(Adnkronos) - Svolta nella corsa di Pier Silvio Berlusconi, e di Mfe, alla tedesca Prosiebensat. Il Consiglio di gestione e il Consiglio di sorveglianza di della società tedesca hanno pubblicato una dichiarazione riguardante l’offerta pubblica volontaria di acquisto modificata da parte di Mfe-Mediaforeurope, nella quale giudicano l'opa lanciata da Mfe 'adeguata' e raccomandano agli azionisti di aderire. "Con una modifica dell’offerta pubblicata del 28 luglio 2025 -si legge nella nota- Mfe ha aumentato il corrispettivo offerto da 4,48 euro in contanti e una componente azionaria di 0,4 azioni Mfe-A per ogni azione ProSiebenSat.1, incrementando la componente azionaria di 0,9 azioni Mfe-A per arrivare a un totale di 1,3 azioni Mfe-A, mantenendo invariata la parte in contanti di 4,48 euro. Basandosi sul prezzo di chiusura delle azioni MFE-A alla Borsa di Milano del 4 agosto 2025 (il giorno precedente l’adozione della dichiarazione motivata congiunta supplementare), il valore implicito dell’offerta modificata ammonta a circa 8,07 euro per azione ProSiebenSat.1". Questo, spiega ProSieben, rappresenta "un premio di circa il 24% rispetto al prezzo di chiusura su Xetra del 26 marzo 2025, pari a 6,53 euro (ultimo prezzo di chiusura prima dell'annuncio iniziale dell'offerta da parte di Mfe). L'offerta pubblica parziale di acquisto presentata da Ppf il 4 giugno 2025 propone 7 euro in contanti per ogni azione ProSiebenSat.1 ed è stata definita dalla stessa Ppf come "migliore e definitiva". Al 4 agosto 2025, l’offerta modificata di Mfe rappresenta un premio di circa il 15% rispetto all’offerta di Ppf. Il Consiglio di Gestione e il Consiglio di sorveglianza del broadcaster tedesco accolgono favorevolmente l’aumento del corrispettivo iniziale dell’offerta da parte di Mfe, che "evidenzia l’impegno continuo e l’interesse a lungo termine di Mfe per ProSiebenSat.1". Entrambi i Consigli ritengono che l’offerta modificata di Mfe sia "adeguata" alla data della dichiarazione motivata supplementare congiunta e "raccomandano agli azionisti di ProSiebenSat.1 di accettare tale offerta". Tale valutazione è supportata dai pareri espressi da Morgan Stanley, consulente del Consiglio di gestione e da Goldman Sachs, consulente del Consiglio di sorveglianza. Entrambi i Consigli, infine, sottolineano che "ogni azionista di ProSiebenSat.1 dovrebbe prendere in autonomia una decisione indipendente in merito all’accettazione dell’offerta modificata di Mfe, anche in riferimento al numero di azioni per cui aderire, tenendo conto della situazione complessiva, delle proprie condizioni finanziarie, fiscali e personali e delle proprie aspettative sullo sviluppo futuro del valore e del prezzo di mercato delle azioni ProSiebenSat.1 e delle azioni Mfe-A". Il periodo di accettazione per l’offerta modificata di Mfe scadrà il prossimo 13 agosto, salvo proroghe previste dalla legge, e sarà seguito da un ulteriore periodo di accettazione di due settimane, in conformità con le disposizioni del diritto tedesco sulle offerte pubbliche di acquisto.
(Adnkronos) - L'intesa tra Usa e Ue sui dazi al 15% per i prodotti europei entrerà in vigore domani 1° agosto. Ma l'incertezza, mancando ancora un piano operativo sui diversi settori, regna sovrana. E le sorprese, per le aziende italiane che esportano in Usa, sono dietro l'angolo. Anche quelle di ritrovarsi, concretamente, a dover fronteggiare un dazio maggiore rispetto al 15% previsto dall'accordo. Come racconta ad Adnkronos/Labitalia Giuseppe Napoletano, amministratore unico della Solania Srl, azienda campana che esporta in tutto il mondo, Usa compreso, il pomodoro San Marzano Dop, una delle icone del made in Italy agroalimentare, che si produce esclusivamente nell'agro Sarnese – Nocerino. "Da domani -sottolinea- ci sarà su ogni container che entrerà negli Stati Uniti c'è l'applicazione del dazio del 15% in più, sul pomodoro già pagavamo il dazio del 6,50 a cui si sommerà il 15%. Dalle informazioni che ho avuto l'altro giorno da Interglobo, lo spedizioniere che fa tutte le operazioni doganali il prezzo 6,50 più 15, che fa 21,50", sottolinea. Un incremento di costi, quello legato ai dazi, che per Solania arriva in un periodo positivo per l'azienda. "Quelli del 2024 sono stati numeri importanti, siamo un'azienda -spiega- che esporta il pomodoro San Marzano Dop in tutto il mondo, facciamo 50 Paesi, dagli Stati Uniti, Canada, Brasile, fino ad arrivare tra il Giappone, Australia e Nuova Zelanda. Abbiamo sede in Campania, esattamente a Sarno e abbiamo due stabilimenti di produzione, una a Sarno e un'altro a Nocera Inferiore. Produciamo circa un milione di quintali di pomodoro, l'export per noi rappresenta quasi l'80%, e gli Usa il 50% di esso. E quindi il problema con l'applicazione dei dazi c'è, è chiaro che dobbiamo essere bravi a ottenere i costi per superare questo momento negativo", sottolinea. Ma, nonostante l'incertezza e l'aumento dei costi legato all'applicazione dei dazi, l'imprenditorie non perde la fiducia. "Io sono fiducioso perché il consumatore americano è molto attento