INFORMAZIONIDanilo Babbucci |
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(Adnkronos) - Nuovo round di colloqui indiretti tra negoziatori israeliani e di Hamas oggi a Doha, in Qatar, sul rilascio degli ostaggi e un accordo di cessate il fuoco a Gaza. Lo ha confermato all'Afp una fonte ufficiale palestinese. In precedenza l'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva annunciato che oggi si sarebbe recata in Qatar una squadra di negoziatori israeliani. Resta lo scoglio delle modifiche che Hamas ha chiesto rispetto alla proposta elaborata dall'inviato americano Steve Witkoff e che secondo Netanyahu sono ''inaccettabili''. Hamas ha chiesto il ritiro delle Idf e la gestione degli aiuti da parte di agenzie delle Nazioni Unite. Secondo quanto riporta il Times of Israel, l'ufficio di Netanyahu ha reso noto che il primo ministro israeliano incontrerà domani il presidente americano Donald Trump alla Casa Bianca alle 18:30 ora di Washington, mezzanotte e mezza in Italia. Oggi il presidente israeliano Isaac Herzog ha incontrato Netanyahu prima della sua partenza per gli Stati Uniti. ''Il viaggio del primo ministro a Washington è una missione importante finalizzata a raggiungere un accordo per la liberazione degli ostaggi'', ha dichiarato Herzog, che ha riconosciuto la necessità di ''decisioni difficili, complesse e dolorose'' per arrivare a un ''accordo per riportare a casa tutti i nostri ostaggi. Questo è un imperativo morale supremo'', anche se ''i costi non sono facili''. Herzog ha aggiunto di essere ''fiducioso che il governo e i servizi di sicurezza affronteranno queste sfide come hanno fatto finora''. Herzog ha poi voluto ''ringraziare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il suo sostegno nell'eliminazione della minaccia nucleare iraniana e per il suo incrollabile sostegno a Israele. Invito i leader mondiali e i nostri partner internazionali a usare tutta la loro influenza per raggiungere una svolta. Questa è una missione umanitaria, morale e nazionale, e non abbiamo tempo da perdere''. Il presidente israeliano ha poi espresso il suo sostegno ''alla squadra negoziale che si recherà a Doha e auguro al primo ministro ogni successo nella sua missione cruciale'' a Washington. ''Un'intera nazione sta osservando, sperando e pregando che tutti i nostri ostaggi tornino a casa il prima possibile'', ha concluso. La proposta elaborata dall'inviato americano Steve Witkoff prevede il rilascio di circa la metà degli ostaggi vivi e circa la metà degli ostaggi morti da Gaza nell'arco di 60 giorni, in cinque step diversi. Secondo una fonte coinvolta negli sforzi di mediazione, Hamas ha proposto tre emendamenti. Hamas vuole che l'accordo stabilisca che i colloqui su un cessate il fuoco permanente continueranno finché non verrà raggiunto un accordo per la fine della guerra, che gli aiuti riprenderanno pienamente attraverso meccanismi sostenuti dalle Nazioni Unite e da altre organizzazioni umanitarie internazionali, e che le Idf si ritirino sulle posizioni che mantenevano prima della fine del precedente cessate il fuoco a marzo. In risposta, l'Ufficio del Primo Ministro ha affermato che le modifiche proposte sono state presentate venerdì sera e "non sono accettabili per Israele", ma che una delegazione si sarebbe comunque recata a Doha oggi. Sono intanto almeno 80 i palestinesi che sono stati uccisi, otto dei quali vicini a centri di distribuzione aiuti, e 304 quelli rimasti feriti nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. Lo ha reso noto il ministero della Sanità della Striscia di Gaza, che ha aggiornato a 57.418 il numero dei palestinesi uccisi e a 136.261 quello dei feriti dall'inizio della guerra. Il gabinetto di sicurezza di Israele ha deciso durante la notte di consentire la distribuzione di aiuti umanitari nella parte settentrionale della Striscia di Gaza. Lo rende noto l'emittente Channel 12. La tv non chiarisce se le operazioni di distribuzione degli aiuti saranno svolte dalla Gaza Humanitarian Foundation, sostenuta da Stati Uniti e Israele, oppure da gruppi sostenuti dalle Nazioni Unite, come ha chiesto Hamas. Secondo Channel 12 il ministro israeliano delle Finanze Bezalel Smotrich e quello della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir hanno votato contro la misura, sostenendo che avrebbe ostacolato gli sforzi per trasferire la popolazione palestinese di Gaza nel sud della Striscia. Hezbollah ha annunciato che non si arrenderà a Israele, né deporrà le armi sotto minaccia. Lo ha dichiarato il leader di Hezbollah, lo sceicco Naim Qassem, dicendo che il gruppo è pronto a ''qualsiasi scontro per difendere il Libano''. Qassem ha aggiunto che Hezbollah ''non accetterà alcuna normalizzazione con Israele''. ''Le minacce non ci faranno arrendere e non ci faranno deporre le armi. Siamo sorpresi dalla richiesta di consegnare i missili, che sono il fondamento delle nostre capacità di difesa'', ha proseguito. "Non importa se il mondo intero si unisce contro di noi, le braci della resistenza ardono e noi faremo in modo che continuino a bruciare", ha aggiunto il successore di Hassan Nasrallah in un discorso televisivo durante la commemorazione religiosa sciita dell'Ashura. In merito all'accordo con Israele per la fine della guerra in Libano, Qassem ha affermato che "la firma dell'accordo di cessate il fuoco aveva lo scopo di fermare l'aggressione israeliana, ma ciò che è accaduto è stato l'opposto, e tutto questo con il sostegno americano".
