agosto o all'inizio di settembre, visto che il presidente fa riferimento agli US Open di tennis in corso a New York. "Hai un ottimo swing", dice Trump elogiando le qualità della nipote. "Il tuo swing è migliore del mio", la risposta, che non convince il presidente: "Non credo proprio...". "E' andata alla grande alla Casa Bianca finora. Ho fermato 7 guerre finora, speriamo di fermare Putin e Zelensky. L'economia sta andando alla grande", dice Trump, che guida il cart tra una buca e l'altra, rispondendo alle domande della ragazza tra un colpo e l'altro. "Non è un colpo da Tiger Woods ma è buono", dice il presidente commentando un approccio al green. Kai Trump nota la presenza di agenti ovunque: "C'è tanta security...", evidenzia. "Ho rischiato grosso", la risposta del presidente in riferimento agli attentati subiti e in particolare a quello andato in scena a luglio 2024 in Pennsylvania. Trump snocciola i nomi dei giocatori preferiti, con menzione speciale per Rory McIlroy, elargisce consigli tecnici alla nipote e risponde alle domande che spaziano tra cibi preferiti e il lavoro di presidente: "Adoro la Casa Bianca, la sto sistemando. Amo ogni evento". Tra una buca e l'altra, il presidente saluta gli altri giocatori: "Le vostre tasse caleranno!". Quindi, la domanda che spiazza il nonno illustre: qual è il sogno di Donald Trump? "Mi fai domande come se fossimo in televisione. Il sogno è diventare presidente. E dopo si sogna di diventare un grande presidente", confessa Trump. "Stai facendo un ottimo lavoro", la replica di Kai.

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Lavoro, Angeleri (Assosoftware): "Fabbrica software volano crescita, possibili 500mila occupati"

(Adnkronos) - Sono quelli che programmano i codici che oggi sono alla base di tantissime nostre azioni quotidiane, dall’usare il pc o il telefonino fino alla lavatrice e altri elettrodomestici. Ma anche usare l’auto, prendere un ascensore e tantissime altre azioni. Sono i programmatori che operano nelle ‘fabbriche dei software’, un comparto che oggi in Italia conta tra le 1.500 e le 2mila aziende, come racconta ad Adnkronos/Labitalia Pierfrancesco Angeleri, presidente di Assosoftware, che aderisce al sistema Confindustriale ed è l’associazione delle aziende che sviluppano e commercializzano prodotti software in Italia, e non solo. “Il software -afferma- oggi è dappertutto, in qualsiasi oggetto che tocchiamo c’è del software, anche nelle macchine, negli elettrodomestici. Praticamente oggi il software è qualcosa che è presente in tutte le componenti della vita delle persone, sia ‘aziendale’ che personale, famigliare. E’ invasivo e pervasivo. La stima sulle aziende che fanno primariamente lo sviluppo del software è tra le 1.500 e le 2mila in Italia. Noi riteniamo -continua- di rappresentare tra il 65 e il 70% del fatturato complessivo, in termini dimensionali, delle aziende che producono software in Italia. E’ un comparto che cresce ogni anno a doppia cifra, ci sono stati anni in cui è cresciuto del 20%, e quindi cresce molto più del Pil italiano”. E la crescita potrebbe essere molto più sostenuta. “Oggi ci lavorano secondo la nostra stima -spiega Angeleri- circa 150mila persone, ma si potrebbe arrivare a 500mila, puntando sul settore come volano di crescita economica, cosa che nessun governo finora ha fatto. La componente più importante in un’azienda di software è la ‘fabbrica’, e con questa intendo persone che sviluppano software, programmano e producono codici. I nostri prodotti sono applicazioni che girano sui computer, su degli apparecchi dedicati. Applicazioni dietro le quali ci sono delle linee di codici e dietro di esse c’è la componente programmazione che è quella più significativa in termini umani e di risorse ed è la ‘fabbrica’ del software. E poi tutto intorno c’è un mondo di persone che progetta il software, lo ‘assiste’, lo vende. Ma tutto ruota intorno alla ‘fabbrica’ che crea l’oggetto, dietro la quale ci sono persone che stanno dietro un computer e producono prodotto intangibile che è il software”, sottolinea Angeleri. Un prodotto, il software, che, secondo Angeleri, potrebbe fare la fortuna del nostro Paese, se solo a livello politico si decidesse di ‘puntare’ su di esso. “La potenzialità inespressa del settore -spiega- è grandissima, finora c’è sempre stata poca attenzione da parte di tutti i governi che si sono succeduti, nel pensare che questo settore potesse essere un volano per la crescita economica del Paese”. Oggi il ‘regno’ dello sviluppo dei codici dei software è l’India. “Lì ci sono più di 5 milioni di programmatori, noi come Paese non siamo mai stati attrattivi per diventare un luogo dove le grandi aziende del software, che non sono purtroppo quelle italiane, decidono di fare delle fabbriche. E questo nonostante Siamo un paese che ha delle eccellenti università, eccellenti università di informatica distribuite sul territorio, e con costi del personale assolutamente competitivi e agevolazioni anche importanti”, avverte. E allora oggi serve “fare diventare questo comparto uno dei cavalli di battaglia per la crescita di questo Paese nei prossimi 5-10 anni. Attiriamo il mondo delle aziende del software a venire a lavorare in Italia, perché in Italia ci sono tutti gli elementi corretti per poter avere successo”, sostiene. Ma per Angeleri serve anche una svolta nella visione delle aziende, pubbliche e private, sull’oggetto software. “Nessuno -spiega- parla di rottamazione del software. Abbiamo un patrimonio applicativo software nelle aziende, nella pubblica amministrazione, molto molto vecchio, molto più vecchio di tutta la tecnologia in termini di tempo. Ancora all'interno delle banche girano codici di programmazione che hanno quarant'anni. I software moderni, oltretutto, sono molto meno energivori, molto più efficienti e quindi oggi la grande battaglia da fare è quella della rottamazione del software”. Nel futuro delle aziende del software made in Italy per Angeleri è centrale l’intelligenza artificiale: “Per noi non costituisce assolutamente una minaccia, anzi, è una grandissima opportunità, perché ci permettere, ci permetterà di programmare molto più rapidamente, di rendere molto prodotti disponibili in tempi di sviluppo accorciati". "Molte delle aziende hanno già rilasciato delle applicazioni che utilizzano l'intelligenza artificiale, che è una grande opportunità per crescere, essere più rapidi, più efficaci, fornire più servizi”, conclude.

