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(Adnkronos) - L'Italia "non sia complice del furto del secolo", perché l'utilizzo degli asset russi congelati nell'ambito delle sanzioni dell'Ue contro Mosca per la guerra in Ucraina si configurerebbe come "un reato finanziario che rischia di ostacolare notevolmente la possibilità di ripristinare la cooperazione commerciale-economica con la Russia per molti anni". E' il monito lanciato in un lungo post su Facebook dall'ambasciatore della Russia a Roma, Alexei Paramonov. L'ambasciatore, parlando del coinvolgimento dell'Italia "nello sviluppo da parte della Commissione Europea di uno schema per l'utilizzo" dei beni russi da utilizzare come 'prestito di riparazione' per Kiev, lo definisce come un tentativo dell'Ue "di minare gli sforzi internazionali per trovare una soluzione pacifica della crisi in Ucraina", con un'ulteriore escalation nei rapporti con la Russia. "Tutto dice che più miserabile è la situazione sul campo di Kiev, più evidente è la bancarotta dello stato ucraino, più è difficile per l'Occidente mantenere il consenso pubblico sulla spesa multimiliardaria senza senso per l'Ucraina corrotta, più i burocrati mettono le mani nelle tasche di qualcun altro", denuncia Paramonov, secondo cui, "spaventati dalla rabbia del popolo per le spese ingiustificate per un 'progetto ucraino fallito', i leader europei, respingendo i principi di diritto e moralità, hanno deciso di intraprendere un'altra avventura rischiosa". L'accusa dell'ambasciatore è di voler usare beni russi per "comprare armi da aziende americane ed europee per l'Ucraina per infliggere una 'sconfitta strategica' alla Russia, continuando così la distruzione dell'Ucraina e la guerra fino all'ultimo ucraino". "Pertanto, anziché entrare senza riflettere in un'altra spirale di escalation, tutti i potenziali partecipanti a questo 'furto del secolo' dovrebbero ripensare alle conseguenze, che, come è chiaro già ora, saranno dolorosamente nauseanti - avverte il diplomatico - Quantomeno, la fiducia nel settore finanziario occidentale, compreso l'euro, il clima degli investimenti peggioreranno e aumenterà il deflusso di capitali dai mercati europei, il che porterà in futuro alla distruzione sia dei principi delle attività economiche e finanziarie internazionali sia degli attuali ordine finanziario ed economico mondiale occidentale". "Vorrei sperare - è la sua conclusione - che la leadership italiana trovi la forza di mostrare buon senso, come è successo molte volte nella storia, analizzando a fondo la situazione, valutando correttamente tutti i rischi e prendendo una decisione basata sugli interessi dei propri cittadini, che nonostante l'artificiale inimicizia verso la Russia, in maggioranza, continuano a credere nel futuro e vogliono la loro rapida ripresa e normalizzazione dei rapporti, come confermato dal fatto che molte aziende e strutture finanziarie italiane continuano a lavorare in Russia. La complicità dell'Italia in tale reato finanziario rischia di ostacolare notevolmente la possibilità di ripristinare la cooperazione commerciale-economica con la Russia per molti anni".
