(Adnkronos) - Smentite e messaggi. Donald Trump cambia ancora il copione della guerra tra Ucraina e Russia dopo i colloqui degli ultimi giorni con il presidente russo Vladimir Putin e con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Con Putin non ho mai parlato di Donbass", ha detto Trump dopo le indiscrezioni relative alla richiesta del Cremlino: la Russia porrebbe fine alla guerra se ottenesse il Donetsk e quindi tutto il Donbass. Kiev non intende concedere territori e, a sentire Trump, nessuno ha chiesto sacrifici di questo tipo a Zelensky nell'incontro di venerdì alla Casa Bianca. In realtà, le ricostruzioni accendono i riflettori su Steve Witkoff, inviato speciale di Trump e interlocutore di Putin nelle varie missioni a Mosca. La Russia ha inserito le regioni occupate nella propria Costituzione, la sintesi attribuita a Witkoff. "Quindi, se inseriamo due regioni russe nella Costituzione ucraina le otterremo?", la replica di Zelensky che fotografa lo stallo in vista del vertice di Budapest: in Ungheria si incontreranno Trump e Putin, con il leader ucraino disponibile a partecipare al summit con qualsias format. Trump è convinto che i due paesi debbano fermarsi, cristallizzando il conflitto sulle attuali posizioni. Se Zelensky ha invocato un immediato cessate il fuoco, il Cremlino non ha espresso posizioni altrettanto nette. Trump è dovuto tornare sul tema quando riceve alla Casa Bianca il premier australiano Anthony Albanese. Una giornalista ha chiesto per quale motivo 'l'uomo più potente del mondo' non possa far finire la guerra in modo vantaggioso per l'Ucraina. "Se sapesse di costa sta parlando... Sembra semplice, ma è molto più complicato di così. Siamo nel processo per arrivare ad un accordo. Se ci riusciamo, ottimo. Se non c'è accordo, molte persone pagheranno un prezzo alto", la replica piccata del presidente americano, che non ha specificato quali 'persone' rischiano di subire le conseguenze peggiori. Trump, in realtà, rimane convinto che l'Ucraina debba negoziare per porre fine al conflitto. "L'Ucraina potrebbe ancora vincere la guerra. Non credo succederà, ma potrebbero riuscirci. Non ho mai detto che non potrebbero farlo, le guerre sono strane. Guardate cosa è successo in Medio Oriente. Il nostro attacco in Iran ha completamente aperto il Medio Oriente, ha spazzato via le nubi", ha detto con una parziale retromarcia dialettica. Intanto, Mosca e Washington lavorano in vista dell'incontro che Trump e Putin terranno a Budapest entro un paio di settimane. Il segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha avuto un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, durante il quale sono stati discussi "i prossimi passi" da compiere dopo la telefonata del 16 ottobre tra i due presidenti. Rubio "ha sottolineato l'importanza dei prossimi impegni come opportunità per Mosca e Washington di collaborare per promuovere una risoluzione duratura della guerra tra Russia e Ucraina, in linea con la visione del presidente Trump". Nelle stesse ore, il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha annunciato in un video pubblicato sui social che sarà a Washington nella giornata di martedì 21 ottobre. Il capo della diplomazia ungherese non ha precisato chi vedrà né ha reso nota l'agenda della sua visita. Non è azzardato, però, collegare la missione al vertice di Budapest. Il programma di Putin è appena diventato molto più semplice. La Bulgaria è pronta ad aprire il suo spazio aereo al presidente russo nel viaggio verso Budapest, come ha confermato il ministro degli Esteri bulgaro, Georg Georgiev, durante il Consiglio Affari Esteri dell'Ue a Lussemburgo. Georgiev ha affermato che le questioni logistiche - legate in particolare al mandato d'arresto spiccato dalla Corte penale internazionale contro Putin e alle sanzioni europee - saranno discusse solo una volta che il vertice di Budapest sarà ufficiale con una data precisa. "Facciamo prima annunciare la data e poi potremo parlare dei dettagli tecnici. Per quanto ne so, non c'è ancora una data", ha dichiarato. Il ministro degli Esteri ha evidenziato che la Bulgaria non ostacolerà alcuna iniziativa diplomatica mirata a raggiungere la pace in Ucraina. "Quando si compiono sforzi per la pace, è logico che tutte le parti contribuiscano a rendere possibile un tale incontro", ha spiegato Georgiev. Alla domanda diretta se Sofia avrebbe concesso un corridoio aereo all'aereo di Putin, ha risposto: "E in quale altro modo potrebbe svolgersi l'incontro se uno dei partecipanti non può arrivarci?". Il via libera di Sofia consentirebbe a Putin di abbreviare il percorso: dalla Russia, attraverso il Mar Nero, arriverebbe in Bulgaria e quindi in Serbia - con un semaforo verde scontato - e quindi in Ungheria. A Budapest, paradossalmente, rischia di non esserci l'Europa. Il premier ungherese Viktor Orban non è considerato un mediatore affidabile da Zelensky e non può essere considerato un rappresentante delle posizioni dell'Ue. "Dal momento in cui si discute del destino dell'Ucraina, gli ucraini dovrebbero essere al tavolo. Dal momento in cui si discute di ciò che ha un impatto sulla sicurezza degli europei, gli europei dovrebbero essere al tavolo", ha detto il presidente francese Emmanuel Macron.
