(Adnkronos) - Tupperware ha annunciato di aver avviato la procedura di fallimento. La famosissima azienda statunitense, produttrice dei contenitori di plastica per alimenti, è da tempo in difficoltà ma ora la Ceo Laurie Ann Goldman ne parla apertamente, presentando l'istanza di protezione ai sensi del Capitolo 11, la legge americana sui fallimenti. "Negli ultimi anni - ha detto - la posizione finanziaria della società è stata gravemente influenzata dal difficile contesto macroeconomico. Di conseguenza, abbiamo esplorato numerose opzioni strategiche e determinato il miglior percorso da seguire". La speranza, spiega ancora Laurie Ann Goldman è quella di portare Tupperware a compiere un salto tecnologico. "Questo processo - ha dichiarato - è pensato per fornirci una flessibilità essenziale mentre perseguiamo le alternative strategiche per supportare la nostra trasformazione in un'azienda digitale tecnologicamente avanzata e meglio posizionata per servire i nostri stakeholders". Fondata nel 1946 dal chimico Earl Tupper, l'azienda divenne famosa tra gli anni '50 e '60 quando le rappresentanti, donne principalmente, iniziarono a vendere i contenitori di plastica ermeticamente sigillati con dimostrazione a domicilio. Per molte di loro fu un'opportunità di guadagnare senza avere degli orari stabiliti e un lavoro full-time fuori casa. Grazie a loro nacquero i cosiddetti 'Tupperware Party', dove amici e familiari si riunivano in casa con cibo e bevande mentre un rappresentante dell'azienda mostrava gli articoli.
(Adnkronos) - "Le direttive dell'Unione Europea rappresentano una chiara chiamata all'azione per tutte le aziende del settore energetico. NatPower, come sviluppatore indipendente di progetti di infrastrutture per la creazione di energia pulita, che supporta imprese, utility e investitori a livello globale, si posiziona come un acceleratore cruciale di questa transizione. Il nostro approccio è duplice: da un lato, continuiamo a sviluppare grandi progetti di infrastrutture per le energie rinnovabili, dall'altro stiamo innovando con iniziative che esplorano soluzioni complementari alla produzione di energia pulita". Così, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Fabrizio Zago, ceo e founder di NatPower, società indipendente che sviluppa progetti di infrastrutture per l'energia rinnovabile, supportando aziende, utility e investitori in tutto il mondo. "Ad oggi - spiega - abbiamo venduto nel mondo oltre 1GW di progetti per la produzione di energia rinnovabile. In particolare, gli impianti produrranno, una volta realizzati, 1.500.000 MW/h anno di energia con le principali tecnologie (solare, eolica, e sistemi di accumulo di energia rinnovabile). Inoltre, gli impianti eviteranno l’emissione in atmosfera di ben 750.000 tonnellate di CO2 all’anno, corrispondenti a circa 50.000.000 di alberi e al consumo energetico di circa 400.000 famiglie. Stiamo anche investendo in ricerca e sviluppo per migliorare l'efficienza dei nostri impianti e per esplorare nuove tecnologie che potrebbero accelerare la transizione energetica. Siamo convinti che il futuro dell'energia sarà caratterizzato da un mix di tecnologie complementari, e siamo pronti a giocare un ruolo da protagonisti in questo cambiamento". NatPower ha una pipeline di oltre 35 GW di progetti green in cinque Paesi del mondo: "Operare su scala globale comporta sicuramente una serie di sfide, tra cui diverse normative locali, differenze culturali e logistiche, e ovviamente il coordinamento tra i vari stakeholder. Tuttavia, queste sfide sono anche opportunità. La nostra presenza in Italia, Regno Unito, Stati Uniti, Kazakistan e Canada ci permette di diversificare il nostro portafoglio e di adattarci rapidamente alle evoluzioni del mercato. L’Italia, avendo avviato i suoi progetti in anticipo, vanta iniziative in fase più avanzata rispetto agli altri paesi in cui NatPower opera. Il focus si concentra su fotovoltaico (PV), eolico (wind) e sistemi di accumulo di energia (Bess), con una pipeline complessiva di circa 10 GW distribuita su tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione al sud e alle isole maggiori. Tra i progetti principali spiccano Ventitalia, una pipeline eolica da 3 GW, e altre due pipeline: 3 GW di Bess e 4 GW di impianti fotovoltaici (PV)". "Un altro progetto significativo - sottolinea Fabrizio Zago - è lo sviluppo del più grande progetto per la realizzazione di sistemi di accumulo a batterie per oltre 60 GWh in UK con un investimento di oltre 10 