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(Adnkronos) - "La malattia oncologica impatta in modo indiscutibile sulla salute mentale. Come sappiamo, corpo e mente sono interconnessi e il disagio psico-emotivo è stato definito come il sesto segno vitale. Questo significa che, nei pazienti oncologici, dobbiamo assolutamente fare uno screening e andare a rilevare questo segno vitale, ossia lo stato psicologico ed emotivo del paziente, affinché non solo possiamo produrre benessere durante il percorso di cura, ma anche aumentare l'efficacia dei trattamenti oncologici, date le ultime evidenze scientifiche". Così, Ketti Mazzocco, professore associato di psicologia Università Statale di Milano e psiconcologa Istituto europeo oncologia (Ieo) di Milano, ha spiegato il ruolo dello psiconcologo intervenendo oggi nel capoluogo lombardo alla presentazione della campagna nazionale 'Tumore del seno e qualità di vita', promossa da Fondazione Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) con il contributo non condizionato di Gilead. A proposito del "supporto psicologico emotivo al paziente dopo diagnosi", l'esperta osserva che è "importante, per lo psiconcologo, andare a lavorare anche su ciò che è stato il prima del paziente perché quel prima ci ha portato dove è arrivata la malattia e ormai ci sono molte evidenze che ci dicono che fattori psicologici e sociali, oltre che ambientali, impattano e contribuiscono a un'infiammazione di basso grado che contribuisce all'insorgenza di tumore. Quindi come psiconcologo - conclude - sostengo anche la promozione di un cambiamento del sé che mi permetta di affrontare la vita in un modo diverso, rispetto a come la si affrontava precedentemente alla malattia".
(Adnkronos) - "Il tessuto imprenditoriale della provincia è molto solido, abbiamo avuto una crescita costante negli ultimi anni e soprattutto aziende, non solo locali, ma anche nazionali che hanno investito nel territorio piceno hanno avuto uno sviluppo, grazie a una classe di lavoratori molto qualificata. Negli ultimi anni abbiamo avuto delle 'bolle', in città infatti sono presenti anche delle multinazionali che sono state impegnate nell'emergenza Covid e quello ha determinato un'impennata della produzione e dell'export. Adesso stiamo pian piano tornando al periodo pre-Covid per quanto riguarda le esportazioni, quindi siamo in linea con le altre regioni e anche come territorio". Così, con Adnkronos/Labitalia, Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno, spiega i dati Istat di oggi sul calo dell'export delle Marche e della provincia di Ascoli. L'Istat segnala infatti che la flessione marcata dell’export delle Marche verso la Cina è spiegata soprattutto dalle minori vendite di prodotti farmaceutici. "Negli ultimi due anni -sottolinea Fioravanti- non abbiamo rimarcato tanto nella comunicazione dei dati positivi sull'export perché comprendevamo che erano legati alla contiguità del momento". Al di là degli ultimi dati sull'export, ribadisce Fioravanti, l'economia del territorio è solida. "Abbiamo annunciato nell'ultimo anno delle industrie che hanno investito nel nostro territorio non solo aprendo siti produttivi ma assumendo diversi lavoratori. Il tessuto produttivo è in crescita costante, ci sono anche aziende del territorio che hanno avuto negli anni una crescita importante con fatturati importanti e con un aumento dell'occupazione molto significativa", sottolinea Fioravanti. E le idee del primo cittadino su come sostenere lo sviluppo del territorio sono chiare. "Innanzitutto visito costantemente le aziende -spiega- perché secondo me bisogna prevenire le delocalizzazioni: quando un'azienda ha già deciso di andare via non riesce più a tenerla. Quindi cerco di visitarle e di capire cosa possono fare le istituzioni per mettere in condizione le aziende di investire ancora e di crescere a livello di occupazione", sottolinea. Ma i programmi di Fioravanti sono più ampi e guardano alla rigenerazione del territorio. "Sto strutturando un progetto di realizzazione della visione di Ascoli da qui ai prossimi 5 anni, sia a livello architettonico perché noi siamo il quarto comune in Italia per fondi Pnrr e questo porterà a una rigenerazione e trasformazione di tutto il patrimonio pubblico, e non solo perché abbiamo anche la partita 'sisma' di ricostruzione privata e quindi una rigenerazione dell'aspetto estetico della città e del territorio", spiega. Sostenibilità al centro della visione amministrativa. "E in più stiamo strutturando un progetto legato allo sviluppo ambientale, quindi vedere la transizione ecologica come sviluppo lavorativo. Quindi ad esempio stiamo attivando una bonifica importante dell'area ex Carbon, un'area industriale inquinata che stiamo disinquinando. Stiamo portando lì un progetto di smart city, dove il legame è l'infrastruttura digitale, la città intelligente del futuro e la città green dove la produzione energetica ha impatto zero". E non finisce qui. "In più c'è un altro progetto interessante che è quello della filiera del legno, con la tutela dei boschi che passa attraverso una filiera corta delle aziende del territorio per produrre pellet sostenibili e con anche l'utilizzo del legname per la produzione dell'energia", conclude.
