(Adnkronos) - I ministri dell'Economia e delle Finanze dei Paesi Ue si riuniscono oggi, venerdì 19 settembre e domani a Copenaghen in Danimarca, per l'Eurogruppo e l'Ecofin informale di settembre, tradizionale appuntamento di fine estate in vista della stagione delle manovre finanziarie nazionali. Le riunioni si svolgeranno al Forum Kobenhavn, un'area coperta polifunzionale a Fredriksberg, un comune che forma una enclave all'interno del territorio comunale della capitale danese, in grado di ospitare 10mila persone, utilizzata per eventi sportivi, fiere, esibizioni e concerti. Vi hanno suonato, tra gli altri Bryan Adams, i Black Sabbath e Michael Bublé. L'incontro dell'Eurogruppo prenderà il via questa mattina e sarà abbastanza breve, come capita spesso in occasione degli Ecofin informali. Inizierà con il programma di lavoro dell'Eurogruppo per i prossimi mesi. In novembre, ha spiegato un alto funzionario Ue, ci sarà una "discussione strategica" su come l'Eurogruppo possa contribuire al ciclo di sorveglianza dei bilanci nazionali in base alle nuove regole del patto di stabilità riformato. L'Eurogruppo discuterà degli sviluppi della situazione economica, sulla base degli aggiornamenti forniti dalla Commissione e dalla Bce. La situazione economica "non è meravigliosa", ma tutto considerato dimostra "resilienza" davanti agli choc che ha subito come le tensioni sul commercio che hanno portato all'accordo ineguale sui dazi con gli Usa di Donald Trump. L'inflazione è rientrata a livelli "coerenti" con gli obiettivi di stabilità dei prezzi. I dazi e l'apprezzamento dell'euro "avranno un effetto sulla crescita", ma dovremmo, comunque, vedere "sostegno all'attività economica" grazie agli "stimoli" dati dall'aumento della spesa in difesa e infrastrutture. Tra gli Stati nazionali l'osservata speciale è la Francia, che si trova ancora una volta con un governo dimissionario, mentre il premier Sebastien Lecornu sta formando il suo esecutivo, dopo la caduta di Francois Bayrou l'8 settembre scorso. Il governo di minoranza di Bayrou è stato il secondo governo francese a cadere nel giro di nove mesi, dopo che lo stesso destino era toccato, nel dicembre 2024, a quello guidato da Michel Barnier. Lecornu è il quinto premier che il presidente Emmanuel Macron nomina dal 2022. La situazione in Francia, conferma la fonte, è di elevato interesse per l'Eurogruppo: l'instabilità politica, unita all'alto deficit, di poco inferiore al 6%, e al debito pubblico, pari al 114% del Pil, ha fatto sì che i rendimenti degli Oat decennali siano ormai allineati a quelli dei Btp italiani e più alti di quelli dei decennali greci. I ministri ascolteranno il collega francese, che dovrebbe fare un punto della situazione, ma in assenza di un governo in carica è comunque "prematuro" pensare a sviluppi di qualche rilievo. Non mancheranno le "occasioni" per parlare della situazione dei conti pubblici in Francia, osserva l'alto funzionario, nel corso dei prossimi incontri tra i ministri. Il presidente dell'Eurogruppo ha invitato a partecipare al dibattito la presidente della commissione Econ del Parlamento Europeo, Aurore Lalucq. In formato allargato, cioè anche con i ministri dei Paesi che non adottano l'euro, si discuterà dell'euro digitale. Su questo dossier, da molto tempo in agenda, "siamo abbastanza vicini" alla conclusione della discussione, ma "se necessario potremo tornarci sopra in ottobre". Una volta ottenuto il sostegno dall'Eurogruppo, la presidenza danese dovrebbe trasferire il dossier nell'Ecofin e il lavoro dovrebbe essere terminato "entro fine anno". "Speriamo che il fatto che il Consiglio raggiunga una posizione comune aiuti