(Adnkronos) - "Ho messo fine alla guerra tra Azerbaigian e Albania". Donald Trump insiste: per il presidente degli Stati Uniti, protagonista di una nuova gaffe geografica, l'Albania per anni ha combattuto in guerra contro l'Azerbaigian e solo l'intervento della Casa Bianca ha posto fine al conflitto. Trump, nella conferenza stampa a Londra con il premier britannico Keir Starmer, ha rivendicato per l'ennesima volta i risultati ottenuti come 'mediatore' in ambito internazionale. "Pensate che abbiamo messo d'accordo Azerbaigian e Albania, andavano avanti da anni", dice il presidente americano, aggiungendo all'errore plateale anche una pronuncia fantasiosa del nome 'Azerbaigian'. Trump ovviamente avrebbe dovuto citare l'Armenia e non l'Albania. Il lapsus ormai appare consolidato per il presidente degli Stati Uniti, incappato nello stesso errore per la terza volta in poche settimane. Prima del flop odierno, Trump era inciampato qualche giorno fa nell'intervista a Fox and Friends.
(Adnkronos) - Il 22° Convegno Nazionale del CoDAU, la Conferenza dei Direttori Generali delle Amministrazioni Universitarie, si è aperto oggi a Milano con un’edizione storica: per la prima volta ospitato in collaborazione tra l’Università Bocconi e l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Al centro dei lavori, il tema della competizione e della collaborazione tra atenei, essenziale per il sistema universitario italiano in un’epoca di trasformazioni digitali e geopolitiche. Riccardo Taranto, Consigliere Delegato dell’Università Bocconi, ha espresso grande apprezzamento per l’evento, sottolineando l’importanza di un approccio sinergico per superare le sfide contemporanee. “Il convegno è stato un bello sforzo organizzativo, un piacere poter ospitare a Milano per la prima volta il CoDAU insieme all’Università Bocconi e all’Università Cattolica, e è molto importante l’argomento: la competizione come le università e il sistema universitario debbano da un lato competere ma dall’altro collaborare”, ha dichiarato Taranto. “Nella realtà di oggi questo è indispensabile, fondamentale. Senza uno sforzo congiunto non ci si possono permettere gli impegni che dobbiamo affrontare: le sfide dell’intelligenza artificiale, la sfida dell’internazionalizzazione e la sfida di un cambiamento geopolitico molto evidente, che permette forse di avere anche delle opportunità in questo senso”. Le parole di Taranto evidenziano come la competizione non debba essere intesa come rivalità fine a se stessa, ma come un motore per l’innovazione, integrato da collaborazioni strategiche che permettano agli atenei di affrontare temi critici come l’AI e l’internazionalizzazione. In un contesto post-PNRR e di calo demografico, questa sinergia diventa cruciale per cogliere opportunità geopolitiche e mantenere la competitività del sistema universitario italiano a livello globale. Il CoDAU 2025, con oltre 300 partecipanti tra direttori generali, dirigenti e rappresentanti accademici, rappresenta un’occasione unica per delineare strategie condivise che rafforzino il ruolo delle università come pilastri dello sviluppo nazionale, promuovendo un equilibrio tra competizione e alleanze per un futuro sostenibile e innovativo.
(Adnkronos) - "L’agricoltura campana è una componente essenziale del sistema economico regionale: circa il 13% del valore aggiunto complessivo arriva dalla filiera agroalimentare, che comprende agricoltura, distribuzione, ristorazione, turismo e commercio. Nel 2024 il valore della produzione agricola campana ha superato per la prima volta i 5,1 miliardi di euro. È un’agricoltura che sta bene, con punti di forza ma anche con alcune criticità”. Lo ha dichiarato Ersilia Di Tullio, responsabile strategica advisor di Nomisma, presentando la ricerca 'Agricoltura in Campania e nuovi scenari evolutivi' nell’ambito di Campania Mater. “Le criticità – ha aggiunto – sono legate soprattutto alla riorganizzazione del tessuto produttivo e al calo delle imprese agricole, in particolare nelle aree più svantaggiate, con ripercussioni sull’equilibrio socio-economico di quei territori. Allo stesso tempo, però, la Campania continua a distinguersi per produzioni di eccellenza che rappresentano vere e proprie bandiere del Made in Italy nel mondo. A ciò si aggiunge la capacità di intercettare i flussi turistici, una grande ricchezza per la regione”. Sul fronte dell’internazionalizzazione, Di Tullio ha ricordato che “con 5,7 miliardi di euro di export agroalimentare, l’agricoltura campana contribuisce per il 26% alle esportazioni regionali, un dato di assoluto rilievo. È fondamentale proseguire sulla strada della promozione del Made in Campania all’estero: già oggi il turismo, composto per il 53% da visitatori stranieri, rappresenta un biglietto da visita straordinario per i nostri prodotti”. Guardando alle prospettive future, la responsabile di Nomisma ha indicato la rotta: “Occorre costruire un’agricoltura sempre più multifunzionale, capace di arrivare sul mercato con produzioni ad alto valore aggiunto – dall’ortofrutta alla pasta, dalle conserve di pomodoro al vino – e al tempo stesso di diversificare e completare l’offerta. Questo consente non solo di rafforzare la competitività, ma anche di favorire l’insediamento dei giovani e mantenere viva l’agricoltura nelle aree più fragili, a rischio spopolamento”.