(Adnkronos) - Webuild, in consorzio, ha vinto un contratto da circa 660 milioni di euro di valore totale per la realizzazione di una prima tratta del Lotto 1 della nuova Linea 10 della metropolitana di Napoli. Il lotto è parte di un più ampio progetto che prevede un investimento complessivo stimato di oltre 3,1 miliardi di euro, destinato a rivoluzionare la mobilità nell’area nord-orientale della città. La Linea 10 sarà driverless e permetterà a regime ad oltre 400.000 cittadini di usufruire di un collegamento rapido e sostenibile con il centro città e con la rete dell’alta velocità ferroviaria. Lo comunica una nota del gruppo. Con questa nuova aggiudicazione Webuild, alla guida del consorzio che realizzerà il Lotto 1 della Linea 10, rafforza il suo ruolo nello sviluppo delle infrastrutture strategiche del Sud Italia dove sta realizzando 19 progetti per un valore complessivo aggiudicato di oltre 15 miliardi di euro, che danno occupazione a 8.700 persone, tra diretti e terzi (dato al 30 giugno 2025), con 7.600 fornitori diretti coinvolti da inizio lavori. Con oltre 890 km di metropolitane costruite nel mondo, Webuild si conferma leader globale nelle infrastrutture complesse per la mobilità urbana. In Italia, il Gruppo continua a trasformare il volto delle grandi città: a Napoli sono 21 le stazioni realizzate o in corso, comprese alcune delle iconiche 'Stazioni dell’Arte', mentre a Milano ha costruito la M4 che permette di collegare in soli 12 minuti il centro all’aeroporto di Linate. A Roma, sono state di recente inaugurate le archeostazioni Colosseo/Fori Imperiali e Porta Metronia sulla Linea C: la prima tratta driverless della Capitale che, grazie al recupero dei reperti archeologici emersi durante gli scavi, coniuga innovazione infrastrutturale e valorizzazione del patrimonio culturale. Il maxi-progetto della Linea 10 della metro di Napoli, realizzato in sinergia tra Comune di Napoli e Regione Campania (con Eav in qualità di soggetto attuatore), ricorda la nota, è tra le opere più strategiche per la mobilità sostenibile del Mezzogiorno e permetterà di collegare il centro della città con la stazione Av Napoli-Afragola, già realizzata dal Gruppo Webuild, destinata a diventare hub strategico per il collegamento tra Nord e Sud Italia e tra il sistema di trasporti regionale e nazionale. Il Lotto 1, illustra la nota nel dettaglio, riguarda la progettazione esecutiva e la realizzazione delle opere civili della Linea 10 che saranno eseguite per fasi. L’appalto prevede infatti circa 660 milioni di euro, già aggiudicati, per la realizzazione di una prima tratta di 6,5 km (Fase 1A) e il diritto in esclusiva a realizzare ulteriori opere, in attesa di finanziamento, fino ad un valore totale di oltre 1,7 miliardi di euro per il futuro completamento della linea. Per la realizzazione dei lavori della Fase 1A si stima saranno creati fino a 700 posti di lavoro, tra personale diretto e di terzi, che potranno arrivare fino a 1.500 con il futuro completamento dell’opera. Il consorzio che si è aggiudicato i lavori è composto, oltre che da Webuild, da Eteria Consorzio Stabile, Costruire, Icm e M.N. Metropolitana di Napoli. Il tracciato della Linea 10, lungo complessivamente circa 14 km dalla Stazione Av Napoli-Afragola fino alla Stazione Principe Umberto, sarà realizzato quasi interamente in sotterraneo, con gallerie scavate in parte con metodo tradizionale e in parte con l’impiego di Tbm (Tunnel Boring Machine). Nell’ambito dell’appalto, i lavori della Fase 1A attraverseranno i comuni di Afragola, Casoria, Casavatore e Napoli, con 7 stazioni di cui 3 da realizzare complete (Di Vittorio, Casoria Centro, Afragola) e 4 da realizzare in questa prima fase solo in parte (Casavatore San Pietro, Casoria Casavatore, Casoria Afragola, Afragola Garibaldi). Nel completamento della linea rientra invece la realizzazione di ulteriori 7,3 km e 5 stazioni, l’ultimazione delle 4 stazioni avviate nella Fase 1A e altre opere connesse tra cui la costruzione di un nuovo parcheggio di interscambio a servizio della stazione Av Napoli-Afragola. Le stazioni, 12 in tutto per l’intero maxi-progetto, saranno realizzate riducendo l’impatto dei lavori sul tessuto urbano e le opere raggiungeranno una profondità fino a 45 metri, con gallerie dal diametro interno di 8,6 metri. La Linea 10, che servirà diversi comuni densamente popolati dell'hinterland napoletano e darà centralità a quartieri ad oggi non serviti dalla rete metropolitana, diventerà un nuovo fondamentale tassello del sistema di trasporto pubblico cittadino grazie a nuovi nodi di interscambio le Linee 1, 2 e 11 della metropolitana di Napoli e con la Ferrovia Circumvesuviana. Il progetto consolida il ruolo di Webuild nella trasformazione della mobilità in Campania, dove il Gruppo è presente dagli anni ‘80 con opere simbolo già realizzate come la stazione Av Napoli-Afragola. Attualmente Webuild è impegnata su quattro lotti della Linea Av/Ac Napoli-Bari e sul lotto 1 A della Linea Av/Ac Salerno-Reggio Calabria, tasselli fondamentali per il futuro della mobilità sostenibile nel Mezzogiorno e parte integrante del Corridoio Scandinavo-Mediterraneo della rete Ten-T per la connessione del Sud della penisola con il Nord Italia e l’Europa.
