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(Adnkronos) - "Sono trascorsi due anni dall’ignominia del massacro compiuto dai terroristi di Hamas contro migliaia di civili inermi e innocenti israeliani, donne e bambini compresi. Crimini indicibili che fanno del 7 ottobre una delle pagine più buie della storia". Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "Oggi - aggiunge la premier - rinnoviamo la vicinanza ai famigliari delle vittime e torniamo a chiedere la liberazione degli ostaggi, che ancora oggi attendono di tornare a casa dopo due anni di prigionia, vessazioni, sofferenze. La violenza di Hamas ha scatenato una crisi senza precedenti in Medio Oriente. La reazione militare di Israele è andata oltre ogni principio di proporzionalità, e sta mietendo troppe vittime innocenti tra la popolazione civile di Gaza". "L’anniversario di oggi cade in un momento in cui si intravede la concreta possibilità di porre fine a questa guerra. Il Piano di pace presentato dal presidente Trump - che ha incontrato il convinto sostegno non soltanto delle Nazione europee, ma anche dei Paesi arabi e islamici - offre una opportunità che non deve andare sprecata, per giungere a una cessazione permanente delle ostilità, riportare a casa gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e avviare un processo verso un quadro di pace e di sicurezza in tutto il Medio Oriente", sottolinea la premier che conclude: "Abbiamo tutti il dovere di fare quanto è nelle nostre possibilità affinché questa preziosa e fragile occasione abbia successo. L’Italia non ha mai fatto mancare il suo contributo in questa direzione, e continuerà a fare la propria parte".
(Adnkronos) - Ribadire la centralità dei giovani professionisti nel tessuto economico italiano, promuovendo un modello di consulenza avanzata, interdisciplinare e orientata alla crescita delle imprese. Si è concluso a Cagliari il convegno nazionale 2025 dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (Ungdcec). Quasi mille professionisti hanno partecipato a un evento che per la prima volta in sessant’anni ha fatto tappa in Sardegna. “Il messaggio che vogliamo lanciare è di guardare oltre la figura classica del dottore commercialista affiancandola a molte altre specializzazioni”, afferma Francesco Cataldi, presidente Ungdcec, a margine della due giorni. “Per l’Unione è stato un evento straordinario, che ha acceso i riflettori sulla figura del dottore commercialista, sempre più strategica per le imprese e la pubblica amministrazione; e quando un professionista è strategico, diventa funzionale all’intero sistema Italia”, aggiunge. Sul fronte dell’evoluzione professionale, Cataldi sottolinea come l’innovazione stia cambiando la professione: “L’intelligenza artificiale accelera i processi, ci aiuta negli adempimenti ripetitivi e porterà a una forte selezione nel mondo dei professionisti. Resteranno sul mercato coloro che sapranno utilizzarla restando al centro della consulenza”. 'Oltre la maschera' è il titolo che ha guidato i lavori e ne riassume la visione: “Offre un’immagine visiva del messaggio che vogliamo trasmettere: bisogna andare oltre la maschera che la società ci ha messo addosso. Dietro quella maschera ci sono tanti commercialisti competenti e specializzati, che accompagnano le imprese nella crescita. E quando crescono le imprese, cresce l’intero sistema Paese”, conclude Cataldi. Per Jacopo Deidda Gagliardo, delegato Ungdcec per la Sardegna, il convegno “ci lascia la consapevolezza di quello che siamo oggi e che saremo domani. "'Togliere la maschera' è stato uno strumento comunicativo per dire ad alta voce qualcosa che sapevamo già: molti colleghi sono già andati oltre lo stereotipo, con specializzazioni diverse e competenze ibride. Dalle nostre ricerche emerge che l’attività 'classica' pesa per circa il 50 per cento: l’altra metà del tempo dei commercialisti si riempie con nuove aree come sostenibilità, digitalizzazione e intelligenza artificiale. Questo sta erodendo l’etichetta tradizionale del nostro ruolo. Sta a noi continuare, anche sul piano della comunicazione, a valorizzare ciò che c’è dietro quella maschera”, spiega. Guardando all’azione di categoria, Deidda Gagliardo aggiunge: “C’è molto da fare: penso all’equo compenso, ma anche alla necessità di rendere più efficiente e meno ridondante la formazione richiesta dai diversi albi ed elenchi, che rappresentano il viatico giuridico delle specializzazioni. Serve un’armonizzazione efficace”.
