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Trump primo tra i più influenti in Europa: Meloni retrocede, Putin batte Zelensky

(Adnkronos) - Donald Trump è stato scelto da Politico come la figura più influente per l’Europa del 2026, al primo posto di una lista di 28 protagonisti della politica del Vecchio Continente, che l'anno scorso aveva visto al primo posto Giorgia Meloni. Stavolta la ...

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Sostenibilità, Maggi (Tetra Pak): "Entro dicembre in Italia contenitore alimenti con più alto contenuto carta, 1° al mondo"

(Adnkronos) - "Da un punto di vista di packaging material entro la fine del mese di dicembre, e questa è una novità che ho molto piacere di condividere, introdurremo il primo contenitore al mondo con un più alto contenuto ...

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Agricoltura, Mazzù (Co.r.ag.gio): "Rigeneriamo terra pubblica e comunità"

(Adnkronos) - “Siamo una cooperativa agricola che fa rigenerazione ambientale e sociale in una zona semi-urbana di Roma”. Alessia Mazzù, classe ’90 e membro della Cooperativa Agricola Co.r.ag.gio, ha ricevuto il Good Farmer Award per aver trasformato 22 ettari di ...

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Trump primo tra i più influenti in Europa: Meloni retrocede, Putin batte Zelensky

(Adnkronos) - Donald Trump è stato scelto da Politico come la figura più influente per l’Europa del 2026, al primo posto di una lista di 28 protagonisti della politica del Vecchio Continente, che l'anno scorso aveva visto al primo posto Giorgia Meloni. Stavolta la premier italiana si piazza al nono posto, mentre sul podio, ai lati del presidente americano, ci sono la premier danese Mette Frederiksen e il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Seguono Marine Le Pen, Vladimir Putin, Nigel Farage, Ursula von der Leyen e Mark Rutte. Solo quattordicesimo Volodymyr Zelensky, mentre Mario Draghi è 20mo e l'amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel è 25mo. Ultimo in classifica il presidente della Fifa Gianni Infantino. Trump guida la classifica come unico non europeo e Politico sottolinea come le sue azioni abbiano ridefinito la politica del continente, "criticando la correttezza politica e le politiche migratorie europee, avvicinandosi a Putin, mettendo da parte Zelensky e imponendo i dazi". La rivista lo descrive come un partner transatlantico il cui impatto si estende direttamente sulla politica interna ed estera europea: "Se c'è mai stato un momento per fare un'eccezione alla regola di limitarsi agli europei per stilare la classifica, è proprio questo. L'ombra di Trump incombe così pesantemente sulle capitali europee che le sue decisioni, o i suoi sfoghi, hanno ridefinito ogni aspetto, dai bilanci della difesa alla politica commerciale, fino alla politica interna". Giorgia Meloni, al nono posto, viene definita "role model", il modello della destra europea emergente. La premier italiana ha dimostrato che "un leader con radici in un partito neofascista può governare una grande economia dell’Ue senza provocare caos istituzionale". Secondo Politico, la sua moderazione dopo il 2022, con una retorica meno aggressiva su migranti e diritti Lgbtq+ ha rafforzato la sua immagine internazionale e contribuito a rassicurare Bruxelles. Il cosiddetto "effetto Meloni" ha ispirato altri leader populisti in Europa: "Anche a livello internazionale, Meloni rassicura che la destra radicale non intende stravolgere l'ordine mondiale. La sua politica estera si è distinta più per le spettacolari alzate