(Adnkronos) - Dopo il tonfo nelle Marche e in Calabria, la vittoria larga che serviva al centrosinistra è arrivata. Eugenio Giani conferma il bis in Toscana con un distacco di quasi 15 punti dallo sfidante Alessandro Tomasi di Fdi. Il Pd sfiora il 35% e si conferma di gran lunga primo partito. Cresce Avs al 7% e funziona Casa Riformista vicina al 9%. Fatica invece il Movimento 5 Stelle che si ferma attorno al 5%. "Per la mia comunità è stato un percorso sofferto", dice Giuseppe Conte ricordando che i 5 Stelle erano all'opposizione della precedente giunta Giani. Ma la vittoria "netta e schiacciante", aggiunge, conferma "la bontà del progetto". Unico neo nella giornata, l'astensionismo in crescita. A Firenze per festeggiare il bis di Giani arrivano Elly Schlein e i leader di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. La segretaria Pd può incassare la prima vittoria della tornata elettorale d'autunno. "A volte si perde, a volte si vince. Chi si era affrettato a decretare la fine, la morte, di questa coalizione oggi si deve ricredere nettamente. Siamo appena all'inizio di questa sfida, continueremo a nutrire questa coalizione con idee e impegno e sono certa che i risultati continueranno ad arrivare". "Questo è solo l'inizio per una coalizione cui abbiamo lavorato tanto e che porteremo avanti", insiste Schlein rivolgendosi indirettamente a chi, anche nel Pd, ha avanzato dubbi sull'efficacia della coalizione - dell'alleanza con i 5 Stelle, in particolare - dopo le batoste di Marche e Calabria. La minoranza riformista tiene il punto. "La candidatura del nostro Eugenio Giani - scrive Pina Picierno sui social - è stata la scelta migliore, ingiustamente sottoposta ai raggi X da forze che hanno pesato poco nelle scelte elettorali dei toscani". E Filippo Sensi: "Nel centrosinistra bene messaggi e proposte riformiste, meno il populismo. Bene". Schlein suona un altro spartito. Quello 'testardamente unitario', per intendersi. "Noi stiamo costruendo l'unità della coalizione progressista e da lì si riesce ad allargare, tutte le forze beneficiano di questa unità. Ho visto un ottimo risultato per Casa riformista, un grande risultato per Avs" mentre M5S "mi pare in linea con i risultati che loro hanno alle regionali". Quanto al centrodestra, per Schlein "non riesce a fare altro che scambiarsi voti: una volta era forte Forza Italia, poi la Lega, ora FdI ma non si allargano". E c'è il "crollo della Lega" che aveva il generale Vannacci in campo. "Se questo è l'effetto Vannacci speriamo che prosegua", la battuta della segretaria dem. Per i pentastellati le cose non sono andate benissimo. Ma stavolta, con la sfida di Roberto Fico in Campania alla porte, non arrivano smarcature dal Movimento. "Il risultato, al di là della soglia di soddisfazione più o meno raggiunta, è importante - sottolinea Conte - rispetto a un processo, una prospettiva in cui il Movimento 5 Stelle, pur con difficoltà, ha partecipato e ha contribuito a definire nuovi obiettivi strategici rispetto alla precedente giunta Giani''. Bonelli e Fratoianni chiedono di stringere i bulloni della coalizione. "La Toscana insegna: non dobbiamo avere tentennamenti nemmeno a livello nazionale, è il momento di sedersi e di costruire un programma per l'alternativa. Non bisogna più fuggire e prenderci questa responsabilità", l'invito di Bonelli. E Fratoianni si associa: "E' arrivato il tempo di dare stabilità al profilo di un'alternativa di una coalizione, di riempirla di contenuti, di cominciare a costruire assieme il dettaglio della trama di un'alternativa possibile e necessaria". Una coalizione di cui ormai, di fatto, fa parte anche Italia Viva di Matteo Renzi che in Toscana si è presentata con Casa Riformista nel listino Giani. "Una grande vittoria per Eugenio Giani e il centrosinistra, evviva. E ho l'impressione che Casa Riformista sia proprio una bella idea", twitta a caldo Renzi. E poi quando i dati si sono fatti più concreti, rivendica: "Quindi Casa Riformista in Toscana è la terza lista in assoluto dopo Pd e dopo Fratelli d'Italia. Siamo davanti a Forza Italia, alla Lega, a Avs, al Movimento Cinque Stelle. Spero che finalmente sia chiara la differenza tra chi prende voti e chi parla di sondaggi''.
