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Ex Ilva, continua la protesta a Genova. Sciopero e occupazione a Taranto

(Adnkronos) - Hanno dormito in strada, la scorsa notte, gli operai ex Ilva di Cornigliano, a Genova che ieri hanno occupato la fabbrica e sono scesi in strada per protestare contro il mancato accordo con il governo sul futuro della fabbrica.   Questa mattina alle 7 si è ...

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Riso 'made in Calabria' in Cina: la sfida delle sorelle Praino con 'Magisa'

(Adnkronos) - Portare una 'cultivar' di riso 'made in Calabria' in Cina, dalla Piana di Sibari alla provincia di Jiangsu, per arrivare poi a realizzare la prima risotteria italiana in Cina. E' la sfida imprenditoriale delle tre giovani sorelle Praino, Maria, Giusi e Sara, ...

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Sostenibilità: Cresco Award, Pirelli (Sodalitas): "Collaborazione pubblico e privato miglior via"

(Adnkronos) - “La collaborazione tra pubblico e privato è la migliore via per avvicinare il mondo del lavoro delle aziende con quello dei Comuni e delle comunità locali”. Lo ha dichiarato Alberto Pirelli, presidente della Fondazione Sodalitas e ...

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Ex Ilva, continua la protesta a Genova. Sciopero e occupazione a Taranto

(Adnkronos) - Hanno dormito in strada, la scorsa notte, gli operai ex Ilva di Cornigliano, a Genova che ieri hanno occupato la fabbrica e sono scesi in strada per protestare contro il mancato accordo con il governo sul futuro della fabbrica. Questa mattina alle 7 si è tenuta un'assemblea, oggi potrebbero tornare il presidente della Regione Marco Bucci e la sindaca di Genova Silvia Salis che già ieri hanno portato la propria vicinanza ai lavoratori. Alle 8 circa quindi, sulla A10 Genova-Savona, nel tratto compreso tra Genova Pra' e l'allacciamento A10/A7 verso Genova, la manifestazione dei lavoratori dell'ex Ilva che sta interessando la viabilità ordinaria. Si registrano 8 km di coda. Per lo stesso motivo, si registrano code in uscita alla stazione di Genova Aeroporto per chi proviene da Savona. In A7 code in uscita a Genova Sampierdarena e 4 km di coda nel tratto compreso tra l'allacciamento A7/A12 e Genova Sampierdarena in direzione Genova. Inoltre, registrano 2 km di coda in A12 Genova-Sestri Levante nel tratto compreso tra Genova est e l'allacciamento A12/A7 in direzione Genova. Per le lunghe percorrenze gli utenti in viaggio verso Milano o Livorno si consiglia di percorrere la A26 Genova-Gravellona Toce. "La settimana scorsa avevamo sospeso le iniziative di mobilitazione, lo sciopero e le assemblee perché il governo ci aveva convocati ma ci aspettavamo risposte completamente diverse. Oggi dobbiamo mettere in campo iniziative di mobilitazione, a partire dall'occupazione all'interno dello stabilimento", annuncia intanto Francesco Brigati, segretario generale Fiom-Cgil di Taranto, parlando con i lavoratori dello stabilimento. L'iniziativa si rende necessaria, spiega, "per dimostrare al governo che il piano di chiusura che ci hanno presentato è inaccettabile. Ieri hanno provato a smorzare le responsabilità, adesso basta: anche i commissari sostengono il governo e cercano di prendere per il culo i lavoratori dicendo che non ci sono 6mila lavoratori in cig ma 4.550 in cassa integrazione e 1500 in formazione per 96mila ore. Abbiamo fatto due calcoli e non raggiungeremmo nemmeno otto giorni a testa". "Prepariamoci - sottolinea - perché non sarà una passeggiata, non sarà una sola giornata di mobilitazione, questo è solo l'inizio. Facciamoci sentire del governo perché se non ritireranno il piano di chiusura noi continueremo". E' cominciata quindi l'assemblea unitaria a cui sono stati chiamati a partecipare i lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria, convocata da Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil e Usb, sindacati dei metalmeccanici dello stabilimento siderurgico, dopo la rottura della trattativa a seguito dell'incontro con il governo e della mobilitazione e dello sciopero annunciati in tutti i siti del gruppo dai sindacati confederali. Dopo aver iniziato all'interno i lavoratori si sono spostati in un piazzale esterno perché il numero era aumentato. Anche gli operai dell'indotto sono mobilitati in un'altra area della fabbrica. Biagio Prisciano, segretario della Fim Cisl intervenendo con un megafono davanti alla folla di lavoratori, dopo gli altri rappresentanti sindacali, ha detto che "da questo momento, dalle 9, proclamiamo lo sciopero, per 24 ore, perché deve passare un messaggio: a Taranto non ci si accontenta della cassa integrazione, del metadone di Stato. Noi vogliamo un lavoro pulito, che rispetti salute e ambiente. Non vogliamo più ammalarci, né noi, né quelli che sono all'esterno". "E quando i segretari generali nazionali - ha aggiunto Prisciano - hanno chiesto al governo non solo la prospettiva dello stabilimento ma di riaprire da subito una disposizione, una interlocuzione sugli strumenti straordinari per tutti i lavoratori hanno fatto scena muta", ha aggiunto. "E' preoccupante: per la prima volta nella storia dello stabilimento di Taranto fermano la cokerie e le batterie e quelle poche linee di laminazione. E quando gli chiediamo: dal 1° marzo che succede? Ai 6.000 cassintegrati che succede? Non ci rispondono. Non deve passare il messaggio - ha evidenziato - che a Taranto si sta bene, perchè prendiamo lo stipendio a fine mese, perché ci riconoscono la cassa integrazione, assolutamente no". "Noi - prosegue - dobbiamo far sentire la nostra voce, dobbiamo far sentire la dignità di ognuno di noi che ci stanno strappando. Ma la politica, che pensa alle elezioni regionali, dove sta? Si permettono solo di utilizzare lo stabilimento e i lavoratori per scopi elettorali. E noi di questo ci siamo stancati. E non permetteremo a nessuno che si faccia cassa e ci risparmino i soldi sulla pelle dei lavoratori e delle loro famiglie". I lavoratori, dopo aver proclamato lo sciopero e aver iniziato l'assemblea, si sono recati alla portineria della direzione trovandola chiusa. Subito dopo hanno marciato tra le strade intorno allo stabilimento diretti alla Portineria A ma sempre nel perimetro della fabbrica. Infine hanno occupato la strada statale Appia che si trova nei pressi e che conduce alla città. I lavoratori chiedono che venga ritirato quello che definiscono "piano di chiusura". E reclamano un piano industriale che porti a investimenti e decarbonizzazione.

