INFORMAZIONIAnas spa Trasporti, Infrastrutture e Logistica Ruolo: Responsabile Sviluppo e Organizzazione Area: Altro Valérie Jaloux |
INFORMAZIONIAnas spa Trasporti, Infrastrutture e Logistica Ruolo: Responsabile Sviluppo e Organizzazione Area: Altro Valérie Jaloux |
(Adnkronos) - La corte d’Assise di Milano, presieduta dalla giudice Antonella Bertoja, ha condannato a 27 anni Daniele Rezza per aver ucciso e rapinato Manuel Mastrapasqua la notte dell’11 ottobre scorso a Rozzano, nel Milanese. La corte ha riconosciuto le aggravanti della minorata difesa e dei futili motivi, mentre ha fatto decadere quella del nesso teleologico tra la rapina e l’omicidio e le ha equiparate alle attenuanti generiche. La pena inflitta a Rezza, 19enne all’epoca dell’omicidio, è più alta della richiesta della procura (pm Letizia Mocciaro), pari a vent’anni di carcere, senza il riconoscimento di alcuna aggravante. Rezza è stato condannato anche al risarcimento dei danni ai familiari della vittima. La provvisionale è stata fissata a 150mila euro per la madre e 70mila ciascuno per il fratello e la sorella di Manuel. Manuel Mastrapasqua aveva 31 anni e tornava dal lavoro ascoltando musica e messaggiando con la sua ragazza quando è stato rapinato di un paio di cuffie del valore di 14 euro da nuove e ucciso in strada con un coltello da cucina. L'aggressione, che gli inquirenti hanno collocato tra le 2.54 e le 2.56 della notte, è stata "tanto violenta quanto fulminea", ha evidenziato l'avvocato di parte civile. La lama del coltello ha trapassassato il polmone e il pericardio di Manuel, che venne portato in condizioni disperate all'ospedale Humanitas, dove morì meno di un'ora dopo, alle 3.49. Sul suo corpo non vennero rilevate ferite da difesa. "Era un bravo ragazzo, un ragazzo educato, che non rispondeva a nessuna provocazione. In caso di rapina non avrebbe mai reagito", ha detto l'avvocato, riportando le dichiarazioni dei familiari. Al termine dell'udienza di fronte alla corte d'Assise di Milano, Angela Brescia, madre di Manuel Mastrapasqua, ha ringraziato il giudice e la Corte per la condanna. "Sentire 27 anni va bene", ha detto, dopo che la procura questa mattina aveva chiesto alla Corte di condannare Rezza a vent'anni di carcere, ma - ha aggiunto Brescia - "deve farli tutti. Io spero che resti in carcere, ma so che non sarà così". Il fratello di Manuel, Michael Mastrapasqua, invece ha detto: "So che Rozzano non è la miglior città di Milano, ma questa non è una giustificazione. Non mi sembra che a Rozzano tutti uccidano". La procura (pm Letizia Mocciaro) aveva chiesto di riconoscere al ventenne le attenuanti generiche, anche in virtù del fatto che l'imputato è cresciuto in un contesto difficile e in una famiglia poco attenta a lui. "Anche io sono cresciuto senza un padre, solo con mia madre. Da adolescente ero più in giro con la mia compagnia che a casa, ma non ho mai fatto niente, non ho mai usato come scusa il fatto di essere di Rozzano per fare queste cose", ha detto. Rezza - ha aggiunto Michael al termine dell'udienza - "è un recidivo, non è la prima volta che fa un reato e non è la prima volta che usa un coltello. Andava fermato prima". Quanto alla condanna a 27 anni, "è andata meglio rispetto ai vent'anni" chiesti dalla pm, ma "io mi aspettavo una pena più alta", ha commentato il fratello della vittima. Roberta Minotti, legale della famiglia di Manuel Mastrapasqua, ha commentato: "Rispetto alle aggravanti contestate e due capi di imputazione era un reato da ergastolo, ma accettiamo la decisione della corte d'Assise e riteniamo la pena congrua al momento. Leggeremo le motivazioni". La corte d'Assise, presieduta dalla giudice Antonella Bertoja, ha escluso l'aggravante del nesso teleologico tra la rapina e l'omicidio e riconosciuto quelle della minorata difesa e dei futili motivi, equiparandole alle attenuanti generiche. "Questo ritengo sia il motivo per cui Rezza non è stato condannato all'ergastolo", ha spiegato l'avvocato Minotti, aggiungendo che la pena di 27 anni comunque è "alta, rispetto a una richiesta di condanna da parte dell'ufficio della procura a vent'anni per l'omicidio di un ragazzo per bene, che tornava dal lavoro ascoltando musica e messaggiando con la sua ragazza".