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Il ghiaccio delle Alpi in viaggio verso l'Antartide

(Adnkronos) - La rompighiaccio Laura Bassi, di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - Ogs, è salpata dal porto di Trieste e raggiungerà l’Antartide a dicembre passando per la Nuova Zelanda. La nave parte con un nuovo assetto grazie a un piano di ammodernamento e manutenzione straordinaria, reso possibile dai 4 milioni di euro stanziati dal ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) nell’ambito del Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca. L’arrivo della nave Laura Bassi in Nuova Zelanda è previsto per metà novembre, mentre il rientro a Trieste avverrà nella seconda metà di aprile 2026, al termine di una missione di oltre 190 giorni. “La spedizione della N/R Laura Bassi nell’estate australe 2025-2026 si dividerà in due fasi: la prima, dedicata all’approvvigionamento della base Mario Zucchelli, inizierà a fine novembre - spiega Franco Coren, direttore del Centro Gestione Infrastrutture Navali dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - Faremo poi un convoglio con la nave rompighiaccio del progetto antartico coreano, la Araon. Le due imbarcazioni si alterneranno lungo la rotta per supportarsi reciprocamente nella navigazione, l’appuntamento è all’inizio di dicembre al limite del ghiaccio. Successivamente, rientreremo in Nuova Zelanda per la seconda parte della missione, focalizzata su 5 progetti scientifici, che durerà fino ai primi di marzo”. Quest’anno, oltre alla strumentazione scientifica e ai materiali per la 41esima campagna del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), la nave trasporterà a bordo anche le carote di ghiaccio raccolte nell’ambito dell’iniziativa internazionale Ice Memory, guidata dalla Ice Memory Foundation. Riconosciuta dall’Unesco, l’iniziativa ha tra i suoi fondatori l’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) e l’Università Ca’ Foscari Venezia, oltre ad altre quattro istituzioni europee. A supporto del progetto anche il Programma Nazionale di ricerche in Antartide (Pnra). L’obiettivo è creare un archivio mondiale di campioni da ghiacciai minacciati dal cambiamento climatico, una sorta di banca dati del clima a disposizione delle prossime generazioni di scienziate e scienziati. Il ghiaccio custodisce, infatti, preziose informazioni sull’atmosfera del passato - gas serra, aerosol, polveri e inquinanti - fondamentali per comprendere l’evoluzione del clima e dell’ambiente terrestre. Ad essere trasferite dalla Laura Bassi saranno le carote di ghiaccio estratte nel maggio 2025 sul Grand Combin (Svizzera) e nel 2016 sul Monte Bianco (Francia). I campioni attraverseranno due emisferi con un viaggio di oltre cinquanta giorni da Trieste fino all’Antartide. “Il trasporto dei campioni in Antartide realizza un sogno sul quale abbiamo lavorato per un decennio - ricorda Carlo Barbante, professore all’Università Ca’ Foscari Venezia, cofondatore del progetto Ice Memory e vice-presidente della Ice Memory Foundation - reso possibile dal team scientifico internazionale, dalle istituzioni e dalle organizzazioni che hanno sostenuto questo impegno per le future generazioni”. “Il Cnr-Isp, tra i fondatori di Ice Memory, è orgoglioso di contribuire a questa missione internazionale che salvaguarda gli archivi naturali del clima, un patrimonio prezioso per la comunità scientifica del futuro", dichiara Giuliana Panieri, direttrice dell’Istituto di scienze polari del Cnr. Una volta arrivate in nave presso la base costiera Mario Zucchelli, le carote saranno trasferite in aereo presso la stazione italo-francese Concordia nel plateau antartico. Il volo, della durata di quasi 5 ore, sarà operato in assenza di riscaldamento anche nella carlinga per garantire il mantenimento della temperatura a -20°C, condizione essenziale per preservare l’integrità dei campioni. Giunte a Concordia, le carote verranno alloggiate presso l’Ice Memory Sanctuary, una galleria lunga 35 metri, alta e larga 5. L’ice cave è stata scavata a circa 4 metri di profondità sotto la neve e realizzata senza l’impiego di alcun materiale da costruzione, per assicurare un impatto ambientale minimo. “Le operazioni di trasporto e conservazione vedono coinvolti tutti e tre gli enti attuatori del Pnra. Nello specifico, Enea si occuperà della gestione della catena del freddo e della logistica, coadiuvata a Concordia dall’Istituto polare francese Paul Émile Victor (Ipev) con il quale viene cogestita la Stazione. Uno sforzo logistico importante considerato il contesto ambientale tra i più difficili del pianeta”, spiega Elena Campana, responsabile dell’Unità tecnica Antartide Enea.

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