(Adnkronos) - Le nuove regole in campo Cloud costituiscono per le piccole e medie imprese (Pmi) “più un'opportunità che un rischio, perché offrono loro la possibilità di accedere a un ecosistema di soluzioni tecnologiche con maggiori regole e maggiore fiducia”. Lo ha detto Mauro Capo, Cloud First Lead di Accenture per Italia, Centro Europa e Grecia, all’evento “Il futuro del cloud in Italia e in Europa”, organizzato da Adnkronos e Open Gate Italia a Palazzo dell’Informazione a Roma per promuovere un confronto pubblico sulle sfide legate alle infrastrutture digitali, alla regolazione dei servizi cloud e alla competitività tecnologica europea. La regolazione dei servizi cloud “dà la possibilità di ambire ad ambienti di collaborazione con le filiere produttive e sviluppare maggiormente il proprio patrimonio digitale estraendo valore dai propri dati”, spiega Capo. Le Pmi si trovano ad affrontare un percorso di adeguamento entro il quale Accenture sente “la responsabilità di accompagnarle con soluzioni dedicate, tecnologie trasparenti, osservabili, che possono generare fiducia nell'adozione, utilizzando il patrimonio tecnologico migliore che il mondo può offrire”, conclude il Cloud First Lead di Accenture.
(Adnkronos) - Jabra, il marchio leader dell'audio professionale, ha realizzato, insieme all'Happiness research institute, una ricerca a livello globale (Italia compresa) per esplorare la relazione dell'Ia generativa con il benessere sul lavoro e nella vita quotidiana. Mentre gran parte del dibattito sull'Ia si è concentrato sull'efficienza, la vera opportunità potrebbe risiedere in qualcosa di molto più umano: la felicità. Lo studio ha preso in esame oltre 3.700 professionisti in 11 nazioni (Italia compresa), e fornisce uno sguardo inedito su come l'uso crescente di strumenti dell’Ia stia influenzando la soddisfazione sul lavoro, i livelli di stress e la felicità della vita. Di questi 3700 knowledge worker, 363 erano italiani e hanno riferito un uso frequente dell'Ia nella loro vita quotidiana. Infatti, il 54% utilizza l'Ia mensilmente nella propria vita personale e il 48% nella propria vita lavorativa. In generale, le tendenze osservate nel campione di dati italiani riflettono la media dello studio. La ricerca di Jabra, denominata 'Work and wellbeing in the age of Ia', rivela una chiara correlazione tra l'uso frequente dell'Ia e una maggiore soddisfazione sul lavoro. I professionisti che utilizzano l'Ia quotidianamente dichiarano di essere più soddisfatti del proprio ruolo del 34% rispetto a quelli che non lo fanno. Riferiscono di aver raggiunto più facilmente gli obiettivi (78% degli utilizzatori frequenti di Ia contro il 63% degli utilizzatori sporadici) e di avere maggiori opportunità di avanzamento (70% degli utilizzatori frequenti di Ia contro il 38% degli utilizzatori sporadici) rispetto a coloro che utilizzano l'Ia solo una volta alla settimana o meno. Allo stesso modo, rispetto ai lavoratori che non si rivolgono regolarmente all'Ia, gli utilizzatori frequenti sono più ottimisti riguardo alla loro futura soddisfazione lavorativa (47% contro 27%) e più fiduciosi che il loro lavoro rimarrà piacevole (44% contro 23%) e soddisfacente (45% contro 24%). In conclusione, le persone che utilizzano frequentemente l'Ia hanno una probabilità significativamente maggiore di provare un senso di scopo più forte e di sentirsi ottimisti sul futuro generale del lavoro. Meik Wiking, ceo di The happiness research institute e autore di The little book of Hygge, spiega: "E' facile parlare di Ia in termini di produttività. Ma dobbiamo iniziare a parlarne in termini di psicologia. Come influisce sull'identità, sulla motivazione e su come le persone credono che essa rappresenti il loro futuro. Il futuro del lavoro non è solo tecnologico, ma anche emotivo". I risultati indicano che il benessere sul posto di lavoro è strettamente legato alla più ampia soddisfazione nel privato. I dipendenti che sono felici sul lavoro hanno una probabilità 4/5 volte maggiore di dichiararsi soddisfatti della propria vita in generale. Due terzi di coloro che dichiarano un'elevata soddisfazione sul lavoro si descrivono come felici anche nella vita privata. Paul Sephton, global head of brand communications di Jabra, ha commentato: "Dobbiamo capire come tecnologia e benessere si intersecano. Quando progettiamo i prodotti, innoviamo per un futuro in cui le persone collaborano non solo con altri soggetti umani, ma anche con l'Intelligenza artificiale. Questo cambiamento significa far evolvere le nostre soluzioni per supportare non solo l'interazione umana, ma anche per consentire ai sistemi di Ia di ricevere gli input audio e video di cui hanno bisogno per essere più utili e più emotivamente intelligenti". Sebbene il sentimento generale nei confronti dell'Ia sia positivo, lo studio rileva, paradossalmente, che gli utilizzatori abituali riportano livelli di stress superiori del 20% rispetto a quelli sporadici. Ciò potrebbe essere dovuto alla pressione di dover padroneggiare nuovi strumenti, creare i suggerimenti 'giusti' e adattarsi continuamente ai sistemi in evoluzione. Una parte di questo stress potrebbe anche derivare dal carico mentale aggiuntivo che comporta la revisione e l'interpretazione dei risultati generati dall'Ia. I lavoratori non devono solo utilizzare questi strumenti, ma anche rimanere vigili, ricontrollando i risultati ed esprimendo giudizi con maggiore frequenza. Tuttavia, non tutto lo stress è uguale. I lavoratori che riferiscono livelli di stress leggermente elevati (quelli che si sentono sotto pressione ma non sopraffatti) riferiscono di obiettivi più alti, una maggiore felicità e una maggiore soddisfazione sul lavoro rispetto a quelli con livelli di stress moderati o neutri. In questi casi, lo stress può essere un indicatore dell'impegno: un segno che i lavoratori sono investiti, motivati e messi alla prova in modo significativo. Nonostante il clamore suscitato dall'Ia, la maggior parte dei lavoratori non la utilizza ancora regolarmente. Infatti, quasi un terzo dei professionisti altamente qualificati non ha mai utilizzato l'Ia sul lavoro. Tra coloro che la utilizzano, la flessibilità sembra essere un fattore determinante. I lavoratori utilizzano l'Ia con un'ampia varietà di input, dalla digitazione all'uso di messaggi vocali, e la usano per compiti diversi in ambienti diversi. Questo suggerisce un momento critico per le aziende: l'Ia ha il potenziale sia per sostenere, che per ridurre il benessere. Ciò che le imprese scelgono di fare ora determinerà il successo della loro forza lavoro nell'adattarsi e prosperare in futuro. Questo studio segnala una nuova frontiera per le aziende che si confrontano con l'integrazione dell'Ia. Invece di concentrarsi esclusivamente sull'efficienza, Jabra e l'Happiness research institute suggeriscono che l'esperienza emotiva del lavoro deve diventare una priorità di progettazione. Mano mano che l'Ia diventa parte integrante del luogo di lavoro, cresce il potenziale per costruire ambienti che favoriscano sia la produttività, che il benessere.
