(Adnkronos) - "Se non avremo a disposizione" l'acido obeticolico "torneremo indietro di 7 anni, avremo un azzeramento della ricerca scientifica e lasceremo i pazienti" con la colangite biliare primitiva "senza un farmaco che è diventato per loro un salvavita. Si danneggerebbero quelli già in terapia, oltre a quelli che non potrebbero entrare in trattamento e beneficiare non solo nella riduzione dei sintomi, ma anche della progressione della malattia e di un guadagno di anni di vita". Lo ha detto Annarosa Floreani, studiosa senior, Università degli Studi di Padova e consulente scientifico Irccs Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), intervenendo questa mattina all'evento - organizzato da Omar, Osservatorio malattie rare, in collaborazione con Amaf Aps Ets, Associazione malattie autoimmuni del fegato, e Associazione EpaC Ets e il contributo non condizionante di Advanz Pharma - sul tema della revoca da parte della Commissione europea, su decisione dell'Agenzia Ema, dell'autorizzazione all'immissione in commercio (Aic) condizionata per l'acido obeticolico. Il provvedimento è stato sospeso, ma rimane il rischio di non rendere più disponibile il farmaco, per i pazienti europei. "La colangite biliare primitiva - spiega Floreani - è una malattia cronica, rara, autoimmune del fegato che danneggia i piccoli dotti biliari che può portare a un'infiammazione cronica, alla cirrosi e al trapianto di fegato o al decesso per insufficienza epatica. Interessa prevalentemente le donne tra i 45-55 anni, con un rapporto 9 a 1 rispetto agli uomini. E' una patologia complessa perché può associarsi ad altre malattie autoimmuni, anche reumatologiche come l'ipotiroidismo o le artriti. I suoi sintomi, prevalentemente il prurito insistente e l'astenia, impattano sulla qualità di vita". A livello di terapie, "nel 1987 è entrata in commercio la prima linea di trattamento, l'acido ursodesossicolico che ha migliorato la sopravvivenza - illustra l'esperta - ma il 30-40% dei pazienti non risponde alla terapia e necessita di una seconda linea che è l'acido obeticolico. Questo è in commercio dal 2017 in Italia, dove ne hanno tratto beneficio circa 1.400 persone. Lo dimostrano dati di studi dal mondo reale (real world), attivati in tutto il mondo e che hanno coinvolto oltre 700 pazienti in Italia". L'acido obeticolico "è stato introdotto nel 2017 in maniera condizionata perché si trattava di documentare il vantaggio sugli eventi maggiori, come la cirrosi - precisa Floreani - Lo studio Cobalt reclutava pazienti che avevano una malattia avanzata, ma dopo l'entrata in commercio dell'acido obeticolico quelli del gruppo placebo sono usciti dal trial per assumere il farmaco perché traevano benefici dalla terapia. Si sono quindi creati dei bias statistici: non è quindi possibile trarre conclusioni sulla base di questi risultati altamente inficiati". Ma è proprio a partire da questi dati che "c'è stata la revoca dell'Aic, per fortuna interrotta nel giro di 2 giorni. Ma l'analisi che noi ci aspettiamo che venga considerata" dall'Ema "è quella dei dati degli studi real world che hanno una numerosità elevatissima e risultati sono splendidi e ottimali", conclude.
(Adnkronos) - "L'intelligenza artificiale è già entrata nella nostra vita quotidiana ma come ogni innovazione epocale, se non governata, può comportare dei rischi. Le organizzazioni criminali, come chiunque altro, può sfruttare a proprio favore i vantaggi dell'Ia ma le loro attività possono capitolare sotto la forza dello Stato che arruola le energie e cervelli migliori. E l’Europa è fondamentale. Più sicurezza significa più sviluppo e più innovazione digitale, significa coniugare sicurezza e sviluppo economico insieme. Noi insistiamo sulla priorità nelle politiche pubbliche della transizione digitale in Europa e in Italia. Il crimine si batte più facilmente con la massima innovazione nelle mani dello Stato e i contributi che arrivano a DigithON dalle tante startup in gara sono a disposizione delle istituzioni". Così Francesco Boccia, fondatore di DigithON, dopo le parole del Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi intervistato dalla giornalista del Tg1 Valentina Bisti durante la maratona digitale in corso a Bisceglie.
