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(Adnkronos) - Una nuova tecnologia per il salto in avanti della Russia nei raid mirati in Ucraina. Nuovi droni russi collegati all'operatore con sottilissimi cavi in fibra ottica sono stati infatti impiegati domenica scorsa per un attacco di precisione per la prima volta contro Kramatorsk, la cittadina della regione di Donetsk a una ventina di chilometri dalla frontiera in cui vivono ancora 100mila persone, dimostrandone la vulnerabilità. Il raid non ha provocato vittime ma ha generato allarme in Ucraina che, su questa particolare tecnologia, gli Fpv in fibra ottica, è indietro rispetto alla Russia, anche se sta recuperando con 35 aziende dedicate alla produzione di queste piattaforme. Le immagini che raggiungono gli operatori del drone - il video è stato pubblicato su un canale Telegram russo con il titolo 'Visione russa del centro di Kramatorsk- sono un flusso continuo e molto chiare. L'aumento del raggio di azione di queste piattaforme estende la profondità della linea del fronte e mette sempre più a rischio i civili. Il raggio di azione di un Fpv (First Person View, per indicare un drone che trasmette immagini all'operatore che lo controlla da remoto) a fibra ottica è ora di quasi 40 chilometri. Le manovre possono essere precise anche in un centro urbano dove invece l'altezza degli edifici ostacola il flusso dei segnali radio. Il drone di domenica ha sorvolato una strada di Kramatorsk per poi svoltare a sinistra e colpire un camion, di quelli usati dai militari ucraini, parcheggiato di fronte a un condominio. Il punto di origine del lancio è stato individuato dagli analisti ucraini a circa 18 chilometri. Se gli attacchi con diversi tipi di droni Fpv fossero intensificati, sarebbe minacciata la logistica civile e militare che potrebbe aprire il campo a una futura offensiva sull'esempio di quella condotta a Dopropillia la scorsa estate. "I droni del nemico possono volare a distanze sempre più grandi. Non esiste più una retrovia fino a una distanza 30 chilometri dal fronte. Gli alti ufficiali devono realizzarlo. Tutti gli insediamenti in questa zona dovrebbero già ora chiudere le strade con reti anti drone", ha scritto l'analista Serhii Sternenko in un post su X: "La situazione non potrà che peggiorare perché la tecnologia non rimane ferma". Il congelamento di fatto della linea del fronte e la non superiorità aerea della Russia avevano garantito all'Ucraina un certo grado di sicurezza in una zona di una ventina di chilometri dal fronte. Ma i droni di nuova generazione, che usano sistemi di IA sugli Shahed e i droni a fibra ottica mettono in discussione questo equilibrio delicato. Diversamente dai droni controllati via radio gli Fpv, manovrati dagli operatori attraverso lunghi fili di fibra ottica, sono immuni ai sistemi di disturbo elettronico e agli ostacoli che sul terreno possono oscurare i segnali radio. Anche con una libertà ridotta dalle matasse di fili, costituiscono una minaccia per la loro grande resilienza e il raggio di azione. I russi hanno iniziato a usare i cavi a fibra ottica sugli Fpv nella primavera del 2024 e l'Ucraina poco dopo. Il loro impiego è ora talmente diffuso che i campi un tempo agricoli ora sono coperti da cavi.
(Adnkronos) - Club del Sole, leader italiano dell’hospitality open air, inaugura la prima stagione invernale del Val di Fiemme Easy Camping Village, in programma dal 4 dicembre 2025 al 23 febbraio 2026, segnando l’ingresso ufficiale del Gruppo nel turismo montano e nelle vacanze sulla neve. Questa apertura precede l’attesissimo appuntamento con le Olimpiadi e Paralimpiadi Milano Cortina 2026, evento che vedrà il Trentino-Alto Adige tra i protagonisti. Con il nuovo Villaggio in Val di Fiemme, Club del Sole porta per la prima volta in montagna il proprio modello esclusivo di vacanza: le Full Life Holidays. Non più soltanto camping, non più semplicemente villaggio, e oltre le formule alberghiere tradizionali: un format unico che fonde comfort, libertà e natura in un’esperienza autentica e senza compromessi. Una nuova idea di ospitalità capace di attrarre anche chi, in passato, sceglieva soluzioni hotellerie, trasformando il contatto con l’ambiente naturale in un vero moltiplicatore di benessere. Situato a Bellamonte di Predazzo, nel cuore della Val di Fiemme, il Villaggio accoglie gli ospiti in un contesto autentico e suggestivo. È pensato per sciatori e famiglie, grazie alla vicinanza con le piste da sci di fondo e a un’ampia proposta di servizi. Il Villaggio si arricchisce di nuove Lodge - unità abitative indipendenti di ultima generazione - progettate per l’uso invernale e realizzate con materiali ecologici e sistemi di coibentazione potenziata. Arredate in stile baita, ricreano il calore e l’atmosfera tipica della montagna. Le soluzioni includono innovative configurazioni interne, riscaldamento a pompa di calore e ampie verande arredate, per vivere appieno l’aria fresca delle Dolomiti in tutte le stagioni. A pochi chilometri dalle sedi olimpiche, il Villaggio rappresenta una base ideale per vivere da vicino le competizioni. Tra le location di spicco, il Predazzo Ski Jumping Stadium, che ospiterà le gare di salto con gli sci e combinata nordica, e il Tesero Cross-Country Skiing Stadium, sede delle prove di sci di fondo e biathlon, anche in versione paralimpica. Gli ospiti possono scegliere tra le piste del Latemar Dolomites, i family park dell’Alpe Lusia, i tracciati di fondo del Passo di Lavazé e le discese panoramiche dell’Alpe Cermis, incluse quelle in notturna. L’esperienza si completa con i centri wellness della valle, i mercatini natalizi e i piatti tipici del territorio: dai canederli allo speck, fino allo strudel. Con il Val di Fiemme Easy Camping Village, Club del Sole amplia il proprio format di ospitalità Full Life Holidays, ora anche tra le vette delle Dolomiti. Questa apertura rafforza la strategia di destagionalizzazione, ampliando il portafoglio e le esperienze offerte ai clienti e creando al tempo stesso nuove opportunità di crescita e valorizzazione per il capitale umano del Gruppo.