miliardi di sterline. Inoltre, entro fine anno svilupperemo nuovi progetti per la creazione di energia pulita (impianti solari ed eolici) che contribuiranno ad accelerare il percorso del Regno Unito verso l’obiettivo del 100% di energia rinnovabile entro il 2035. In Kazakistan, invece, ci siamo aggiudicati la gara indetta dal ministero dell’Energia della Repubblica del Kazakistan per lo sviluppo di una centrale idroelettrica sul bacino di Bartogai situato nel fiume Shelek nella regione di Almaty. La centrale avrà una capacità installata di 33 MW e una produzione annuale prevista di 150 GWh, che corrispondono al fabbisogno di elettricità medio di 50.000 famiglie all’anno. Il progetto si inserisce all’interno del piano per lo sviluppo di una serie di centrali idroelettriche con una capacità installata totale di 206 MW, che supporterà la transizione energetica del Paese verso fonti più pulite. Questi sono solo alcuni esempi del nostro impegno globale per sviluppare soluzioni energetiche sostenibili". NatPower ha recentemente lanciato due nuove società: NatPower H e NatPower Marine: "NatPower H è un progetto unico nel suo genere, in quanto rappresenta il primo sviluppatore globale di infrastrutture innovative per la produzione, stoccaggio e rifornimento di idrogeno verde per la nautica da diporto. Il nostro obiettivo è installare hub di energia sostenibile nei principali porti turistici internazionali, creando le condizioni ideali per facilitare lo sviluppo e l’utilizzo di imbarcazioni alimentate a idrogeno. Questo progetto è cruciale perché l'idrogeno verde rappresenta una delle soluzioni più promettenti per decarbonizzare settori difficili da elettrificare, come appunto il trasporto marittimo e la nautica da diporto". Per quanto riguarda NatPower Marine, "il nostro team sta sviluppando la più grande rete indipendente di strutture di ricarica per navi a livello globale, offrendo energia pulita sia per la propulsione che per il cold ironing, ovvero l'alimentazione delle navi mentre sono ormeggiate. Crediamo che questa iniziativa possa diventare una pietra miliare nella transizione energetica del settore marittimo, unendo sostenibilità e innovazione con un approccio integrato che chiamiamo 'Smart energy transition-as-a-service'. Entrambi i progetti sono fondamentali per accelerare la transizione verso un futuro a basse emissioni di carbonio". "Nel guardare al futuro - assicura - siamo molto ottimisti riguardo alle opportunità che ci attendono. Nei prossimi anni, NatPower continuerà a espandere la sua presenza internazionale, puntando su mercati emergenti che hanno un grande potenziale per lo sviluppo di energie rinnovabili. Inoltre, continueremo a investire nelle tecnologie emergenti. Per quanto riguarda i trend nel settore ci sono diversi trend emergenti che stanno trasformando il panorama energetico globale. Oltre alla transizione verso l'idrogeno verde, che è considerato un potenziale game-changer, c’è la conferma della rapida espansione dell’energia solare ed eolica grazie anche alla continua riduzione dei costi. Le tecnologie fotovoltaiche diventano più efficienti e le turbine eoliche più grandi e potenti, soprattutto per i parchi eolici offshore, altra tendenza che attira grandi investimenti e una conseguente innovazione tecnologica". "Lo sviluppo di sistemi di accumulo energetico (Bess) - osserva - diventa sempre più cruciale per integrare fonti rinnovabili intermittenti come solare ed eolico. Questa tecnologia è agevolata anche alla forte digitalizzazione che sta avvenendo nel settore rendendo più efficiente la gestione dell'energia prodotta, e ottimizzandone la distribuzione. Cresce l’esigenza di decarbonizzare e adottare pratiche più sostenibili. Le industrie pesanti, come quelle dell'acciaio e del cemento, insieme ai settori dei trasporti marittimi e su strada, stanno lavorando per ridurre significativamente il loro impatto ambientale". "Sempre più progetti - afferma - adottano i principi dell'economia circolare, puntando a ridurre gli scarti e riutilizzare materiali per produrre energia pulita e abbattere le emissioni. Ad esempio, i materiali utilizzati nelle pale delle turbine eoliche e nei pannelli solari vengono sempre più riciclati, così come l'energia viene generata dalla valorizzazione di rifiuti e scarti agricoli, forestali e urbani. Questi trend evidenziano l'evoluzione costante del settore delle rinnovabili, che grazie all'innovazione affronta le sfide della transizione energetica e del cambiamento climatico".
