(Adnkronos) - L'accusa a Kiev di aver provato ad attaccare con droni una residenza del presidente russo, Vladimir Putin, e la rivendicazione di Mosca dei progressi sul terreno nella guerra contro l'Ucraina. La cronaca della giornata di oggi 29 dicembre seguita all'incontro in Florida tra il presidente americano, Donald Trump, e quello ucraino, Volodymyr Zelensky, è segnata dalle dichiarazioni che arrivano dalla Russia e dalla netta smentita del leader ucraino sull'attacco all'abitazione di Putin: "Menzogne". Ma Mosca dice che è già pronta la "rappresaglia". Intanto Trump e Putin si sono sentiti telefonicamente. La Russia sta avanzando con sicurezza sulla linea del fronte in Ucraina, facendo progressi costanti e portando avanti il suo piano per conquistare le regioni ucraine di cui aveva annunciato l'annessione nel 2022, ha affermato il presidente russo incontrando i comandanti dell'esercito di Mosca. "L'obiettivo di liberare le regioni del Donbass, di Zaporizhzhia e di Kherson verrà raggiunto gradualmente, secondo il piano dell'operazione militare speciale. Le truppe stanno avanzando con sicurezza, sfondando le linee nemiche", ha dichiarato Putin. "Le unità delle Forze armate ucraine si stanno ritirando ovunque, lungo l'intera linea di contatto", ha detto il leader del Cremlino. "Si sta creando una situazione favorevole nella zona operativa del gruppo di battaglia est nella regione di Zaporizhzhia. I militari hanno superato tutti insieme il fiume Gaichur, superato le difese nemiche e stanno procedendo con un'offensiva verso Zaporizhzhia a un buon ritmo", ha aggiunto. Le dichiarazioni arrivano dopo l'incontro in Florida tra Trump e Zelensky. Secondo Trump le parti sono vicine a una soluzione del conflitto in Ucraina e i negoziati sono alle fasi finali. A chi gli chiedeva se fosse d'accordo con quanto affermato dal tycoon, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha risposto: "Certo". La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha riferito su X che "il presidente Trump ha concluso una telefonata positiva con il presidente Putin riguardo all'Ucraina". "Putin mi ha detto che ha subito un attacco, non è bello", ha affermato Trump parlando con i giornalisti. "E' un periodo molto delicato, attenzione a non esagerare con le offese e non superare il limite. Non bisogna arrivare agli attacchi fisici - ha aggiunto - Forse l'attacco non c'è stato, ma Putin me ne ha parlato". Riguardo al colloquio telefonico, il consigliere presidenziale russo, Yuri Ushakov, ha riferito che Putin ha detto a Trump che Mosca intende collaborare in modo produttivo con Washington per raggiungere la pace con l'Ucraina. "Putin ha sottolineato che la Russia intende continuare a collaborare strettamente e in modo produttivo con i partner americani per trovare il modo di raggiungere la pace", ha dichiarato Ushakov ai giornalisti. Ma oggi si è aperto un altro fronte con un botta e risposta tra Mosca e Kiev. Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo, nelle dichiarazioni riportate dalla Tass ha fatto riferimento a un attacco con droni che Kiev avrebbe lanciato contro la "residenza statale" di Putin nella regione di Novgorod. "Kiev nella notte del 29 dicembre ha lanciato un attacco con droni contro la residenza statale del presidente russo nella regione di Novgorod. Sono stati distrutti 91 droni", ha detto Lavrov. "Gli obiettivi e il momento del contrattacco russo dopo l'attacco alla residenza di Putin sono stati definiti", ha aggiunto, evidenziando le conseguenze della vicenda. "La posizione negoziale della Russia sarà rivista tenendo conto del passaggio definitivo del regime di Kiev a una politica di terrorismo di Stato", ha dichiarato Lavrov, secondo cui - in ogni caso - "la Russia non intende abbandonare il processo negoziale dopo l'attacco delle forze armate ucraine alla residenza di Putin". L'offensiva non avrebbe provocato vittime o danni: "Non sono pervenute informazioni". A stretto giro la risposta di Zelensky. "Le dichiarazioni riguardo agli attacchi dell'Ucraina alla residenza di Putin sono una menzogna", ha detto il presidente ucraino. "La Russia vuole minare i progressi tra l'Ucraina e gli Stati Uniti nei negoziati di pace", ha aggiunto, esprimendo la convinzione che Mosca stia cercando un pretesto per lanciare un attacco contro gli edifici governativi a Kiev. La controreplica non si è fatta attendere ed è arrivata dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. E' "Zelensky che mente" non Lavrov, ha scandito, ammonendo che "il regime di Kiev pagherà per i suoi crimini". Tra le presunte menzogne di Zelensky citate da Zakharova ci sono "i bambini rapiti", deportati dall'Ucraina in Russia. O gli orrori di "Bucha", alla periferia di Kiev, commessi dai militari russi all'inizio della guerra nel 2022. Intanto in Italia il Consiglio dei ministri ha approvato il dl Ucraina, che prevede "disposizioni urgenti per la proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina, per il rinnovo dei permessi di soggiorno in possesso di cittadini ucraini, nonché per la sicurezza dei giornalisti freelance".