(Adnkronos) - Nuovo calore pulito dal termovalorizzatore Rea Dalmine per ampliare il teleriscaldamento A2A di Bergamo. Dal prossimo autunno, A2A Calore e Servizi potrà così portare calore pulito in città, riscaldando fino a 11mila appartamenti in più, grazie al calore di scarto dell’impianto Rea Dalmine. Il progetto, avviato nel 2019 con la stipula dell’accordo tra le due società, è arrivato a conclusione ed è stato presentato oggi. “Il completamento di questo progetto rappresenta un traguardo strategico di assoluta rilevanza per il Gruppo Greenthesis e per l’intero territorio. Il recupero di calore dal nostro impianto di termovalorizzazione è la dimostrazione concreta di come l’innovazione tecnologica e la sostenibilità possano convergere per generare valore, ridurre lo spreco di risorse e promuovere una gestione più efficiente dell’energia - ha spiegato il presidente di Rea Dalmine Marco Sperandio - Questo intervento non solo contribuisce ad aumentare la resilienza energetica della città di Bergamo, ma rappresenta un notevole vantaggio ambientale: grazie al recupero di calore, evitiamo l’immissione in atmosfera di circa 15mila tonnellate di CO2 all'anno. Il nostro impegno, reso possibile attraverso una solida collaborazione con A2A, dimostra la nostra capacità di rispondere efficacemente con soluzioni concrete alle sfide che il tempo presente ci pone davanti, contribuendo in modo significativo agli obiettivi di decarbonizzazione”. “Nel recente studio che abbiamo elaborato con Ambrosetti, 'Sostenibilità urbana. Decarbonizzazione, elettrificazione e innovazione: opportunità e soluzioni per città future-fit', è emerso in maniera evidente come il teleriscaldamento sia una delle leve più efficaci per decarbonizzare le città - ha commentato l’ad di A2A Renato Mazzoncini - Un teleriscaldamento di nuova generazione, che non utilizza fonti fossili ma cascami termici. Il recupero di calore è infatti uno dei pilastri dello sviluppo sostenibile che A2A sta perseguendo in tutte le sue filiere. Stiamo lavorando affinché il teleriscaldamento utilizzi sempre più il calore di scarto dei grandi impianti industriali, termovalorizzatori, ma anche acciaierie e data center, per riscaldare e rinfrescare le abitazioni senza produrre ulteriore CO2. Con il collegamento a Rea Dalmine, Bergamo potrà ampliare la propria rete grazie a calore pulito: un contributo importante per vincere la sfida del Climate City Contract e raggiungere la neutralità climatica già nel 2030”. Il progetto si è articolato su tre livelli di intervento: la realizzazione della sezione cogenerativa presso il termovalorizzatore di Dalmine, in modo che l’impianto possa produrre non solo energia elettrica ma anche calore da cedere alla rete del teleriscaldamento; la posa di una dorsale di oltre 5,6 chilometri per portare il calore da Dalmine a Bergamo e, da lì, nei nuovi quartieri cittadini raggiunti dalla rete; il potenziamento della stazione di pompaggio all’impianto A2A di via Goltara, in città, dove è stato anche realizzato un nuovo accumulo termico, un grande serbatoio in grado di immagazzinare 5mila metri cubi di acqua calda per gestire al meglio il calore in arrivo da Rea e distribuirlo nel territorio urbano. Il risultato è un aumento di circa il 50% del calore disponibile per il teleriscaldamento di Bergamo, che significa un aumento in 5 anni di 2,6 milioni di metri cubi di volumetria riscaldata. Il termovalorizzatore Rea Dalmine, impianto modello del Gruppo Greenthesis, tratta ogni anno 150mila tonnellate di rifiuti. Con il nuovo assetto cogenerativo, costituito da una nuova turbina e da uno scambiatore di calore, a parità di rifiuti trattati, oltre a produrre 95mila MWh elettrici all’anno sarà recuperato calore pari a 90mila MWh termici, oggi in gran parte dissipati in atmosfera. In questo modo il rendimento di conversione energetica dell’impianto passerà dal 27% a oltre l’80%. Il collegamento di 5,6 chilometri per portare il calore Rea in via Goltara ha visto l’attraversamento dei comuni di Dalmine, Lallio e Bergamo, con la posa di una doppia tubazione. Questa specifica opera ha potuto contare su un finanziamento ottenuto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza di 3,8 milioni di euro, visto che l’intervento consente di ampliare la copertura e la capacità di servizio della rete di teleriscaldamento e aumentare il numero di utenze allacciabili. Dopo l’accordo sottoscritto nel 2019 e i tempi tecnici per le autorizzazioni, i lavori di posa della nuova rete sono iniziati nel 2022 e si sono conclusi nelle scorse settimane. Nel complesso, il progetto ha comportato un investimento di circa 30 milioni di euro, di cui oltre 20 per la realizzazione del collegamento con la rete del teleriscaldamento e per le opere alla centrale Goltara (accumulo e sistema di pompaggio), di competenza di A2A Calore e Servizi; e di circa 9,5 milioni per la realizzazione della nuova sezione cogenerativa, di competenza di Rea Dalmine. Oggi il sistema di teleriscaldamento di Bergamo si sviluppa per oltre 87 chilometri, riscalda circa 37mila appartamenti equivalenti evitando l’emissione in atmosfera di 20mila tonnellate di CO2. Con il calore recuperato da Rea Dalmine, sarà possibile servire ulteriori zone della città come i quartieri Colognola, Malpensata e San Tomaso, la nuova area ChorusLife oltre alla zona dello stadio, compreso il nuovo Gewiss Stadium. In 5 anni, A2A Calore e Servizi prevede di ampliare la rete di altri 22 chilometri, con benefici ambientali ed economici per le famiglie. Grazie al recupero di calore da Rea Dalmine, verranno spente 11mila caldaie, eliminando la stessa quantità di CO2 che eliminerebbe un impianto di 25mila pannelli fotovoltaici. La nuova estensione del teleriscaldamento consentirà di diminuire le emissioni di anidride carbonica di circa 15mila tonnellate all'anno. Per tutte queste ragioni, il progetto A2A-Rea Dalmine è inserito nelle azioni previste dal Climate City Contract di Bergamo. Il capoluogo orobico è infatti tra le 100 città europee (9 italiane) che hanno aderito alla missione della Commissione Ue per raggiungere la neutralità climatica entro il 2030.