(Adnkronos) - Può costare caro scegliere la privacy, eliminando il proprio nome dal citofono o dal campanello di casa. Lo sancisce una ordinanza della Corte di Cassazione (la n. 24745/2025) secondo cui senza questi elementi di riconoscimento il contribuente diventa 'irreperibile' per l’amministrazione finanziaria: di conseguenza diventano legittime quelle notifiche che sono state eseguite senza consegna diretta e a sua volta questo apre la porta a ipoteche e pignoramenti. L'indicazione arriva a seguito del ricorso di una cittadina che aveva contestato l’iscrizione di un’ipoteca su un immobile, per cartelle esattoriali che non avrebbe saldato. La donna aveva spiegato di non aver mai ricevuto né le cartelle né il preavviso di iscrizione ipotecaria, essendosi trasferita in una nuova abitazione, anche se la residenza anagrafica era rimasta presso il vecchio indirizzo. Dopo una 'bocciatura' in primo e secondo grado la contribuente si era quindi rivolta alla Suprema Corte di Cassazione che però ha confermato la validità della notifica. Infatti il messo notificatore si era recato due volte presso l’indirizzo in cui la donna "risultava formalmente residente" e, in entrambe le occasioni, aveva riscontrato l'assenza del nome della destinataria sul citofono così come sulla cassetta postale. Come hanno spiegato gli ermellini il messo notificatore aveva di conseguenza dovuto dichiarare "in assenza di altri elementi utili allo scopo e pur avendo eseguito un doppio accesso, che la destinataria non era risultata in alcun modo reperibile. Conseguentemente, la notifica va ritenuta valida". Secondo la Cassazione il certificato di residenza non basta a "contrastare gli accertamenti compiuti dall'organo notificatore" visto che "le risultanze anagrafiche rivestono valore meramente presuntivo circa il luogo di residenza" e sono "nel caso di specie, risultate di fatto smentite dagli accertamenti del pubblico ufficiale". In sintesi, non basta che i contribuenti siano iscritti nei documenti comunali perché devono essere concretamente rintracciabili. Di qui la necessità di stare attenti a dettagli minimi, come il proprio nome sul citofono o sulla cassetta postale. In caso contrario si rischia - senza possibilità di appello - di non ricevere notifiche importanti, ritrovandosi debiti o procedure esecutive 'fuori tempo massimo' per provare a difendersi.
(Adnkronos) - "L'Intelligenza artificiale non spaventa gli italiani, purché sia regolata e orientata al bene comune". E' quanto emerso da Sprint room - l'innovazione amica delle persone', l'evento organizzato oggi alla Camera dei Deputati da Sprint-Italia con il patrocinio di Unione nazionale consumatori, nell’ambito della Rome Future Week. Il convegno ha rappresentato un dialogo strutturato tra diversi stakeholder dell'innovazione. Nel primo panel si sono confrontati esperti e ricercatori, molto attivi anche sui social network con la loro attività di divulgazione: Gianni Bientinesi (presidente business Intelligence Group), Fjona Cakalli (tech reporter e conduttrice tv), Jacopo Ierussi (presidente Assoinfluencer), Antonio Palmieri (Presidente Fondazione Pensiero Solido), Stefano Rossi (Psicopedagogista, scrittore e divulgatore), Valerio Rosso (medico-chirurgo, psichiatra e psicoterapeuta). Per poi passare la parola ad alcune delle aziende che contribuiscono a creare innovazione nel nostro Paese e che hanno raccontato esempi concreti di innovazione responsabile e alto impatto sociale: Anastasia Buda (Samsung), Cristina Camilli (Coca Cola), Filippo De Caterina (L'Oréal Italia), Luana Lavecchia(TikTok), Michele Rillo (iliad), Eugenio Serra (Meta Italia), Mattia Tarelli (Google). Il messaggio centrale emerso dall'evento è che l'innovazione tecnologica non può essere sviluppata senza considerare l'impatto sui diritti e il benessere dei cittadini. "L'innovazione - ha sottolineato Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori - deve servire davvero ai cittadini e non solo al business. E' necessario un cambio di paradigma che riconosca una responsabilità condivisa tra istituzioni, aziende tecnologiche e società civile". L'Osservatorio RI-Generazione, curato da Business intelligence group, partner di Sprint, è stato presentato durante l'evento, fornendo una fotografia inedita del rapporto degli italiani con l'innovazione tecnologica. La ricerca, condotta su oltre 1.000 intervistati rappresentativi della popolazione italiana adulta, ha evidenziato alcuni dati. Il 63% degli italiani ritiene che l'innovazione possa favorire una società più giusta e inclusiva, con percentuali ancora più alte tra i giovani (media 3.00 su 4 per i 18-24enni) e i residenti del Sud (2.87 vs media nazionale 2.71). Il 74% si dichiara favorevole all'intelligenza artificiale quando applicata ad ambiti specifici, con particolare fiducia verso diagnosi medica (30%) e tutela ambientale (26%). Solo il 26% teme la perdita del lavoro a causa dell'automazione - un dato molto inferiore alle aspettative comuni. Le vere preoccupazioni riguardano l'uso improprio dei dati personali (44%), la disinformazione (38%) e la mancanza di regole chiare (37%) Emerge, inoltre, che solo il 26% degli intervistati dichiara di non fidarsi completamente dell'Ia 'in nessun caso' - principalmente persone over 65, con basso livello di istruzione e che vivono sole - mentre la maggioranza mostra una 'fiducia condizionata' legata ai benefici tangibili. L'evento 'Sprint room' segna una nuova tappa nel percorso verso un'innovazione più responsabile e inclusiva. "Questo - ha commentato Massimiliano Dona - è un passo in avanti verso un nuovo paradigma di sviluppo tecnologico basato sul dialogo costruttivo tra tutti gli stakeholder. Continueremo a lavorare per trasformare questa visione in realtà concrete a beneficio di tutti i cittadini." Sprint Room è stato organizzato nell'ambito della Rome Future Week, con il patrocinio dell'Unione nazionale consumatori e la partecipazione di Coca Cola, Google, iliad, L'Oréal Italia, Meta, Samsung Electronics Italia e TikTok.
(Adnkronos) - “Ci sono tre ragioni principali per cui l’Italia è indietro nell’elettrificazione: il costo ancora alto delle auto elettriche, la percezione di poche colonnine di ricarica e soprattutto un fattore psicologico: chi prova un veicolo elettrico non torna più indietro. Le auto elettriche sono comode, silenziose, moderne e affidabili, e grazie alla tecnologia, come il sistema Google integrato, gli utenti sanno sempre dove ricaricare in sicurezza lungo il percorso”. Così Sébastien Guigues, Ceo Renault Italia, durante il 'taglio del nastro' della nuova flotta destinata al Car Sharing elettrico presso il Campus Luiss a Roma, iniziativa in collaborazione con Acea. Guigues ha sottolineato come l’industria dell’auto stia attraversando un cambiamento storico, con la transizione verso veicoli elettrici, connessi e autonomi, e la concorrenza di nuovi attori internazionali, come i produttori cinesi. “Il nostro know-how europeo e la lunga esperienza sul mercato ci permettono di affrontare questa sfida, supportati anche dagli incentivi statali fino a 11.000 euro per l’acquisto di veicoli elettrici, un’opportunità da cogliere senza esitazioni”, ha aggiunto.