(Adnkronos) - Nel 2024 il fatturato generato da ingegneri e architetti liberi professionisti si sia mantenuto a livelli elevati, simili a quelli del 2023, pari a 16,7 miliardi di euro. Per il 2025, nonostante il forte clima di incertezza, si prevede un leggero incremento del fatturato (+0.9%), grazie alla forza trainante degli investimenti. E' quanto si legge nel Report elaborato e curato dal Centro studi Cni diffuso in occasione del 69° Congresso nazionale degli ordini degli ingegneri d’Italia in corso ad Ancona. Il fatturato del comparto Servizi di ingegneria e architettura (Sia) allargato (ingegneri, architetti, società di ingegneria, geometri, geologi e periti industriali) ammonta a 21,9 miliardi di euro, registrando pertanto un incremento poco più che doppio rispetto al 2020. Tutto questo è corrisposto ad un incremento del contributo dato dalle attività di ingegneria svolte dai liberi professionisti alla formazione del Pil. Nel 2020 l’incidenza del fatturato generato dagli ingegneri e architetti operanti nella libera professione sul valore aggiunto del macro comparto dei servizi (1.114 miliardi di euro) era pari allo 0,8%. Nel 2024 tale incidenza è passata all’1,2%, confermando un incremento del peso strategico di tali attività nel quadro economico nazionale. Permane - evidenzia il report- una differenza abbastanza sostanziale sia nel valore del fatturato che del reddito medio tra ingegneri e architetti iscritti ad Inarcassa, quindi tra professionisti che esercitano in via esclusiva la libera professione (sono esclusi da questi dati i professionisti con gestione separata Inps e le società di ingegneria). Nel 2023 il volume d’affari degli ingegneri iscritti ad Inarcassa è stato pari a 6,2 miliardi di euro superiore agli architetti, che hanno realizzato un volume d’affari di 5,1 miliardi. Dal 2023 il reddito medio degli ingegneri ha superato la soglia dei 60.000 euro annui, raggiungendo per la precisione i 62.529 euro. Si tratta di un traguardo importante, tenendo conto che fino al 2020 il reddito medio annuo per un ingegnere libero professionista si attestava sotto i 35.000 euro. Per il 2024 si stima un leggero ridimensionamento di tale valore che potrebbe poi mantenersi anche per il 2025. Sebbene i Superbonus 110% siano stati dismessi, forte è l’impressione che per molti professionisti la domanda di servizi di ingegneria si mantenga ancora su livelli elevati in ambiti come ad esempio la progettazione di edifici non residenziali, interventi di ristrutturazione edilizia e di messa in sicurezza di strutture, ingegneria della sicurezza antincendio, progettazione di opere pubbliche. Nell'ultima parte dell’anno 2025 risultano introvabili quasi 7000 ingegneri su un fabbisogno di 12.000 ingegneri espresso dal sistema produttivo. Questo dato rappresenta un elemento fisso di ogni rilevazione periodica sui fabbisogni di figure professionali ed ha assunto dimensioni preoccupanti subito dopo la fase pandemica. A gennaio 2025 risultavano di difficile reperimento più di 9.000 laureati in ingegneria, su un fabbisogno di oltre 16.000 ingegneri. Nella parte alta della classifica delle figure professionali maggiormente richieste oggi in Italia, figurano sempre i laureati in ingegneria. Secondo le rilevazioni del Sistema Informativo Excelsior, nel 2024, ad esempio, vi è stata una richiesta di oltre 24.000 laureati in ingegneria industriale e gestionale, di oltre 14.000 ingegneri civili e di oltre 13.000 ingegneri meccanici. Se si sommano le tre specializzazioni, gli ingegneri sono, nell’ambito delle professioni a più elevata specializzazione, quelli di cui il mercato ha espresso la domanda più elevata. Parallelamente però gli ingegneri risultano essere le figure più difficili da reperire insieme ai progettisti in ambito Ict. Sempre nel 2024 gli ingegneri industriali e gestionali, quelli energetici e meccanici e quelli civili hanno occupato rispettivamente il secondo, il terzo ed il quarto posto per livello difficoltà di reperimento