alla qualità, il nostro è un prodotto che va verso un mercato di fascia medio alta. Noi dovremo essere a produrre nel contenere i costi e gli eventuali aumenti di non applicarlo al cliente finale", sottolinea. E Napoletano, nel contenimento dei costi senza intaccare la qualità, si è mosso per tempo. "In previsione di questa situazione, quando si è iniziato a parlare di dazi, abbiamo ci siamo già attrezzati contenendo il costo dell'acciaio, visto che il nostro pomodoro va in contenitori metallici. Abbiamo già fatto i contratti a dicembre e gennaio scorso, in cui non abbiamo subito ulteriori aumenti, mentre in questo momento l'acciaio è aumentato del 7-8%", sottolinea. La 'strada', per Napoletano, per vincere la 'guerra' dei dazi, deve essere questa: valore aggiunto del prodotto e ottimizzazione dei costi. "Abbiamo sentito il nostro importatore -spiega- e il sentimento è chiaro, quando ci sono queste situazioni incredibili a livello internazionale, anche loro devono stringere la cinghia in un momento particolare. Ma noi siamo fiduciosi perché il nostro prodotto è un prodotto di fascia medio alta, non è un prodotto cheap. Il problema lo potresti tenere su un prodotto cheap che magari aumenta del 15-20%", ribadisce. "Chi è abituato a mangiare qualità e a spendere per la scatola di pomodoro San Marzano, continuerà a farlo, non penso almeno per il momento, un'eventuale riduzione del consumo negli Usa", sottolinea. E l'imprenditore sottolinea come oltre ai dazi a pesare sia la svalutazione del dollaro. "Se non c'è un intervento politico a livello internazionale" la situazione che si è creata con i dazi Usa "la puoi tamponare, però a lungo andare puoi avere dei problemi occupazionali, dei problemi di produzione. Questo accordo ha permesso agli Usa di fare il proprio business e di vendere proprie risorse all'Europa, però prima o poi vanno regolati questi scambi commerciali, non si possono tenere i tassi così alti. Mi auguro che da qui a fine anno, anche in occasione delle elezioni di medio termine in America, qualcosa possa succedere", sottolinea. E intanto Napoletano è concentrato sul momento più importante per l'azienda: la produzione del pomodoro San Marzano che viene trasformato esclusivamente in pelati, come previsto dal disciplinare. "In questo momento abbiamo un pomodoro eccellente, un'annata di qualità. Negli ultimi giorni c'è stata una piccola pioggia che non ha fatto danni, perché poi sul pomodoro quello che incide sono eventuali grandinate, che potrebbe danneggiare il prodotto. Fino ad adesso stiamo facendo una qualità eccellente", sottolinea, concludendo che "noi produciamo poi anche pomodoro normale, in Puglia, e anche li stiamo avendo una qualità eccellente".
(Adnkronos) - “Oggi presentiamo un esempio di ricerca universitaria molto avanzata e già molto vicina a una sperimentazione su strada reale. È qualcosa di potenzialmente pronto per un servizio, ma bisogna fare un grande salto. Lo deve fare l'Italia, lo deve fare l'Europa: trasformare questi bei progetti molto avanzati di ricerca e sviluppo, in progetti industriali imprenditoriali”. Così Sergio Matteo Savaresi, professore e direttore del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, alla presentazione del progetto ‘Sharing for Caring’, a Darfo Boario Terme (Bs). Si tratta di ‘Robo-caring’, il primo prototipo italiano di mobilità autonoma - una Fiat 500 elettrica sviluppata all’interno del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, dal Politecnico di Milano - pensato per persone anziane e con fragilità. Il progetto gode del sostegno di Fondazione Ico Falck e Fondazione Politecnico di Milano, e della collaborazione di Cisco Italia come partner tecnologico. Un'innovazione che si basa su “una tecnologia estremamente complessa che richiede tante risorse economiche - sottolinea il professore - Stiamo provando a trasformare questo bellissimo progetto di ricerca in un grosso progetto imprenditoriale per dare all'Italia e all'Europa la chance di avere questa tecnologia che oggi, di fatto ha solo la Cina e gli Stati Uniti”. Ma per cogliere questa opportunità Italia ed Europa “devono fare un salto”, si diceva. Per farlo servono grosse risorse economiche da impiegare nella trasformazione di una tecnologia estremamente complessa in un servizio disponibile ai cittadini. Ma non solo. “Serve uno sblocco normativo che rimuova la necessità di avere il safety-driver a bordo, oggi obbligatorio per fare questa sperimentazione (Decreto Ministeriale 70 del 2018 ‘Smart Road’ ndr.) - evidenzia Savaresi - Le due cose dovrebbero avvenire idealmente insieme: quando la tecnologia è stata messa completamente a punto da un'entità industriale imprenditoriale, serve lo sblocco normativo”, suggerisce. Il prototipo presentato a Darfo Boario è l'espressione di un futuro imminente. Ma viene da chiedersi: quando vedremo davvero sulle strade italiane un veicolo a guida autonoma senza safety-driver? “Perché la messa a punto industriale e lo sbocco normativo arrivino a compimento prevediamo dai 2 ai 4 anni”, stima Savaresi.