(Adnkronos) - Parte dalla Casa di reclusione di Milano Opera il cammino verso la Giornata nazionale della colletta alimentare, che si terrà il prossimo sabato 15 novembre in tutta Italia. Un luogo simbolico per lanciare un’iniziativa che, da 29 anni, coinvolge milioni di persone in un gesto semplice e condiviso di solidarietà: donare parte della propria spesa per chi è in difficoltà. La scelta del carcere di Opera come sede dell’evento di lancio non è casuale: rappresenta il valore educativo e rigenerativo della Colletta, capace di raggiungere e coinvolgere tutti, anche chi vive situazioni di fragilità e restrizione. Da oltre 15 anni, infatti, la Colletta Alimentare è presente anche negli istituti penitenziari, grazie all’iniziativa di associazioni quali Incontro e Presenza, il cui presidente Fabio Romano ha ricordato che nel 2024 hanno aderito circa 40 carceri in tutta Italia, dove le persone detenute hanno potuto contribuire acquistando e donando alimenti, diventando parte attiva di una catena di bene che unisce chi dona e chi riceve. Nel suo intervento ha raccontato alcune testimonianze raccolte nelle scorse edizioni: “Quando arriva un’iniziativa come questa, ti senti preso sul serio da qualcuno. Non è solo il non sentirsi dimenticati: è capire che anche da qui dentro possiamo fare qualcosa di buono per gli altri. Possiamo dimostrare a chi è fuori che siamo capaci di gesti generosi. E quando ti senti guardato così - non per quello che hai sbagliato, ma per quello che puoi ancora dare - cominci a credere che è possibile, e persino bello, vivere in un altro modo” e ancora “Il carcere e la Colletta sono diventati per me l’occasione per ritrovare speranza e provare a dare un senso a tutto, anche al carcere”. Un gesto che è reso possibile dalla collaborazione delle istituzioni penitenziarie, come ricordato da Incoronata Corfiati, primo dirigente di polizia penitenziaria provveditorato regionale Lombardia che ha voluto sottolineare come la Colletta Alimentare è un’occasione preziosa per far conoscere la realtà penitenziaria al mondo esterno e offrire un esempio positivo di vicinanza verso chi vive situazioni di fragilità. Un impegno condiviso, quello della Colletta Alimentare, che unisce mondi diversi in un’unica rete solidale. E' proprio in questa alleanza che si riconosce il senso più profondo dell’iniziativa, come sottolinea Marco Piuri, presidente di Fondazione Banco Alimentare ETS: “La Colletta Alimentare è un’iniziativa di sensibilizzazione contro la povertà alimentare e un gesto educativo semplice e accessibile a tutti. In un momento in cui cresce la domanda di aiuto - con i recenti dati Istat che ci dicono che nel nostro Paese 5,7 milioni di persone (9,8%) di cui 1,28 sono minori e 2,2 milioni famiglie (8,4%) vivono in povertà assoluta - la Colletta Alimentare diventa ancora più preziosa, perché permette a ciascuno di sentirsi utile per gli altri. È un gesto semplice alla portata di tutti e la partecipazione delle persone detenute testimonia che è un gesto che può generare valore e speranza, anche nei luoghi dove la vita appare più difficile”. Un messaggio ripreso anche dal vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, avvocato Fabio Pinelli che sottolinea la valenza rieducativa dell’iniziativa: “C’è una tendenza sbagliata a considerare la detenzione come qualcosa che non riguarda la società civile, come se il carcere fosse un luogo da rimuovere mentalmente, estraneo alla comunità. Invece il carcere ne è parte integrante: è un luogo dove i principi costituzionali devono trovare piena attuazione e dove la rieducazione può diventare concreta solo attraverso un rapporto virtuoso tra il dentro e il fuori. Iniziative come la Colletta Alimentare, presentata oggi, restituiscono valore a quel legame, coinvolgendo non solo i detenuti ma anche l’intero mondo carcerario - dalla polizia penitenziaria agli educatori - in un percorso comune. E' un segnale importante: si può scontare una pena senza essere esclusi dalla società civile”. Anche Mons. Vincenzo