(Adnkronos) - Dopo l'attentato ai suoi danni avvenuto nei giorni scorsi, Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore di Report, vorrebbe ''che si evitasse di strumentalizzare a livello politico perché credo che non abbia senso. La storia d'Italia ci dice che dal dopoguerra noi abbiamo pagato un prezzo altissimo, forse il più alto al mondo, di giornalisti uccisi per fare il loro lavoro, per le loro scelte di informare in maniera completa. Noi abbiamo 30 giornalisti che sono stati uccisi perché hanno raccontato il terrorismo nero, il terrorismo rosso, la criminalità organizzata, i conflitti nel mondo". "Quindi credo - ha aggiunto il cronista intervenendo oggi ad 'Agorà' su Rai3 - che quando accadono queste cose bisogna liberarsi dalle ideologie intanto e cominciare a capire che è importante non delegittimare i giornalisti mentre lavorano, aiutarli a non sbagliare perché il giornalismo d'inchiesta è anche questo e soprattutto metterli in condizioni anche con gli strumenti di poter realizzare il loro lavoro con tranquillità. E non penso a noi che abbiamo la Rai, che è una grande azienda e ti tutela anche dal punto di vista legale che è tantissimo''. ''Credo che bisogna dare gli strumenti a tutti quei colleghi della stampa locale: ci sono colleghi che sono non pagati, questo ce lo dice anche l'Europa, che non hanno l'equo compenso, che vivono in territori complicatissimi - aggiunge -. Secondo l'associazione Ossigeno ci sono 516 giornalisti minacciati in Italia, che significa non pagati, presi a parolacce, intimidazioni fisiche o peggio ancora sotto tutela o scorta e pluriquerelati e però i giornalisti locali non hanno alla spalle una grande azienda e spesso sono preda del mobbing, di rivalse dell'imprenditore arrogante, del criminale del posto o del politico che non vuole che si facciano inchieste su di lui. Spesso le tre figure coincidono in un'unica che è l'editore''.
(Adnkronos) - Cerved Rating Agency, agenzia di rating italiana specializzata nella valutazione del merito di credito di imprese non finanziarie e nella valutazione del grado di sostenibilità degli operatori economici, ha confermato il rating pubblico di Agsm Aim a A3.1, attestando la solidità del Gruppo e la capacità di far fronte agli impegni finanziari con un basso rischio di credito. L’attestazione riflette l’efficace diversificazione del modello di business adottato dal Gruppo, la crescita dei risultati economici raggiunti nel primo semestre del 2025 e le previsioni future che confermano le performance positive e l’attuale assetto finanziario per l’anno in corso. Le motivazioni della conferma del rating evidenziano un modello di business ben diversificato e risultati economici semestrali in miglioramento. La capacità di Agsm Aim di operare con successo in diversi settori - dalla produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica e gas, ai servizi di illuminazione pubblica e teleriscaldamento, fino alla gestione dei rifiuti - è dimostrata dai risultati raggiunti nel primo semestre 2025, che riflettono un miglioramento generalizzato su tutte le Business Unit del Gruppo. Nel primo semestre del 2025, Agsm Aim ha raggiunto un Ebitda di 95,4 milioni di euro, in crescita rispetto ai 80,9 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Cerved evidenzia poi il mantenimento di un assetto finanziario equilibrato. Nel primo semestre del 2025, il Gruppo ha registrato un alleggerimento della posizione finanziaria netta (PFN), con una riduzione a 361,5 milioni di euro rispetto ai 377,1 milioni di dicembre 2024. Rilevanti le operazioni finanziarie finalizzate dal Gruppo: a giugno 2025 la sottoscrizione di un prestito obbligazionario per un controvalore di 200 milioni di USD con una controparte di rilievo internazionale e, a luglio 2025, un contratto di finanziamento con BEI per 120 milioni di euro. Quanto alle prospettive future e Piano Industriale, le proiezioni economiche per il 2025 confermano la solidità delle performance, sostenute da nuovi investimenti strategici in linea con il Piano Industriale 2025-2030.