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Riso 'made in Calabria' in Cina: la sfida delle sorelle Praino con 'Magisa'

(Adnkronos) - Portare una 'cultivar' di riso 'made in Calabria' in Cina, dalla Piana di Sibari alla provincia di Jiangsu, per arrivare poi a realizzare la prima risotteria italiana in Cina. E' la sfida imprenditoriale delle tre giovani sorelle Praino, Maria, Giusi e Sara, titolari del marchio di riso 'Magisa', con il quale dal 2020 producono riso in 400 ettari di risaie a Villapiana, in provincia di Cosenza, con una produzione media di 240mila tonnellate. E ora puntano verso la Cina, come racconta ad Adnkronos/Labitalia, Sara, una delle tre sorelle. "Il nostro progetto è un ponte comunicativo verso Oriente per arrivare a sperimentare una 'cultivar' in un terreno diverso dal nostro per portare il 'made in Calabria' e il 'made in Italy' a livello culinario in Cina. Loro sono grandi consumatori di riso però hanno una cultura totalmente diversa perché usano il riso pilaf, un chicco diverso molto amidoso. Noi vogliamo portare proprio il format di una 'cultivar' da risotto in Cina, sperimentarla con la coltivazione lì e poi trasformarla formando una prima risotteria italiana in Cina. Quindi creare una filiera corta, dalla terra alla tavola, portando il made in Italy della cucina mediterranea in Cina. Una delegazione cinese del dipartimento di Jurong avente sede in Jurong, Provinca di Jiangsu, è stata qui in Calabria, abbiamo firmato un memorandum d'intesa, e ha potuto visitare la nostra realtà con le nostre risaie", spiega Sara che con le sorelle rappresenta la quarta generazione familiare di agricoltori. Ma come nasce la storia di Magisa e della coltivazione del riso in Calabria? "Magisa è l'acronimo dei nomi di noi tre sorelle Maria, Giusi e Sara. La coltivazione del riso nella nostra regione -spiega Sara Praino- risale all'epoca della Magna Grecia. E poi nel corso del Regno delle Due Sicilie si coltivava il risone, che era considerato un cereale povero. Noi nel 2020 -continua- abbiamo deciso di riprendere le antiche coltivazioni della Piana di Sibari e avviare la produzione, grazie soprattutto ai terreni delle risaie che sono di natura salina. Quindi il ph del sale conferisce delle qualità organolettiche al riso che poi lo rende particolare, diverso da altre qualità. La piana di Sibari in passato era paludosa, è stata poi bonificata ma i suoi terreni hanno un medio impasto di natura salina e soprattutto godono della vicinanza al mare", sottolinea Sara. Ma non solo, c'è altro. "Le nostre risaie 'godono' delle acque del torrente Raganello, acqua potabile. Noi facciamo una semina ad inondazione corrente, scorrevole, non di raccolta di acqua, di ristagno come si fa in altre coltivazioni al Nord Italia. E questo ci permette di non usiamo né anti-crittogamici né pesticidi, non facciamo né concimazioni chimiche. Proprio perché godendo di quest'acqua potabile riusciamo anche a gestire le malattie fungine e tutto quello che è di infestante per il riso", sottolinea ancora l'imprenditrice. Acqua e terreno, dono di madre Natura, che insieme all'iniziativa imprenditoriale delle sorelle Praino fanno sì che oggi, come sottolinea Sara, "l'azienda agricola Msg della famiglia Praino, con il suo brand Magisa è l'unica filiera corta, l'unica riseria del Centro-Sud Italia. Da Ferrara a Lampedusa siamo gli unici a coltivare e trasformare fino a portare un prodotto finito sulle tavole dei consumatori e di chi apprezza questo prodotto che oggi è definito un'eccellenza calabrese", sottolinea orgogliosa Sara. Ma come avviene la coltivazione del riso nella Piana di Sibari? "Noi gestiamo 400 ettari di risaie. Il ciclo della cultura risicola è di 120-150 giorni, si semina ad aprile-maggio e si raccoglie in questi periodi, novembre-dicembre proprio perché ha bisogno di tanta acqua, di tanto sole e di questa temperatura mite", sottolinea