di occhi al cielo che per risultati concreti a favore dell’Italia o dell’Ue, ma ha resistito impulsi a scombussolare Bruxelles e mantenuto una posizione ferma a sostegno dell’Ucraina". Politico giudica Putin (5°) complessivamente più influente negli affari europei rispetto a Zelensky (14°). Il "provocatore" russo "è stato a capo dei disgregatori dell'Europa per oltre un decennio - si legge - e oggi è sottoposto a una pressione inusuale. Tuttavia, le sue incursioni hanno comunque fatto rabbrividire i leader europei, che stanno cercando affannosamente di trovare la loro strada in un mondo in cui potrebbero non poter più contare sull'aiuto di Washington per difendersi. Le preoccupazioni per l'aggressività russa hanno spinto l'Europa a riarmarsi". Il presidente ucraino è invece "il joker nel mazzo", che ormai "può solo sperare che l'anno per lui finisca meglio di come è iniziato", ricordando lo scontro nello Studio Ovale con Trump e Jd Vance dello scorso febbraio. "Lo scandalo interno ha seriamente compromesso la posizione di Zelensky, che ora deve affrontare questa situazione mentre cerca ancora di raggiungere un accordo di pace che non lo consegni direttamente nelle mani di Putin - si legge - Il presidente ucraino si è abituato a giocare in difesa. Avrà bisogno di tutte le sue capacità di adattamento per sopravvivere al prossimo capitolo". L'ex premier ed ex presidente della Bce Draghi viene invece descritto come "l’oracolo" per la sua autorevolezza morale e il peso storico della sua esperienza, in particolare nella gestione della crisi dell’euro e nella promozione di riforme economiche necessarie per aumentare la competitività europea. La sua influenza resta forte anche senza incarichi ufficiali, grazie alle analisi e raccomandazioni sulle strategie economiche dell’Ue. Politico scrive: "L’uomo che, con una sola frase efficace, ha tenuto a galla l’Europa durante la crisi dell’eurozona conosce il potere delle parole e ora le sta usando per tenere i leader dell’Ue allerta. Mentre l’Europa fatica a trovare un equilibrio tra Washington, Pechino e Mosca, i suoi interventi hanno assunto il peso di un giudizio morale". Il "Napoleone del banking" Orcel viene presentato come una figura che nell'ultimo anno "ha terrorizzato i politici a Berlino e Roma, ricordando all'Europa che ancora non possiede un vero mercato unico". Per questo e i suoi tentativi di creare "ciò che Bruxelles ha a lungo predicato ma mai reso possibile" - "costruire una vera banca paneuropea" tramite l'acquisizione di partecipazioni in concorrenti come la tedesca Commerzbank e l'italiana Banco Bpm - Orcel è stato incluso da Politico nella categoria dei "disgregatori" al pari di Merz, Le Pen, Putin, Farage e Meloni. Infantino, svizzero di origine italiana, infine, viene definito "il giocatore più prezioso" (Mvp) per la sua capacità di mediare tra leader politici e sportivi, su tutte la gestione delicata dei Mondiali 2026 co-organizzati da Trump. "Dimenticate i conservatori convinti come Viktor Orbán in Ungheria o le figure dell’establishment come Mark Rutte della Nato: il più grande sostenitore europeo di Trump è un burocrate calvo e pomposo proveniente dalla Svizzera. Ai leader europei che faticano a gestire il ritorno di Trump, Infantino ha offerto una 'masterclass', seppur poco edificante, su come sopravvivere al presidente degli Stati Uniti - scrive Politico - L’adulazione, la visibilità e il ricorso all’amore di Trump per lo spettacolo possono dare risultati: un modello inaspettato per trattare con un presidente che premia la lealtà più della politica".