(Adnkronos) - “In un contesto in cui il fattore tecnologico e l'innovazione sono ormai alla base di tutte le attività umane, è fondamentale che gli ingegneri cambino pelle. Non devono essere solo tecnici e progettisti, ma degli elementi di indirizzo per società, istituzioni ed enti. Noi come Ordine abbiamo la responsabilità di aiutare i nostri iscritti in questo senso, favorendo le competenze e il loro inserimento nei momenti istituzionali. E' fondamentale che l'Ordine utilizzi le proprie risorse proprio per sviluppare questo nuovo modo di concepire l'essere ingegnere”. Così Carmelo Iannicelli, consigliere tesoriere dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Milano, all’assemblea ordinaria degli iscritti 2025, tenutasi presso la sede dell’Ordine di Palazzo Montedoria a Milano, un’occasione d’incontro e dibattito sul presente ed il futuro della professione. Nel corso della giornata, sono stati condivisi il bilancio consuntivo dell’esercizio 2024 ed il conto economico preventivo 2025. Tra i temi al centro dell’incontro la formazione, il dialogo con le istituzioni, la condivisione e la collegialità. “Quando si parla di bilancio - prosegue Iannicelli - si pensa sempre a qualcosa di tecnico, però, dietro i numeri ci sono indirizzi politici e scelte future. È fondamentale che agli iscritti venga ben spiegato quelle che sono state le attività che abbiamo svolto e quali sono stati gli indirizzi cercando di orientarci con questi numeri”. Infine, Iannicelli sottolinea i punti di svolta: “Le ingegnerie tradizionali ormai stanno cambiando modo di essere. Ci sono novità, come l’intelligenza artificiale, che impongono di cambiare il passo di marcia degli ingegneri e cercheremo di fare questo proprio grazie al bilancio, anche coinvolgendo le istituzioni in questo percorso”.
(Adnkronos) - Il Conou è una "eccellenza della green economy italiana" e "rappresenta un modello all’avanguardia a livello internazionale per la sua capacità di trasformare rifiuti in risorse strategiche. In Europa, solo il 60% degli oli lubrificanti usati viene rigenerato, mentre in Italia questa quota raggiunge quasi il 99%. Il dato sottolinea l’efficienza e l’efficacia delle imprese italiane in un settore fondamentale per l’economia circolare che impiega complessivamente 1.850 addetti". Lo segnala il ministro delle Imprese Adolfo Urso in un messaggio inviato alla presentazione del Rapporto di Sostenibilità 2024 del Consorzio, che si è tenuto a Palazzo Wedekind a Roma. "Ogni anno, oltre 180mila tonnellate di oli minerali usati vengono raccolte da circa 103mila punti su tutto il territorio nazionale. Le basi lubrificanti ottenute valgono un terzo del mercato italiano, contribuendo a ridurre dipendenze da risorse vergini e a promuovere un modello circolare di grande valore economico e ambientale". Urso sottolinea il "sistema riconosciuto a livello europeo per la sua eccellenza che si è sviluppato virtuosamente negli anni intorno all’industria italiana. Il rapporto di sostenibilità che presentate oggi, e che ho avuto modo di apprezzare, evidenzia come la gestione responsabile e innovativa delle risorse produca risultati significativi, anche riguardo alle ricadute in termini sociali ed economici". "Questo percorso - conclude- rappresenta un esempio concreto di come le imprese possano coniugare in modo efficace sostenibilità e competitività, attraverso innovazione e attenzione ai valori ambientali che, da vincolo, si tramutano in leva di sviluppo".