(Adnkronos) - Il Var chiarito negli stadi al popolo dei tifosi durante i match "sarebbe ottimo per spiegare le decisioni, ma il problema è a monte. Se non ci sono decisioni univoche, come accade spesso, il Var è uno strumento che viene usato male". Lo ha detto all'Adnkronos l'ex arbitro Massimo De Santis. "Sarebbe un ottimo strumento a disposizione dell'arbitro soprattutto per far comprendere a calciatori e a spettatori che la partita termina senza errori, ma è uno strumento che si sta utilizzando male e ci lascia sempre tutti col dubbio al termine di qualsiasi partita. Invece Aia, Figc e tutte le componenti del calcio devono dare una linea chiara e univoca, che possa far vedere che la stessa decisione viene presa su tutti i campi allo stesso modo. E soprattutto che venga presa la decisione giusta". Il nuovo strumento, il VarDict, non potrebbe innescare reazioni pericolose nelle tifoserie presenti? "Se i tifosi vedono la spiegazione e si rendono conto che immagini e decisione presa coincidono perfettamente - ha aggiunto De Santis - questa viene accettata. Il problema è quando vengono poste delle immagini in cui il rigore c'è perché le immagini lo dimostrano chiaramente, ma si vanno a trovare delle motivazioni per le quali non viene concesso. Secondo me è da rivedere il calcio con il Var perché sta diventando un calcio troppo soggettivo e in funzione di quello che decidono in sala Var. Questo non può accadere. Per questo sono dell'opinione che l'arbitro debba tornare a fare l'arbitro e dimostrare di sapere arbitrare".
(Adnkronos) - Il recente caso della fattoria didattica 'Il Ciliegio' di Genova, che ha visto il 50% dei tavoli riservati rimanere vuoti a causa di clienti che non si sono presentati, ha riacceso il dibattito sul no-show - cioè quella brutta abitudine per cui si prenota e non ci si presenta - e sulle soluzioni necessarie per contrastarlo. TheFork - la principale piattaforma per la prenotazione online di ristoranti e leader nei gestionali per la ristorazione con TheFork Manager - è da sempre impegnato nella lotta al no-show, fornendo ai ristoranti strumenti efficaci per prevenirlo e ridurne l'impatto. Tra questi, spicca la nuova policy introdotta a ottobre 2024, che prevede la sospensione dell’account per gli utenti che effettuano 4 no-show nell’arco di 12 mesi. Una misura forte, che ha già prodotto risultati concreti: nei primi due mesi del 2025, il tasso di no-show registrato sui canali TheFork (sito e app) è sceso al 3%, rispetto al 3,6% dello stesso periodo del 2024. Un calo che si traduce in quasi 360.000 euro al mese di entrate potenziali recuperate per i ristoranti partner di TheFork in Italia, circa 4,3 milioni di euro all'anno. Inoltre, il 90% degli account bloccati dalla nuova policy appartiene a utenti con un tasso di no-show superiore al 10%, account fraudolenti o persone con l’abitudine di cancellare all’ultimo minuto, dimostrando l’efficacia della misura nel colpire comportamenti scorretti e tutelare il settore i ristoranti. “Il caso di Genova è solo l’ennesima dimostrazione di quanto il no-show sia un problema serio per il settore, con conseguenze pesanti per gli addetti ai lavori, di cui non sempre c’è consapevolezza da parte dei consumatori. Anche per questo TheFork si impegna a educare i propri utenti affinché prenotare un tavolo sia visto come un impegno reale e rispettoso verso chi lavora ogni giorno per offrire esperienze gastronomiche di qualità. Situazioni simili si sono purtroppo già verificate, come nel caso di PizzAut, il ristorante sociale gestito da ragazzi autistici, che nel marzo del 2023 si è