(Adnkronos) - Una nave da crociera contro un iceberg e i passeggeri vivono un "momento Titanic". Un video pubblicato su TikTok documenta l'avventura vissuta dai passeggeri a bordo di una nave, la Carnival Spirit, che navagiava nelle acque davanti al fiordo Tracy Arm in Alaska, a sud della città di Junea. La nave ha urtato un iceberg senza riportare danni. Nessuna conseguenza per i passeggeri che, a giudicare dalla clip, non hanno vissuto i lunghissimi secondi in totale serenità: "Se dovessimo morire ne sarebbe valsa la pena, è un momento da Titanic", dice Cassandra Goskie mentre documenta il contatto ravvicinato tra la prua e il ghiaccio. Un portavoce della Carnival Cruise, come riferisce la Cnn, ha spiegato che la nave ha colpito "un frammento galleggiante di ghiaccio". Un altro passeggero, Saurabh Singhal, dal suo profilo Facebook ha spiegato che la nave - dopo l'episodio del 5 settembre - è rimasta ferma "per ore per una valutazione dei danni". La crocierà, dopo i controlli, è proseguita regolarmente e si è conclusa come previsto. La nave è rientrata a Seattle, nello stato di Washington, e poi è ripartita per un nuovo viaggio di 14 giorni.
(Adnkronos) - La Generazione Z, i nati tra il 1997 e il 2012, sta entrando nel mondo del lavoro con una visione e delle aspettative uniche, plasmate da un'era di tecnologia e digitalizzazione. Ne ha parlato Filippo Pantalena, ceo & founder di Atheljo B.V., una startup nata dall'incontro tra professionisti del settore per dare un nuovo orientamento al mondo delle agenzie per il lavoro. Atheljo si pone sul mercato come partner per aziende in cerca di talenti e candidati che vogliono valorizzare le loro competenze, offrendo un servizio di recruiting mirato per raggiungere il successo lavorativo. Nei confronti dei giovani, si pone con un’attenzione particolare preparando le aziende ad affrontare le mutazioni dei candidati, perché in futuro saranno i giovani di oggi ad occupare i posti di lavoro e i ruoli dirigenziali. In in occasione dell'undicesima edizione di Farete, l'evento di Confindustria Emilia progettato per favorire opportunità per sviluppare nuove relazioni professionali e creare occasioni di business, che si è svolto pochi giorni fa, a Bologna. tavolo dei relatori, Filippo Pantalena e Marco Barone, co-founder e vicedirettore di Siamo Zeta, il media di informazione della Gen Z, hanno dato vita a un interessante confronto esplorativo su come le aziende possono affrontare le sfide e cogliere le opportunità offerte da questa nuova generazione di lavoratori. La Generazione Z è la prima generazione cresciuta in un mondo immerso nella tecnologia che non conosce un'epoca senza dispositivi elettronici e cellulari. Questo influisce profondamente sulle loro aspettative lavorative. Sono nativi digitali con una predisposizione innata per il multitasking e la capacità di apprendere rapidamente attraverso canali alternativi come video online e corsi digitali. Questa generazione è abituata a un ritmo accelerato di apprendimento e a una cultura del lavoro che valorizza la flessibilità e l'innovazione. Tuttavia, il mercato del lavoro attuale non sempre risponde a queste aspettative. La Generazione Z cerca autonomia e flessibilità. Sono abituati a gestire la loro vita attraverso il telefono e desiderano applicare questa stessa flessibilità al lavoro. Non vogliono essere vincolati a orari rigidi o a una presenza fisica costante in ufficio. La possibilità di lavorare da remoto e di avere un equilibrio tra vita lavorativa e personale è fondamentale per loro. Inoltre, la Generazione Z è consapevole della difficile situazione economica e delle sfide legate alla stabilità lavorativa. "Sono cresciuti - sottolinea Filippo Pantalena - con l'idea che il lavoro potrebbe non essere sempre garantito quindi, oltre alla flessibilità, cercano anche un ambiente di lavoro che offra opportunità di crescita e riconoscimento”. Spiega ancora Pantalena: “Le aziende, specialmente le pmi, devono adattarsi per attrarre e trattenere talenti della Generazione Z. Molti imprenditori ancora operano con modelli tradizionali e Atheljo si impegna a supportare le aziende nell'adottare pratiche più moderne e inclusive. “Vogliamo aiutare le imprese a creare ambienti di lavoro che non solo rispondano alle esigenze dei giovani, ma che li facciano sentire veramente parte della squadra". Atheljo è nata per porsi come intermediario cruciale tra giovani e aziende: "Il nostro compito è duplice: aiutiamo i candidati a capire le dinamiche aziendali e a prepararsi adeguatamente per i colloqui, mentre guidiamo le aziende nella creazione di percorsi di crescita per i nuovi assunti"; prosegue il ceo Pantalena. "Non vogliamo essere semplicemente fornitori di mano d'opera, ma partner nel costruire carriere e nel migliorare le pratiche aziendali." Pantalena riconosce che ci sono sfide significative. "Molti giovani si trovano a dover affrontare situazioni in cui le loro competenze non sono riconosciute o valorizzate. Per esempio, le esperienze di stage spesso sono mal retribuite e non sempre offrono reali opportunità di crescita. E' essenziale che le aziende trattino gli stage come un investimento nel futuro e non come una mera fonte di lavoro a basso costo". In sintesi, la Generazione Z porta con sé nuove aspettative e sfide per il mercato del lavoro. Tuttavia, con il giusto supporto e le giuste strategie, sia le aziende che i giovani possono trarre vantaggio da questa transizione. Conclude Pantalena: "Il nostro obiettivo è costruire ponti tra generazioni diverse e creare ambienti di lavoro che siano stimolanti e gratificanti per tutti". Atheljo si impegna a facilitare questo processo, lavorando a stretto contatto con le aziende e i candidati per promuovere un'integrazione armoniosa e produttiva nel mondo del lavoro.