(Adnkronos) - “Oggi presentiamo il primo veicolo societario integrato di open innovation in Italia, basato su un modello di circolarità: una crescita che si autoalimenta, in cui il valore generato viene reinvestito in nuove soluzioni e tecnologie”. Lo ha spiegato l’ad di A2a Renato Mazzoncini, presentando A2a Life Ventures, “una piattaforma che mira a posizionarsi come un benchmark europeo nell'innovazione applicata alla transizione ecologica, anticipando i trend globali, per dare un contributo all’autonomia tecnologica ed energetica dell’Italia”, ha detto. “L’innovazione è la principale cassetta per gli attrezzi che ci serve per traguardare un 2050 che dovrebbe essere più sostenibile. Sicuramente innovazione e ricerca sono fondamentali perché questa cassetta degli attrezzi oggi ha ancora un sacco di buchi o perché gli oggetti non esistono ancora o perché sono completamente diseconomici. La strada è ancora lunga”, ha osservato Mazzoncini, sottolineando che “il ruolo fondamentale di un’azienda come la nostra è essere un ottimo Luna Park per chiunque abbia un’idea innovativa. Se gli apriamo la porta, tante startup possono divertirsi da noi”. "Ci immaginiamo che anche A2a Life Ventures contribuirà alla crescita del gruppo A2a, che solo negli ultimi cinque anni ha raddoppiato il suo Ebtida passando da 1,2 a 1,3 miliardi. E questa crescita continuerà, è molto forte, è legata al piano industriale e vede anche nell'innovazione un driver di sviluppo". ha aggiunto Mazzoncini. "A2a Life Ventures è l'arrivo di un percorso iniziato cinque anni fa, in cui A2a si è molto concentrata sull'innovazione, è diventato il più grande corporate venture capital italiano nel mondo del climate tech, ha creato un rapporto con il mondo delle startup e della ricerca molto proficuo, fondamentalmente per riempire una cassetta per gli attrezzi che ci serve per arrivare a un 2050 più circolare, più sostenibile e più decarbonizzato. E' una cassetta in cui non abbiamo ancora tutto quello che ci serve e quindi contiamo che la collaborazione con questo mondo di innovazione e ricerca ci aiuti", ha sottolineato Mazzoncini. A chi gli chiedeva da dove derivi la scelta di creare un nuovo veicolo societario, l'ad ha risposto: "Proprio per fare ordine all'interno. Le attività erano ormai tante: il team è partito con cinque persone e oggi sono ottanta che se ne occupano. Abbiamo brevetti e investimenti in innovazione, che oggi incominciano anche a essere fonti di ricavo. E' quindi importante dimostrare all'interno del gruppo che l'attività di innovazione e ricerca non è un peso, ma può essere una fonte di ricavo. E poi dare un grande messaggio verso l'esterno: è molto importante segnare la necessità di collaborare con questo mondo. E forse anche dare un messaggio ad altri nostri colleghi, che mi auguro possano seguire strade simili, perché in Italia purtroppo gli investimenti nelle startup sono quattro volte inferiori alla Francia e un numero imbarazzante inferiore rispetto agli Stati Uniti". In uno scenario del genere "il fatto che le corporate possano mettere a disposizione una parte della loro finanza anche per aiutare il mondo dell'innovazione e della ricerca, pensiamo che sia una cosa giusta da fare e la costituzione di questa società dà anche un messaggio verso l'esterno", ha concluso Mazzoncini. Quanto agli obiettivi della nuova società in termini di progetti finanziati e rendimenti, "quando ti occupi di innovazione non ti dai mai veramente degli obiettivi di rendimenti, soprattutto se sei un'azienda che pensa che l'innovazione serva al tuo core business. Quindi il nostro core business non è trovare un unicorno e da questo guadagnare dei soldi. Ben venga se questo avviene, ovviamente siamo contenti, ma perché ci darà delle risorse per investire in nuove startup. In realtà - ha chiarito l'ad di A2a - quello che ci interessa è fare anche un po' un'attività di advisor verso startupper che portano nuove idee anche disruptive e innovative e che possono essere venire selezionate con le nostre competenze, per capire cosa potrebbe arrivare davvero sul mercato. Quindi sicuramente Ci immaginiamo che anche A2a Life Ventures contribuirà alla crescita del gruppo A2a".