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(Adnkronos) - "Nell'ultimo anno abbiamo stretto oltre 150 partnership con startup del gruppo la ragione è che oggi il settore beauty tocca molti nuovi campi come la biotecnologia, la coltivazione sostenibile, la longevità e la diagnostica. Non possiamo assumere personale per tutti questi nuovi settori, quindi ci rivolgiamo a start-up attive in ambiti come salute, benessere e robotica, apportando la nostra competenza e le nostre conoscenze in materia di bellezza, e utilizzando le loro conoscenze in altri campi per creare alcuni dei nuovi servizi che oggi proponiamo. Le start-up sono quindi una parte importante della nostra famiglia. Investiamo, creiamo partnership, acquisiamo. Siamo in grado di realizzare qualsiasi tipo di sinergia e apprezziamo i partner che provengono da altri settori". Ad affermarlo è Guive Balooch, Global Managing Director, Augmented Beauty & Open Innovation di L’Oréal, intervenuto all’Italian Tech Week di Torino. “Abbiamo quindi lanciato diversi nuovi dispositivi sul mercato – aggiunge Balooch – Il primo è l’ asciugacapelli chiamato AirLight Pro. Utilizza la luce infrarossa per asciugare i capelli più velocemente, ma anche per avere un impatto minore sull'ambiente. Quest'anno abbiamo anche lanciato Cell Bio Print, il primo strumento diagnostico biologico al mondo direttamente nel punto vendita, che fornisce la misurazione dei bio marcatori e spiega come essere proattivi nella cura della pelle con ottimi risultati in termini di longevità e prevedendo il futuro della tua pelle. Abbiamo anche lanciato Colorsonic, uno strumento per la colorazione dei capelli che mescola tutto il colore in un pennellino, così non dovrai più farlo con le mani come è stato fatto negli ultimi 50 anni e molti altri, ma questi sono esempi dei nostri prodotti più recenti”.
(Adnkronos) - “La componente femminile, in particolare quando in età da lavoro, rappresenta la principale risorsa strategica per far crescere l’occupazione nel nostro Paese”. Così Natale Forlani, presidente dell’Inapp, ha commentato il Rapporto nazionale sul Round 11 realizzato dall’Istituto. “Molte ricerche in materia - ha spiegato - confermano l’importanza dei servizi di conciliazione tra i carichi lavorativi e quelli familiari, per consentire alle donne di partecipare al mercato del lavoro e per favorire la crescita del comparto dei servizi alle persone, che negli altri Paesi europei attira una quota rilevante di domanda di lavoro qualificato". "E' intenzione del nostro Istituto - ha sottolineato - costruire un modello di valutazione dell’efficacia delle politiche in un’ottica di genere per stimolare gli interventi nell’ambito delle politiche del lavoro, della conciliazione e della formazione, al fine di ridurre i divari esistenti”. “Il tema delle differenze di genere in Italia secondo la ricerca che abbiamo presentato oggi sembra essere meno percepita rispetto ad altri paesi. La spiegazione purtroppo non sta nel fatto che il tema non sia particolarmente esposto, anzi tutti gli indicatori ci dicono che, dal tasso di occupazione delle donne alle condizioni di accesso ai servizi per conciliare il lavoro e la famiglia, le condizioni salariali e di lavoro, la situazione femminile italiana non sia particolarmente felice”. “Questo - spiega - è un tema che dobbiamo affrontare con molta serietà, è necessario evidenziare che, senza la risorsa femminile nel mercato del lavoro e nella partecipazione alla vita della nostra collettività in termini attivi, i nostri problemi tenderanno ad aggravarsi. Ci sono diverse piste da perseguire per uscire da questa situazione. La prima, aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. La seconda comprendere che bisogna modernizzare i servizi alle persone, è una necessità non solo per sgravare i carichi che oggi pesano sulle donne, ma anche perché questi settori saranno importantissimi per reggere l'aumento dell'invecchiamento della popolazione e della non autosufficienza. La terza pista da seguire è fare in modo che la crescita del reddito e la qualità del lavoro delle donne siano adeguati per uscire dalle condizioni di povertà. Queste tre piste devono essere subito affrontate anche a livello politico”.
(Adnkronos) - “Ormai le aziende non possono più non occuparsi di sostenibilità e in particolare quelle energetiche sono chiamate a fare la propria parte. Le foreste sono una parte rilevantissima della vita degli uomini ed è per questo che abbiamo deciso di avviare il progetto #Rigeneraboschi. Abbiamo coinvolto clienti e dipendenti per provare a fare qualcosa di concreto che potesse fornire gli strumenti necessari alla comunità scientifica per identificare parametri o linee guida, che possono poi rendere le nostre foreste più resilienti”. Lo ha detto Federica Petra Colombo, responsabile Relazioni esterne di Sorgenia, all’incontro a Milano con cui l’azienda ha presentato i primi risultati scientifici del progetto per la tutela del patrimonio forestale #RigeneraBoschi, avviato un anno fa. Promosso da Sorgenia e realizzato in partnership con l’Università degli studi di Milano, il progetto gode del patrocinio del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. “Patrocini che per noi rappresentano motivo di grande orgoglio”, sottolinea la responsabile Relazioni esterne di Sorgenia. L’iniziativa ha due anime: monitorare lo stato di salute di 5 boschi del nostro Paese raccogliendo dati attraverso i tree-talkers, dispositivi con tecnologia Internet of Things (Iot) basata su cloud e “una parte culturale per cui durante questo anno e durante il prossimo, continueremo a incontrare ragazzi e ragazze che vanno a scuola nei boschi - fa sapere Colombo - Vorremmo, insieme ai forestali, che cogliessero la bellezza del posto in cui vivono e l'unicità e la diversità che ogni bosco ha. Ne abbiamo già incontrati 300 e abbiamo intenzione di aumentare in maniera sensibile il loro numero. In questo modo si crea un circolo virtuoso nell'ottica di prendersi cura dei posti in cui si vive”.