(Adnkronos) - Condividere l'auto tra colleghi che percorrono lo stesso tragitto. In Italia sono già numerose le aziende che, insieme al loro mobility manager, hanno scelto di promuovere il carpooling aziendale e lo dimostrano i dati del primo semestre 2024: si registrano 290.256 viaggi in carpooling certificati ovvero l’equivalente di oltre 166mila auto tolte dalle strade, 553.516 kg di CO2 in meno e un risparmio totale per i dipendenti di 845.660 euro. È quanto emerge dall'Osservatorio Aziende In Movimento realizzato da Jojob Real Time Carpooling, che ha analizzato i dati delle 2.926 sedi aziendali e le abitudini dei 177.637 dipendenti coinvolti dalle aziende che hanno a disposizione il servizio di carpooling aziendale per la tratta casa-lavoro. Tramite l’app di Jojob e le campagne di comunicazione promosse dal suo team, i mobility manager delle aziende possono infatti diffondere e incentivare l’uso dei trasporti condivisi e a basso impatto ambientale: i dipendenti delle aziende che aderiscono a Jojob possono pubblicare e rendere disponibili i propri tragitti casa-lavoro, trovare autisti e passeggeri compatibili come ad esempio colleghi o dipendenti di aziende limitrofe. "Il nuovo Osservatorio con focus specifico sulla mobilità delle aziende ci aiuta a comprendere meglio anche il tessuto economico del Paese e le relative esigenze dei lavoratori - dichiara Gerard Albertengo, Ceo e fondatore di Jojob - Il carpooling offre significativi benefici sia alle aziende che ai dipendenti, soprattutto in contesti urbanizzati come la Lombardia o il Piemonte. In generale, emerge sempre più nettamente l’importanza, all’interno della struttura aziendale, della figura del Mobility Manager, responsabile della pianificazione e della gestione della mobilità aziendale: grazie al suo lavoro è possibile implementare soluzioni per ridurre l'impatto ambientale degli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti, aumentando al tempo stesso il benessere dei lavoratori”. L’Osservatorio Aziende in Movimento di Jojob ha permesso di fotografare l'andamento del carpooling in tutta Italia, individuando anche le regioni e le province in cui si registrano più viaggi condivisi, nonché le differenti abitudini dei carpooler. Analizzando nel dettaglio il numero di sedi attive nelle singole regioni italiane, sul primo gradino del podio troviamo la Lombardia con il 18,3% delle aziende ad aver adottato il carpooling. A seguire l’Emilia-Romagna che registra un 16,7% delle sedi sul totale nazionale. Al terzo posto il Lazio con l'8,7% delle sedi. A livello provinciale, al primo posto troviamo Roma con il 7,6% di sedi attive sul totale nazionale. Al secondo posto la provincia di Brescia, con il 4,3%, mentre al terzo gradino si trova Trento con il 4,1% delle sedi. Tra i settori in cui operano le aziende che promuovono il carpooling si distingue il metalmeccanico che, pur rappresentando solo il 6,1% delle sedi, registra il maggior coinvolgimento dei dipendenti, ovvero il 24,06% del totale. Le aziende metalmeccaniche ad aver adottato il carpooling aziendale sono realtà di grandi dimensioni e situate in contesti suburbani, pertanto ideali per il carpooling perché spesso raggiungibili soltanto con l’ausilio di mezzi privati. A scegliere la mobilità condivisa insieme a Jojob sono anche le aziende del settore bancario, con il 16,9% dei dipendenti sul totale, seguito da quello alimentare (11,3% dei dipendenti); un dipendente su 10 che fa carpooling proviene invece dal settore della logistica (10%). Secondo l’indagine di Jojob Real Time Carpooling, il carpooler 'medio' è un dipendente attento in primis al risparmio economico (61,4%), motivato però anche dalla volontà di compartecipare alla riduzione dell'impatto ambientale (15,4%) e dalla socializzazione offerta dalla condivisione del viaggio (6,5%), accanto a chi adotta la soluzione del carpooling aziendale perché non ha alternative di trasporto pubblico o privato (5,6%). La maggior parte dei carpooler divide le spese organizzando l'utilizzo delle auto private a turno (64%), mentre il 13,5% approfitta della transazione gestita dall’app di Jojob per restituire al guidatore le spese sostenute. Il 14% afferma che l’autista non richiede alcun contributo, mentre nell’8,5% dei casi i carpooler si accordano per un compenso quotidiano o periodico da riconoscere all’autista. Oltre la metà dei dipendenti (53%) afferma di condividere l’auto per una media di 5 giorni a settimana, mentre il 18,2% condivide il tragitto casa-lavoro per una media di 4 giorni a settimana e il 15,9% per 3 giorni.