incontrato dalle imprese. Anche gli ultimi dati, relativi a settembre 2025 confermano questa difficoltà. Degli oltre 90.000 laureati nelle varie discipline per i quali il mercato esprime attualmente una domanda, gli ingegneri sono quelli per i quali si registrano i più elevati livelli di difficoltà di reperimento. In particolare attualmente il livello di difficoltà di reperimento di ingegneri industriali è pari al 62%, quello per gli ingegneri elettronici e dell’informazione e pari al 54% e quello per gli ingegneri civili è pari al 55%. Il sistema universitario immette nel mercato oltre 25.000 laureati magistrali provenienti dai corsi di ingegneria. La domanda di specialisti nell’area tecnica si intensifica però verso aree dell’ingegneria di più recente affermazione se messe a confronto con il filone più tradizionale e consolidato dell’Ingegneria civile. E’ cresciuta repentinamente negli ultimi 4 o 5 anni la domanda di ingegneri che operano nell’ambito delle Ict e nel ramo gestionale e sebbene il numero di iscritti in tali classi di laurea sia in aumento questo trend non riesce a compensare la domanda espressa dal mercato. Va detto, però, che un cambio è in atto chiaramente: il Centro studi Cni ha rilevato come per la prima volta nel 2024 fra tutte le classi di ingegneria in Italia, il maggior numero di laureati e laureate provenga da ingegneria gestionale (oltre 4.500 nuovi laureati magistrali), il secondo posto è occupato dai laureati in ingegneria meccanica, il terzo da ingegneria informatica ed il quarto da ingegneria biomedica. Ingegneria civile si posiziona al sesto posto nel 2024 con poco meno di 1.600 laureati magistrali. Però il numero di laureati disponibili nelle aree di specializzazione maggiormente richieste non sono numericamente sufficienti per fare fronte alla domanda del sistema produttivo. Attualmente molte imprese e studi professionali hanno difficoltà a reclutare ingegneri operanti in ambito civile, più direttamente connessi con il settore delle costruzioni. Nel 50% dei casi la ricerca va a vuoto. Il dato sorprende in quanto per il settore civile vi è stata sempre una certa disponibilità di ingegneri. Dopo la crisi da Covid-19 tuttavia il settore delle costruzioni, sia quello relativo agli edifici residenziali che quello concernente le opere pubbliche, ha registrato una evidente fase espansiva, con ricadute positive non solo sulle organizzazioni di grandi dimensioni operanti nel settore dell’ingegneria, ma anche sugli studi professionali più tradizionali, generando un incremento forte della domanda di figure professionali ancora oggi difficile da soddisfare. Se è vero che negli ultimi 4 anni il reddito medio degli ingegneri ha registrato un salto in avanti notevole, restano forti sperequazioni per esempio tra le diverse classi d’età. Un ingegnere iscritto ad Inarcassa con età compresa fra 31 e 35 anni registra un reddito medio annuo di 36.000 euro a fronte degli 80.000 euro di chi si colloca nella fascia d’età tra 51 e 55 anni. Questo aspetto ne richiama poi un secondo, ovvero il fatto che la libera professione ed il sistema ordinistico siano sempre meno attrattivi per i giovani che, infatti, optano per il lavoro dipendente. Uno degli aspetti che maggiormente caratterizzano oggi la figura dell’ingegnere è quello di contribuire con le proprie competenze ed il proprio operato a creare un contesto sicuro, nel quale operano soggetti diversi: sicurezza nei luoghi di lavoro, sicurezza degli edifici, sicurezza contro eventi naturali avversi, sicurezza e affidabilità delle infrastrutture materiali e immateriali attraverso le quali transitano persone, merci, dati e informazioni, sicurezza e affidabilità dei processi produttivi. Attualmente l’ingegneria della sicurezza si esplicita in 4 grandi ambiti in cui sono state sviluppate negli anni metodiche di prevenzione e di intervento sempre più precise e sofisticate: la prevenzione in chiave antisismica; la prevenzione e la mitigazione del rischio derivante da dissesto idrogeologico; la prevenzione dai rischi sui luoghi di lavoro; la prevenzione dei molteplici rischi derivanti da incendio e dalla gestione di sostanze pericolose. Più volte, negli ultimi 15 anni, il Consiglio nazionale degli ingegneri ha avanzato alle Istituzioni competenti una serie di proposte finalizzate a rendere più efficaci le politiche pubbliche per gli interventi riparativi a seguito di eventi catastrofali e soprattutto per la prevenzione dei rischi, nella consapevolezza che intervenire con opere di prevenzione generi costi per la collettività minori di quelli di ricostruzione.
