(Adnkronos) - Sabrina Salerno in lacrime a Belve. La showgirl e cantante è tornata a parlare della sua infanzia difficile a Belve nell'intervista rilasciata a Francesca Fagnani, in onda stasera martedì 2 dicembre su Rai2. Cresciuta dai nonni dopo la morte della zia che l'aveva accudita al posto dei suoi genitori, Salerno ha raccontato quanto quel periodo l'ha segnata profondamente. Quando la conduttrice le ha chiesto se si sia sentita abbandonata dai genitori durante la sua infanzia, Salerno inizialmente ha risposto con distacco "per me è normale", ma poi la voce si è spezzata ed è scoppiata in lacrime: "Quando vedevo gli altri bambini notavo che c'erano differenze con me. Questa cosa mi ha fatto diventare forte, è difficile per una bambina di 5 anni comprendere perché succedono certe cose però io faccio ancora fatica a parlarne". Il racconto si è fatto più doloroso quando Salerno ha parlato del padre che ha conosciuto solo quando aveva 12 anni: “Non ha voluto riconoscermi”. “Lei ha chiesto il test del Dna?” ha domandato la giornalista. “Non volevo, ma disse cose orrende su di me e così ho deciso: abbiamo fatto il test e sono risultata sua figlia. Dal notaio mi ha abbracciato, ma appena usciti mi ha chiesto di non rivelare il suo cognome” ha spiegato Salerno. “Lo ha sempre protetto?” ha chiesto Fagnani. “Era un uomo in carriera, un personaggio in vista della finanza” la sua risposta.
(Adnkronos) - Oggi il lancio ufficiale della pubblicazione dei primi titoli di Tor Vergata University Press, la casa editrice universitaria che opera in open access nel trasferimento e nella disseminazione della conoscenza: dopo due anni di intenso lavoro, le opere sono consultabili e scaricabili gratuitamente su tvupress.uniroma2.it. Presentata dal rettore Nathan Levialdi Ghiron durante la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2025-2026 dello scorso 21 novembre, Tor Vergata University Press è il risultato dello sforzo comunicativo dell’Ateneo: “È un progetto ambizioso - ribadisce il rettore - per promuovere adeguatamente la diffusione dei risultati della ricerca scientifica. La nostra University Press rafforza il profilo di eccellenza dell’Ateneo ponendolo al fianco delle prestigiose istituzioni internazionali già attive nel campo dell’editoria scientifica". Tor Vergata University Press entra a pieno titolo quindi nel novero degli editori nati negli atenei italiani (circa 20), che hanno ricevuto l’importante eredità delle University Press europee e statunitensi: i contenuti scientifici devono poter trovare naturale sbocco grazie al rigore dell’editoria accademica, che si arricchisce di collane, riviste, monografie. A segnare l’avvio delle attività è la collana di short monographs 'Turres', progetto unico nel panorama editoriale italiano, che unisce rigore e agilità del formato per favorire la disseminazione della conoscenza, spaziando dalla medicina alla storia medievale, dalla filosofia all’economia, dall’astrofisica all’ingegneria, a testimonianza della ricchezza e della pluralità della ricerca. Tra gli autori di spicco, le cui opere sono disponibili alla lettura, l'economista Leonardo Becchetti con Voting with the Wallet, l'astrofisico Amedeo Balbi e La ricerca di vita nell'universo, l'endocrinologo Emmanuele A. Jannini e La costola di Eva, il giurista Marco Fioravanti e Tangeri Cosmopolis e lo storico Sandro Carocci con Città di torri. Un vero invito alla lettura. In catalogo anche la prima opera della collana Premio Giulia Cecchettin, Alla scoperta della multidisciplinarietà nella prospettiva di genere, raccolta delle tesi di laurea premiate nel 2025 dall'Ateneo nell’ambito del Premio “Giulia Cecchettin”, nato per valorizzare l’impegno di studentesse e studenti che hanno affrontato con rigore scientifico e sensibilità i temi dell’inclusione, della parità e del rispetto tra i generi. “La conoscenza è strumento di sviluppo ed emancipazione umana - commenta Lucia Ceci, prorettrice alla Comunicazione dell’università di Roma Tor Vergata e presidente della neonata casa editrice - la sua disseminazione favorisce l’impatto della ricerca d’eccellenza e dell’innovazione tecnologica. Ma Tor Vergata University Press è anche impegnata nella realizzazione di manuali e strumenti di supporto alla didattica con particolare attenzione alle forme innovative e alla sperimentazione didattica”. Un richiamo forte alla conoscenza come bene comune dell’umanità, da divulgare in una modalità quasi rivoluzionaria come l'open science, accessibile a tutti.
