(Adnkronos) - Torna in carcere Alessandro Capriotti, noto come 'il Miliardero' o 'il Fornaro', il cui nome è già comparso nelle indagini per l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, 'Diabolik', ucciso nel parco degli Acquedotti nell’agosto del 2019. Arrestato nel novembre del 2024 dai carabinieri in un’operazione che aveva sgominato una banda di trafficanti e spacciatori fra Roma e Ostia che faceva arrivare la droga dall'Olanda, Capriotti un mese dopo aveva ottenuto i domiciliari per motivi di salute. Ieri, a quanto apprende l’Adnkronos, il rientro in carcere per una nuova inchiesta, con nuove accuse: estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di un imprenditore attivo nell’e-commerce. Capriotti al momento dell’arrivo dei carabinieri del nucleo investigativo di Roma era in una clinica della Capitale dove era in corso un “vertice” con Salvatore Nicitra e Riccardo Brugia. Anche questi ultimi sono stati arrestati perché a casa di Brugia è stata trovata una pistola con matricola abrasa mentre Nicitra per violazione delle prescrizioni della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno.
(Adnkronos) - “E’ vero che la natalità è bassa e non cresciamo come popolazione italiana, ma abbiamo delle possibilità di sviluppare la qualità del lavoro oltre che la quantità dei lavoratori. Quello che è necessario fare è investire affinché nelle imprese si lavori di più, ma nel benessere”. Così Massimo Fiaschi, segretario generale di Manageritalia, alla seconda edizione del Global Welfare Summit, il principale appuntamento italiano dedicato all’evoluzione del welfare, dedicata alle “Eccellenze che ispirano”, organizzato a Villa Miani a Roma. “L’aspetto più sconcertante, che non viene sottolineato, è che in Italia si lavora poco: nella media, rispetto ai competitor internazionali, nei Paesi Ocse, dove si lavora per circa 36,8 anni, in Italia si lavora solo per 32,8 anni. Evidentemente non invogliamo a lavorare nelle aziende. Il welfare, il benessere, cercare di incentivare il lavoro buono è una delle missioni che dobbiamo perseguire come manager, ma anche come istituzioni e come imprese”, conclude.
(Adnkronos) - "Il 92% degli intervistati, su un campione di 2000 persone, dice che la salute delle persone e quella del pianeta sono assolutamente interconnesse tra di loro. E tra gli obiettivi dell'Agenda 2030 mette al primo posto la salute e il benessere. Questo che cosa significa? Che la sostenibilità è entrata nella sfera del benessere quotidiano, cioè nel modo in cui mangiamo, ci muoviamo, lavoriamo, respiriamo". Così Paola Aragno, vicepresidente Eikon Sc intervenendo all’appuntamento Adnkronos Q&A, 'Sostenibilità al bivio', questa mattina al Palazzo dell’Informazione a Roma, illustrando i dati di una ricerca di Eikon Sc per la Social Sustainability Week. "La sostenibilità non significa ridurre solamente le emissioni ma significa vivere meglio. L'economia circolare diventa strategica se ha una funzione anche sociale, per cui rigenera non solo le risorse ma la salute, le competenze, i valori", osserva. "Se andiamo a guardare anche ai giovani, cioè a quelli che saranno i nostri protagonisti della sostenibilità, della transizione, il 65% si sente coinvolto negli obiettivi dell'Agenda 2030 e il 70% dice che si sentirebbe più motivato a lavorare in un'azienda che tiene conto ed è molto attenta alla sostenibilità. Per cui i giovani vogliono delle aziende coerenti, a 360 gradi, capaci di unire impatto ambientale, ma anche benessere", conclude.