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(Adnkronos) - "Meglio nascere Sinner o Fognini? Sinner è il numero 1 al mondo, quindi firmo se mi dai il foglio. Però Jannik farebbe un pensierino per viverla alla Fognini...". Fabio Fognini si destreggia tra le domande di Francesca Fagnani a Belve, oggi 2 dicembre, nell'ultima puntata della stagione del programma su Raidue. Una parte dell'intervista è legata a Jannik Sinner, attuale numero 2 del mondo. "Cos'ho che Sinner non ha? Ho spontaneità, sono molto spontaneo e vivace. E io dico le cose in faccia e sono diretto. E' difficile fare paragoni, sono caratteri diversi", dice Fognini riferendosi all'altoatesino. Il ligure, 38 anni, ha chiuso la carriera pochi mesi fa. "Seguo tantissimo il tennis, ma non ho più giocato. Ho giocato con i mostri sacri, arrivare al nono posto del ranking è stato il coronamento di un sogno. Chi mi ama, lo fa perché ha avuto l'opportunità di conoscermi. Chi mi odia, dice 'guarda sto cazzone' pensando al campo ma non mi conosce fuori..", dice. Fognini può essere accostato a Mario Balotelli? "Posso capire chi fa questo paragone. Abbiamo entrambi un carattere fumantino e non abbiamo sfruttato in pieno il nostro talento".
(Adnkronos) - Per la prima volta in Italia le tesi dei dottorandi in materie agroalimentari diventano uno strumento operativo per il mercato del lavoro. È quanto prevede il protocollo d’intesa firmato da UniCredit, Università di Bari e Foglie che introduce un sistema permanente di trasferimento della conoscenza dalle aule universitarie alle imprese agricole. L’accordo – formalizzato attraverso una convenzione quadro che disciplina attività di divulgazione, orientamento professionale, produzione multimediale e formazione congiunta – permette di raccogliere, classificare e rendere consultabili i risultati scientifici dei dottorandi in forma utilizzabile da aziende, tecnici, cooperative e operatori di filiera. A questa infrastruttura si affianca un percorso formativo strutturato in collaborazione con UniCredit: a partire da gennaio 2026 saranno attivati moduli dedicati all’accesso al credito per l’impresa agricola, alla gestione del dialogo banca–impresa, alla costruzione del modello economico di una nuova attività, alla redazione del business plan, all’analisi dei fabbisogni finanziari e ai criteri di sostenibilità integrata per le PMI del comparto. I corsi, erogati da specialisti e volontari della banca, saranno rivolti a imprenditori agricoli, giovani tecnici, studenti e professionisti che operano nelle filiere del Sud. L’accordo prevede inoltre seminari tematici, produzioni video girate nei campi sperimentali e nei laboratori universitari, attività di orientamento ai mestieri dell’agroalimentare e la programmazione di Job Day mirati all’incontro tra competenze scientifiche emergenti e imprese che richiedono profili avanzati su suoli, irrigazione, genetica vegetale, agricoltura digitale e riduzione degli input. “La ricerca universitaria contiene soluzioni immediate per molte delle sfide delle nostre filiere: uso efficiente dell’acqua, fertilità del suolo, rese produttive, energia, nuove varietà, adattamento climatico", commenta Ferdinando Natali, regional manager Sud di UniCredit. "Rendere disponibile ai territori questa conoscenza significa rafforzare l’intera catena del valore e offrire ai giovani competenze realmente spendibili. Il nostro contributo si concentra su strumenti concreti: formazione bancaria e manageriale, competenze sul credito, supporto ai modelli di impresa e creazione di collegamenti stabili tra chi fa ricerca e chi produce valore economico. È un elemento di competitività e sviluppo sociale per il Sud”, spiega. Secondo Foglie – Giovani Editori Associati, “portare le tesi fuori dagli atenei significa riconoscere il valore professionale del lavoro dei dottorandi e metterlo al servizio delle imprese. I risultati delle loro ricerche rappresentano un patrimonio che può influenzare scelte agronomiche, investimenti e modelli produttivi. Il nostro compito è tradurre questi contenuti, renderli accessibili e costruire un ponte stabile tra scienza e lavoro". L’iniziativa si configura "come uno dei primi modelli nazionali capaci di trasformare in modo sistemico il sapere accademico agricolo in competenze operative, con ricadute dirette sulla qualità delle produzioni, sull’innovazione delle filiere e sulle opportunità professionali”.
(Adnkronos) - “Crediamo in un’evoluzione della filiera: più sostenibile, più circolare e più biodiversa”. Così Davide Bollati, presidente del Gruppo Davines, ha spiegato le ragioni che hanno portato l’azienda a promuovere il Good Farmer Award, unico premio in Italia dedicato all’agricoltura biologica e rigenerativa under 35. “L’ecosistema delle nostre materie prime è fondamentale - ha affermato - e l’agricoltura rigenerativa permette anche di offrire servizi ambientali come il sequestro del carbonio attraverso pratiche innovative”. Un progetto che, secondo Bollati, unisce dimensioni “micro”, come la qualità delle materie prime, a temi “macro” come la transizione ecologica: “Nel medio-lungo periodo sarà sempre più centrale nelle imprese, spinte anche dalle nuove generazioni di consumatori”. Per il presidente di Davines, la direzione è chiara: “Il futuro deve essere quello di cavalcare un modo di fare impresa più sostenibile. Anche la cosmetica deve far parte di questo mondo”.