(Adnkronos) - Nuovo record per gli energy manager, l'esperto in gestione dell'energia, nel 2024: sono 2571 le nomine totali (+19% tra il 2014-2020 e +4% 2020-2024) di cui 1752 da soggetti obbligati (+17% 2014-2020 e +3% 2020-2024). Questi i dati del Rapporto ufficiale sugli energy manager nominati in Italia, predisposto da Fire e presentato in occasione del webinar 'Presentazione del Rapporto Gli Energy Manager in Italia 2025'. "C'è stato un trend tendenzialmente crescente che si è interrotto solo fra il 2021 e il 2022 a causa della pandemia e della forte riduzione dei consumi registrata in quel periodo - spiega Dario Di Santo, direttore Fire - Appena c'è stata una ripresa, le statistiche sono tornate a salire raggiungendo nuovi record". "Complessivamente abbiamo 1869 energy manager che sono meno delle nomine perché per le realtà medio-piccole spesso un consulente opera per più soggetti, quindi ovviamente non c'è un'equivalenza fra nomine ed energy manager", osserva. Da segnalare "una continua crescita della parte femminile che è arrivata al 12%, era al 10% l'anno scorso, al 7% 3-4 anni fa" e che "un terzo delle nomine viene da soggetti non obbligati che quindi ritengono un energy manager comunque fondamentale per le loro attività". Dal punto di vista dell'inquadramento, "se parliamo dei soggetti che scelgono di nominare un proprio dipendente, vediamo che per il 28% sono dirigenti, per il 34% quadri, per il 38% hanno altre posizioni all'interno dell'azienda. Dopodiché un 33% circa delle nomine riguarda consulenti esterni. L'energia gestita è pari a 95 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio". Di Santo sottolinea nel suo intervento che "usare meglio l'energia conviene non solo in termini di bolletta: c'è la riduzione delle emissioni, sia climalteranti sia nocive, c'è il tema del miglioramento della sostenibilità, che ovviamente è importante per imprese che magari sono sottoposte agli obblighi di reportistica, e c'è il tema del miglioramento dell'uso delle risorse economiche perché chiaramente se uso meglio l'energia riduco i rischi sugli approvvigionamenti, riduco i costi, libero risorse per poter fare altro. D'altra parte in termini sistemici usare meglio l'energia mi consente di ridurre gli investimenti in nuova potenza di generazione, riduce la domanda e la dipendenza dall'estero per gli approvvigionamenti energetici e riduce anche la necessità di intervenire sulle reti di trasporto e distribuzione". Il tutto con una serie di ricadute in termini di "valore degli asset, sicurezza, continuità produttiva, produttività, conformità legislativa o ambiente". Durante il webinar è stata presentata, tra le altre, un'indagine realizzata da Fire sull'uso dell’Ia per l’energy management. Il campione contattato da Fire coinvolge fornitori di tecnologie, esperti del settore e aziende utilizzatrici di media-grande dimensione. "Il 38% delle aziende di taglia medio-grande ha implementato l'Ia nel proprio lavoro. Invece, il 56% sta valutando come può implementarla nei prossimi anni", spiega Yasaman Meschenchi di Fire. Quanto alle aree di applicazione, l'Ia viene impiegata per lo più "per monitoraggio, ottimizzazione dei consumi, manutenzione predittiva, automazione dei processi e gestione delle rete". Tra i benefici indicati, "riduzione dei costi, aumento dell'efficienza energetica, riduzione degli sprechi, riduzione del tempo necessario per fare analisi". Non mancano le sfide come la "mancanza di risorse umane con formazione adeguata e macchinari adatti, e a volte ci sono scetticismo e diffidenza verso l'Ia". In conclusione "i risultati della nostra indagine confermano che l'intelligenza artificiale è una leva strategica per migliorare l'efficienza energetica, per ridurre i costi, accelerare la transizione verso un futuro più sostenibile. Se usiamo bene l'intelligenza artificiale, possiamo sfruttare molto bene l'Ia nel nostro lavoro", conclude Meschenchi.