(Adnkronos) - "Oggi siamo qui al secondo Forum Incyte sulla ricerca per declinare il valore della ricerca in due direttrici: capacità di attrarre investimenti e capitali esteri in Italia per generare valore economico e dare un'opportunità ai pazienti che hanno bisogno di nuove soluzioni terapeutiche per aree nelle quali permangono bisogni insoddisfatti; formare, far crescere e mantenere in Italia il talento, la futura classe di scienziati, e quindi capire quale ruolo vuole giocare l'Italia per scongiurare fughe di giovani cervelli all'estero". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Onofrio Mastandrea, Regional Vice President e General Manager Incyte Italia, in occasione della seconda edizione del Forum Incyte sulla ricerca a Roma. "Il ruolo della ricerca come asset strategico è fondamentale per l'Italia, ma anche per l'Europa, così come il capitale umano", sottolinea Mastandrea. Tuttavia, occorre evitare che i giovani ricercatori lascino l'Italia per lavorare all'estero. "Come? Servono sicuramente i fondi, ma non solo - precisa Mastandrea - Possiamo riuscire a mantenere talenti solo se creiamo un ecosistema attrattivo per l'innovazione. Quindi è necessario creare un ambiente più accogliente e premiante per l'innovazione e che valorizzi anche il talento. Pertanto, non è solo una questione economica. Bisogna dare delle prospettive di crescita per i giovani che vadano nella direzione di premiare l'innovazione e il talento", conclude.
(Adnkronos) - “Siamo orgogliosi di ricevere questo premio per l’eccellente qualità del nostro welfare”. E' quanto afferma Donatella Pugliese, Head of People Care, Diversity and Inclusion Italia di Enel, commentando l'assegnazione del premio Global Welfare, consegnato, nell'ambito del 'Global Welfare Summit' tenutosi a Villa Miani a Roma, dall'Osservatorio Italian Welfare, in collaborazione con la Fondazione Interuniversitaria Marchetti, alle aziende che si sono contraddistinte per global welfare score, sostenibilità sociale, inclusività ed educazione al welfare. “Nell’ambito delle politiche di gestione del personale, Enel è da sempre all’avanguardia e negli anni ha ulteriormente consolidato il suo primato, rispondendo ai nuovi bisogni di una società in rapida e costante evoluzione con un welfare dell’inclusività. Abbiamo così messo in campo tutta una serie di misure innovative, che si aggiungono a quelle più tradizionali, finalizzate a sostenere la genitorialità, i caregiver e i colleghi con disabilità, consapevoli del fatto che il welfare sta diventando sempre più strategico non solo per favorire la produttività delle persone, ma anche per attrarre e trattenere talenti, contribuendo a promuovere ambienti di lavoro sempre più sostenibili”, sottolinea. “Siamo convinti”, conclude Pugliese, “che sostenere la genitorialità, i caregiver e le persone con disabilità rappresenti un investimento per il futuro, in quanto contribuisce a creare una società più equa, producendo benefici tangibili nella nostra azienda e riflettendosi positivamente su tutto il Paese”.
(Adnkronos) - “La sostenibilità è diventata centrale ma presenta una serie di contraddizioni evidenti, soprattutto nel contesto della nuova normativa europea, con la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), recepita in Italia da poco più di un mese. Una delle principali contraddizioni riguarda a mio parere proprio la crescente complessità: se da un lato la CSRD promuove la trasparenza e l’armonizzazione delle informazioni, dall’altro impone alle aziende un carico di lavoro significativo introducendo nuovi principi e nuovi indicatori per la rendicontazione, che richiedono competenze sempre più tecniche e specialistiche. Il rischio che intravedo è quindi che la sostenibilità venga percepita sempre più come un esercizio di conformità normativa, piuttosto che come un reale impegno per il cambiamento”. Così Mara De Donato (Responsabile Comunicazione e CSR - GORI Spa) in occasione del Salone della CSR svoltosi a Milano “Un’altra contraddizione che rilevo riguarda l’approccio "one-size-fits-all": sebbene la direttiva miri a uniformare i criteri di rendicontazione ESG (ambientale, sociale e di governance), non sempre tiene conto delle specificità di settori particolari, come il nostro, ossia la gestione del servizio idrico integrato. Qui le dinamiche operative sono complesse e gli investimenti infrastrutturali a lungo termine hanno un impatto diretto su tematiche come l’efficienza e la qualità del servizio idrico: aspetti, questi, che non sempre, o non ancora, trovano riscontro immediato nei parametri di sostenibilità previsti dalla normativa.” Continua De Donato. Come si sta organizzando Gori per superare queste contraddizioni? Prosegue De Donato: “In Gori, la gestione di un servizio di pubblica utilità come quello idrico ci colloca automaticamente in un ruolo di attore sociale primario. L'acqua è una risorsa fondamentale per il benessere delle comunità e per la sostenibilità del territorio, e la nostra missione non si limita alla fornitura efficiente e sicura del servizio, ma abbraccia una dimensione sociale più ampia e profonda. La "S" di ESG è per noi una componente intrinseca della nostra attività, che deve riflettersi nel nostro impegno quotidiano per garantire un servizio che non solo risponda ai bisogni infrastrutturali, ma che contribuisca attivamente al benessere e alla coesione sociale delle comunità locali. Per superare le contraddizioni, riteniamo dunque che l’ascolto continuo e il dialogo costante con i nostri stakeholder possa essere la corretta strategia. Operiamo in una porzione della regione Campania particolarmente articolata e complessa, distribuita su ben 75 comuni tra le province di Napoli e Salerno: una vastità geografica che implica una pluralità di esigenze, sfide e stakeholder, che richiedono un approccio personalizzato e inclusivo. Un approccio, quest’ultimo, che ci consente di rispondere non solo ai requisiti normativi imposti dalla CSRD, ma anche alle aspettative del territorio, in un’ottica di creazione continua di valore condiviso”. Come si comunica questa sfida e come lo fa Gori? “In un contesto in cui le aziende devono far fronte a nuovi obblighi normativi e rispondere a criteri sempre più stringenti, la comunicazione non può più essere considerata un accessorio o una funzione a valle delle attività operative. E quando parliamo di "sfidare le contraddizioni", ci riferiamo proprio alla capacità della comunicazione di navigare tra aspettative divergenti e obiettivi ambiziosi. Le aziende devono confrontarsi con una crescente domanda di trasparenza e con la necessità di dimostrare impatti concreti, mentre allo stesso tempo gestiscono la complessità delle regolamentazioni e l’impegno verso una trasformazione sostenibile. In questo scenario, una comunicazione ben strutturata non solo rende visibili gli sforzi dell'azienda, ma permette di creare consenso e generare fiducia. Oggi più che mai, dunque, ritengo che la comunicazione della sostenibilità debba essere un atto di ingaggio attivo degli stakeholder, creando una narrativa basata su fatti e risultati tangibili. La comunicazione autentica può creare attivismo: se gli stakeholder comprendono appieno un progetto perché ricevono informazioni chiare e trasparenti, supportate da dati solidi e verificabili, se ne appropriano e ne diventano ambasciatori, innescando così un processo virtuoso di diffusione e partecipazione attiva. E solo in questo modo il processo di transizione sostenibile potrà diventare effettivamente trasformativo” Conclude De Donato.