anche il Parlamento Europeo a velocizzare il lavoro, per concludere presto il lavoro legislativo", ha spiegato la fonte. Una volta archiviato l'Eurogruppo si passerà all'Ecofin informale. I ministri dell'Ue parteciperanno a una colazione di lavoro in cui discuteranno delle implicazioni economiche della legislazione dell'Unione. Tra le altre cose, valuteranno come poter svolgere un ruolo più attivo nel far sì che le nuove normative siano economicamente vantaggiose, riducendo al minimo gli oneri per le imprese e i costi per le finanze pubbliche. Nel pomeriggio di oggi l'attenzione si concentrerà sulla semplificazione della regolamentazione finanziaria, ovvero le norme per le banche e il settore finanziario in generale. La sessione tratterà della complessità del quadro normativo finanziario dell'Ue e si concentrerà su come una regolamentazione finanziaria più semplice possa contribuire a promuovere la competitività e gli investimenti privati, mantenendo al contempo la stabilità finanziaria. Il think tank britannico New Financial presenterà la sua analisi dei mercati finanziari e dei capitali europei, che sono piccoli, frammentati per linee nazionali e non competitivi con le Borse Usa con un occhio alla necessità di semplificazione. L'Ecofin di sabato inizierà con una sessione di lavoro sulle riforme strutturali nazionali, volte a rafforzare la produttività e la competitività. Basandosi su nuove analisi del Fondo Monetario Internazionale, I ministri discuteranno delle potenziali riforme e di come affrontare gli ostacoli politici, per produrre risultati sia a livello nazionale che europeo. Il programma ufficiale dell'incontro si concluderà con una sessione sulle conseguenze economiche della situazione geopolitica per l'Europa. I partecipanti discuteranno di come gli sviluppi geopolitici, con il ritorno della competizione tra le grandi potenze, influenzino l'Ue e i Paesi che condividono gli stessi orientamenti e di come, al contrario, possano contribuire a plasmare le dinamiche geopolitiche. Il think tank bruxellese Bruegel presenterà diversi scenari di rischio e le loro possibili conseguenze economiche come contributo alla discussione. I ministri di Ucraina, Regno Unito, Norvegia e Canada sono stati invitati a partecipare a questa parte dell'incontro. Il paper di Bruegel, pubblicato oggi, porta il titolo 'Geopolitical shifts and their economic impacts on Europe' ed è firmato da André Sapir, Jacob Funk Kirkegaard e Jeromin Zettelmeyer. In una trentina di pagine, si riassume la storia economica del secondo dopoguerra, fino alla crisi della globalizzazione, soppiantata dal ritorno della competizione tra le grandi potenze. Si delineano, tra l'altro, tre possibili scenari: il primo, un ulteriore smantellamento della cooperazione internazionale con un la prosecuzione negli Usa di politiche protezioniste; il secondo un mondo a tre blocchi, uno intorno agli Usa, l'altro intorno alla Cina e il terzo formato dai Paesi non allineati; il terzo, un nuovo ordine multilaterale. Nel rapporto si adombrano anche alcuni rischi, inclusa una crisi del mercato obbligazionario Usa a causa di una perdita di fiducia nella sostenibilità delle finanze pubbliche Usa e un'estensione della guerra in corso tra Ucraina e Russia. Tra le priorità, figura quella della difesa europea: l'Ue deve "rafforzare", scrivono, la sua "capacità di difendersi". Diverse delle priorità elencate da Bruegel riecheggiano quelle individuate dai rapporti Draghi e Letta: autonomia tecnologica, intelligenza artificiale, autonomia finanziaria, energia, accesso a minerali critici, nonché una riforma del quadro regolatorio Ue in materia di bilanci pubblici.