trovato ad affrontare una cancellazione all’ultimo minuto di una prenotazione di 150 coperti. In quel caso, grazie all’utilizzo di un’agenda digitale come TheFork Manager, il ristorante ha potuto riempire i tavoli vuoti nell’arco di poche ore", commenta Andrea Arizzi, Sales Director TheFork Italy & Dach. TheFork Manager offre soluzioni digitali consolidate per prevenire il fenomeno e tutelare i ristoratori senza impattare negativamente sull’esperienza del cliente. Grazie a queste misure, TheFork continua a essere un alleato strategico per i ristoratori, offrendo strumenti concreti per ridurre il no-show e promuovere un’esperienza di prenotazione più responsabile. Ecco, quindi, 10 strumenti efficaci per combattere il no-show. 1.Tecnologia predittiva: TheFork Manager utilizza un sistema avanzato di analisi dei comportamenti degli utenti per identificare le prenotazioni a rischio no-show, permettendo ai ristoratori di intervenire tempestivamente. 2.Indice di affidabilità degli utenti: un bollino visibile su TheFork Manager che segnala gli utenti che hanno già effettuato no-show in passato. 3.Blocco della doppia prenotazione o delle prenotazioni ravvicinate: un utente non può effettuare due prenotazioni in ristoranti diversi nello stesso orario e non può prenotare nello stesso ristorante (o gruppo di ristoranti) due volte nella stessa giornata con una differenza inferiore a quattro ore. 4.Doppia conferma della prenotazione: gli utenti ricevono una conferma sia via e-mail che tramite notifica push, riducendo il rischio di dimenticanze. 5.Cancellazione in un solo clic: gli utenti possono annullare facilmente la propria prenotazione, incentivando le cancellazioni tempestive anziché il no-show. 6.Analisi avanzata delle statistiche: una funzionalità evoluta che consente diverse tipologie di analisi approfondite, tra cui il monitoraggio dell’andamento dei no-show e delle cancellazioni tardive. I ristoratori possono così adottare strategie mirate per mitigare l’incidenza dei no-show, basando le proprie decisioni su dati concreti e razionali. 7.Ri-conferma automatica della prenotazione da parte del ristorante: i ristoranti possono richiedere ai clienti di confermare nuovamente la loro prenotazione, evitando disdette dell'ultimo minuto. Questa operazione può essere impostata come automatica su TheFork Manager, risparmiando anche tempo prezioso. Disponibile per le versioni più avanzate del TheFork Manager. 8.Lista d'attesa intelligente: quando il ristorante riceve una cancellazione, TheFork Manager invia automaticamente una notifica agli utenti in lista d’attesa, offrendo loro la possibilità di occupare il tavolo che si è appena reso disponibile. Un sistema dinamico che ottimizza l’occupazione dei posti, massimizzando il tasso di copertura del ristorante. Disponibile per le versioni più avanzate del TheFork Manager. 9.Carta di credito a garanzia e prepagamento: per i ristoranti di fascia alta, TheFork offre la possibilità di richiedere una carta di credito a garanzia della prenotazione; è inoltre disponibile l’opzione del prepagamento - utilizzata principalmente da ristoranti Stellati e fine dining - che garantisce una maggiore sicurezza per il ristoratore. Per alcune categorie di ristoranti, si tratta di ulteriori strumenti di tutela che riducono il rischio di no-show e preservano il valore del servizio. Disponibile per le versioni più avanzate del TheFork Manager. 10.Policy educativa per gli utenti: da ottobre 2024 TheFork ha attivato una nuova policy secondo la quale un utente che effettua 4 no-show nell’arco di 12 mesi vede il proprio account sospeso.