Sara Praino dal 2015 inserita in azienda insieme alle sorelle da papà Giancarlo. E diverse sono le qualità di riso prodotte nelle risaie di Magisa che si affacciano sul mare della Piana di Sibari. "Carnaroli, Arborio, Originario, Grandi Chicchi, il Gange che è un similare del Basmati quindi è una cultivar aromatica molto profumata, il Carnaroli integrale, il Rosso solitario e poi lo Jemma che è una cultivar autoctona nera, che è stata brevettata proprio da noi grazie allo studio di dieci anni di mio padre e di GianDomenico Polenghi riconosciuta dall'ente nazionale Risi. Inoltre facciamo anche le seconde elaborazioni quindi facciamo una linea di risotti già conditi con prodotti di alta qualità disidratati, le gallette di riso e la farina di riso", sottolinea E il riso di Magisa ha varcato da tempo i confini regionali e nazionali. "Il grosso della nostra attività è regionale e nazionale, ma abbiamo dei contratti con la Germania, la Francia, gli Emirati Arabi e gli Stati Uniti. Ci stiamo allargando insomma piano piano verso l'estero. In Italia riusciamo ad agire anche nella grande distribuzione, nonostante il nostro sia un prodotto di alta qualità. E con il nostro shop on line raggiungiamo anche grossisti e privati", sottolinea Sara che in azienda si occupa di risorse umane e fornitori, mentre Maria, amministratore unico, gestisce la parte agricola e Giusi cura invece la parte commerciale. E mentre nel Nord Italia è sempre vivo l'allarme sul calo di produzione di riso per Magisa e le sorelle Praino le criticità sono altre. "Le annate per fortuna stanno andando bene -sottolinea Sara Praino- il problema è l'ingresso in Italia dall'estero di cultivar diverse dalle nostre ma vengono poi merceologicamente definite similari. Un riso 'tipo' carnaroli che poi passa come il nostro Carnaroli. Quindi quello che manca è la tutela delle cultivar made in Italy. E poi per noi in Calabria non è facile fare impresa soprattutto al femminile, anche se negli ultimi anni l'amministrazione regionale ci sta dando una mano a dare la giusta visibilità a quanto di buono si realizza nella nostra regione", conclude. (di Fa

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Sostenibilità: Cresco Award, Pirelli (Sodalitas): "Collaborazione pubblico e privato miglior via"

(Adnkronos) - “La collaborazione tra pubblico e privato è la migliore via per avvicinare il mondo del lavoro delle aziende con quello dei Comuni e delle comunità locali”. Lo ha dichiarato Alberto Pirelli, presidente della Fondazione Sodalitas e business advisor di Pirelli, in un messaggio inviato alla cerimonia di premiazione del Cresco Award 2025 – Comuni Sostenibili e Agenda 2030, svoltasi oggi a Bologna nell’ambito dell’Assemblea annuale dell’Anci. “Cresco Award giunge al suo decimo anno, che coincide con il trentesimo anniversario della nostra Fondazione – ha ricordato Pirelli – nata nel 1995 su iniziativa di Assolombarda, con l’obiettivo di promuovere la sostenibilità sociale d’impresa sui territori.” Nel bilancio dei dieci anni del progetto, Pirelli ha sottolineato come “siano stati 900 i Comuni coinvolti e 1.300 i progetti realizzati”. E ha aggiunto: “I veri cambiamenti avvengono se fanno parte della cultura e diventano quotidianità, nel modo di affrontare con responsabilità la vita della propria comunità.” Tra i temi centrali emersi anche in questa edizione, il presidente Sodalitas ha citato “la mobilità sostenibile, la gestione efficiente delle risorse, l’inclusione sociale, il benessere e la riqualificazione dei territori, per valorizzare il patrimonio culturale e renderlo ancora vivibile e attrattivo per il futuro”. “Nel fondersi – ha concluso – il sapere aziendale con la tradizione e la cultura locale possono generare meravigliosi risultati, capaci di far vivere e crescere i nostri territori nel segno della sostenibilità.”

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