(Adnkronos) - Scetticismo verso le strategie UE in materia di ambiente, preoccupazione per le conseguenze sull’economia della transizione green e un messaggio rivolto a istituzioni e imprese: la sostenibilità non può limitarsi a essere dichiarata o raccontata, deve essere dimostrata concretamente e integrabile nelle pratiche quotidiane. È quanto emerge dalla rilevazione condotta tra gli utenti delle piattaforme digital dell’agenzia di stampa Adnkronos tra il 18 agosto e il 29 settembre 2025 e presentata questa mattina al Palazzo dell’Informazione nel corso dell’evento Sostenibilità al Bivio promosso da Adnkronos Q&A. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin partecipando all’evento ha dichiarato: "Quando parliamo di sostenibilità e strategie da ripensare, penso al biocarburante. I biocarburanti sono un percorso per abbattere notevolmente le emissioni, per la crescita del Paese, per la trasformazione delle raffinerie. il green Deal definito dalla normativa europea di cinque anni fa non prevedeva questo percorso, prevede percorsi non più attuali. Il Green Deal originario non prevedeva il nucleare e poi lo ha ammesso. Si possono trovare dei punti di equilibrio”. Ha poi aggiunto: “Se va bene tra oggi e domani chiudiamo la questione sulle aree idonee e il dl energia potrebbe andare in Cdm la prossima settimana. Il primo nodo riguarda la rete elettrica: la nostra rete elettrica è intasata, anche se non occupata. Noi abbiamo una rete elettrica che non è più ricettiva perché è virtualmente occupata; quindi, ci sarà una norma sull'occupazione virtuale della rete elettrica, una norma sui data center e sulle aree idonee. sulle bollette un primo effetto potrebbe esserci da una norma che elimina il perverso sistema di passo Gries. Per quanto riguarda il nucleare invece -conclude- in questa legislatura dobbiamo dare il quadro giuridico: pertanto la legge delega e le norme di attuazione che devono vedere le procedure di permitting, le valutazioni sulle tecnologie, l'agenzia di controllo, una grande formazione e istruzioni”. All’evento è intervenuto con un video messaggio il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso: “La transizione energetica rappresenta una delle sfide più rilevanti per il nostro Paese e per l’Europa, una sfida difficile anche perché ingabbiata dalla logica ideologica del Green Deal che ha tarpato le ali alle imprese europee. Fin dal nostro insediamento abbiamo scelto di assumere un ruolo da protagonisti rispetto al governo di questo processo proponendo in Europa un approccio equilibrato, responsabile, realistico, che si discosta completamente dall’ideologia del Green Deal orientata in via esclusiva all’elettrificazione, cioè a una tecnologia dominio di altri – della Cina- e sulla quale siamo terribilmente indietro. Abbiamo già ottenuto risultati concreti salvaguardando comparti chiave come l’automotive e riportando l’Italia al centro delle scelte europee sui dossier strategici. Proprio la questione centrale dell’auto ci fa capire che non basta fare i compiti a casa: è necessario cambiare le regole europee come finalmente anche la Germania vuole fare con noi”. Sono intervenuti all’evento i rappresentanti delle Istituzioni europee: Brando Benifei, Europarlamentare Pd, Carlo Corazza, Direttore dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia ed Enrico Giovannini, direttore scientifico ASviS. Top manager e rappresentanti del mondo accademico si sono invece confrontati su tre tavoli tematici. Il primo, sul tema 'Mobilità un approccio realmente sostenibile' ha visto protagonisti Daniela Biscarini, Ceo Ewiva, Francesco Calcara, President & CEO Hyundai Italia, Diego Cattoni, Amministratore Delegato Autostrade del Brennero, Caroline Chabrol, Direttrice Generale SNCF Voyages Italia. Hanno discusso, invece, di Economia circolare, la sostenibilità che fa crescere partendo dal primato italiano in materia, Paola Aragno, Vicepresidente Eikon SC, Domenico Calcaterra, Responsabile scientifico Fondazione Return, Giuseppe Pasceri, CEO Subito.it, Marco Versari, Presidente Consorzio Biorepack. Infine, Andrea Diamanti, Head of Wholesale Banking ING Italia, Alfredo Galletti, Corporate vice president e General manager Novo Nordisk Italia, Antonello Giunta, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Fs Energy, Fabiana Marchini, Head Sustainability & of Corporate Affairs Gruppo Sanpellegrino, Federico Odella, CEO Bonduelle Italia, hanno preso parte al panel Le imprese, la sostenibilità nel core business mostrando come, nonostante il contesto incerto, le imprese continuino a investire sulla sostenibilità in tutti i settori. Nel dettaglio, dei circa 4.600 rispondenti alla rilevazione, il 69% pensa che il Green Deal europeo vada eliminato, segno di una forte disillusione. Solo il 10% ritiene, invece, che sia una priorità. Rispetto alla transizione green, il processo di trasformazione dei modelli economici, produttivi e sociali attuali verso un sistema più sostenibile, il 68% dei rispondenti dichiara che possa danneggiare l’economia. La percezione prevalente è che la transizione ecologica rappresenti un ostacolo allo sviluppo economico. La transizione verde passa anche attraverso una mobilità più sostenibile, in cui la diffusione delle auto elettriche rappresenta un elemento chiave: per i rispondenti alla rilevazione l’acquisto di un’auto elettrica è subordinata al prezzo e alla disponibilità di ricarica. Il 37% non compra vetture elettriche a causa del costo elevato e il 38% per i problemi legati alla ricarica. Sul versante delle aziende, comunicare il proprio impegno in verso la sostenibilità è per il 59% una strategia di greenwashing mentre per il 34% è un aspetto al quale dedicare maggiore attenzione. La responsabilità delle aziende in materia di sostenibilità per il 64% dei rispondenti non incide significativamente sulle scelte d’acquisto. La comunicazione delle aziende deve essere trasparente e basata sul dato: la fiducia si conquista con dati verificabili per il 65% dei rispondenti e con la coerenza (30%) con le azioni introdotte.