(Adnkronos) - "Il prosecco non è un vino replicabile al di fuori della sua zona d'origine, è un vino unico, e quindi siamo fiduciosi che questo trend positivo del nostro mondo continuerà anche il prossimo anno. I dazi Usa hanno toccato proprio il mercato che seguo come export manager, gli Stati Uniti. Ma, sulla base dei dati dell'export disponibili ad oggi, non si registrano cali significativi. Ricordiamo che il prosecco rappresenta il 30% di tutto l'export di vino italiano negli Stati Uniti, e anche con i dazi si ritrova in una fascia di prezzo accessibile per la maggioranza delle persone". Così, intervistata da Adnkronos/Labitalia, Diva Moretti Polegato, export manager di Villa Sandi per Regno Unito, Usa e Messico, e nuova generazione della storica famiglia di vignaioli veneti, traccia un bilancio del 2025 per la sua azienda e per il mondo del prosecco, e degli effetti dei dazi Usa e del contesto geo-politico incerto. "Io credo che bisognerà attendere il primo semestre del prossimo anno - avverte - per vedere l'effettivo impatto di questi dazi. Al momento, il prosecco registra un trend positivo di crescita e questo lo abbiamo visto dai dati dei tre Consorzi, ma un quadro più chiaro, appunto, lo potremo vedere nel primo semestre del prossimo anno". Villa Sandi è tra i leader del mercato, con il fatturato 2024 che ha toccato i 132 milioni, e con una produzione che per il 70% va in export e per il 30% in vendite nel nostro in Italia. E le 'bollicine', nonostante un anno complesso, resistono e puntano a crescere ancora. "In generale, è stato un anno di contrazione per il mercato vitivinicolo, ma il nostro mondo, quello del prosecco, ancora 'tiene' - ribadisce - perché unico e inimitabile. Nel corso di quest'anno, abbiamo visto un freno ai consumi con abitudini orientate a stili di vita più salutari, quindi con moderato contenuto alcolico, zero alcol. E infatti una fetta di mercato ricerca prodotti, soprattutto 'bollicine', senza alcol". "E' una tendenza che noi avevamo intercettato già 3-4 anni fa e avevamo iniziato a produrre già allora una 'bollicina' zero alcol, con una produzione che cresce ogni anno a due cifre", sottolinea Diva Moretti Polegato. Una tendenza, spiega l'esponente dell'ultima generazione di vignaioli trevigiani, spinta dal "consumo di coloro che non vogliono rinunciare al piacere di un brindisi, senza però dover assumere alcol. E questo per diverse ragioni: soprattutto quelle legate alla salute". E comunque una delle caratteristiche principali del prosecco è il moderato contenuto alcolico e questo lo rende un vino contemporaneo che risponde perfettamente a queste abitudini di consumo che sono mutate, e che prediligono vini leggeri, adatti alla convivialità, a momenti chiamiamoli 'social'", osserva. Villa Sandi continua a guardare al futuro esplorando nuovi mercati. "Noi siamo un'azienda -spiega Diva Moretti Polegato- che esporta in 135 Paesi e ci sono dei nuovi mercati in Est Europa e in Africa soprattutto, ma anche nell'America Centrale che abbiamo di recente acquisito, e che stiamo acquisendo, per diversificare, perché questo è uno dei 'modus operandi' del nostro mondo e della nostra azienda". Ma non solo. Diversificare il business, per 'Villa Sandi', significa anche altro. "Un altro pilastro in cui crediamo molto -fa notare l'export manager- è quello dello sviluppare tutto quel ramo dell'accoglienza dell'enoturismo, del ricevere persone in azienda, che si sta dimostrando sempre più una grande opportunità e una grande risorsa, perché è un'esperienza capace di unire territorio, cultura, ospitalità, sostenibilità e vino. Ed è un settore che dal periodo della pandemia ha visto una crescita molto grande soprattutto nel nostro Paese ma anche a livello mondiale". "Noi come azienda abbiamo creduto e investito nell'enoturismo fin dagli anni '90, e abbiamo aperto la nostra sede, che è una storica villa di scuola Palladiana, a tutti i visitatori e tutti i giorni dell'anno. E abbiamo anche investito sull'hospitality, con 'Locanda Sandi', dove abbiamo un ristorante e alcune camere. Questa per noi è soprattutto un'opportunità per valorizzare il brand e accogliere un cliente a 360 gradi, mostrando anche i vigneti e tutto ciò che c'è dietro una bottiglia di vino", ricorda ancora. Secondo Moretti Polegato, inoltre, "il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio immateriale dell'Unesco può essere un'opportunità anche per il settore del vino, che è collegato ad esso". "Una ulteriore cornice istituzionale forte, anche un modo per potenziare il made in Italy e rafforzare il legame vino-cultura, collegato al turismo, con un importante risvolto mediatico per poter raggiungere più consumatori finali", aggiunge. "E poi - prosegue - c'è l'impegno sulla sostenibilità, importante per la mia generazione ma anche per la precedente, con l'obiettivo di accogliere i visitatori delle nostre aziende in un ambiente sano, in cui si lavora con il minor impatto ambientale possibile, seguendo pratiche sostenibili, a livello di vigna, di vinificazione e anche di impatto ambientale. Noi ad esempio abbiamo una centrale idroelettrica, abbiamo pannelli solari, puntiamo a diventare 100% sostenibili nella prossima decade". Per Diva Moretti Polegato, "l'augurio per il 2026 è che la situazione geopolitica causata dai conflitti in corso e i dazi Usa, che frenano in modo combinato i consumi, possano in qualche modo attenuarsi". "L'augurio a tutti noi produttori è di aprire il 2026 con buone notizie su guerre e dazi Usa appunto", conclude.