(Adnkronos) - È stato inaugurato oggi, presso lo stabilimento Itelyum Regeneration di Ceccano (FR), l’innovativo impianto pilota capace di trattare in un anno oltre 20 tonnellate di magneti permanenti (Pm), materiali ampiamente utilizzati nei dischi rigidi dei computer e nei meccanismi di azionamento di motori elettrici e ibridi. Si tratta del progetto europeo New-Re, supportato da Eit RawMaterials, volto a migliorare la circolarità delle Terre Rare a livello europeo, garantendo una maggiore sostenibilità economica e ambientale della filiera. Il programma triennale (2022-2024) è sviluppato da un Consorzio coordinato da Erion e formato da altri sette partner: Itelyum, Osai, Ku Leuven, Treee, Smart Waste Engineering, Glob Eco e Università degli Studi dell’Aquila. In questa cornice, si è svolta anche la 20esima tappa della campagna nazionale di Legambiente 'I Cantieri della Transizione ecologica', un viaggio itinerante lungo tutta la Penisola, partito a maggio dello scorso anno con l’obiettivo di raccontare cantieri, progetti ed esperienze che hanno avviato un percorso virtuoso per contrastare la crisi climatica, promuovere l’economia circolare e costruire un futuro migliore. Progetti riportati anche sul sito, cantieridellatransizione.legambiente.it, con schede, approfondimenti, foto e video. La nuova infrastruttura di Ceccano tratterà Pm derivati dal disassemblaggio sia di motori elettrici (effettuato da Glob Eco), sia dai Raee provenienti dagli impianti di trattamento (come Treee), nonché dalla linea di smontaggio automatizzato di hard disk realizzata da Osai e Ku Leuven, integrata nel dimostratore stesso, e che si avvale di tecnologie di Ia. Nell’impianto pilota verranno trattate oltre 20 tonnellate all’anno di magneti permanenti grazie a un processo idrometallurgico, sviluppato e brevettato dall’Università degli Studi dell’Aquila, che prevede una pulitura (lisciviazione) a basso impatto ambientale delle Terre Rare, attraverso soluzioni acide organiche riutilizzabili fino a cinque volte. Le tecnologie messe in campo nell’impianto New-Re saranno impiegate per uno scale-up industriale nell’ambito di un altro importante progetto denominato Inspiree, finanziato da Cinea all’interno del programma Life e partecipato da un Consorzio formato da Itelyum, Erion, Eit RawMaterials, Glob Eco e Università degli Studi dell’Aquila. Inspiree sfrutterà il processo idrometallurgico sostenibile con l’obiettivo di trattare, a regime, fino a 2mila tonnellate di magneti permanenti all’anno, equivalenti a quelle presenti in più di 600mila motori elettrici e ibridi. Da questi materiali potranno essere recuperate oltre 500 tonnellate di composti di Ree (Rare Earth Elements, ovvero Terre Rare). Considerando che la produzione europea di magneti permanenti annua è di 1.600 tonnellate, l’Italia sarebbe già in grado di sviluppare una catena del valore circolare del riciclo degli stessi all'interno dei confini europei, riducendo così la dipendenza dalle importazioni extra-Ue, soprattutto da Russia e Cina. “La sfida strategica del recupero delle Terre Rare - dichiara il Ceo di Itelyum, Marco Codognola - rappresenta un’opportunità cruciale per l'Italia e l'Europa nella transizione ecologica. Il riciclo delle Terre Rare, attraverso pratiche come l'urban mining e l’idrometallurgia, può ridurre la vulnerabilità geopolitica, limitare l’impatto ambientale e favorire l’indipendenza economica. Per centrare gli obiettivi del Critical Raw Materials Act dell’Unione Europea le aziende innovative saranno centrali, favorendo l’indipendenza dell'Europa dalle importazioni e la nascita di un’industria del riciclo competitiva a livello globale. L'Italia, con il suo tessuto industriale dinamico e innovativo, può giocare un ruolo di primo piano in questo processo, contribuendo a costruire una filiera europea delle Terre Rare e rafforzando la propria leadership nella transizione ecologica”. “Per Erion è un motivo d’orgoglio aver sviluppato un progetto che sicuramente apporterà benefici ambientali ed economici non solo all’Italia, ma anche ad altri Paesi europei - dichiara Marco Sala, direttore Generale di Erion Compliance Organization - L’impianto che oggi si inaugura a Ceccano si candida ad essere un modello di sostenibilità e di innovazione nei processi di riciclo e recupero delle Terre Rare che, lo ricordiamo, rappresentano elementi fondamentali ai processi di produzione in diversi comparti industriali. Da sempre Erion si impegna nel diffondere in Italia una cultura della circolarità e quello che abbiamo compiuto oggi rappresenta un bel passo verso lo sviluppo di questo nuovo modello”. “Con la nostra campagna itinerante vogliamo far conoscere i progetti più innovativi sul fronte della transizione ecologica affinché vengano replicati, creando una vera e propria rete virtuosa di esempi nel campo dell’economia circolare, mobilità sostenibile, qualità dell’aria e conversione energetica - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente - Ci auguriamo che il progetto New-Re sia il primo di una lunga serie di programmi innovativi per il recupero delle Terre Rare da componenti elettriche ed elettroniche, un percorso anche in grado di invertire la tendenza verso l’attività estrattiva di materie prime critiche. La nuova frontiera su cui bisogna puntare in Italia e in Europa è la ‘miniera’ urbana, ad esempio aumentando la raccolta di Raee e favorendo la realizzazione di più impianti di riciclo, anche attraverso l’accelerazione degli iter autorizzativi”.