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(Adnkronos) - Terza giornata a Firenze della 7ª edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile, che ha visto tornare, come da tradizione, gli Ambasciatori di Economia Civile. Nel corso della manifestazione, ospitata nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, sono state valorizzate le buone pratiche di imprenditori, startupper e amministratori locali. Il Premio Prepararsi al Futuro, dedicato a giovani startup e gruppi di aspiranti imprenditori, ha premiato progetti che mettono al centro sostenibilità, economia civile e attenzione alla comunità. La vittoria è andata a NeoEAST, start-up della Spezia attiva nella blue economy e nel turismo nautico, con l’obiettivo di ridurre l’impatto umano su costa e mare. «La nostra missione? Creare progetti rispettosi dell’ambiente marino», ha spiegato il rappresentante, sottolineando l’attenzione a pratiche sostenibili. Tra le altre startup in gara, ACT ha mostrato come il turismo possa essere inclusivo per famiglie con persone con disabilità, personalizzando pacchetti e mappando l’accessibilità di strutture e servizi locali. «Così ciascuna realtà contribuisce concretamente all’inclusione sociale», ha dichiarato un portavoce. Vigila ha presentato la sua piattaforma digitale per connettere famiglie e caregiver, offrendo supporto agli anziani e rafforzando il welfare di quartiere: «La missione di Vigila è creare un ponte tra le generazioni», hanno spiegato. Community Hackers Italia ha illustrato come la propria piattaforma favorisca collaborazione tra professionisti e comunità per stimolare innovazione sociale e sviluppo di un’economia rigenerativa. Infine, Billd, green fintech, ha mostrato come digitalizzare gli scontrini fiscali con un impatto positivo sull’ambiente, piantando un albero ogni 200 transazioni. Tra i commenti del Festival, Ferrarini ha sottolineato che «si può nascere imprenditori, ma certamente ci si può anche diventare», mentre Rossi ha ricordato che «la resilienza è intrinseca alla cooperazione, con una rilevante funzione sociale». Poligioni ha aggiunto che venti proposte concrete, sviluppate con il supporto di Federcasse e cooperative, hanno permesso di elaborare progetti innovativi. Andrea Pontarelli, DS dell’ITA Garibaldi di Roma, ha concluso: «I ragazzi confermano la scuola come ponte tra sapere e territorio, generando idee concrete per affrontare le sfide del futuro».
(Adnkronos) - E’ la selvaggina, piatto da sempre sulle tavole degli italiani ma in maniera misurata o ‘locale’, la nuova tendenza gastronomica del momento. Veramente bio (gli animali selvatici sono liberi in natura) ed ecosostenibile, la carne del bosco è sempre più richiesta dai consumatori e ristoratori, domanda che valorizza oggi piatti da sempre nella cultura gastronomica nostrana, ma poco 'nobilitati', o instagrammabili che dir si voglia. Il consumo di questo tipo di carne è prevalentemente al ristorante. E i super-chef, a iniziare dal tri-stellato Massimo Bottura, famoso il suo piatto 'Camouflage, una lepre nel bosco', a Enrico Crippa, tre stelle anch'egli del ristorante Piazza Duomo di Alba, che predilige la pernice, a chef Mauro Uliassi, titolare dell'omonimo tre stelle a Senigallia, con proposte di capriolo, quaglia e colombaccio, a molti altri, la stanno introducendo, anche se solo stagionalmente, nelle loro proposte. Chi invece ha abbracciato in toto questo tipo di cucina è il ristorante Grow di Albiate (MB) dei fratelli Matteo e Riccardo Vergine, stellato Michelin, che invece, unico in Italia, serve solo carne del bosco, tutto l'anno, a prescindere dalla stagione. Cervo, cinghiale, capriolo, daino, lepre ma anche volatili “per noi sono le carni del bosco, libere in natura e per ciò in assoluto le più biologiche”, spiega Matteo Vergine, 28 anni, che insieme al fratello Riccardo (31 anni) è titolare del Grow di Albiate (MB), ristorante rivelazione di quest’anno che a meno di due anni dall’apertura ha già ottenuto la stella Michelin, peculiare in Italia perché unico a proporre un menù a base di selvaggina tutto l’anno. "Una carne - sottolinea - che è dieci, anche venti, volte meno grassa delle altre. Ad esempio un bovino d’allevamento detiene, in media, almeno 16 grammi su 100 di grassi (ma questo valore può anche essere più alto) mentre il capriolo o il daino, a parità di apporto proteico, ne hanno soltanto 1 grammo o poco più”. “Si aggiunga a ciò che la carne del bosco - aggiunge Riccardo Vergine, maître e sommelier di Grow - considerata la vita in libertà dell’animale che si ciba di quanto trova in natura e nulla più è più ricca di proteine, omega3 e ferro e povera invece di colesterolo. Ed è saporita e tenera e facile da cucinare. Noi peraltro la proponiamo con una cottura alla brace di legna, in perfetto stile ‘trappeur’ per esaltarne il gusto". E mentre i nutrizionisti ricordano inoltre quanto benefica sia per l'uomo la carne di selvaggina, che è anche particolarmente ricca di ferro e zinco, importante per il sistema immunitario e la salute della pelle, il suo essere davvero ecosostenibile la rende sempre più richiesta e apprezzata dagli amanti della filosofia 'green-cusine'. La carne del bosco si contraddistingue nettamente da quella da allevamento per il suo impatto ambientale praticamente nullo e inoltre gli animali selvatici che vivono in libertà si nutrono di ciò che offre la natura e non richiedono interventi umani per la loro crescita.
