(Adnkronos) - 'Avetrana - Qui non è Hollywood', la serie tv sull'omicidio di Sarah Scazzi, è stata rinviata. Groenlandia e Disney confermano infatti che "per ottemperare al provvedimento emesso in assenza di contraddittorio tra le parti dal Tribunale di Taranto, il lancio della serie attualmente intitolata 'Avetrana - Qui non è Hollywood' è rinviato. Le parti - spiegano le società - non concordano con la decisione del Tribunale e faranno valere le proprie ragioni nelle sedi competenti". Lo stop alla serie tv è arrivato ieri dal tribunale civile di Taranto che ha accolto il ricorso urgente, presentato dai legali del Comune di Avetrana, teso a bloccare la serie televisiva dedicata al delitto della 15enne, avvenuto il 26 agosto del 2010 nella cittadina jonica. La trasmissione della prima puntata era prevista venerdì 25 ottobre sulla piattaforma streaming Disney Plus. Il ricorso è stato avanzato dal pool difensivo, composto dagli avvocati Fabio Saponaro, Stefano Bardaro e Luca Bardaro. Nei giorni scorsi i legali hanno depositato un ricorso cautelare d'urgenza alla competente Autorità giudiziaria per chiedere la rettifica della denominazione della serie tv 'Avetrana. Qui non è Hollywood' e la sua sospensione immediata. Il sindaco Antonio Iazzi, in una nota, ha evidenziato che "la comunità ha da sempre cercato di allontanare da sé i tanti pregiudizi dettati dall’omicidio, dal momento che la tragedia destò sgomento nella collettività", interessata da una imponente risonanza mediatica, che già portò l'amministrazione a costituirsi parte civile nel processo penale arrivato fino in Cassazione con la condanna degli imputati al risarcimento del danno all’immagine in favore del Comune di Avetrana per una serie di riflessi negativi sulla collettività avetranese. La messa in onda del prodotto cinematografico "rischia invece di determinare - prescindendo anche dal contenuto che al momento si ignora – un ulteriore attentato ai diritti della personalità dell’Ente comunale accentuando il pregiudizio che il titolo già lascia presagire nel catapultare l’attenzione dell’utente sul territorio più che sul caso di cronaca", scrivono dal Comune.
(Adnkronos) - “In una Sicilia che è all’ultimo posto per laureati in Italia, e con ogni probabilità in Europa, l’Università di Palermo ha l’intenzione di diventare un interlocutore serio e affidabile tra la politica e il territorio” per evitare la desertificazione giovanile del meridione italiano. Così all'Adnkronos il Rettore dell'Università di Palermo Massimo Midiri punta a un Sud giovane, fatto di giovani che scelgono liberamente di tornare in queste terre. “Se non facciamo qualcosa che convinca i ragazzi a non lasciare il territorio, a restare al Sud e di scegliere di andare fuori, anziché dover andare fuori, e magari tornando portando il know how imparato al nord Italia o in Europa, perderemo una occasione straordinaria”. (Video) Una sfida complessa, che passa per la “capacità della nostra realtà di intercettare l’offerta lavorativa. Ogni nostro corso di laurea - spiega il Rettore - ha tutta una serie di player imprenditoriali che non solo sono degli stakeholder naturali, ma diventano interlocutori anche nel cambiamento dell’offerta formativa. I nostri corsi di studio vogliono mirare a dire soprattutto che non è soltanto imparare a sapere ma è importante imparare a saper fare, per cui il ragazzo appena esce dal corso di laurea è nella condizione di essere spendibile in un mondo del lavoro che non chiede soltanto un basso profilo professionale ma un’alta specializzazione”. Il Rettore Midiri parla con la consapevolezza di essere alla guida di un Ateneo enorme: “Siamo al 4° posto della classifica Censis dei mega-atenei dopo nomi blasonati come quelli di Padova, Bologna e della Sapienza di Roma. Siamo il più grosso ateneo del centrosud, con circa 1.600 docenti, in 16 dipartimenti, con sedi a Trapani, Caltanissetta ed Agrigento”. 