(Adnkronos) - "I dati Inail sugli infortuni ad ottobre 2025 evidenziano una situazione assolutamente preoccupante, con un incremento anche dei casi mortali e con un aumento a doppia cifra delle malattie professionali. E proprio su quest'ultimo aspetto l'Inca, il patronato della Cgil, cerca di aiutare i lavoratori a prendere coscienza dei danni subiti sul posto di lavoro". Lo dice, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Sara Palazzoli, del Collegio di presidenza Inca Cgil con delega 'danni alla persona'. (VIDEO) "I lavoratori - spiega - non hanno coscienza che i danni subiti alla propria salute possano avere una derivazione lavorativa e, quindi, i decessi che ne derivano non vengono conteggiati nell'elenco degli infortuni sul lavoro. Con le nostre categorie, insieme alle rsu in generale cerchiamo far conoscere ai lavoratori i rischi che può comportare alla salute, in termini d malattie professionali". "Le malattie osseoarticolari - sottolinea - sono le più facili da individuare e riconoscere, così come quelle del sistema nervoso. Poi però ci sono le neoplasie professionali e proprio qui che, come Inca, cerchiamo di dare maggiore consapevolezza ai lavoratori dei rischi a cui sono esposti, soprattutto a non sottovalutare i sintomi e risalire al fatto che quel tumore derivi direttamente dall'attività lavorativa svolta per molti anni". "Una volta individuata la causa professionale del tumore - continua Sara Palazzoli - cerchiamo di tutelare il lavoratore grazie ai medici convenzionati che sono nelle nostre sedi, che lo accolgono ed esaminano la situazione. Si avvia il percorso del riconoscimento della neoplasia professionale attivando quelle prestazioni che vengono riconosciute dall'Inail. Attraverso il riconoscimento della malattia professionale possiamo anche attivare la rendita per i familiari nel caso in cui il lavoratore venga a mancare". "Sono troppe - osserva - le sostanze cancerogene a cui i lavoratori sono esposti; prendiamo anche, ad esempio, l'esposizione ai raggi solari che può portare l'epitelioma cutaneo. Una causa che può interessare tutti i lavoratori che svolgono lavori all'aperto, non solo gli agricoli o gli edili, ma anche un vigile urbano ad esempio". "Ci sono poi - continua - le malattie professionali derivanti dall'esposizione alle polveri del legno e delle vernici, coloranti, pesticidi, cioè le sostanze sono ancora tante e noi dobbiamo mettere in campo la corretta tutela per le lavoratrici e i lavoratori che si ammalano di lavoro. I nostri medici, i medici dei Patronati sono nelle condizioni. Attraverso un percorso di conoscenza di attivare quella quel percorso adeguato per il giusto riconoscimento, dal momento che subisco un danno per il lavoro che io svolgo".