(Adnkronos) - Green Deal o Green Crash? Un bilancio sulla transizione energetica, sulla riduzione dell’uso dei combustibili fossili, sul ricorso alle energie rinnovabili e sulla promozione di modelli industriali sostenibili è scaturito dal confronto di questa mattina, all’Annual European Report 'Green Deal o Green Crash', evento organizzato da Istud Business School, insieme e Cottino Social Impact Campus di Torino (AdnKronos tra i media partner). Il Green Deal europeo dovrebbe costituire un fine invece si sta trasformando in un mezzo. "Non è il percorso che può assicurarci un futuro sostenibile - esordisce Danilo Bonato, direttore Sviluppo Strategico e Relazioni Istituzionali di Erion Compliance Organization - ma un freno alla crescita mascherato da rivoluzione verde. Se questa è la prospettiva della transizione ecologica, si rischia di regalare il dominio industriale alla Cina, pagando un prezzo altissimo in competitività e autonomia. In questo scenario incerto, le famiglie e le imprese sono soffocate dal caro energia: aumenti insostenibili che chiedono risposte immediate e concrete". Il Green Deal sta determinando sicuramente un impatto economico "dovuto principalmente all’uso di materie prime a basse emissioni - commenta Alessandro Bottarelli, Sustainability Leader, Abb Electrification Smart Power Division - e alla decarbonizzazione dei siti produttivi, nonché all’attività di rendicontazione ambientale. Ciò si traduce nell’aumento dei costi ma anche della competitività, visto che la sostenibilità sta diventano un elemento discriminante anche in campo industriale, purtroppo non ancora monetizzabile". "Il management - spiega Marella Caramazza, direttore generale Istud Business School e Board Member Cottino Social Impact Campus - è per noi una disciplina a forte orientamento sociale, che può giocare un ruolo decisivo a generare impatto positivo a partire dalla definizione di nuovi modelli di business, dalla valutazione degli investimenti, dalla definizione di nuove metriche e comportamenti attesi". Attenzione anche al tema dell'economia circolare e del riciclo dei rifiuti plastici. "Serve cominciare con altre forme di riciclo - spiega Roberto Sancinelli, presidente di Montello Spa - che possono essere non solo di riciclo 'plastica in plastica' ma possono essere 'plastica in carburanti', 'plastica in combustibili solidi o gassosi' da utilizzare in sostituzione di combustibili fossili primari, riciclo in energia per autoconsumo della plastica non più riciclabile in materia". Quali sono le soluzioni al caro energia d’imprese e famiglie? Secondo Valentino Piana, Direttore Economics Web Institute e Senior Climate Strategist dell’European Network of Living Labs, professore associato alla Yonsei University e membro della task force sulla mobilità delle Nazioni Unite, "al consumatore che vuole risparmiare, l’economia verde offre auto che costano meno di quanto spende oggi, pannelli rimovibili (adatti quindi a chi è in affitto e in appartamento) che hanno tempi di ritorno di un solo anno, sistemi di isolamento e riscaldamento che costano meno quando saremo in pensione. Il lavoratore che vuole avere un lavoro stabile e sicuro sarebbe folle a preferire di lavorare in un settore a tecnologia obsoleta, protetto temporaneamente da dazi che non possono durare". Per Paolo Peroni di Rödl&Partner, "le imprese e i cittadini sentono come stringente la necessità di ridurre i costi dell’energia elettrica e perseguire il massimo livello di autonomia e indipendenza energetica. Le soluzioni oggi più vicine, concrete, realistiche sono le rinnovabili, la cui diffusione troverà nuova forza propulsiva nei sistemi di accumulo (i Bess), nelle comunità energetiche rinnovabili e nei Ppa tra imprese e produttori di energia verde, a beneficio della sostenibilità e della tanto ambita competitività". Nell’energia l’Italia ha visto negli ultimi anni uno sviluppo significativo delle fonti rinnovabili, con investimenti crescenti in fotovoltaico, eolico e accumuli. E’ l’analisi del professor Alessandro Marangoni, Althesys Strategic Consultants, direttore scientifico dell’Irex il principale think thank in Italia sulle energie rinnovabili e l’efficienza energetica. "Nel 2024 l’Irex Annual Report di Althesys ha