(Adnkronos) - Sulla griglia di partenza dell’Autodromo Nazionale di Monza, oltre 100 Tesla hanno preso parte al primo Light Show al mondo realizzato su un circuito di Formula 1. L’evento, ideato e organizzato da Tesla Owners Italia, si è svolto in occasione del Mimo, Milano Monza Motor Show 2025, manifestazione internazionale dedicata alla mobilità, all’innovazione e al motorsport. Le Tesla, disposte in formazione sulla griglia di partenza e perfettamente sincronizzate, hanno eseguito una coreografia con musiche e giochi luminosi, progettata e programmata direttamente dagli esperti di Tesla Owners Italia, la community dei proprietari più seguita d’Italia. Il progettista e designer artistico dello spettacolo, Matteo Massarenti di Tesla Owners Italia - associazione ufficiale dei proprietari Tesla più seguita d'Italia, organizzazione no-profit -, ha commentato: "a differenza delle auto tradizionali, grazie a un tipo di approccio preponderante sullo sviluppo software e sulle interfacce utente, si aprono enormi potenzialità di sviluppo e ampliamento delle funzionalità di un veicolo anche in un momento successivo all’acquisto. Chi prova le vetture elettriche - Tesla in particolare - si rende conto quanto siano pensate fin dall’origine per essere programmabili, aggiornabili da remoto e in grado di dare vita, a un evento spettacolare con cento auto che reagiscono coordinate al millisecondo". Il presidente di Tesla Owners Italia Luca Del Bo ha aggiunto: "il Light Show è stato il momento conclusivo di una giornata dedicata alla community di Tesla Owners Italia che ha visto la partecipazione di quasi 300 Owners, provenienti da Svizzera, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Spagna e da tutte le regioni italiane". Il Light Show - ideato, realizzato e finanziato in autonomia da Tesla Owners Italia, senza alcun coinvolgimento da parte della casa madre - realizzato a Monza non si è basato su una funzione predefinita di cui le Tesla sono dotate, ma è stato progettato per l’occasione da Tesla Owners Italia, in modo da attivare fari, portiere, schermi interni e suoni in perfetta sincronia in un gioco di luci e musica altamente emozionale. Nel pomeriggio, le auto hanno partecipato a una Parata d’Onore lungo il tracciato dell’autodromo di Monza, comprese le storiche sopraelevate, in una formazione compatta che ha messo in scena, anche visivamente, la forza e l’identità del gruppo. Anche l’aperitivo offerto da BbqKing e Duroc, con prodotti regionali selezionati a chilometro zero, ha vantato una particolarità tecnica coerente con lo spirito dell’evento: il barbecue utilizzato era completamente elettrico e alimentato da XTrolley, una batteria portatile dall’ingegneria tutta italiana, dimostrando concretamente come le tecnologie dell’elettrico possano trovare applicazioni reali anche nella quotidianità. Tesla Owners Italia devolverà il 10% degli incassi dell’evento a Casa Sollievo Bimbi Vidas.
(Adnkronos) - Una giornata interamente dedicata alla riduzione del divario di genere e alla valorizzazione delle donne all’interno delle imprese e nei consigli d’amministrazione. Oltre 1.500 le manager e le professioniste provenienti da tutta Italia che hanno partecipato, online e in presenza, a 'Women on Board 2025', percorso formativo nato nel 2022 e giunto alla sua terza edizione, per favorire l’inclusione e l’accesso delle donne nei consigli d’amministrazione di imprese pubbliche e private. Il progetto ideato è promosso da Federmanager, Manageritalia, Hub del Territorio e Aidp. Giunto alla sua ultima tappa, l’incontro di ieri si è svolto a Milano presso gli spazi di Palazzo Bocconi in Corso Venezia ed è stato l’epilogo di un lungo percorso che ha toccato tutto lo stivale da nord a sud. A confrontarsi con le partecipanti: Marco Ballarè, presidente Manageritalia in video collegamento, Sara Cirone, coordinatrice nazionale percorso Women on Board per tutta la rete e presidente Hub del Territorio, Cristina Mezzanotte, coordinatrice diversity, equity e inclusion Manageritalia, Giovanni Pagnacco, presidente Aldai Federmanager Milano, Ottavio Maria Campigli, senior equity partner & founder di W Executive, WeHunt e W Advisory, Tiziana Vallone, vicepresidente Manageritalia Lombardia che ha introdotto Mariella Borghi, esperta