GRUPPO/input - input/TORINOdescrizione attività: Agenzia a servizio completo con particolare specializzazione nella grande distribuzione. associazioni: Unicom. |
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(Adnkronos) - Draghi scuote l'Europa, Draghi sveglia l'Europa, Draghi avverte l'Europa. I titoli sono tutti corretti e tutti perfettamente calzanti rispetto alle parole dell'ex presidente della Bce, a un anno dalla presentazione del suo rapporto sulla competitività. Come ormai da tradizione, le sue parole fanno discutere e ottengono l'attenzione che meritano. Dice cose che altri non si spingono a dire: "Il nostro modello di crescita sta svanendo" o, ancora più definitivo, "l'inazione minaccia non solo la nostra competitività ma la nostra stessa sovranità". La sua analisi è particolarmente realista, fino a essere impietosa verso le stesse istituzioni che gli chiedono di indicare una strada da percorrere che poi, puntualmente, non riescono a intraprendere. Non sono più neanche moniti, richiami, avvertimenti, altri termini che ricorrono puntualmente nelle cronache giornalistiche, Draghi ha la forza e il carisma per dire quello che effettivamente pensa e in cui crede. C'è però una riflessione che accompagna inevitabilmente i suoi interventi, compreso quello di oggi. Draghi non ha il ruolo per incidere sulle decisioni che la sua analisi imporrebbe. Cosa accadrebbe se fosse al posto della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen? O anche solo se avesse un incarico operativo che gli consentisse di rappresentare l'Europa nelle partite che contano? Immaginate per un attimo l'ex presidente della Bce a confronto con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump su una partita cruciale come quella dei dazi. Oggi può dire che l'intesa raggiunta è "in gran parte alle condizioni degli Usa". Difficile dargli torno ma manca la controprova. Sarebbe riuscito, in un altro ruolo, a negoziare un accordo diverso? Chi lo vorrebbe operativo, risponde sì senza esitazioni. Chi ne teme l'autonomia, o ne contesta l'autorevolezza, è pronto a scommettere che non sarebbe cambiato nulla. Quello che è difficilmente confutabile è che, a un anno di distanza, poco o nulla del suo piano è stato attuato. Tanto che oggi ripete: "Non c’è un chiaro percorso per finanziare gli investimenti di cui abbiamo bisogno". Ovvero, manca la premessa, che è anche la condizione necessaria per avere risultati: trovare le risorse che servono a cambiare le cose. Quando Draghi parla dei cittadini europei inquadra l'altro tema chiave, la disaffezione all'Europa: "Sono delusi dalla lentezza con cui si muove l’Ue, ci vedono incapaci di tenere il passo della velocità che il cambiamento assume altrove e temono che i governi non abbiano compreso la gravità del momento". Una posizione che lo stesso ex presidente della Bce ribadisce con l'ennesimo rilancio: "Bisogna affrontare tempi straordinari con azioni straordinarie". (Di Fabio Insenga)
(Adnkronos) - "Il Giappone rappresenta e rappresenterà un mercato chiave per le aziende del Made in Italy e della calzatura. Un contributo importante è stato dato dalla partecipazione italiana all'Expo Osaka 2025 coordinata dal Commissario Generale per l’Italia ed Expo Mario Vattani. Puntiamo sul Giappone da un po’ di tempo ed Expo è stato il volano che ci ha permesso di presentarci con la giusta importanza". Lo dice all'Adnkronos/Labitalia Gianni Gallucci, presidente di Confindustria Giovani Fermo e direttore generale di Gallucci, azienda storica nella prova di calzature che veste i reali di Belgio e Svezia e le star del calibro di Madonna, Jennifer Lopez, la famiglia Trump e sportivi come Klay Thomson, Stephen Curry e Kevin Durant. Gallucci, storica azienda calzaturiera dal colore arancio a conduzione familiare vanta diversi brevetti per invenzione industriale nel settore ed ormai quasi centenaria è presente sul mercato sin dagli inizi del '900 e rappresenta un simbolo dell'eccellenza Made in Italy con produzioni realizzate al 100% in Italia. "Abbiamo rivolto le nostre attenzioni sul Giappone - spiega - subito dopo l’inizio del conflitto Russo/Ucraino, avevamo già un piede negli Stati Uniti ma sentivo la necessità di continuare a diversificare ancora prima delle incertezze generate dalla guerra dei dazi di Trump. E' stato un lungo lavoro iniziato analizzando il mercato e le esigenze dei consumatori locali, poi la grande ricerca tra i vari produttori di pellami e stoffe dove sono rimasto incantato nel vedere con quale maestria, attenzione e rigorosa tradizione venisse battuto il tessuto di kimono e da lì l’idea e la voglia di avvicinare due culture così lontane, per la distanza, ma così vicine per attenzione ai dettagli e qualità fondendole in un unico prodotto composto da kimono di seta giapponese e realizzato dalle sapienti mani dei maestri calzolai marchigiani, da qui la nostra scarpa kimono". "Questo progetto - afferma - presentato ad Osaka, basato sull'idea di unire due culture attraverso la creazione di calzature realizzate in Italia con preziosi tessuti di antichi kimono, ha gettato le basi per questo nuovo capitolo, abbiamo dato molta importanza alla mediazione culturale che è fondamentale per approcciare questo mercato ed abbiamo deciso di iniziare a creare un ponte non solo di scambio economico ma anche culturale facendo iniziare a conoscere anche il nostro territorio, abbiamo scelto il Giappone non solo come mercato diretto ma strategicamente come vetrina per il far east e sud est asiatico". "La nostra recente partecipazione ad Expo Osaka 2025 - ricorda - deriva dalla grande intuizione del Commissario Generale per l’Italia ed Expo Mario Vattani che ha voluto fortemente la 'scarpa kimono' in padiglione Italia e dal supporto della Regione Marche in particolare di Francesco Acquaroli ed Andrea Maria Antonini che hanno sostenuto e promosso le eccellenze del territorio". "Dopo il potenziamento online specifico per il Giappone - sottolinea - il piano strategico per Gallucci continua grazie alla grande disponibilità e vicinanza dell’ambasciata italiana a Tokyo dove l’ambasciatore Gianluigi Benedetti ha messo a disposizione alcune aree della sede per continuare la presentazione dei nostri prodotti dedicati al Giappone, e stiamo valutando con alcuni investitori la possibile apertura di corner".
(Adnkronos) - ''I cittadini italiani devono aver la possibilità di scegliere l'auto. In questo momento hanno difficoltà a scegliere l'eletrico. E' un percorso lungo, che necessita di qualche anno. Bene gli incentivi che arriveranno, ma non possiamo pensare di incentivare per sempre il settore''. Lo sottolinea il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto, in occasione di Eco Festival. ''La decisione Ue sui biocarburanti è stata una scelta 'sovietica'. Sono convinto che cadrà. La realtà ci porta a quello. E' del tutto naturale rendersene conto. La Ue si renderà conto anche di questo problema. Le auto diesel euro 6 diesl già oggi possono usare i biocarburanti''. Per quanto riguarda il nucleare il ministro ha affermato: ''Ci vorranno un paio d'anni. Sono realista. Do al Parlamento tutti i tempi necessari, se riesce ad approvarlo in tre mesi è meglio. Ormai negli ultimi 2 anni non si parla piu' di grandi impianti nucleari, ma saranno qualcosa di molto piccolo. Inoltre, spero, si creerà anche una situazione di coscienza e conoscenza, in cui è importante il ruolo della comunicazione. I giovani sono più aperti, gli anziani quando parlano di nucleare pensano all'atomica''.