(Adnkronos) - Si è svolta oggi a Cortina d’Ampezzo la prima giornata di test della pre-omologazione della pista da bob, skeleton e slittino per i Giochi del 2026. In poco più di 300 giorni, con 135 persone di media al lavoro, si è realizzata una vera impresa “all’italiana”. La riqualificazione dello Sliding Centre è stata assegnata all’Impresa Pizzarotti il 31 gennaio 2024 con il cantiere aperto dopo meno di 20 giorni. Lunga 1749 metri, 16 curve che riprendono lo storico tracciato, con una velocità media di 145 km/h e un tempo di gara di 55/60 secondi, si appresta a diventare un punto di riferimento nel panorama sportivo internazionale. Presente alla cerimonia il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, il sottosegretario di Stato Alessandro Morelli, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia , il presidente della federazione internazionale di bob e skeleton, Ivo Ferriani e la vicepresidente della federazione dello slittino Claire Del Negro, accompagnati dalle autorità locali. “Oggi per noi è il momento dell’emozione e anche della commozione. Iniziare questo nuovo cammino, un anno fa, spaventava tutti noi. Ma dopo ogni passo in avanti che abbiamo fatto, giorno dopo giorno, ci siamo resi conto di come sarebbe stato sbagliato rimanere fermi e arrendersi - ha detto il commissario di Governo Fabio Saldini -. Abbiamo lottato contro il tempo, contro chi ci criticava, contro chi sperava che l’Italia perdesse questa sfida. Non so descrivere fino in fondo l’emozione dei primi bob, skeleton e slittini che ho visto scivolare su questa pista che è storia, che è passione, che è il simbolo stesso di Cortina e dei Giochi del 2026. Abbiamo lavorato giorno e notte, in ogni condizione climatica, senza mai risparmiarci, sacrificando le nostre vite, le nostre famiglie per un sogno. Il sogno di realizzare qualcosa di grande, di importante, che dimostrasse al mondo quanto l’Italia, quando fa squadra, sia imbattibile. A uno a uno ringrazio le maestranze, il vero cuore pulsante della pista, i ghiacciatori, Impresa Pizzarotti, Its, tutti i subappaltatori e un grazie speciale a Simico, la squadra senza cui tutto questo oggi non sarebbe stato possibile”. I test proseguiranno per tutta la settimana. Al termine, la squadra azzurra rimarrà ad allenarsi altri 7 giorni.
(Adnkronos) - Il concetto di welfare aziendale sta cambiando. Lo fotografa la nuova indagine dell’Osservatorio Benessere felicità, realizzata con la partnership tecnica di Up day, dove emerge come il 60% dei lavoratori riconosce il welfare aziendale come utile alla felicità al lavoro e il 45% lo vede come un elemento di benessere in azienda, ma non un plus per cambiare. In un’Italia meno felice del 2024 (con una media di 3.09 punti su 5 rispetto al 3.24 dell’anno scorso), la ricerca dell’Osservatorio Benessere felicità rileva che alla domanda 'Quanto ti senti felice del tuo lavoro?' le donne superano gli uomini (3.28 rispetto 3.23), la Generazione Z è capofila con un valore medio di 3.34 e seguono a ruota Baby Boomers (3.31), Millennials (3.27) e Generazione X (3.21). “Quest’anno - afferma Elisabetta Dallavalle, presidente dell'associazione Ricerca felicità - abbiamo visto che rallenta lievemente la great resignation: alla domanda se 'ti piacerebbe avere la possibilità di cambiare posto di lavoro o lavoro nei prossimi 12 mesi?' il 59.9% dice di no (nel 2024 era il 55%). Rimane costante il 24% di chi vorrebbe cambiare azienda o posto di lavoro, ma scende la percentuale di chi vorrebbe cambiare lavoro o mestiere al 17% (l’anno scorso era il 21%). Tra gli aspetti considerati più importanti nello scegliere un nuovo posto di lavoro rimane alla prima posizione 'avere uno stipendio maggiore', che rispetto al 42% dell’anno scorso sale al 48%, oltre 25 punti percentuali sopra flessibilità (22%) e opportunità di crescita (21%). Scende 'l’avere un welfare dell'azienda o del settore migliore' dal 17% del 2024 al 13% e anche quest’anno lavorare in un ambiente/azienda con un marchio noto risulta essere l’ultima scelta per i lavoratori e le lavoratrici italiane”. Tra dipendenti e autonomi sono più felici del proprio lavoro questi ultimi (3.40 rispetto a 3.22) e i laureati lo sono più di chi non ha avuto un percorso formativo universitario (3.33 rispetto a 3.21). Alla domanda 'Secondo te, quanto il welfare aziendale determina la felicità dei/delle