(Adnkronos) - Le misure in essere per proteggere la salute e la sicurezza dei dipendenti Amazon e dei dipendenti dei fornitori di servizi di consegna vengono ulteriormente rafforzate durante i periodi di temperature particolarmente elevate, come quelli che stiamo vivendo quest'estate. I centri logistici Amazon sono dotati da sempre di impianti di raffreddamento e climatizzazione all'avanguardia che, attraverso sistemi di gestione sofisticati, garantiscono una temperatura costante tra i 23 e i 25 gradi centigradi. E' quanto si legge in una nota dell'azienda. Questi sistemi monitorano continuamente l'indice di calore nelle strutture, un valore che combina temperatura e umidità per esprimere la sensazione effettiva di caldo percepito dal corpo umano. In caso di variazioni climatiche significative, il sistema allerta proattivamente il personale. Sono inoltre predisposte sale break climatizzate dove i dipendenti che lavorano in aree esterne possono recuperare dall'esposizione al calore, con acqua fresca sempre disponibile. Durante il periodo estivo, inoltre, vengono condivisi con i dipendenti, attraverso canali di comunicazione online e in loco, suggerimenti specifici sulla prevenzione dei malori da caldo, fattori di rischio ambientali e personali, guide all'idratazione e consigli forniti da professionisti della salute pubblica e medici. Tutti i dipendenti sono incoraggiati a fare pause preventive per rinfrescarsi ogni volta che ne sentono la necessità, e i team di sicurezza sono incaricati di affrontare tempestivamente qualsiasi problema legato alle temperature elevate. Anche le aziende fornitrici di servizi di consegna implementano una serie di misure per garantire la sicurezza dei propri dipendenti durante i periodi di caldo intenso. Tutti i mezzi sono dotati di aria condizionata funzionante, con l'indicazione agli autisti di segnalare tempestivamente eventuali malfunzionamenti. Le aziende fornitrici di servizi di consegna hanno, inoltre, avviato campagne di sensibilizzazione rivolte ai propri dipendenti affinché l'attività lavorativa venga svolta in condizioni di massima sicurezza nelle giornate caratterizzate da temperature elevate. Gli autisti sono invitati a segnalare qualsiasi situazione che possa compromettere la sicurezza del loro lavoro. Inoltre, i carichi di lavoro vengono adeguati alle condizioni climatiche e viene garantita la costante disponibilità di acqua per mantenere un livello di idratazione stabile e adeguato. L’attenzione di Amazon in materia di sicurezza rappresenta una costante. Solo nel 2024 l’azienda ha investito 15 milioni di euro in progetti dedicati alla sicurezza nella rete logistica in Italia, erogato oltre 270.000 ore di formazione sulla sicurezza e formato 3.200 operatori specializzati.
(Adnkronos) - Si è svolta oggi a Torino la nuova tappa del ciclo di incontri dedicati al territorio, organizzati dal Gruppo assicurativo Axa Italia, dal titolo 'Cambiamenti Climatici. Prevenire e mitigare il rischio - Axa incontra il territorio'. Con il Patrocinio di Ania (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicurative) e del Comune di Torino, l’iniziativa prosegue sul territorio italiano con l’obiettivo di diffondere una sempre maggiore consapevolezza su un tema centrale e urgente per il futuro della società. In un Paese caratterizzato da una vulnerabilità strutturale che lo rende tra i più fragili d’Europa - con quasi il 94% dei comuni a rischio frane, alluvioni/erosione costiera e oltre l’80% delle abitazioni esposte ad un livello di rischio medio-alto legato ad almeno uno di questi eventi, si innescano anche gli effetti dirompenti del cambiamento climatico, con un trend in crescita delle catastrofi naturali, aumentate da inizio 2023 del 16% (378 eventi meteorologici estremi in un anno) e costi pari a oltre 16 miliardi di euro (+22% vs 2022), un record a livello europeo. Ciononostante, restiamo fortemente sotto-assicurati: solo il 7% delle abitazioni e delle imprese italiane è coperto contro terremoti e alluvioni. In questa nuova tappa a Torino, Axa sceglie di mettere a disposizione la propria expertise nella comprensione di questi fenomeni, presentando uno studio scientifico sul grado di rischiosità futuro, al 2050, della regione Piemonte, grazie al coinvolgimento di Axa Climate, società del Gruppo che si avvale di un team di oltre 20 PhD esperti in scienza e climatologia e data scientist. Al centro della ricerca, 3 ambiti di rischio prioritari per la regione: temperature estreme, inondazioni, stress idrico. Sul fronte delle temperature, i modelli di Axa Climate prevedono un aumento sostanziale nella maggior parte della regione del numero di giorni in cui le temperature massime percepite all’ombra saranno superiori a 33°C. In particolare, la