(Adnkronos) - Moka e tazzina, espresso al bar, cialde o capsule a casa, caffè freddo in lattina. Il caffè è un rito quotidiano per gli italiani. E ogni 1 ottobre, viene celebrato con la Giornata Internazionale del Caffè, lanciata per la prima volta nel 2015 in occasione di Expo Milano. Accanto alla varietà di modalità di consumo, altrettanto numerose sono le forme di confezionamento. Con l’alluminio che gioca un ruolo da protagonista: dalle capsule monodose alle lattine ready-to-drink, fino ai sottili foglietti che sigillano il caffè macinato. Ed è proprio qui che entra in gioco Cial - Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio, impegnato ogni giorno a promuovere e rendere possibile il riciclo di questi imballaggi. Cial è, infatti, partner dal 2011 del progetto 'Da Chicco a Chicco' promosso da Nespresso Italiana, nell’ambito del programma 'Nespresso per l’Italia' insieme a Utilitalia e Cic - Consorzio Italiano Compostatori. Grazie a questa collaborazione, i consumatori possono riconsegnare le capsule esauste negli oltre 200 punti di raccolta presenti nelle Boutique Nespresso e nelle isole ecologiche distribuite in diverse località del territorio nazionale. Nel 2025 il progetto 'Da Chicco a Chicco' si è ulteriormente ampliato: a Milano, grazie a un innovativo accordo tra Comune, Cial, Nespresso Italiana e Amsa, è stata avviata la prima sperimentazione in Italia di raccolta domiciliare delle capsule esauste in alluminio, attivabile al momento dell’ordine e senza costi aggiuntivi per i cittadini. Contestualmente, la rete dei punti di raccolta si è estesa anche in Lombardia, con l’apertura di nuove isole ecologiche nelle province di Mantova e Bergamo, e in Valle d’Aosta. Una volta conferite, le capsule vengono trattate presso impianti nazionali, dove l’alluminio viene separato dal caffè: il primo avviato al riciclo nelle fonderie italiane, il secondo trasformato in compost e utilizzato per coltivare riso, poi donato al Banco Alimentare. In oltre 14 anni, il progetto ha permesso di recuperare più di 12mila tonnellate di capsule di alluminio esauste, con oltre 700 tonnellate di alluminio destinate al riciclo e oltre 7mila tonnellate di caffè esausto reimpiegato, per un totale, infine, di 7 milioni di piatti distribuiti tramite il Banco Alimentare a chi ne ha maggiore bisogno. Solo nel 2024 sono state conferite circa 1.910 tonnellate di capsule (+3% rispetto al 2023), con un risparmio energetico pari a 315 tonnellate equivalenti di petrolio e 710mila kg di CO2 evitati. Da sempre Cial affianca alla gestione del riciclo attività di informazione ed educazione ambientale, per aiutare i cittadini a compiere gesti semplici ma fondamentali. Anche nel quotidiano rituale del caffè, infatti, ci sono piccole accortezze che fanno la differenza: seguendo le 5 regole del riciclo ogni lattina o foglietto di alluminio può tornare a nuova vita. Eccole di seguito: non solo lattine, nella raccolta vanno conferite anche tappi, fogli sottili, scatolette e vaschette di alluminio; mai da solo, l’alluminio spesso si conferisce insieme alla plastica o al vetro, a seconda della normativa del Comune; anche sporchi, purché vuoti: non serve lavare a fondo, basta eliminare i residui di caffè; piccoli ma preziosi, capsule, tappi, chiusure e parti minute contano tanto, anche i frammenti vanno raccolti; compatta e appallottola, stacca i tappi, separa l’alluminio da altri materiali e riduci il volume degli imballaggi 'schiacciandoli' per favorire la selezione. “L’alluminio è una risorsa preziosa che accompagna ogni giorno le abitudini degli italiani, anche nella pausa caffè - commenta Stefano Stellini, direttore generale Cial - Grazie a progetti come ‘Da Chicco a Chicco’, lavoriamo per trasformare un gesto quotidiano in un’azione concreta di sostenibilità, dando una seconda vita alle capsule e agli altri imballaggi in alluminio. È importante ricordare che, anche se piccoli, questi oggetti hanno un grande valore nella filiera del riciclo, e ognuno di noi può contribuire con semplici attenzioni e seguendo le regole della raccolta differenziata. L’economia circolare parte proprio dai piccoli gesti di ognuno di noi e Cial è impegnata ogni giorno a informare, sensibilizzare e facilitare scelte responsabili e consapevoli”.