(Adnkronos) - Ai film 'Vermiglio' di Maura Delpero e 'Ainda Estou Aqui' di Walter Salles, in concorso alla 81esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, è andato il 'Green Drop Award' 2024 di Green Cross Italia, giunto alla tredicesima edizione. Il premio, la goccia di vetro di Murano realizzata dal maestro Simone Cenedese, contiene quest’anno la terra della casa natale di Rachel Carson, a Springdale, nei pressi di Pittsburgh, in Pennsylvania. Il Green Drop Award, nato nel 2012, è il premio collaterale che Green Cross assegna al film, tra quelli in gara nella selezione ufficiale del Festival, che interpreta meglio i valori dell'ecologia, dello sviluppo sostenibile e della cooperazione fra i popoli. “Ci sono stati due titoli che hanno rappresentato i valori e la mission di questo premio”, ha spiegato la giuria d’onore presieduta da Simone Gialdini, direttore generale Anec - Associazione Nazionale Esercenti Cinema, annunciando i vincitori di questa edizione. Vermiglio per aver rappresentato, spiega una nota, "con echi poetici che richiamano il cinema di Ermanno Olmi, un mondo rurale che vive secondo il ritmo delle stagioni scandito dalla natura, dando vita a una narrazione che, oltre a recuperare memorie e valori di una società contadina ormai scomparsa, diviene un significativo apologo sulla modernità. Un’opera nella quale le montagne sono sfondo di ogni inquadratura fino a diventare protagoniste quanto gli interpreti. Una produzione cinematografica, infine, che, unisce alla tensione etica della narrazione quella tecnica e tecnologica di abbattere i suoi impatti e certificare la sostenibilità di ogni processo, nel rispetto dell’ambiente e delle generazioni future". Ainda Estou Aqui perché "unisce il tema portante della resilienza civile al percorso della protagonista come attivista dei diritti civili, negli stessi anni in cui in Brasile si assiste, per esempio, alla campagna di perimetrazione dei territori della foresta amazzonica, ribadendo una volta di più, come i valori che riguardano l’umanità non siamo mai distanti e non possano essere disgiunti da un processo di crescita democratica e in generale come l’etica umana sia l’unica via di salvezza per il nostro pianeta". Il Green Drop Award assegnato al film 'Vermiglio' è stato ritirato da Francesca Andreoli, produttrice del film, stamattina all’Hotel Excelsior, alla Terrazza Cinematografo. "Questo premio, per me, ha un significato particolare perché è il primo premio ricevuto da 'Vermiglio' che rappresenta il primo film prodotto da Cinedora, la mia nuova casa di produzione che ho fondato pochi anni fa con i miei soci Leonardo Guerra Seràgnoli, Santiago Fondevila e Maura Delpero. Questo primo premio a 'Vermiglio' mi fa capire che abbiamo imboccato la strada giusta che sicuramente cercheremo di seguire, anche nei prossimi film, negli anni a venire", ha spiegato Andreoli. "'Vermiglio' - ha aggiunto - è stato un progetto produttivamente molto stimolante, ma anche molto impegnativo per rispettare il ciclo temporale della storia che la regista voleva raccontare, abbiamo deciso di girare davvero nel corso delle quattro stagioni: in questo modo abbiamo mostrato l’interno ciclo di vita del passaggio di tempo e delle stagioni del luogo. Il luogo è protagonista di questa storia, le montagne ricordano all’uomo quanto, in fondo, sia piccolo rispetto all’immensità della natura, una natura che ci dobbiamo impegnare sempre di più a conservare e a rispettare. In questo i protocolli di mobilità ambientale che sono stati studiati ed implementati in questi anni sono finalmente diventati uno strumento importantissimo ed imprescindibile per l’industria cinematografica e audiovisiva".