(Adnkronos) - "Saranno tre giorni di futuro al Gazometro a Roma, ci sono 400 innovazioni esposte, che riguardano tutti i settori della nostra vita e del nostro lavoro. Dall'intrattenimento ai settori della digitalizzazione, all'organizzazione della robotica, mobilità, agri food. Non c'è settore della nostra vita che non venga in questo momento interessato dall'innovazione. Tra l'altro quest'anno c'è un'innovazione che accelera tutte le innovazioni: l'intelligenza artificiale, che sta decuplicando la forza delle novità. Venire alla Maker Faire significa conoscere questo mondo che ci sta venendo incontro con grande velocità, ma significa anche, questo è importantissimo, parlare con gli innovatori". Così, con Adnkronos/Labitalia, il presidente della Camera di commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti, all'apertura della tredicesima edizione del 'Maker Faire Rome', la manifestazione promossa e organizzata dalla Camera di commercio di Roma fino al 19 ottobre negli spazi del Gazometro Ostiense. E Tagliavanti sottolinea che "è importante il dialogo tra le persone normali e l'innovatore, perché in questo dialogo si riconferma il fatto che l'innovazione è una cosa importante solo se al centro c'è l'interesse delle persone", conclude. E per Luciano Mocci, presidente di Innova Camera, l'azienda speciale della Camera di Commercio di Roma per l'innovazione ""Maker Faire è una piattaforma che, nonostante il raggiungimento della tredicesima edizione, funziona. Funziona perché non è un evento aperto soltanto agli addetti ai lavori, ma è aperto a tutti, ai cittadini, alle famiglie, agli studenti, alle start-up, alle multinazionali, alle piccole imprese, agli artigiani. Quindi è un open innovation dove tutti possono scambiarsi idee, possono incontrarsi, possono scambiarsi esperienze". Numeri importanti, quelli della tredicesima edizione: "380 stand, 30 università, 30 scuole secondarie, istituti di scuole secondarie provenienti da tutta Italia, stamattina abbiamo 9.500 bambini. Ma è la punta dell'iceberg di un lavoro che noi facciamo tutto l'anno, siamo sempre 'aperti' nel ricercare novità che poi presentiamo in questa tre giorni, in questo fine settimana di ottobre, in questa che è una grande festa aperta a tutti", sottolinea. "Io sono sicuro che anche quest'anno riusciremo a dare il contributo che ha permesso, in oltre dieci anni, di creare un ecosistema qui, su Roma, particolarmente interessante sull'innovazione. E oggi intelligenza artificiale, digitalizzazione, sono i temi che tutti cercano di affrontare per cercare di migliorare la vita di ognuno di noi", conclude.
(Adnkronos) - Mettere al centro la connessione tra attori diversi, ma complementari. Unire le forze e fare rete per creare sinergie tra grandi aziende, Pmi, startup, università, attori finanziari e istituzioni in un momento storico in cui la transizione energetica rappresenta una della sfide più complesse degli ultimi tempi. Se ne è parlato al centro ricerche Eni di San Donato Milanese all’evento ‘Eni Supply Chain Day - Connecting Energies’. Un incontro durante il quale è emerso un quadro positivo e incoraggiante: la filiera di Eni risulta solida e performante. (VIDEO) “Riteniamo che la filiera dell'energia sia solida e sempre al nostro fianco, anche quando intraprendiamo nuovi progetti - ha affermato durante i lavori Costantino Chessa, Head of procurement Eni - Nel tempo ha dimostrato di essere pronta a rispondere alle sfide del momento. Deve continuare ad essere competitiva e cogliere le opportunità legate alla trasformazione”. Dall’incontro è emerso un messaggio chiaro: solo lavorando insieme è possibile cogliere appieno le opportunità offerte dalla trasformazione in atto. In tal senso, attraverso il suo Head of procurement, Eni evidenzia la volontà di portare avanti “l’approccio di sistema inclusivo, continuando ad essere vicini alle imprese, in particolar modo alle Pmi”. Da una survey condotta sulla filiera è emerso il bisogno di supporto nello sviluppo di competenze e tecnologie, le dimensioni più impattate dalla transizione. L’azienda si impegna dunque a supportare le imprese della propria supply chain lungo tutte le dimensioni della competitività, orientando e accompagnandola nei percorsi di crescita, promuovendo alleanze e collaborazioni - per favorire uno sviluppo condiviso e sostenibile - e sviluppando strumenti concreti, con un’attenzione particolare alle Piccole e medie imprese. In questo contesto, sono stati già realizzati strumenti in ambito finanziario, come il Basket Bond e il reverse factoring, e operativo come l’Alleanza di sistema Open-es, che riunisce oltre 38mila imprese. Oggi Eni sta portando avanti anche il programma Energia di Filiera, “un'altra iniziativa a supporto delle imprese, soprattutto a quelle maggiormente impattate dalla transizione”, conclude Chessa.