45mila gli studenti dell'Università di Palermo, con due terzi del totale che “rientrano nella cosiddetta ‘no-tax area’, non pagano un euro di tasse. Infine, sulla crescente attenzione verso gli Atenei telematici, Midiri ribadisce l'importanza delle Università in presenza: sulla differenza fra le lezioni online e in facoltà "si basa il futuro della Nazione, perché è chiaro che un titolo di studio acquisito in casa, pur con tutti i mezzi e la professionalità, che non metto in dubbio e che saranno elevatissimi, fa perdere al ragazzo quello che io chiamo ‘la consapevolezza di diventare un cittadino responsabile’. L’età fra i 18 e 25 anni, che è quella di chi frequenta i corsi di laurea, intercetta una fase della vita in cui si deve creare quel senso di responsabilità che fa mettere in connessione un ragazzo con il resto della propria comunità. Questo una università telematica non riesce a farlo. Vivere una dimensione di studente dietro a un computer non fa altro che incrementare, accelerare e peggiorare quello stato di isolamento che il nostro Paese ha vissuto con il Covid. Che ha lasciato, e purtroppo lascia, strascichi nella formazione e nella mentalità dei nostri ragazzi. Ragazzi che devono comprendere che vivere l’università non è solo seguire una lezione e fare un esame, ma significa - conclude il Rettore - mettersi in contatto, testarsi, provare, anche sentimenti di rabbia o frustrazione ma anche di collegamento con chi vive con te le stesse emozioni”.
(Adnkronos) - “In questo importante rilancio di Act For Food abbiamo deciso di spostare il baricentro da produrre meglio a mangiare meglio sul gusto e sul piacere di mangiare. Si tratta di fatto di mettere al centro, ancora una volta, della nostra strategia il cliente, le sue aspettative, le sue abitudini, le necessità e trovare un equilibrio possibile tra qualità, sostenibilità e convenienza”. Lo ha detto Alessandra Grendele, direttrice Merchandise Marketing ed e-commerce di Carrefour Italia, in occasione della presentazione del piano di rilancio di Act For Food, programma nato nel 2018 per tradurre in azioni concrete la strategia di Transizione Alimentare per tutti. Il rilancio di Act for Food contempla il rinnovato obiettivo di sostenere i consumatori nel mangiare meglio, rendendo accessibili prodotti buoni, sani e più sostenibili dal punto di vista ambientale, facendo leva sui prodotti private label. “Se da una parte c’è il rinnovo del programma - riprende Grendele - dall'altro c'è un inevitabile rinnovo anche dell'identità visiva dell'Act For Food. In tutta la nostra grafica, comunicazione e scrittura, troviamo un'identità visiva che enfatizza il gusto e il piacere del mangiare. Sottolinea altresì l'italianità e quindi trova un equilibrio possibile tra il prodotto e, dall'altra parte, il mangiare bene, il mangiare meglio, parte integrante della cultura italiana e non solo". " Anche nel nostro logo troviamo delle importanti novità - continua - La prima è una maggiore trasparenza che trasmette la qualità del prodotto e il gusto, il piacere del mangiare. Dall'altra parte, l'inserimento del prezzo, dell'accessibilità, nella nostra firma. Quindi il meglio per me anche nel prezzo”. Con il nuovo Act for Food, Carrefour mira a diventare il marchio biologico più economico del mercato, a offrire la gamma private label con il miglior rapporto qualità-prezzo e a favorire le produzioni di origine locale o nazionale, si legge in una nota diffusa dal Gruppo. “È importante sottolineare l’impegno di tutti i nostri produttori. Uno sforzo quotidiano che troppo spesso viene dato per scontato”, dice la direttrice Merchandise Marketing ed e-commerce di Carrefour Italia, Grendele.