(Adnkronos) - “Il Codau è un convegno annuale molto importante, proprio perché l'università è fatta dei suoi 2 milioni di studenti e studentesse, del corpo docente e del corpo dei nostri amministrativi e bibliotecari. Queste tre braccia di questo corpo devono essere armoniche. Le università stanno affrontando dei grandi cambiamenti verso la modernità, l'efficienza, la gestione del post Pnrr e l'internazionalizzazione, tutte sfide che si possono vincere solo se il corpo amministrativo è sempre più moderno e manageriale”. Sono le dichiarazioni di Giovanna Iannantuoni, rettrice università degli studi di Milano Bicocca e presidente Crui, in occasione di Codau 2025, il XXII convegno annuale dei Direttori generali delle Amministrazioni Universitarie, che affronta la tematica della coopetizione universitaria, la strategia per cui si collabora in modo da ottenere benefici comuni in alcune aree pur continuando a competere in altri ambiti. “Proprio di questo si parla: come crescere insieme in armonia. Io oggi parlerò soprattutto del periodo post Pnrr e delle sfide che avremo e che dobbiamo raccogliere per la crescita del nostro Paese. Tutti insieme costruiremo un’università più forte per un Paese migliore”, conclude.
(Adnkronos) - "La Dop Economy come motore di sviluppo e come ombrello sotto il quale racchiudere strategie di promozione, comunicazione e divulgazione delle eccellenze produttive campane e italiane”. È il messaggio lanciato da Chiara Giovoni, esperta di marketing e comunicazione, che ha coordinato il tavolo dedicato alla Dop Economy e al Made in Campania all’interno di Campania Mater, la due giorni per l’agricoltura promossa dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania, guidato da Nicola Caputo, e ospitata al Palazzo Reale di Napoli. “Abbiamo raccontato la straordinaria biodiversità della Regione Campania – ha spiegato Giovoni – un patrimonio unico che si traduce in 55 riconoscimenti tra Dop e Igp. Non è solo una questione di etichette certificate, ma soprattutto di filiere produttive, valore imprenditoriale e visione futura, capace di fare sistema per portare i prodotti campani sui mercati internazionali”. Al tavolo hanno preso parte imprenditori di primo piano e con fatturati rilevanti, a conferma della forza del sistema economico regionale: Giuseppe Di Martino (Pastificio Di Martino), Raffaele Garofalo (Fattorie Garofalo), Piero Mastroberardino (Mastroberardino Società Agricola), Rosario Rago (Rago Società Cooperativa Agricola), Armando De Nigris (Acetificio De Nigris), Cosimo Rummo (Pastificio Rummo), Antimo Caputo (Mulino Caputo), Giovanni De Angelis (direttore generale Anic), Salvatore Schiavone (direttore Ufficio ICQRF Campania e Molise), e Luciano D’Aponte (dirigente UOS Valorizzazione prodotti agroalimentari). Ma Giovoni ha voluto sottolineare anche il ruolo delle realtà più piccole: “Le imprese familiari, che fino a 15 anni fa operavano solo a livello locale, oggi – grazie a qualità e visione – sono arrivate su palcoscenici internazionali. Questo deve essere uno stimolo per le aziende di dimensioni ridotte: aprirsi, fare rete e non chiudersi in se stesse è la chiave per crescere”. Un approccio, ha aggiunto, ancora più urgente in un contesto globale segnato da tensioni economiche: “Chi resta isolato rischia di indebolirsi. È fondamentale aderire ai consorzi, stimolare attività condivise e creare connessioni. La Regione Campania, attraverso l’Assessorato all’Agricoltura, ha dimostrato di essere al fianco delle imprese, fornendo strumenti concreti e sostenendo le politiche europee che promuovono i prodotti su mercati lontani e strategici”. Un forte richiamo, dunque, a fare squadra, valorizzando la ricchezza delle produzioni e la capacità del territorio di raccontarsi attraverso le proprie eccellenze: una leva competitiva decisiva per costruire il futuro dell’agroalimentare campano.