(Adnkronos) - Gerard Piqué e le icone del calcio brasiliane Ronaldo e Kaká hanno presentato ufficialmente la Kings World Cup Nations 2026 (KWCN26), il Mondiale per nazioni della Kings League a San Paolo, in Brasile. Le tre leggende del calcio hanno vinto i Mondiali nelle loro straordinarie carriere e oggi si stanno spendendo per raccontare alle nuove generazioni un nuovo Mondiale. Fresco, moderno, capace di far appassionare al calcio anche i più giovani. Ma di cosa si tratta? In programma dal 3 al 17 gennaio 2026 a San Paolo, la KWCN26 riunirà 20 squadre nazionali e più di 250 giocatori in 40 partite per decretare il campione del mondo della Kings League. Le squadre sono guidate dai più grandi streamer e content creator al mondo, leggende del calcio e giocatori d'élite di calcio a 7. Tra le leggende che ricoprono il ruolo di "Capitani" delle loro nazionali, supportando le squadre con contenuti sui social media e apparizioni in streaming, figurano: Blur (top streamer italiano su Twitch), Robert Lewandowski (Polonia), Wesley Sneijder (Paesi Bassi), Arturo Vidal (Cile), Neymar (Brasile), Kun Agüero (Argentina), James Rodríguez (Colombia), Miguel Layún (Messico) e Weston McKennie (USA). Il Brasile, campione in carica dopo la spettacolare vittoria per 6-2 sulla Colombia nella finale dello scorso anno a Torino, all’Allianz Stadium, ospiterà la competizione. Due giocatori brasiliani diventati superstar della Kings League, e considerati da molti i migliori giocatori di calcio a 7 al mondo, Kelvin Oliveira e 'Lipão' Pinheiro, si sono uniti a Piqué, Ronaldo e Kaká alla conferenza di ieri. Il Brasile inizierà la difesa del titolo il 3 gennaio, nella prima giornata, con una grande partita contro la Spagna, con calcio d'inizio alle 22 ora italiana. Sarà però proprio l’Italia ad aprire le danze sfidando la Francia, alle 18 della stessa giornata. Nel girone con l'Italia anche la Polonia di Lewandowski e l'Algeria. Gerard Piqué, fondatore e presidente della Kings League, ha dichiarato: "La Kings World Cup Nations è una celebrazione di tutto ciò che rende speciale la Kings League: la passione, la creatività e il legame con i fan. In sole due edizioni, questo evento è diventato uno dei momenti più importanti del nostro calendario globale. Portare il torneo in Brasile, con i campioni in carica che difendono il titolo in casa, lo eleva a un livello completamente nuovo: i fan di tutto il mondo rimarranno sbalorditi da questa edizione".
(Adnkronos) - “'Cura’ è una parola molto contemporanea, tutt'altro che antiquata, ed è un principio ordinatore, secondo me, della politica e delle politiche pubbliche. Proporre questo concetto oggi ai ragazzi e alle ragazze in questo contesto - dove hanno la possibilità di simulare colloqui di lavoro - vuol dire proporre la visione dello spazio pubblico come uno spazio loro. Esso infatti riguarda sicuramente chi amministra, ma tocca anche la responsabilità di ciascuno e ciascuna. Non esiste uno spazio pubblico decoroso, importante, inclusivo, bello se ciascuna persona non se ne prende cura come fosse casa sua, come fosse il proprio spazio. Questo vuol dire cambiare un approccio, perché a oggi non è così”. Sono le dichiarazioni di Titti Di Salvo, presidente Municipio Roma IX, in occasione dell’edizione 2025 di Labordì, l’evento promosso dalle Acli di Roma dove i giovani incontrano il mondo del lavoro. “E questa cosa va detta ai ragazzi e alle ragazze - conclude - perché nel futuro saranno loro a guidare i processi politici, economici e sociali”.
(Adnkronos) - Sentimenti di ansia, sfiducia e rabbia nei confronti del futuro. Così l’emergenza climatica impatta sulla salute mentale e sul benessere psicologico, in particolare dei giovani italiani. È quanto emerge dall'indagine sull’ecoansia, condotta su un ampio campione di giovani italiani tra i 18 e i 35 anni, realizzata dall’Istituto Europeo di Psicotraumatologia e Stress Management (Iep) per conto di Greenpeace Italia e ReCommon, con la collaborazione di Unione degli universitari (Udu) e Rete degli studenti (RdS), e pubblicata sul Journal of Health and Environmental Research. I dati sono stati raccolti tra giugno e novembre 2024 con un questionario diffuso dalle associazioni studentesche in scuole e università italiane e online, compilato da 3.607 persone. Dalle risposte emerge che il 41% dei giovani intervistati associa il tema del cambiamento climatico a sentimenti di ansia per il futuro, il 19% a una sensazione di rabbia e frustrazione, il 16% ad impotenza e rassegnazione. Solo l’1% ha risposto affermando di sentirsi responsabile o di avere dei doveri nei confronti del Pianeta. Infine, per il 44% l’ansia generata dal cambiamento climatico ha un effetto negativo sul benessere psicologico nella vita di tutti i giorni. "Il cambiamento climatico non è solo un problema ambientale ma è diventato a tutti gli effetti una crisi emotiva e valoriale che interessa profondamente i giovani italiani, incidendo sul modo in cui immaginano il futuro, sulle decisioni quotidiane e persino sulle relazioni sociali - spiega Rita Erica Fioravanzo, presidente dello Iep - Per tutelare i giovani, dobbiamo riconoscere la gravità del loro disagio e affrontarlo insieme alle cause strutturali del cambiamento climatico". L'analisi evidenzia forti collegamenti tra l’ecoansia e un maggiore disagio psicologico generale, evidente non solo tra i giovani che sono stati colpiti direttamente da eventi climatici estremi, come alluvioni e ondate di calore, ma anche tra coloro che possiedono semplicemente una consapevolezza della minaccia climatica. Particolarmente colpiti risultano i giovani che vivono al Sud e nelle Isole, i quali presentano in media sia più preoccupazione per gli effetti della crisi climatica, sia in alcuni casi sintomi psicologici più intensi, come ad esempio insoddisfazione, ruminazione e ansia. Dall’analisi emerge che l'impatto del cambiamento climatico sul disagio psicologico è prevalentemente indiretto ed è mediato da tre fattori psicologici: l'ecoansia, il pessimismo nei confronti del futuro e, soprattutto, la mancanza di scopo nella vita. L’analisi delle risposte conferma la presenza diffusa di forte sfiducia, rabbia e frustrazione, sentimenti che sembrano prevalere nettamente sulla percezione della propria capacità individuale di poter contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici. "L’emergenza climatica incide drasticamente sulla nostra vita, con impatti ambientali già molto visibili. Questa indagine mostra che è anche una questione di salute mentale, che non possiamo continuare a ignorare - dichiara Simona Abbate della campagna Clima di Greenpeace Italia - Chiediamo al governo di riaccendere la speranza nel futuro agendo contro le cause della crisi climatica e facendo pagare ai suoi principali responsabili, le aziende del gas e del petrolio, i danni che stanno causando con le loro emissioni, oltre a garantire un supporto concreto alla salute delle persone, inclusa quella mentale, minacciata dagli effetti diretti e indiretti dei cambiamenti climatici".