(Adnkronos) - In viale Du Tillot è stato messo a dimora il 100.000° albero del progetto KilometroVerdeParma. Un Ginkgo biloba, specie longeva e straordinariamente resistente, scelto come simbolo di memoria, resilienza e continuità tra generazioni. L’albero segna anche l’avvio di un arboreto urbano, concepito come museo a cielo aperto, che accoglierà 150 specie arboree provenienti da tutto il mondo, offrendo alla città uno spazio di conoscenza, cura e relazione profonda con la natura. La posa simbolica ha coinvolto bambini, soci, istituzioni, partner e cittadini, in un momento di partecipazione condivisa che restituisce il senso più autentico del progetto: prendersi cura oggi del territorio significa costruire benessere, qualità della vita e futuro per le generazioni che verranno. "Il Ginkgo che oggi piantiamo non è solo un albero. È un segno di continuità: ci ricorda che la vita, come il verde, cresce con lentezza e tenacia, e che ogni scelta di cura lascia tracce durature nel tempo e nello spazio", ha dichiarato Maria Paola Chiesi, presidente del Consorzio Forestale KilometroVerdeParma. Fondato il 6 maggio 2020, il Consorzio Forestale KilometroVerdeParma ha dato forma a un percorso strutturato di forestazione e rigenerazione ambientale, costruendo nel tempo un modello rigenerativo fondato su visione strategica, metodo scientifico e collaborazione stabile tra aziende socie, organizzazioni non profit, istituzioni e cittadinanza. La forestazione viene così interpretata come infrastruttura verde viva, capace di incidere positivamente sulla qualità dell’ambiente e sulla quotidianità delle persone. In cinque anni, il progetto ha portato avanti oltre 60 operazioni di forestazione urbana ed extraurbana, contribuendo alla mitigazione delle temperature estive, al miglioramento della qualità dell’aria, alla gestione delle acque meteoriche e alla creazione di spazi di socialità e benessere diffuso. Parallelamente, 14.000 studenti sono stati coinvolti in percorsi educativi che integrano la conoscenza scientifica con un’educazione più ampia alla cura del territorio, alla responsabilità ambientale e alla relazione tra persone e natura. A questo si aggiungono 100 eventi pubblici, che hanno reso il verde parte integrante della vita culturale e sociale della comunità parmense. Tra le numerose realizzazioni sviluppate sul territorio, l’AgriBosco Barilla rappresenta un esempio di forestazione di ampia scala, con 23 ettari e oltre 4.100 piante, destinati a produrre benefici ambientali duraturi nel tempo. Accanto a questo, il Bosco del Molino di Agugiaro & Figna, con 18.000 alberi su 13 ettari, contribuisce in modo significativo al rafforzamento della biodiversità e al riequilibrio ecologico del territorio. Il KilometroVerdeParma lungo l’autostrada A1, sviluppato grazie al contributo di Chiesi, Davines e Dulevo, conta circa 18.000 alberi e costituisce un ampio progetto di forestazione lineare integrato a un’infrastruttura viaria, con un ruolo rilevante nella riduzione degli impatti ambientali e nella ricucitura del paesaggio. Accanto alle iniziative di maggiore estensione, KilometroVerdeParma ha promosso una partecipazione civica diffusa. Il Bosco Parma Mia, grazie alla sottoscrizione di un patto di collaborazione di cittadinanza attiva con il Comune di Parma e finanziato interamente tramite crowdfunding con il coinvolgimento di 350 donatori, conta oltre 1.000 piante, mentre diverse rotatorie urbane, come quelle di Mutti, Fiere di Parma e Ghirardi - per citarne solo alcune - sono state trasformate in micro-oasi di biodiversità, restituendo valore ecologico e paesaggistico a spazi della quotidianità cittadina. Ogni bosco è certificato Pefc (Programme for endorsement of forest certification schemes) e supportato da solide basi scientifiche. Le ricerche condotte dallo spin-off universitario Vsafe evidenziano come, su un orizzonte di 30 anni, i benefici economici e ambientali dei boschi urbani e periurbani del Consorzio superino ampiamente l’investimento iniziale, grazie ai servizi ecosistemici generati: mitigazione del clima urbano, regolazione delle acque meteoriche, riduzione degli inquinanti atmosferici e valore ricreativo. In questo quadro si inserisce anche il progetto educativo WeTree, che dal 2020 ha coinvolto 613 classi e organizzato 243 uscite ed esplorazioni didattiche, contribuendo a costruire una consapevolezza ambientale solida, concreta e condivisa. KilometroVerdeParma è firmatario del Contratto Climatico della Città di Parma e dell’Alleanza Territoriale Carbon Neutrality, con l’obiettivo di ridurre le emissioni dell’85% entro il 2030. Ogni albero piantato viene mappato attraverso piattaforme europee come MapMyTree, rafforzando il ruolo di Parma come laboratorio avanzato di adattamento climatico, rigenerazione urbana e benessere collettivo. Il Ginkgo biloba di viale Du Tillot non rappresenta soltanto un traguardo numerico, ma l’inizio di una nuova fase: un luogo in cui natura, conoscenza e memoria si intrecciano, restituendo al verde il suo ruolo più profondo, quello di cura silenziosa, continua e lungimirante della città.