(Adnkronos) - Nel 2023 la produzione totale di rifiuti urbani è stata di 29,2 milioni di tonnellate, con una produzione pro capite di 496 kg/abitante, attestandosi, per il quarto anno consecutivo, al di sotto di 30 milioni di tonnellate. A fronte di questo dato, la raccolta differenziata ha raggiunto 19,5 milioni di tonnellate, pari al 66,6% del totale, in crescita rispetto al 65,2% del 2022. La sola frazione organica raccolta in modo differenziato ammonta a 5,5 milioni di tonnellate, con una media nazionale pro capite di 126,6 kg/abitante, ma con forti differenze tra le regioni. Un risultato in leggera crescita rispetto all’anno precedente, spinto anche dall’ampliamento della popolazione che partecipa attivamente alla raccolta differenziata di questa frazione. Sono i dati contenuti nel nuovo Rapporto Associativo Cic, presentato all’interno del volume 'Organic Biorecycling - Suoli fertili dalle nostre città', che contiene un quadro aggiornato dello stato del riciclo della frazione organica in Italia (al 2023, secondo dati Ispra). Il sistema impiantistico nazionale conta 363 impianti operativi per il riciclo dei rifiuti organici (in crescita di 7 unità rispetto all’anno precedente), che hanno trattato complessivamente 8,7 milioni di tonnellate di rifiuti a matrice organica, generando circa 2 milioni di tonnellate di compost, valore stabile rispetto all’anno precedente. In parallelo, dagli stessi flussi di rifiuti sono stati prodotti 475 milioni di m3 di biogas, la cui valorizzazione ha portato alla produzione di 470 GWh di energia elettrica e 80 GWh di energia termica, la produzione di 201 milioni di m3 di biometano, destinato principalmente ai trasporti e all’autotrazione, e oltre 160 milioni di m3 di anidride carbonica, parte della quale trattata e commercializzata come gas tecnico, anche all’interno dell’industria alimentare. Forte di un’esperienza venticinquennale nello svolgimento di indagini merceologiche volte a individuare le impurità presenti nei rifiuti organici, il Cic ha messo a punto anche un vademecum, sotto forma di lista positiva di scarti organici, destinato ai cittadini, per una corretta raccolta differenziata della frazione umida. Le quasi 1600 indagini merceologiche effettuate nel 2023, a cui corrispondono altrettanti comuni/gestori, hanno permesso di stimare una purezza merceologica media a livello italiano del 93,6%, a cui corrisponde quindi un valore di Materiale non Compatibile (Mnc) pari al 6,4% del materiale conferito (con previsioni del 6,6% nel 2024). Questo dato conferma il progressivo peggioramento della qualità merceologica rilevato dal 2019 - in cui il valore medio era vicino al 95% - con un trend che nel 2023 mostra 1 campione su 6 incapace di raggiungere il 90% di purezza merceologica. "L’aumento della quantità e della qualità della raccolta dell’umido rappresentano quindi oggi una leva decisiva per raggiungere l’obiettivo europeo del 65% di riciclaggio dei rifiuti urbani entro il 2035: una sfida ambiziosa che richiede non solo investimenti e innovazione, ma anche linee guida condivise, obiettivi vincolanti e un quadro economico sostenibile", fa notare il Cic che con il nuovo volume vuole richiamare l’attenzione sulla "necessità di introdurre obiettivi specifici e strategici per il riciclo organico, così da riportare al centro della discussione il valore della trasformazione dei rifiuti organici in fertilizzante naturale. Se per biogas e biometano non mancano incentivi e strumenti di sostegno, è soprattutto sulla produzione e valorizzazione del compost che occorre rafforzare le politiche di supporto". La VI edizione del manuale della collana Organic Biorecycling propone quindi una nuova visione che valorizza il legame tra suolo e fertilizzanti organici, estendendo questo modello anche agli spazi verdi urbani attraverso l’innovativa prospettiva dell’Urban Carbon Farming, ovvero l’insieme di pratiche agricole rigenerative applicate in ambito urbano e periurbano, con l’impiego di compost e digestato. Questa strategia consente non solo di migliorare la fertilità dei suoli urbani e il verde pubblico, ma anche di sequestrare carbonio nei terreni delle città, trasformando gli scarti quotidiani in un alleato concreto contro la crisi climatica. Proprio per questo, in occasione della presentazione del volume, il Cic lancia il Manifesto dell’Urban Carbon Farming, chiamando aziende e cittadini a sostenere una visione e un insieme di pratiche concrete che puntano a rendere le città più sostenibili, vivibili e resilienti di fronte ai cambiamenti climatici.