(Adnkronos) - Findus, azienda attiva nel settore dei surgelati e parte del Gruppo Nomad Foods, annuncia il raggiungimento di un traguardo storico: il 100% dei suoi prodotti ittici proviene da pesca sostenibile certificata Msc (Marine Stewardship Council) e acquacoltura responsabile certificata Asc (Aquaculture Stewardship Council). Questo obiettivo, annunciato nel marzo del 2017, segna non solo il compimento di un percorso, ma anche l’inizio di un nuovo capitolo, consolidando il ruolo di Findus come leader del mercato del surgelato ittico, con circa 20mila tonnellate di prodotto, che equivale al 20% del comparto, per un valore totale di 290 milioni di euro. “Siamo estremamente soddisfatti di questo importante risultato, frutto di un notevole impegno organizzativo ed economico. L’approvvigionamento di volumi importanti, come quelli sviluppati da Findus, l’ampiezza e la varietà del nostro portafoglio di prodotti ittici, che vanta oltre 20 diverse specie, ha richiesto un impegno significativo volto a coinvolgere, informare ed ingaggiare tutta la filiera, dai gruppi di pescatori alla lavorazione del pesce, dal confezionamento fino all’arrivo dei prodotti negli scaffali della Gdo. La salvaguardia della biodiversità marina è uno standard da perseguire collettivamente per tutelare i nostri mari e garantire una fonte di nutrimento sostenibile per le future generazioni - ha dichiarato Renato Roca, Country Manager di Findus Italia - Come leader di mercato, siamo consapevoli della nostra responsabilità e siamo orgogliosi di aver ispirato l’intero settore, raggiungendo l’obiettivo fissato nel 2017 e promuovendo costantemente un modello di sostenibilità condivisa. Questo non è un punto d’arrivo, ma una tappa che ci spinge a proseguire nel nostro impegno. Produrre cibo impattando meno sull’ambiente e tutelando le risorse naturali è la nostra sfida: ci impegniamo per un progresso costante e responsabile, affinché la sostenibilità diventi sempre più un valore condiviso da tutto il settore e dai consumatori”. Un comparto, quello dell’ittico surgelato, che ha avuto un buon andamento: secondo Iias nel 2024 sono state consumate 95.955 tonnellate di pesce surgelato, con una crescita del 3,9% rispetto al 2023. Findus è la prima azienda leader di settore 100% certificata Msc e Asc. A dimostrazione dell’impatto concreto della scelta di Findus sul mercato di riferimento - fa notare l'azienda - il volume totale dei prodotti ittici certificati Msc in Italia è più che triplicato da quando l’azienda ha ottenuto la certificazione Msc, registrando una crescita del 170% tra il 2017/2018 e il 2023/2024. Se si considera in particolare la categoria dei surgelati, l’influenza sul mercato della certificazione di Findus è stata altrettanto rilevante: in questo segmento, il volume di prodotti ittici certificati Msc è più che raddoppiato, con una crescita del 92% nello stesso periodo. A partire dalla prossima settimana, tutti i prodotti delle gamme Findus - oltre 60 referenze - porteranno quindi il marchio blu di pesca sostenibile Msc e quello verde di acquacoltura responsabile Asc. La pesca sostenibile e certificata Msc deve soddisfare il rigoroso Standard di Marine Stewardship Council, la più importante organizzazione al mondo in tema di pesca sostenibile, che si fonda su tre princìpi: la pesca deve lasciare in mare abbastanza pesci per permettere loro di riprodursi, affinché l’attività possa proseguire nel tempo; deve essere effettuata in modo da minimizzare il suo impatto sull’ecosistema, consentendo alla flora e alla fauna marina di prosperare; deve essere gestita in modo da potersi adattare alle mutevoli condizioni ambientali, nel rispetto delle leggi vigenti. Per quanto riguarda invece il marchio verde Asc, esso garantisce al consumatore che il prodotto ittico provenga da un allevamento certificato secondo lo Standard di Aquaculture Stewardship Council (Asc), un'organizzazione internazionale indipendente senza scopo di lucro che stabilisce requisiti rigorosi per l'acquacoltura responsabile, spronando i produttori ittici a minimizzarne l'impatto ambientale e sociale. I requisiti ambientali prevedono che l’allevamento minimizzi il suo impatto sugli ecosistemi locali, che tutti i mangimi per pesci siano completamente tracciabili e che i parametri dell'acqua, come i livelli di fosforo e ossigeno, siano misurati regolarmente per rimanere entro i limiti stabiliti. I requisiti sociali comprendono invece la tutela dei diritti dei lavoratori e il rispetto delle comunità locali. Infine, i requisiti di benessere animale, assicurano che gli animali siano trattati con il massimo rispetto lungo tutto il loro ciclo di vita.