(Adnkronos) - L'Unione Europea e il Regno Unito hanno concluso i negoziati per il rientro di quest'ultimo nel programma Erasmus+ a partire da settembre 2027. Lo si apprende da un comunicato congiunto del commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic e Nick Thomas-Symonds, ministro per l'Ufficio del gabinetto del governo londinese e Paymaster General, sottolineando che l'associazione del Regno Unito al programma offrirà "opportunità significative nei settori dell'istruzione, della formazione, dello sport e della gioventù" per ambo le parti. I termini dell'associazione, inclusi quelli finanziari, rappresentano "un equilibrio equo tra i contributi del Regno Unito e i benefici offerti dal programma", sottolinea il comunicato, che ricorda l'impegno assunto dalle due parti al summit dello scorso maggio e sottolinea il loro impegno a implementarne le conclusioni "in modo tempestivo". Nello specifico, l'obiettivo è finalizzare i negoziati sul Programma di esperienza giovanile, sulla creazione di un'Area sanitaria e fitosanitaria comune e sul collegamento dei rispettivi sistemi di scambio delle emissioni entro il prossimo summit. Bruxelles e Londra hanno anche concluso i colloqui esplorativi sulla partecipazione del Regno Unito al mercato interno dell'elettricità dell'Ue, aggiunge il comunicato, anticipando che i dettagli verranno pubblicati nei prossimi giorni e spiegando che le parti ora si concentreranno sull'avviamento dei negoziati veri e propri e la creazione del quadro legale necessario. "Una cooperazione più stretta sull'elettricità porterebbe vantaggi reali alle imprese e ai consumatori in tutta Europa, aumenterebbe gli investimenti nei Mari del Nord e rafforzerebbe la sicurezza energetica", rileva il documento. "Oggi compiamo ulteriori passi nella nostra rinnovata partnership strategica", scrive la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un post sui social a corredo dell'accordo, aggiungendo che il rientro del Regno Unito nel programma Erasmus+ per i giovani "apre la porta a nuove esperienze condivise e amicizie durature".
(Adnkronos) - “La nascita del brand Magis è un grandissimo segnale. Significa che Agsm Aim, ora Magis, dopo aver consolidato una grande forza a Verona e a Vicenza, oggi guarda fuori dai confini della sua storia cercando di diventare sempre di più un player nazionale. Per avere risalto, forza fuori dai nostri confini serviva un nome spendibile e questa per le città penso sia veramente una buona notizia”. Così il sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, intervenendo a Verona durante la presentazione del nuovo nuovo brand Magis nato da Agsm Aim. Il nome del nuovo marchio nasce dalla ricombinazione delle lettere del vecchio nome. Il nuovo brand porta a compimento una riflessione sull’identità dell’azienda che ha ridefinito mission, vision e purpose. "La sfida è stata chiarita bene dal piano industriale che ha presentato l'azienda - prosegue Possamai - L'obiettivo è quello di essere sempre più forti su tanti fronti, su tutti la produzione di energia, penso all'acquisto di impianti fotovoltaici importanti avvenuti negli ultimi mesi. Parliamo di un'azienda che in questo momento è in salute, sta bene, in cui i soci vanno d'accordo, lavorano bene insieme, quindi ci sono tutti gli ingredienti per farla crescere”. Infine Possamai spiega che “un'azienda come questa che funziona si traduce in investimenti sul territorio vicentino-veronese, in utili dati ai comuni e nel dare servizio ai cittadini. Tutto questo significa non soltanto avere una bolletta con cui l'energia arriva a casa, ma fare in modo che queste risorse restino sul territorio".
(Adnkronos) - “Come accade per tutti i materiali, anche la plastica sta affrontando una necessaria metamorfosi. Non c’è infatti alcun materiale che oggi possa ignorare la necessità di ridurre il suo impatto” sull’ecosistema. Per raggiungere questo obiettivo disponiamo di “due strategie fondamentali: la prima è la circolarità, la seconda è la capacità di avere un progetto per il fine vita della materia. In questo contesto, il design ha un ruolo molto importante perché può accompagnare i prodotti anche nella relazione con l'utilizzatore” e promuovere “questa operazione”. Con queste parole Frida Doveil, curatrice della mostra Oltreplastica, è intervenuta in occasione dell’evento inaugurale dell’esposizione, realizzata da ADI Design Museum con il supporto di Eni, main partner del museo, e con la presenza in mostra di Versalis con Novamont e Finproject. L’esposizione nasce per rendere evidenti tutte le possibilità che il design ha oggi a disposizione per compiere scelte responsabili quando utilizza la plastica. “La mostra si occupa verticalmente del tema della plastica. Questo materiale è infatti stato un alleato potentissimo dell'innovazione nel secolo scorso, da alcuni chiamato proprio ‘il secolo della plastica’ - aggiunge la curatrice, spiegando come l’arrivo del composto di sintesi “ha spinto verso il miglioramento delle performance anche di altri materiali. Oggi però, accanto alla performance funzionale, dobbiamo guardare anche alla performance ambientale. La plastica sta facendo questa operazione, ma forse è meno visibile rispetto ad altri materiali, anche perchè si tende a pensare che la plastica vada sostituita. Invece, a dover essere sostituita è l’idea che abbiamo di questo materiale. La mostra, con il neologismo ‘Oltreplastica’, vuole suggerire l'idea di questo cambio culturale: dobbiamo vedere la plastica per quello che è già diventata e per l'opportunità che ci dà di fare plastica in una maniera sostenibile e consapevole”. L’esposizione ha un ruolo importante anche nel promuovere una riflessione sul tema della sostituzione dei materiali: “Ogni nuovo materiale entra in campo imitandone un altro - conclude - presentandosi come una proposta migliore o in sostituzione di un materiale precedente. Qui, ad Oltreplastica, vogliamo invece guardare ai materiali in un'ottica diversa, ossia concentrandoci su ciò che ci può aiutare a usare quello che è plastico in una maniera alternativa. Collaborano dunque, in questo universo, anche forme della materia che non hanno a che fare con i polimeri - magari originate dal legno o dai batteri o, ancora, dai funghi - le cui prestazioni però sono simili a quelle dei polimeri. Questo è molto interessante”.