(Adnkronos) - Un nuovo strumento che trasforma il patrimonio Unesco della Dieta Mediterranea in intelligenza operativa per il retail italiano. La presentazione in occasione della XV edizione dello Human&Green Retail Forum 2025, il 14 ottobre presso la Fondazione Università degli Studi di Milano (UniMi). "La riforma costituzionale del 2022 ha posto salute e ambiente come limiti all’attività economica. Non è più solo un’opportunità, è un imperativo - sottolinea Enrico Giovannini, coordinatore scientifico del progetto e direttore scientifico ASviS - E il retail, attraverso cui passa la maggior parte delle scelte alimentari, si trova al centro di questa responsabilità". "Nessuno che faccia seriamente il mestiere del distributore, del trasformatore o dell’agricoltore può ignorare la costante ricerca di salubrità da parte dei consumatori", aggiunge Mauro Lusetti, presidente Conad. Il progetto Human&Green Retail Experience nasce dai fondatori del Forum - Ndb Il Marketing Consapevole e Plef Ets - che hanno raccolto la collaborazione di Università degli studi di Milano, Future Food Institute, ASviS e partner operativi come Cortilia ed EasyCoop che hanno già avviato i primi test. Il sistema assegna un punteggio da 0 a 100 a ogni prodotto, integrando aderenza mediterranea, livello di trasformazione, impatto ambientale e territorialità. "L’esperienza che da 15 anni ci vede impegnati nel promuovere la sostenibilità nel largo consumo ci ha portato a individuare con largo anticipo la necessità di dare strumenti semplici e concreti al retail - spiega Domenico Canzoniero, co-fondatore del Forum e coordinatore del progetto - Sino ad oggi questo compito era affidato ai green claim, che però sono ormai su oltre l’80% dei prodotti senza aver generato un impatto significativo. C’è bisogno quindi di spostare l’attenzione sulle categorie di prodotto e incentivare quelle che rispecchiano la Dieta Mediterranea, per aiutare le persone a fare una spesa a minore impronta ambientale, a maggior equilibrio nutrizionale e anche più conveniente economicamente". "La Dieta Mediterranea non è solo un modello alimentare, ma un codice culturale e antropologico. Un sistema di relazioni che abbraccia biodiversità, stagionalità, convivialità, interdipendenza con il territorio - aggiunge Sara Roversi, founder e presidente del Future Food Institute - Il progetto Human&Green Retail Experience nasce dalla volontà di trasformare questo patrimonio non in un claim nostalgico, ma in un criterio concreto di progettazione della distribuzione alimentare contemporanea". Al Forum del 14 ottobre interverranno i vertici di Conad e Coop Italia, i manager sostenibilità di Coralis, Crai, Penny e Lidl, insieme ad aziende dell’industria alimentare (Fruttagel, Bolton Food, Oleificio Zucchi) e alle rappresentanze agricole (Confagricoltura, Coldiretti). "Non puoi dire che ti interessa la salute del consumatore e poi spingere prodotti con molto zucchero - afferma Stanislao Fabbrino, presidente Fruttagel e amministratore delegato Deco Industrie - Questa è la sostenibilità del secondo tempo: quella che ti fa sposare principi anche quando possono mettere in discussione un po’ il tuo profitto. Se ci credi davvero, alle intenzioni devono seguire le azioni". L’obiettivo dell'evento è identificare gli operatori che vogliono proseguire il percorso e avviare una fase di progettazione condivisa per definire governance, standard, timeline e modalità operative di quello che si avvia ad essere il primo strumento che trasforma il patrimonio Unesco della Dieta Mediterranea in intelligenza strategica per la distribuzione e per i consumatori.