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Sostenibilità, Maggi (Tetra Pak): "Entro dicembre in Italia contenitore alimenti con più alto contenuto carta, 1° al mondo"

(Adnkronos) - "Da un punto di vista di packaging material entro la fine del mese di dicembre, e questa è una novità che ho molto piacere di condividere, introdurremo il primo contenitore al mondo con un più alto contenuto di carta rispetto a quelli che sono già in commercio ed è un risultato molto molto importante perché in questo caso noi abbiamo aumentato a circa il 90% il contenuto di carta, quindi di materiale rinnovabile nel contenitore, riducendo conseguentemente l'ammontare di materiale non rinnovabile dello stesso. E lo abbiamo fatto sostituendo quel sottile strato di alluminio con un altro strato protettivo, però a base carta. Innovazione che verrà introdotta a breve in Italia sotto forma di validazione tecnologica e poi successivamente nel resto del mondo". E' quanto annuncia, in un'ampia intervista ad Adnkronos/Labitalia, Paolo Maggi, presidente e managing director Tetra Pak South Europe, azienda leader nella produzione di sistemi integrati per il trattamento e il confezionamento di alimenti e cibi, con i 'contenitori' che accompagnano da 60 anni la crescita dell'agroalimentare made in Italy. Presidente Maggi, come nasce la vostra presenza in Italia? "Tetra Pak è un'azienda internazionale, globale, che si occupa di trasformazione e confezionamento di cibi, nata 74 anni fa, infatti il prossimo anno festeggeremo i nostri 75 anni. Nello specifico in Italia siamo presenti da sessant'anni, abbiamo festeggiato quest’anno il sessantesimo. Siamo la prima azienda Tetra Pak fuori dalla Svezia. Siamo presenti con cinque sedi: Monza, Sezzadio, Ambivere, Modena e Rubiera, dove abbiamo la sede principale che è composta dalla fabbrica dove si produce il packaging material, quindi i contenitori, e dall'ufficio vendite dove ci sono tutte le altre aree funzionali a supporto di quella commerciale. In Italia forniamo una clientela ampia, che ormai collabora con noi da più di quarant'anni. Alcuni dei marchi più riconosciuti ambito latte e in ambito succhi di frutta hanno letteralmente iniziato la loro produzione con noi e rappresentiamo ormai un riferimento abbastanza importante in quella che è la filiera agroalimentare italiana di cui ci sentiamo parte", sottolinea. "Tetra Pak è un'azienda che oggi dà lavoro a circa 24.000 dipendenti a livello mondiale, una fatturazione di circa 13 miliardi di euro l'anno. Nello specifico la South Europe, che è l’area della quale mi occupo, si estende 5 Paesi: l'Italia, la Grecia, Cipro, Israele e Malta", sottolinea. Maggi ricorda che Tetra Pak è "nata sulla base di un'idea molto innovativa che ha portato poi all'introduzione sul mercato di questa tecnologia rivoluzionaria, ai tempi, che consente il confezionamento, in un ambiente asettico totalmente sterile, dei cibi. E con il tempo si è estesa livello geografico coprendo oggi circa 160 Paesi e confezionando annualmente circa 180 miliardi di contenitori". Ma Maggi sottolinea che oggi l'azienda fa molto di più. "Pur essendo riconosciuta a livello globale per i nostri contenitori in cartone, la Tetra Pak fa molto di più. Ci occupiamo anche della trasformazione del processo dei cibi, inizialmente liquidi, ora anche solidi. Siamo un'azienda che fornisce delle soluzioni integrate", sottolinea. "Siamo in grado oggi -spiega- di raccogliere il latte dai conferenti, trasformarlo, confezionarlo e distribuirlo presso i retailers, la grande distribuzione, e questo processo integrato possiamo farlo non soltanto per il latte, che è una delle categorie merceologiche per la quale siamo riconosciuti forse di più globalmente, ma anche con altre categorie che si sono sviluppate negli anni, quindi con i succhi di frutta, con il pomodoro piuttosto che con il vino e le bevande vegetali. E non ultimo abbiamo cominciato a confezionare anche cibi solidi come ad esempio la passata di pomodoro, i pomodori stessi, i vegetali, i legumi e così via", spiega. Che anno è stato per la vostra azienda il 2025? "Il 2025 sta ormai volgendo al termine e per noi in Tetra Pak è stato un anno abbastanza impegnativo. Abbiamo infatti dovuto far fronte a delle dinamiche, a dei trend non necessariamente positivi, anzi direi abbastanza negativi, primo fra tutti quello dei consumi. Ovviamente infatti nella nostra posizione lungo la filiera agroalimentare risentiamo molto di quelli che sono i trend al ribasso dei consumi, ad esempio del latte e soprattutto dei succhi di frutta che nel 2025 hanno subito un calo oserei dire drammatico, soprattutto nei mesi estivi". "E' chiaro ci sono anche delle altre dinamiche che sono legate ad esempio alla capacità del consumatore di acquistare beni di prima necessità. Abbiamo notato infatti una diminuzione della frequenza ed anche della riduzione del volume e del valore del carrello della spesa. Queste sono tutte dinamiche ovviamente che vanno ad impattare sul business di aziende come la nostra". "E poi