mappato 121 miliardi di euro e 86,6 GW di progetti nelle rinnovabili, con una crescita del 60% sull’anno precedente - aggiunge - Solo una parte però sarà realizzata, con le procedure autorizzative e i fenomeni Nimby che ancora frenano i progetti di grandi dimensioni. Storicamente l’autorizzato è in media circa il 25% delle richieste. Nell’eolico off-shore, ad esempio, l’Italia è ancora al palo. La conseguenza è che molto ancora dipende dal gas e i costi in bolletta non scendono". "La penetrazione delle rinnovabili non emissive - spiega Riccardo Bani, presidente di Teon - nel settore termico che pesa per il 55% dei consumi finali in energia, in Italia è solo del 5%. L’evoluzione tecnologica delle pompe di calore (che vede un’importante filiera produttiva in Italia) oggi ne permette l’impiego efficiente e diffuso anche nell’edificato esistente dotato di tradizionali radiatori senza dover sostenere costi invasivi all’interno delle unità abitative ma sostituendo la vecchia caldaia e in molti processi industriali (alimentare, cartario, tessile, farmaceutico, sanitario) con risparmi di spesa compresi tra il 40 e il 70%". Il Green Deal funziona quando è semplice da usare. Lo pensa Massimiliano Braghin, presidente e Co-Founder di Infinityhub Spa Benefit. "Quando vincono veramente tutti e quando la conoscenza diventa informazione e coscienza comune e diffusa - dice - La tecnologia c’è, ma manca ancora la consapevolezza e lo scambio di informazione intima tra chi la produce, la progetta, chi la finanzia e chi la utilizza. Il capitale e la finanza seguono e si moltiplicano con la fiducia, e l’esperienza comune e la fiducia sono acceleratori fantastici e così nascono anche la governance aperta e i modelli replicabili. La twin transition accelera solo se diventa win win e perciò desiderabile, non obbligata". Questo ragionamento introduce il tema dell’Intelligenza Artificiale (Ai) che può contribuire alla transizione verde in molti modi. Andrea Farinet, docente di Economia e Gestione delle imprese della Liuc-Università Cattaneo e presidente di Socialing Institute spiega: "L’Ia può intervenire nella gestione delle reti energetiche, nell’ottimizzazione dei consumi negli edifici, nell’industria e nei trasporti, può ridurre gli sprechi e migliorare l’efficienza nel monitoraggio ambientale, consente di ridurre guasti e prolungare la vita di impianti e infrastrutture, riducendo sia i costi sia gli impatti ambientali. L’Ia, però, non è priva di limiti: i modelli più complessi richiedono grandi quantità di energia e la costruzione di data center molto energivori. Questo significa che l’intelligenza artificiale può essere un alleato potente della sostenibilità solo se si adotteranno tecniche di progettazione più efficienti, algoritmi meno energivori e infrastrutture alimentate da fonti rinnovabili". Allora, Green Deal o Green Crash? In un momento di profonda crisi di identità industriale e tecnologica, l'Europa rischia di rinunciare a un pezzo importantissimo delle sua identità "rifugiandosi nella falsa illusione - esordisce Mario Calderini, School of Management del Politecnico di Milano, Scientific Advisor Cottino Social Impact Campus, membro del comitato di esperti della Commissione europea sull’Economia Sociale - che l'eccesso di attenzione al clima e alla società sia il problema principale della perdita di competitività della sua finanza e della sua industria. Si tratta di riconciliare le due traiettorie rappresentate da sostenibilità e innovazione tecnologica, storicamente separate. Le aziende si sono concentrate sul raggiungimento di obiettivi di sostenibilità più facili da implementare, mentre si sono trascurati gli obiettivi più rischiosi, maggiormente investiti dai trade-off, ma con un potenziale più alto". "Tra i cittadini - conclude l’editorialista e saggista Maurizio Guandalini, chairman dell’evento, tra i più qualificati analisti indipendenti del sistema finanziario globale - aleggia da un lato, la consapevolezza di sostenere il peso dei sacrifici per benefici che saranno goduti da altri, dalle generazioni che verranno e, dall’altro lato, che i cambiamenti climatici che stiamo vivendo saranno irreversibili. La sfida è riuscire a coniugare crescita economica e tutela ambientale" .