(Adnkronos) - Oltre 110 milioni di euro di investimenti e spese delle aziende dei settori cemento e calcestruzzo per sicurezza ed ambiente nel 2024, in crescita del 16% rispetto al 2023. E’ quanto evidenzia il sesto Rapporto di sostenibilità di Federbeton. (Video) Il comparto continua a investire risorse e competenze per migliorare le proprie performance ambientali e accelerare il percorso verso la neutralità climatica al 2050. Lo scorso 24 settembre, presso la Camera dei Deputati, Federbeton ha presentato la propria Strategia di decarbonizzazione, che traccia un percorso chiaro di riduzione progressiva delle emissioni tramite leve strategiche. Nella definizione della strategia sono stati individuati interventi di breve e medio periodo che sfruttano tecnologie già mature come l’impiego di combustibili alternativi e l’utilizzo di materiali sostitutivi del clinker, il semilavorato componente prevalente del cemento - spiega la Federazione del settore - La leva chiave per la decarbonizzazione del settore, con uno sviluppo a lungo termine, è la cattura della CO2, una tecnologia che richiede ingenti investimenti e lo sviluppo di infrastrutture di trasporto e stoccaggio. La cattura è fondamentale perché nella produzione di cemento il 60-65% delle emissioni dirette di CO2 deriva dalle stesse reazioni chimiche di processo ed è quindi incomprimibile. “Cemento e calcestruzzo sono materiali straordinari e insostituibili, che garantiscono la sicurezza e la durabilità delle nostre case, scuole, ospedali. Sono fondamentali per le nostre infrastrutture e città, alimentano la crescita economica e sociale del Paese e contribuiscono concretamente alla rigenerazione urbana e allo sviluppo di infrastrutture sostenibili e durevoli - ha sottolineato Paolo Zelano, vicepresidente di Federbeton Confindustria - La nostra sfida è mantenere alta la competitività dell’industria italiana continuando a progredire sul fronte della sostenibilità, in particolare quella ambientale. Questo è possibile solo attraverso un impegno collettivo, rafforzando il legame tra industria, ambiente e società”. Il Rapporto di Sostenibilità di Federbeton, come ogni anno, mostra l’impegno, i risultati e gli ambiti di miglioramento della filiera. Emerge, fra l’altro, che il settore conferma la propria circolarità: l’industria del cemento utilizza da anni scarti di altri processi produttivi in sostituzione dell’8% delle materie prime necessarie; i produttori di calcestruzzo preconfezionato e manufatti riutilizzano in media il 29% delle acque di processo ed il 62% degli scarti di produzione, rispettivamente; inoltre, è in aumento la quota di energia elettrica da fonti rinnovabili, in parte autoprodotta dalle aziende stesse. Il Rapporto richiama l’attenzione anche su alcune criticità che non permettono all’industria di esprimere pienamente le proprie potenzialità: “Il tasso di sostituzione calorica dei combustibili fossili con combustibili alternativi nel settore del cemento resta fermo al 26%, lontano dalla media europea del 56%, principalmente a causa di iter amministrativi complessi e disomogenei sul territorio nazionale. I combustibili alternativi sono una soluzione già disponibile, ma al di là dello sforzo dell’industria, è necessario un intervento delle istituzioni al fine di ottenere un’applicazione omogenea sul territorio nazionale del processo di autorizzazione”. Un’altra criticità che emerge dal Rapporto è quella relativa “all’impiego di aggregati recuperati nella produzione di calcestruzzo. Nonostante le potenzialità del settore, questa pratica resta limitata per l’assenza di un mercato nazionale per prodotti conformi agli standard dei calcestruzzi strutturali. Anche in questo caso è necessaria un’azione di sistema che coinvolga produttori, utilizzatori e istituzioni”.