(Adnkronos) - "Guardando gli indicatori del Veneto, saltano agli occhi alcuni elementi di grande rilevanza: uno è il concetto, ampiamente sottolineato anche oggi, di un approccio One Health, che non si concentra solo sull’analisi di quello che i servizi offrono, ma anche su come l'intera società possa adottare comportamenti e politiche che vadano nella direzione di una buona salute". Lo ha detto Massimo Annicchiarico, direttore generale dell’Area sanità e sociale di Regione Veneto, in occasione della presentazione - oggi a Roma - del XIII Rapporto Crea Sanità Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata sulle 'Performance Regionali'. Negli ultimi 5 anni migliora la qualità dei servizi sanitari regionali, soprattutto al Sud, secondo il rapporto, ma è comunque il Veneto a raggiungere la migliore performance con un indice pari al 55%. La sanità della Regione si è dimostrata resiliente nella sostenibilità, rispettando oltre il 70% dei criteri di qualità. "Uno degli indicatori che fa peggiorare la performance del Veneto è la concentrazione di polveri sottili - spiega Annichiarico - un problema per il quale non solo noi abbiamo avuto anche una procedura d'infrazione europea. Questo fa capire quanto si possa agire su ambiti diversi, in questo caso l'ambiente, per migliorare la percezione di salute dei cittadini. Il senso di salute dei cittadini risente, ed è giusto che sia così, delle politiche intersettoriali e della prevenzione primaria. Quest’ultima, poi, non la fa principalmente il servizio sanitario, quanto piuttosto la società nel suo insieme, le istituzioni, le politiche di mobilità, l'impiego, la scuola. Quindi è uno sforzo che riguarda le istituzioni tutte". Il "secondo elemento di analisi rispetto al margine di miglioramento" è quello relativo "all’ambito socio sanitario, all’interno del quale c'è sicuramente uno spazio di crescita importante per le politiche di co-progettazione, che interessano non solo il servizio sanitario, ma anche gli enti locali e le associazioni dei gestori di servizio e dei cittadini. Queste politiche portano a co-progettare i servizi che, oltre ai benefici di ordine economico, come si è abituati a fare nel sociale, devono garantire progettualità utili, soprattutto per ambiti come quello relativo ai non autosufficienti. Deve esserci - conclude - una vera capacità di cogliere ciò che le famiglie ritengono prioritario, piuttosto che interventi che a volte rischiano di essere indifferenziati e a pioggia, non cogliendo però la necessità reale".
(Adnkronos) - "Quando viene chiuso uno spazio aereo si rientra nei casi previsti dalla normativa (Regolamento (CE) n. 261/2004) per la cancellazione del volo. Il passeggero, quindi, ha diritto all'assistenza e ai rimborsi o, a sua scelta, alla riprotezione. Per quanto riguarda l'assistenza ha diritto, a titolo gratuito, a 2 telefonate, o fax o email, pasti e bevande in relazione all'attesa e, nel caso si renda necessario, il pernottamento, adeguata sistemazione in albergo e trasporto tra aeroporto e luogo di sistemazione". A fare il punto con Adnkronos/Labitalia Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale dei consumatori. "Il passeggero poi - spiega - può scegliere tra il rimborso entro sette giorni senza penali dell’intero costo del biglietto per la parte del viaggio non effettuata (oppure anche per le parti di viaggio già effettuate, se divenute inutili rispetto al programma di viaggio iniziale e del volo di ritorno verso il punto di partenza iniziale) o la riprotezione, ossia l'imbarco su di un volo alternativo per la destinazione finale non appena possibile o ad una data successiva a lui più conveniente, a seconda della disponibilità di posti. Non ha invece diritto alla compensazione pecuniaria, ossia a un indennizzo, se, come in questo caso, il vettore può provare che la cancellazione del volo non dipende dalla compagnia ed è stata causata da circostanze eccezionali che non si sarebbero comunque potute evitare anche se fossero state adottate tutte le misure del caso". "Attenzione - avverte - che queste regole valgono se l'aeroporto di partenza è in un paese membro dell'Ue (compresi Norvegia, Islanda e Svizzera) o se l'aeroporto di arrivo è in un paese dell'Ue (compresi Norvegia, Islanda e Svizzera) qualora il vettore aereo sia comunitario e non siano già stati erogati i benefici previsti dalla normativa locale. Il passeggero deve, inoltre, avere una prenotazione confermata e presentarsi all’accettazione nei modi e nei tempi indicati per iscritto dal vettore aereo o dall’operatore turistico o qualora non sia indicata l’ora, al più tardi quarantacinque minuti prima dell’ora di partenza pubblicata. Consigliamo al consumatore di far valere subito i suoi diritti, presentando un reclamo alla compagnia aerea che ha emesso il biglietto e/o, in caso di viaggi tutto compreso, al tour operator con il quale è stato stipulato il contratto di trasporto".
(Adnkronos) - “Spesso si pensa che sia l’Europa a imporre scelte ai Paesi membri, ma nel caso dell’economia circolare è accaduto il contrario: l’Italia ha tracciato per prima la strada, con esperienze concrete di raccolta differenziata, impianti industriali e filiere produttive che l’Unione ha inserito nelle proprie direttive e regolamenti, e che hanno anticipato gli obiettivi europei. Abbiamo una leadership internazionale che raccontiamo ancora troppo poco: il modello italiano dell’economia circolare è un esempio straordinario, da preservare e rafforzare per il futuro”. Questo il commento di Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente, in occasione dell’Ecoforum 2025, tenutosi a Roma e organizzato da Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club.