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(Adnkronos) - Adesivi a sfondo rosso con scritti nomi di vittime a Gaza, con tanto di età, sono apparsi a Roma accanto ad alcune delle pietre d'inciampo che ricordano gli ebrei morti nei campi di concentramento. In particolare, gli adesivi sono comparsi a Trastevere, in via Natale del Grande e a piazza san Cosimato - dove già sono stati rimossi -, oltre che a piazza Bologna. A rivendicare l'azione, con una nota inviata all'Adnkronos, il collettivo 'Frà Tau', che, come spiega, porta nel nome "il segno francescano del Tau". L'azione del collettivo, intrapresa proprio nel giorno in cui si festeggia San Francesco "nasce da un’urgenza - chiarisce la nota - Un’urgenza artistica, politica e culturale che prende forma in un nuovo movimento capace di denunciare senza gridare, di scuotere senza ferire, di farsi vedere e ascoltare senza arrecare danno alla comunità civile. È una scelta etica e poetica allo stesso tempo: usare l’arte come strumento di guerriglia simbolica, come gesto radicale ma sostenibile, come linguaggio capace di generare consapevolezza. Con 'Caduta della Memoria', il nostro collettivo porta l’azione nello spazio urbano di Roma, città che ospita circa 400 Stolpersteine, gli inciampi della memoria: piccole pietre d’ottone incastonate nell’asfalto, che ricordano le vite spezzate dalla violenza dei regimi totalitari". "Abbiamo scelto di uscire pubblicamente il 4 ottobre, giorno di San Francesco. - spiega ancora il collettivo - Una data che per noi porta un doppio significato: memoria di un uomo che seppe attraversare i confini, incontrare il diverso, cercare dialogo anche con chi era considerato nemico. Francesco e il Sultano: un incontro impossibile che diventa simbolo di coraggio e di apertura. Oggi, in un tempo in cui ancora barche attraversano il Mediterraneo, in cui carovane e flottiglie sfidano i muri e i confini per portare giustizia e libertà, quell’immagine diventa eco e specchio. Con questa azione vogliamo lanciare un appello: che la memoria non si riduca a rituale sterile. Ogni vita è degna di memoria, e ogni memoria ci restituisce la dignità di una vita. Senza questa consapevolezza, - conclude il collettivo - la storia cade. E con essa, cade anche la nostra umanità".
(Adnkronos) - Donne e uomini presentano notevoli differenze nell’uso del tempo. Nel nostro Paese, a prestare assistenza e cura non retribuita ad un familiare, amico o conoscente è circa il 24% della popolazione di 15 anni e più. In questa quota le donne caregiver sono il 10% in più degli uomini, valore più alto, insieme a Polonia e Slovenia, tra tutti i paesi europei considerati. Tale percentuale si amplia quando l’onere della cura supera le 10 ore settimanali ed arriva al 42% circa (contro la media europea del 28% circa). Emerge dal Rapporto nazionale sul Round 11 realizzato dall’Inapp. Il carico di cura per le donne cresce progressivamente con l’età: si passa dalla generazione sandwich over 40, che gestisce simultaneamente bambini ed anziani, alla fascia di passaggio tra la terza e la quarta età (tra i 60 e i 74 anni, ove gli uomini caregiver sono circa il 18% e le donne caregiver il 38%).
(Adnkronos) - Per la tutela dei beni culturali "l'architettura e l'ingegneria devono sperimentare". Lo ha detto Marco Lombardi, l'amministratore delegato di Proger, prima società indipendente “no captive” di Engineering & Management in Italia, durante l'evento 'Strategia di adattamento per un cambiamento climatico che non aspetta: ingegneria per i territori e per i patrimoni culturali' organizzato in collaborazione con il Soft Power Club e sostenuto da Proger, in corso alla Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. “La biennale di architettura è un laboratorio, un grande esempio di sperimentazione. Così come uno dei più audaci casi di innovazione ingegneristica sarà proprio il Ponte sullo Stretto di Messina, di cui Proger è uno dei progettisti. Messina sarà il primo ponte sospeso a campata unica più lunga di tutto il mondo - ha aggiunto Lombardi -. L'ingegneria deve portare la cultura del fare. Come dice il direttore di Biennale Carlo Ratti, proprio perché un’opera non è stata ancora fatta, per questo ci interessa. Perché ci interessa quella parte di mondo che va verso il progresso”.