di intelligenza artificiale e marketing - Lara Carrese, vice presidente Aidp Lombardia e consigliera nazionale Aidp che ha introdotto Francesca Reich, consigliere indipendente Banca Mediolanum e Tinexta, associata NEDCommunity - Raffaella Scalvini, gruppo donne manager Manageritalia Lombardia che ha introdotto Francesca Boccia, membro del comitato scientifico osservatorio intelligenza artificiale partecipativa del Cnel. A moderare le domande dal pubblico Silvia Battigelli, Coordinatrice Aldai - Federmanager Minerva. L’appuntamento ha avuto come focus le sfide e le opportunità che l’intelligenza artificiale pone alle imprese e alla loro governance. Un appuntamento che ha approfondito come l’adozione dell’ia, insieme all’evoluzione verso modelli più sostenibili, stiano trasformando i ruoli e le responsabilità dei consigli di amministrazione. In un contesto di rapida innovazione tecnologica e crescente attenzione alle tematiche esg, il dialogo tra competenze, etica e strategia è diventato cruciale per guidare il cambiamento. Nella tappa milanese, sulle oltre 1.500 partecipanti da tutta Italia a WoB, 516 vengono dalle province lombarde. “Governare l’innovazione significa saperla leggere, interpretare e orientare – sottolinea Tiziana Vallone, vicepresidente di Manageritalia Lombardia – il percorso WoB nasce proprio con questo obiettivo: fornire alle donne che aspirano a ruoli nei cda gli strumenti per affrontare le trasformazioni in atto, integrando tecnologia, etica e impatto sociale. Il programma di Women on Board mira quindi a potenziare la visione strategica delle future amministratrici, promuovendo un approccio sostenibile e inclusivo alla leadership aziendale”. “La formazione non è solo un investimento nel futuro, ma anche un impegno verso l'eccellenza e l'innovazione. Le donne portano una prospettiva unica e preziosa nel mondo del management. La loro presenza nei ruoli di leadership non solo arricchisce il dibattito e la decisione strategica, ma contribuisce anche a creare un ambiente più inclusivo e diversificato", ha commentato nel corso dell’incontro il presidente Aldai-Federmanager, Giovanni Pagnacco - La diversità di genere nei cda non è solo una questione di equità, ma anche di efficacia”. In questa edizione sono stati ben 15 gli appuntamenti formativi, di cui 12 obbligatori su piattaforma dedicata e 3 facoltativi (aperti anche alle partecipanti WoB delle scorse edizioni). Ogni incontro, della durata di circa 3 ore, ha offerto alle partecipanti l’occasione di confrontarsi con diversi professionisti del settore giuridico, economico e aziendale, aumentando così le loro competenze, esperienze e capacità di analisi. Diverse le tematiche affrontate, che hanno spaziato dal “personal branding soft skills networking” all’equilibrio di genere nelle società non quotate”. passando per “l’analisi contabile e del rischio sui sistemi gestionali” sino ai “principi dell’etica d’impresa e della sostenibilità” e a comprendere come agiscono “gli enti di interesse pubblico e le partecipate pubbliche” e come le nuove tecnologie possono essere utili alle decisioni dei Cda. 'Women on Board', ha fatto segnare una crescita esponenziale, passando dalle 230 aderenti della prima edizione alle oltre 1.500 di oggi, tra manager e professioniste, con un’età media di 48 anni (27 anni la più giovane e 70 anni la più senior), 94% di donne e 6% di uomini, provenienti da tutta Italia ed espressione dei più svariati settori economici: terziario, industria, consulenza aziendale e avvocatura. Tante donne accomunate dalla stessa volontà di mettersi in gioco e acquisire le competenze e la consapevolezza del proprio valore per accedere a ruoli di responsabilità decisionale e strategica. 'Women on Board' è un percorso totalmente gratuito espressamente ideato per le donne, ma aperto anche agli uomini, con 15 incontri formativi che si concluderanno a fine mese. Al termine del percorso ci sarà l’inserimento in un apposito elenco qualificato online consultabile dalle imprese italiane, che potranno così scegliere la figura professionale più in sintonia con le caratteristiche della società e le specifiche esigenze dei CdA di aziende, società pubbliche e organizzazioni in cerca di manager e professioniste per i propri organi di governance.