parte centro-orientale avrà 7-8 giorni 'pericolosi' l’anno in cui le temperature massime percepite all’ombra supereranno i 40°C. Le temperature estreme rappresenteranno una grande sfida per le città, soprattutto per Torino e Alessandria. A Torino si attendono infatti quasi 12 giorni in più all’anno nel 2050 con temperature massime all’ombra superiori a 35°, mentre ad Alessandria le stesse temperature si registreranno in 30 giorni in più all’anno. Sempre a Torino, il numero di giorni particolarmente caldi, superiori a 31°, aumenterà in modo drastico: nel 2050 saranno 41,3 all’anno, 6 volte in più rispetto alla baseline. Un fenomeno correlato che influisce in modo significativo sulla regione è quello delle ondate di calore: una sfida rilevante per l'industria piemontese, poiché potrebbe esporre i siti produttivi al rischio di rallentamenti o interruzioni prolungate. In merito al fenomeno delle inondazioni, eventi di piogge intense diventeranno sempre più frequenti con il cambiamento climatico. Particolare attenzione merita il potenziale impatto del fenomeno sulle infrastrutture essenziali per l’attività economica a servizio del territorio, a titolo d’esempio l’A5 tra Torino e Aosta. Si vedrà infatti un aumento del rischio di inondazioni che potranno raggiungere un livello fino a 130 cm nel 2050 in alcuni tratti dell’autostrada, secondo lo studio. Le inondazioni fluviali, invece, avranno un forte impatto sulla zona intorno a Torino e nello specifico nella Pianura Padana, in quanto zona agricola densa caratterizzata dalla vicinanza ai fiumi. Il Piemonte sarà infine sempre più soggetto a stress idrico che interesserà soprattutto la parte sud della regione con più del 40% dell’acqua disponibile usata entro il 2050. Da sottolineare i possibili impatti a lungo termine sulle attività economiche dovuti all’aumento della durata e dell’intensità della siccità, come, ad esempio, la viticoltura nelle Langhe, dove lo stress idrico medio aumenterà dal 31% della baseline al 44% del 2050. A conclusione dello studio scientifico condotto da Axa Climate, presentato anche un nuovo strumento di analisi del rischio climatico e della biodiversità, sviluppato da Axa Altitude, parte di Axa Climate. Lo strumento è stato progettato per aiutare le aziende a identificare l’esposizione dei propri siti ai rischi climatici, in tutto il mondo, valutarne i potenziali impatti finanziari e definire la strategia di adattamento proponendo le misure di mitigazione più efficaci. Lo strumento è in grado di fornire analisi dettagliate sui rischi in pochi minuti e in modo autonomo, monitorare la strategia di adattamento e supportare sul fronte della reportistica di sostenibilità, il tutto appoggiandosi all’ecosistema di esperti e database di Axa Climate. In questo contesto di grande complessità, misure di adattamento ben progettate giocano un ruolo cruciale, per limitare i danni e aiutare la regione ad adeguarsi e a mantenere la sua attrattività economica e le sue attività. Axa ha voluto porre l’attenzione su possibili azioni di prevenzione e mitigazione di questi rischi climatici: da misure di sensibilizzazione o di revisione dei piani di emergenza e di business continuity, fino a potenziali misure di adattamento delle infrastrutture e delle attività aziendali. “A sei mesi dalla conclusione dell’iter che porterà tutte le imprese ad essere assicurate in virtù dell’obbligo di legge, è aumentata la consapevolezza del valore di questa copertura come strumento di protezione, non solo del patrimonio immobiliare, ma anche e soprattutto della continuità produttiva", afferma Umberto Guidoni, co-direttore Generale di Ania. "È essenziale promuovere una cultura della prevenzione, dotare le istituzioni e le imprese di strumenti scientifici adeguati, e rafforzare la collaborazione tra pubblico e privato per rendere il nostro tessuto sociale ed economico più resiliente", sottolinea Claudia Porchietto, sottosegretario alla Presidenza della Regione Piemonte. “In Axa - sottolinea Letizia D’Abbondanza, Chief Customer&External Communication Officer del Gruppo Axa Italia - crediamo nella necessità di accompagnare la società nella transizione climatica con un approccio a 360° consapevoli del ruolo sociale che, come assicuratori, possiamo avere, offrendo protezione alle persone di fronte ai rischi e alle grandi sfide globali, come il cambiamento climatico. E per farlo, intendiamo agire su due fronti: promuovere una cultura della prevenzione, con un approccio scientifico guidato dai dati, fondamentali per formulare stime e previsioni, e orientato a individuare soluzioni concrete, e diffondere una sempre maggiore consapevolezza condivisa, coinvolgendo tutti gli attori del territorio, su un tema centrale e urgente per il futuro della società”.