non ultimi anche dei cambi demografici abbastanza importanti in alcuni gruppi di consumatori che ovviamente consumano prodotti che per noi rappresentano un po' il core business, come ad esempio i succhi di frutta". Quali le previsioni per il 2026? "Per quanto riguarda il 2026, sfortunatamente dal punto di vista del mercato vediamo le stesse dinamiche ripetersi, quindi pensiamo che continuerà ad esserci un calo dei consumi in quelle che sono diciamo le categorie un pochino più in consolidamento e come ad esempio il latte, i succhi e i nettari. E ce ne sono alcune che sono un pochino in recupero. Ma ovviamente dovremo accelerare quelle che sono le nostre opportunità di sviluppo di nuovo business e dovremmo farlo in collaborazione con i nostri clienti, ma anche andando alla ricerca di nuovi prospetti e di nuove opportunità". Quali le altre innovazioni che avete messo in campo nel 2025? "Abbiamo continuato a supportare i nostri clienti con quelli che sono le nostre priorità. Su tutti i cartoni per bevande Tetra Pak, sul nostro logo dichiariamo che proteggiamo la bontà, cioè tutto ciò che è buono. E non ci riferiamo solamente al contenuto, quindi al prodotto, ma ovviamente anche al consumatore che lo utilizza, così come l'ambiente circostante, perché investiamo tantissimo in sostenibilità. E quindi anche quest’anno abbiamo continuato a supportare i nostri clienti anche da un punto di vista di qualità, di riduzione dei costi operativi. Lo abbiamo fatto attraverso l'introduzione di soluzioni innovative, da un punto di vista di macchine confezionatrici e da un punto di vista di contenitori. Le macchine confezionatrici che abbiamo introdotto negli ultimi 12 mesi ci consentono di poter proporre ai nostri clienti delle soluzioni a più basso consumo energetico e con una maggiore semplicità di manutenzione, quindi hanno un impatto diretto su quelli che sono i costi operativi". Come pensate di aggredire nuovi mercati? "Per noi il 2026 sarà l'anno del consolidamento e dell'innovazione che abbiamo introdotto nel 2025, non soltanto dal punto di vista del packaging, ma anche dal punto di vista del processing, quindi della trasformazione del prodotto. Molti dei nostri consumatori di bevande in cartone non sanno che, ad esempio, noi collaboriamo con i più grandi marchi italiani ma anche internazionali che operano su questo mercato, da un punto di vista dello sviluppo di soluzioni per processare i prodotti. Noi siamo in grado, ad esempio, di supportare i nostri clienti con delle soluzioni di spray dryer per polverizzare il latte ed estrarre le proteine, le proteine animali, in esso contenute. Questo è un trend in grande crescita proprio per la richiesta crescente di prodotti a base a base proteica e abbiamo collaborato nel 2025 con due grandi aziende nel settore. Il 2026 ci consentirà di continuare questo trend, però portandolo in aree che non erano mai state prese in considerazione precedentemente. Perché questa nostra tecnologia è sempre stata applicata a prodotti liquidi ma nel 2026 riusciremo ad introdurre attraverso la collaborazione con uno dei nostri clienti una soluzione che andrà a polverizzare, quindi estrarre con questa tecnologia, delle proteine, ad esempio, da pelle e cotenne di animali, bovini e suini. E' un'applicazione estremamente innovativa e unica nel settore, per la prima volta, appunto, messa in pratica in Italia dal nostro team di processo che consentirà al cliente di trasformare lo scarto, le pelli dei suini e dei bovini che sarebbero stati venduti ad un basso valore, in prodotti rilavorati di altissimo valore che possono essere reintrodotti nella catena produttiva dei clienti stessi, oppure venduti come appunto ingredienti per migliorare le performance di altri prodotti alimentari. Lo consideriamo un passo avanti innovativo e non soltanto da un punto di vista Tetra Pak, ma anche da un punto di vista dei nostri clienti, perché ovviamente andrà ad aprire delle opportunità nuove all'interno di un settore nel quale noi siamo appena entrati". Per voi la sostenibilità è centrale. Come continuare a migliorare da questo punto di vista? "Crediamo fermamente che la definizione di sostenibilità non possa essere limitata solo ed esclusivamente a quella ambientale, per la quale Tetra Pak è sempre stata precursore. La nostra azienda infatti ha praticamente pubblicato il primo rapporto di sostenibilità nel 1999, quando i rapporti di sostenibilità ancora non esistevano e lo ha fatto in totale indipendenza ed autonomia. E’ stato un atto assolutamente volontario e quindi per noi la sostenibilità ambientale è sicuramente molto molto importante, lo dimostra il fatto che continuiamo ad investire circa 100 milioni di euro l'anno globalmente per sviluppare le soluzioni di processo e di packaging. E arrivare a un 90% di contenuto di materiali rinnovabili è la nostra ambizione assoluta. Ma crediamo molto che la sostenibilità abbia anche degli altri, debba avere anche degli altri aspetti. L'aspetto ad esempio economico è importante nell'ideare, nel disegnare, nello