(Adnkronos) - Il 67% dei giovani a livello globale è preoccupato per l'impatto del cambiamento climatico. Nonostante questa ansia, il 72% dei giovani intervistati ritiene che ci sia ancora tempo per affrontare i problemi causati dal cambiamento climatico. Sei su 10 a livello globale credono che acquisire competenze verdi offra nuove opportunità professionali e oltre la metà (53%) è desiderosa di svolgere lavori verdi. Ma solo il 44% dei giovani si sente dotato delle competenze necessarie (sebbene la percentuale salga al 54% nel Nord del mondo). Sono i dati del nuovo report pubblicato dal Capgemini Research Institute e da Generation Unlimited dell’Unicef, 'Youth perspectives on climate: Preparing for a sustainable future', che esplora le opinioni dei giovani sulla crisi climatica. Il report analizza la loro visione sull’importanza delle 'competenze green', il passaggio verso lavori più sostenibili e le modalità con cui aziende e governi possono collaborare con i giovani per promuovere l’impegno climatico. Secondo la ricerca, la maggior parte dei giovani è preoccupata per il cambiamento climatico: oltre i due terzi affermano di temere per il proprio futuro a causa della crisi climatica. Si tratta di un aumento rispetto al 2023, quando un sondaggio di Unicef Usa rilevava che il 57% dei giovani nel mondo soffriva di 'ecoansia'. L’ansia climatica è più diffusa tra i giovani del Nord globale (76%) rispetto a quelli del Sud globale (65%). È inoltre evidente il divario tra aree rurali e urbane: il 72% dei giovani che vivono in aree urbane e suburbane esprime preoccupazione per l'impatto dei cambiamenti climatici sul proprio futuro, contro il 58% delle aree rurali. Nonostante l’ansia climatica, i giovani ritengono che le competenze green siano fondamentali per costruire un futuro migliore: il 61% crede infatti che svilupparle possa offrire nuove opportunità di carriera. C’è un forte interesse nell’allineare un impiego retribuito ai propri valori legati alla sostenibilità ambientale: poco più della metà dei giovani (53%) a livello globale - e quasi due terzi (64%) nel Nord globale - si dichiarano infatti interessati a svolgere un lavoro green. “I giovani sono pienamente consapevoli delle sfide urgenti poste dal cambiamento climatico, ma è evidente che vogliono anche essere parte attiva della soluzione - ha dichiarato Alessandra Miata, Csr Director di Capgemini in Italia - Dobbiamo aiutarli a trasformare la loro passione in azioni concrete, investendo nelle competenze green. Questo report evidenzia quanto sia cruciale che imprese, governi e istituzioni educative collaborino per colmare il divario di competenze, valorizzare le voci giovanili e creare percorsi verso carriere green e di successo”. “I giovani stanno progettando soluzioni per il clima: stanno ideando e implementando risposte innovative ai problemi climatici che affliggono le loro comunità - ha affermato Kevin Frey, Ceo di Generation Unlimited presso Unicef - Green Rising, con la sua rete di partner pubblici e privati, supporta i giovani fornendo loro le competenze e le opportunità necessarie per agire in questo senso, creare imprese ecologiche, accedere a lavori sostenibili e sviluppare soluzioni green”. I giovani rappresentano una risorsa fondamentale per affrontare la crisi climatica, ma la transizione green necessita di professionisti adeguatamente formati. Tuttavia, meno della metà dei giovani a livello globale (44%) ritiene di possedere le competenze green necessarie per avere successo nell’attuale mondo del lavoro. Il divario è particolarmente marcato nelle aree rurali, dove i giovani sono ancora meno preparati rispetto ai coetanei dei centri urbani e suburbani. Le differenze sono significative anche a livello regionale: nel Sud globale, circa sei giovani brasiliani su dieci dichiarano di possedere competenze green, ma in Etiopia solo il 5% si sente preparato. Rispetto alla precedente ricerca del Capgemini Research Institute del 2023, i giovani di diversi paesi del Nord del mondo sono peggiorati nella propria conoscenza delle competenze green. Tra i giovani della fascia 16-18 anni in Australia, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti, il riciclo e la riduzione dei rifiuti restano le competenze più diffuse. Tuttavia, la familiarità con il design sostenibile, l’energia sostenibile e i trasporti sostenibili è significativamente diminuita dal 2023. Nel Sud del mondo i giovani dimostrano maggiore conoscenza in ambiti come risparmio energetico e idrico, ma hanno meno familiarità con tecnologie climatiche, analisi dei dati e design sostenibile. La maggioranza degli intervistati (71%) concorda sul fatto che i giovani dovrebbero avere un ruolo importante nell’influenzare le politiche e le leggi ambientali. Tuttavia, molti ritengono che i leader politici e aziendali non stiano facendo abbastanza per contrastare il cambiamento climatico. Quasi due terzi dei giovani sentono il desiderio di parlare con i leader locali di azione climatica, ma meno della metà crede che le proprie opinioni vengano realmente ascoltate. Il report invita i decisori politici a sostenere i giovani nello sviluppo di soluzioni climatiche e di competenze green. Le raccomandazioni includono l’integrazione dell’educazione ambientale nei curricula, l’ampliamento dell’accesso a corsi di formazione, l’allineamento tra obiettivi climatici e strategie occupazionali giovanili. Le aziende, invece, potrebbero contribuire creando percorsi per lavori green, investendo in iniziative guidate dai giovani e includendo le loro voci nelle strategie Csr, Esg e climatiche per favorire la fiducia e l’innovazione sostenibile.