(Adnkronos) - “Il ceto medio è una priorità, ci vogliamo muovere per la fascia 28-50mila euro portando l’aliquota dal 35 al 33% ed eventualmente allargarci sino ai 60mila euro" un intervento che complessivamente "interesserebbe 13,6 milioni di contribuenti" e "quindi ha esigenze” da soddisfare in materia di conti pubblici. Così il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, nel suo intervento a Tele Fisco, organizzato dal Sole 24 Ore, affermando che a questo intervento si potrebbe “aggiungere il meccanismo di rivalutazione delle detrazioni in relazione alla composizione del nucleo familiare”, perché sono “temi da trattare un po’ congiuntamente”.
(Adnkronos) - "L'Intelligenza artificiale non spaventa gli italiani, purché sia regolata e orientata al bene comune". E' quanto emerso da Sprint room - l'innovazione amica delle persone', l'evento organizzato oggi alla Camera dei Deputati da Sprint-Italia con il patrocinio di Unione nazionale consumatori, nell’ambito della Rome Future Week. Il convegno ha rappresentato un dialogo strutturato tra diversi stakeholder dell'innovazione. Nel primo panel si sono confrontati esperti e ricercatori, molto attivi anche sui social network con la loro attività di divulgazione: Gianni Bientinesi (presidente business Intelligence Group), Fjona Cakalli (tech reporter e conduttrice tv), Jacopo Ierussi (presidente Assoinfluencer), Antonio Palmieri (Presidente Fondazione Pensiero Solido), Stefano Rossi (Psicopedagogista, scrittore e divulgatore), Valerio Rosso (medico-chirurgo, psichiatra e psicoterapeuta). Per poi passare la parola ad alcune delle aziende che contribuiscono a creare innovazione nel nostro Paese e che hanno raccontato esempi concreti di innovazione responsabile e alto impatto sociale: Anastasia Buda (Samsung), Cristina Camilli (Coca Cola), Filippo De Caterina (L'Oréal Italia), Luana Lavecchia(TikTok), Michele Rillo (iliad), Eugenio Serra (Meta Italia), Mattia Tarelli (Google). Il messaggio centrale emerso dall'evento è che l'innovazione tecnologica non può essere sviluppata senza considerare l'impatto sui diritti e il benessere dei cittadini. "L'innovazione - ha sottolineato Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori - deve servire davvero ai cittadini e non solo al business. E' necessario un cambio di paradigma che riconosca una responsabilità condivisa tra istituzioni, aziende tecnologiche e società civile". L'Osservatorio RI-Generazione, curato da Business intelligence group, partner di Sprint, è stato presentato durante l'evento, fornendo una fotografia inedita del rapporto degli italiani con l'innovazione tecnologica. La ricerca, condotta su oltre 1.000 intervistati rappresentativi della popolazione italiana adulta, ha evidenziato alcuni dati. Il 63% degli italiani ritiene che l'innovazione possa favorire una società più giusta e inclusiva, con percentuali ancora più alte tra i giovani (media 3.00 su 4 per i 18-24enni) e i residenti del Sud (2.87 vs media nazionale 2.71). Il 74% si dichiara favorevole all'intelligenza artificiale quando applicata ad ambiti specifici, con particolare fiducia verso diagnosi medica (30%) e tutela ambientale (26%). Solo il 26% teme la perdita del lavoro a causa dell'automazione - un dato molto inferiore alle aspettative comuni. Le vere preoccupazioni riguardano l'uso improprio dei dati personali (44%), la disinformazione (38%) e la mancanza di regole chiare (37%) Emerge, inoltre, che solo il 26% degli intervistati dichiara di non fidarsi completamente dell'Ia 'in nessun caso' - principalmente persone over 65, con basso livello di istruzione e che vivono sole - mentre la maggioranza mostra una 'fiducia condizionata' legata ai benefici tangibili. L'evento 'Sprint room' segna una nuova tappa nel percorso verso un'innovazione più responsabile e inclusiva. "Questo - ha commentato Massimiliano Dona - è un passo in avanti verso un nuovo paradigma di sviluppo tecnologico basato sul dialogo costruttivo tra tutti gli stakeholder. Continueremo a lavorare per trasformare questa visione in realtà concrete a beneficio di tutti i cittadini." Sprint Room è stato organizzato nell'ambito della Rome Future Week, con il patrocinio dell'Unione nazionale consumatori e la partecipazione di Coca Cola, Google, iliad, L'Oréal Italia, Meta, Samsung Electronics Italia e TikTok.
(Adnkronos) - ''Parlare di agricoltura significa parlare di ecosistemi, e per questo fin dall’inizio ci è sembrato fondamentale costruire un percorso che coinvolgesse tutti gli attori della filiera''. Così Alex Giordano e Teresa Del Giudice hanno presentato a Campania Mater, in corso al Palazzo Reale di Napoli, il volume dedicato al “Modello Campania”, frutto di un lavoro di ricerca e di confronto che ha messo insieme Istituzioni, imprese, accademia e territori. L’iniziativa, avviata mesi fa con il sostegno dell’assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo, ha avuto l’obiettivo di trasformare la Campania in un laboratorio di buone pratiche, capace di valorizzare le eccellenze ma anche di affrontare con realismo le criticità. ''Non volevamo un modello calato dall’alto – hanno spiegato Giordano– ma un lavoro condiviso, fatto con gli agricoltori, con le imprese, con le associazioni e con i territori. Solo così si può creare un ecosistema reale, che tenga insieme produzione, ricerca, innovazione e comunità locali''. Il percorso ha visto la partecipazione attiva di 160 attori diversi: agricoltori, imprenditori, ricercatori, associazioni di categoria, funzionari pubblici e rappresentanti delle istituzioni. ''La cosa più sorprendente – ha dichiarato Teresa Del Giudice – è stata constatare quanto fosse facile costruire un ecosistema se esiste un’istituzione pubblica che svolge il ruolo di attivatore. La Regione Campania ha avuto questa funzione, creando le condizioni per un confronto paritario e aperto''. Dal confronto è emersa una visione dell’agricoltura campana come patrimonio strategico, non solo per l’economia ma anche per l’identità e l’immagine internazionale della regione. ''Le eccellenze agroalimentari – hanno ricordato Del Giudice – sono già bandiere del Made in Italy nel mondo. Il nostro compito è rafforzare questa forza identitaria e, allo stesso tempo, affrontare i nodi ancora irrisolti: dalla frammentazione produttiva alle difficoltà delle aree interne, fino alla necessità di innovare e diversificare i modelli di business''. Il libro presentato a Campania Mater non è dunque soltanto un’analisi, ma anche un manifesto per il futuro: un documento che raccoglie esperienze, proposte e visioni, con l’obiettivo di orientare le scelte politiche e imprenditoriali dei prossimi anni. ''Il cambiamento o è condiviso, o semplicemente non avviene – ha ribadito Del Giudice –. La sfida è costruire un’agricoltura multifunzionale, capace di creare valore aggiunto, attrarre giovani e restituire vitalità anche alle aree più fragili, oggi a rischio spopolamento''. Concludendo il loro intervento, Giordano e Del Giudice hanno sottolineato come Campania Mater sia già un primo risultato concreto: ''Questi due giorni dimostrano che esiste una volontà reale di fare rete e di guardare all’agricoltura non solo come produzione, ma come sistema che tiene insieme ambiente, economia, cultura e comunità. È da qui che può nascere davvero un modello Campania, capace di parlare all’Italia e al mondo''.