sviluppare soluzioni di processo e di packaging e di confezionamento. Al momento noi ci poniamo l'obiettivo di introdurre delle soluzioni che vadano incontro a quelle che sono le esigenze sempre più chiare dei nostri clienti e della filiera agroalimentare. Un risparmio economico quindi, e poi deve essere sostenibile anche da un punto di vista ovviamente del consumatore che è l'utente finale. Quindi ogni anno, in aggiunta ai 100 milioni di euro che noi investiamo in sostenibilità, ne investiamo 40 per andare a migliorare quelle che sono le nostre capacità di raccolta, selezione e riciclo, ad esempio dei contenitori, perché vogliamo che i consumatori sappiano che un cartone Tetra Pak innanzitutto è riciclabile ed è riciclato nei Paesi in cui viene commercializzato. E soprattutto siano al corrente, siano consapevoli del fatto che una volta riciclato acquista una nuova vita. Noi andiamo a creare dei nuovi prodotti e base carta che possono essere dei fazzoletti, tovaglioli piuttosto che quaderni eccetera. Ed ultimamente abbiamo trovato una seconda vita anche per il 20% di materiale che proviene da risorse non rinnovabili, una combinazione di polimeri e alluminio che ora viene utilizzata per creare ad esempio delle nuove strutture come ad esempio mobili o recentemente è stato addirittura utilizzato per creare il cruscotto della grande Panda. Ci dà anche grande orgoglio il fatto che sia stato validato e convalidato dall'industria automobilistica come materiale di prima scelta per l'assemblaggio di automobili. E quindi ci piace pensare a questo concetto di sostenibilità a 360°". Secondo lei la sostenibilità, la tecnologia e il valore aggiunto possono essere la strada per le imprese del made in Italy per ovviare alle problematiche derivanti da guerre, da instabilità economica, come ad esempio i dazi? "Si, assolutamente, abbiamo avuto riprova di questo durante, ad esempio, la pandemia. In quel periodo i nostri clienti e la filiera agroalimentare in Italia hanno sfruttato quelle che sono le caratteristiche intrinseche della nostra tecnologia per raggiungere un livello più alto di resilienza, e a raggiungere ad esempio dei consumatori che non avevano accesso ai prodotti, proponendo uno stoccaggio ovviamente più duraturo, e facilitando quindi l’accesso al cibo". "È un parallelo secondo me abbastanza calzante, perché è chiaro che è importante oggi per i nostri clienti sottolineare il valore della produzione del made in Italy. E un modo per farlo è quello di riuscire a raggiungere non soltanto i consumatori italiani, ma quelli europei e anche quelli al di fuori del confine europeo, nel modo più sicuro da un punto di vista di food safety e di qualità. Ma anche da un punto di vista economico e conseguentemente sostenibile, Per il 2026 continuiamo a vedere anche delle altre opportunità per la crescita di alcuni clienti molto forti da un punto di vista dell'export che noi supportiamo ad esempio con una soluzione di package sempre a base carta che si chiama Tetra Recart in fortissima crescita negli ultimi anni. È una delle soluzioni di cui andiamo più orgogliosi perché oltre ad essere estremamente innovativa da un punto di vista della del processo del confezionamento del cibo, è una soluzione molto sostenibile di cui l'industria in questo settore aveva assolutamente bisogno e i nostri clienti la stanno utilizzando non soltanto per far fronte a quelli che sono i consumi locali ma soprattutto per quelli che sono i consumi che avvengono al di fuori dei nostri, dei nostri confini. L'Italia, infatti, nei settori ad esempio del pomodoro e dei legumi e dei vegetali, esporta circa l’80% dei prodotti che vengono coltivati e quindi ci sentiamo ancora più partecipi, ancora più parte fondamentale di questa filiera agroalimentare che prima magari ci vedeva limitati soltanto ad alcune categorie e ad oggi si sta espandendo ulteriormente", conclude. (di Fabio Paluccio)

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Agricoltura, Mazzù (Co.r.ag.gio): "Rigeneriamo terra pubblica e comunità"

(Adnkronos) - “Siamo una cooperativa agricola che fa rigenerazione ambientale e sociale in una zona semi-urbana di Roma”. Alessia Mazzù, classe ’90 e membro della Cooperativa Agricola Co.r.ag.gio, ha ricevuto il Good Farmer Award per aver trasformato 22 ettari di terra pubblica abbandonata in un laboratorio di agricoltura rigenerativa e inclusione. “Usiamo l’agricoltura per parlare di giustizia sociale, per fare formazione, produzione, sperimentazione e inclusione sociolavorativa”, ha spiegato. Il premio sarà investito in un intervento strategico: “Raccoglieremo le acque meteoriche: in tempi di cambiamento climatico l’acqua è una risorsa preziosa che non può essere sprecata”. Sulla sostenibilità nel settore primario, Mazzù è netta: “Si può fare, anche se non è semplice. Serve una rivoluzione culturale: l’agricoltura rigenerativa richiede fiducia nel fatto che, nel lungo periodo, porta benefici a noi agricoltori e all’ambiente”.

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