collaboratori/collaboratrici in azienda?' emerge che uomini e donne sono pressoché allineati con rispettivamente una media di 3.59 e 3.58, tra le generazioni i più positivi sono i Millennials con 3.66, seguono Baby Boomers (3.61) Generazione Z (3.57) e Generazione X (3.53). Il Sud e le Isole, con 3.71, guidano geograficamente questa consapevolezza, seguono Nord Ovest (3.56), Nord Est (3.52) e chiude Centro con 3.50. "Questi dati - afferma Mariacristina Bertolini, vice presidente, dg Up day e direttrice zona Euromed di Up - ci spingono a riflettere su una nuova grammatica del welfare. Questo perché emerge un disincanto forse dovuto anche alle eccessive aspettative in un welfare erogato dalle aziende, che non può competere o sostituirsi al welfare pubblico: basti pensare che quest’ultimo nel 2022 era di poco inferiore a 650 miliardi, a fronte dei 3 miliardi di quello privato. Paradossalmente, le risposte che vedono più determinante il welfare aziendale nella felicità dei lavoratori sono distribuite nei territori con un minor grado di diffusione degli stessi strumenti di welfare. Crediamo che questo sia dovuto al fatto che, chi l’ha ottenuto, ha compreso quanto il vero welfare non sia solo buoni pasto o buoni carburante, ma è qualcosa che promuove l’accompagnamento ai bisogni dei cicli di vita, la promozione dell’unicità delle persone, dello smart working, dei programmi di supporto alla genitorialità o del caregiving” . “Non può più essere - sostiene . solo un pacchetto di benefit, ma deve evolversi verso un modello che metta al centro ciclo di vita, bisogni reali, relazioni, flessibilità e supporto alla vita personale. La ricerca dimostra che il 45% degli italiani ritiene che i servizi di welfare fanno parte del benessere in azienda e solo il 34% li vede come un benefit in più per scegliere dove andare a lavorare. Per il 18% degli intervistati la propria azienda non eroga nulla, ma quello che ci ha fatto riflettere è che solo il 13% ritiene che nella propria azienda o organizzazione vengano promossi programmi di supporto alla genitorialità e solo il 10% programmi di supporto al caregiving. Quello che servirebbe al nostro Paese”. Il numero di interviste raccolte è stato pari a 1.000 e il campione è stato distribuito tenendo in considerazione variabili territoriali (Zona Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole), dimensione del centro abitato, genere, generazione culturale (Generazione Z, Millennials, Generazione X e Baby Boomer) e sono state monitorate anche le variabili sulla tipologia di rapporto di lavoro (dipendente/autonomo), fasce reddituali e titolo di studio (laureati/non laureati).
(Adnkronos) - Gruppo Cap, la green utility che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, conferma il suo impegno per la tutela dell’acqua e, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, in programma come ogni anno il 22 marzo, si prepara a una settimana ricca di convegni, workshop e incontri che avranno come protagonista proprio la risorsa più preziosa del Pianeta. Il tema scelto quest’anno dalle Nazioni Unite per il World Water Day, 'Glacier Preservation', pone l’attenzione su un fenomeno che, sebbene possa sembrare distante dalla nostra quotidianità, sta già avendo impatti diretti sui flussi idrici globali. Lo scioglimento accelerato dei ghiacciai sta minacciando la disponibilità di acqua potabile, l’agricoltura, la produzione di energia e l’equilibrio degli ecosistemi in molte parti del mondo. In questo contesto, l’attenzione verso la gestione e la protezione delle risorse idriche è più che mai cruciale. Negli ultimi anni, Gruppo Cap ha compreso quanto sia fondamentale affrontare queste sfide a 360 gradi, ampliando le proprie attività e integrando alla tradizionale gestione dell’acqua nuovi ambiti strategici. L'azienda, infatti, ha affiancato alla gestione del rischio idraulico anche la valorizzazione dei rifiuti e la produzione di energia da fonti rinnovabili. In questo modo, l’acqua rimane il cuore pulsante della strategia di Cap, seppur con una visione più ampia e orientata a rispondere in modo concreto e sostenibile alle sfide ambientali e alle esigenze dei territori e delle comunità locali. Dal 18 al 21 marzo 2025, Gruppo Cap sarà protagonista di una serie di appuntamenti per sensibilizzare istituzioni, imprese e cittadini sull’importanza della risorsa idrica.