(Adnkronos) - "I principali bisogni ancora insoddisfatti dei pazienti con rinosinusite cronica con poliposi nasale riguardano l’accesso alle terapie innovative e ai centri specializzati. Il paziente ha bisogno di vedere la sua patologia riconosciuta con facilità, così come devono poter essere prescritti con facilità, da parte dei centri, anche i farmaci con nuove indicazioni". Sono le parole di Luciano Cattani, presidente Associazione asma grave Odv e delegato Federasma e Allergie Odv Federazione italiana pazienti, all’incontro con la stampa 'Nuove frontiere nella gestione della rinosinusite con poliposi nasale' promosso da Gsk a Milano. L’evento è stato l’occasione per presentare lo studio sugli effetti di mepolizumab nei pazienti con rinosinusite cronica con poliposi nasale (CRSwNP), condotto dagli specialisti dell’Azienda ospedaliero universitaria Careggi di Firenze e guidato da Andrea Matucci, dirigente medico del reparto di Immunologia dell’ospedale universitario fiorentino. “I pazienti si possono aiutare diffondendo più informazione- spiega Cattani - Per raggiungerli, oltre al lavoro delle associazioni, che sui loro siti diffondono materiali utili, è necessario il coinvolgimento dei medici di medicina generale che possono indirizzare più facilmente i pazienti. Le differenze regionali sono molteplici - aggiunge - la prescrizione dei farmaci innovativi" come i biologici "si scontra con 20 sistemi sanitari diversi". Se un paziente si trasferisce, "deve quindi trovare il modo di farsi prescrivere lo stesso piano terapeutico nella nuova Regione. Per queste patologie, e per questi farmaci, è indispensabile un piano terapeutico rilasciato da un centro ospedaliero universitario, ma è necessario riuscire a farlo anche nell'altra regione. Bisognerebbe che il paziente con una malattia severa potesse essere trattato allo stesso modo dovunque vada", conclude.
(Adnkronos) - Investire nella rieducazione dei detenuti, mettendo al centro formazione e lavoro. E' l'obiettivo di un progetto di reinserimento sociale che il Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro sta portando avanti in tutta Italia attraverso diversi consigli provinciali dei professionisti, come quello di Bologna. "Noi a Bologna -racconta ad Adnkronos/Labitalia Pier Paolo Redaelli, presidente del Consiglio provinciale dell'ordine dei consulenti del lavoro di Bologna- seguiamo un'impresa sociale che si chiama 'Fare Imprese in Dozza'. La Dozza è il carcere di Bologna e questa impresa è stata costituita da tre società che operano nel campo della costruzione delle macchine automatiche. E la novità di questo progetto è che è stato costruito all'interno della carcere, grazie all'amministrazione carceraria che ha dato in uso la palestra, un'officina meccanica. In quest'officina meccanica in questo momento operano come dipendenti assunti a tempo indeterminato 14 detenuti che sono stati selezionati e formati dalla 'Fondazione Aldini Valeriani', che è una fondazione che si ricollega all'Istituto tecnico 'Aldini Valeriani'", sottolinea. E in questi anni i risultati sul reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti sono arrivati. "Dal 2012 sono stati assunti 77 dipendenti proprio all'interno del carcere -sottolinea Redaelli- che ovviamente nel corso di questi anni hanno cessato la loro attività lavorativa perché sono stati scarcerati. Di queste 77 persone l'80% circa non ha più avuto recidiva, nel senso che oggi ha un lavoro stabile all'interno di questa impresa", sottolinea Redaelli. E il presidente del consiglio provinciale dell'ordine dei consulenti di Bologna sottolinea come quindi "sia un progetto che funziona molto bene. È entrata a far parte di questa realtà la Granarolo latte, perché all'interno delle carceri della Dozza ci sono dei macchinari per produrre prodotti caseari, e quindi inizieranno questa nuova avventura". "L'altra realtà che seguiamo -spiega Redaelli- è un'impresa sociale che si chiama 'Siamo Qua', ed è un'impresa per le detenute. Loro hanno realizzato all'interno del carcere che presso la sede della cooperativa sociale, un laboratorio di sartoria. Delle operaie formano all'interno del carcere queste detenute, che poi quando ottengono la semilibertà vengono trasferite appunto nella sede sociale della coop. Le problematiche sono molte per queste detenute, perché ovviamente al termine del periodo di detenzione perdono la loro qualifica di svantaggiate e quindi si ritrovano nel mondo del lavoro". "Molto spesso però in particolare per quelle extracomunitarie, senza permesso di soggiorno, farle entrare nel mondo del lavoro è sempre più complesso. Ecco perché noi stiamo cercando di portare avanti una richiesta di riforma della norma, proprio per dare la possibilità a questo persone svantaggiato di poter riprendere la propria attività lavorativa, la propria dignità", conclude Redaellli.
(Adnkronos) - "Sono fiducioso che ci sia una reale e consistente inversione di tendenza o quantomeno un incremento di attenzione da parte dei nostri governanti sul tema dei rischi naturali, ambientali ed antropici ed in particolare sul cosiddetto dissesto idrogeologico". Così Domenico Calcaterra, responsabile scientifico Fondazione Return (collegamento), intervenendo all’appuntamento Adnkronos Q&A, 'Sostenibilità al bivio', questa mattina al Palazzo dell’Informazione a Roma. "La nostra fondazione è un ecosistema che da tre anni si occupa in maniera continuativa, nell'ambito delle misure finanziate dal Pnrr, di rischi - spiega - Partiamo dalla trattazione delle singole tipologie di pericolosità, gli esempi sono quelli classici per il nostro paese che purtroppo risente degli effetti della quasi totalità delle pericolosità naturali ed antropiche, pensiamo a frane, alluvioni, terremoti, eruzioni, il degrado ambientale nelle sue varie forme, ad esempio l'inquinamento, per creare dei modelli, tenendo ben presente quanto sta accadendo sotto i nostri occhi e quello che potrebbe nei prossimi anni e nei prossimi decenni accadere in termini di cambiamento climatico". "Il nostro obiettivo è quello di fornire al Paese degli strumenti che, aggiornati allo stato dell'arte, possano servire a migliorare la gestione dei rischi intervenendo con delle soluzioni più adeguate, più efficaci", conclude.