Paglia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, ha ricordato che “è un segno potente vedere nascere da un luogo complesso e doloroso, un’opera di bene così concreta: dimostra che anche un gesto semplice può riaccendere legami umani e sociali, di cui le nostre città hanno oggi profondo bisogno. Vorrei che da qui partisse un messaggio per tutti: sconfiggiamo la tristezza di un mondo chiuso in sé stesso. Nel cuore di ciascuno c’è una scintilla di bene, capace di riaccendere l’amore anche nei luoghi più oppressi. Da qui può ripartire la speranza: si può rinascere, tutti, nessuno escluso”. La Giornata Nazionale della Colletta Alimentare rappresenta per la Fondazione Banco Alimentare l’appuntamento cardine dell’anno, sia per il valore ideale che operativo. Organizzata e coordinata da Fondazione Banco Alimentare con il contributo indispensabile delle Organizzazioni Banco Alimentare territoriali, la Colletta mobilita ogni novembre circa 160.000 volontari presso 12.000 punti vendita della grande distribuzione organizzata, invitando i cittadini a donare parte della propria spesa. Nel 2024 sono state raccolte 7.900 tonnellate di alimenti distribuite poi a oltre 7.600 strutture caritative che aiutano 1.755.000 persone in difficoltà in tutta Italia.
(Adnkronos) - Città in affanno sulla sostenibilità. La classifica dei 106 capoluoghi di provincia stilata da Ecosistema Urbano, il report annuale di Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, restituisce per il 2024 una fotografia in chiaroscuro. Ancora nessuna città raggiunge il punteggio del 100% e cala al 54,24% la media del punteggio raggiunta dai capoluoghi, registrando un -3,8% rispetto a due anni fa quando si attestava al 56,41%. Se si guarda ai singoli capoluoghi, nel 2024 sono Trento (79,78%) e Mantova (78,74%) le uniche città a superare la soglia di 75 punti e a dominare la classifica di Ecosistema Urbano ottenendo rispettivamente il primo e secondo posto. Trento torna sul gradino più alto (nel 2023 era seconda) rappresentando il meglio della vivibilità in città. Mantova ottiene la medaglia d’argento risalendo la classifica di cinque posizioni (nel 2023 era 7 settimana), grazie ad alcuni risultati negli indici più significativi come il calo dei consumi idrici e delle perdite idriche e la raccolta differenziata che è all’84%. Dietro di loro si piazza Bergamo, al terzo posto con un punteggio del 71,82%, risalendo la classifica di ben 13 posizioni (nella passata edizione era 16esima), grazie ad un impegno costante soprattutto nel settore della raccolta differenziata e della ciclabilità. Le altre città che rientrano della top ten sono Bolzano, quarta, seguita da Pordenone, Reggio Emilia, Parma, Rimini, Bologna, Forlì: tutte aree urbane del nord Italia e con Bologna, al 9° posto, che si conferma la migliore tra le grandi città anche se perde una posizione rispetto alla passata edizione. Il Sud è sempre in grande affanno, ad eccezione di Cosenza, 16esima in classifica, unica città del Meridione nella top 20 anche se rispetto alla passata edizione perde 3 posizioni (era 13esima). In fondo alla classifica ci sono nove città del sud - Caltanissetta (97° posto), Caserta (98°), Catania (100°), Palermo (101°), Catanzaro (102°), Napoli (103°), Crotone (104°), Vibo Valentia (105°), Reggio Calabria (106°) - che non arrivano a toccare il 35% del punteggio. Crotone, Vibo Valentia, Reggio Calabria sono al di sotto dei 25 punti su 100. Smog e rete idrica colabrodo - rileva il rapporto - restano le principali criticità da affrontare per i capoluoghi di provincia. Diminuiscono troppo lentamente le città con perdite d’acqua superiori o uguali al 50%: 20 quest’anno (erano 24 nel 2023 e 27 nel 2022). Nel 2024, inoltre, cala la media della superficie urbana dedicata alle infrastrutture per la ciclabilità - 10,39 metri equivalenti ogni 100 abitanti (11,02 m eq/100 ab nella passata edizione e 10,69 due anni fa) - così come diminuisce sia l’estensione media delle isole pedonali nei comuni capoluogo passando dai 50,7 mq ogni 100 abitanti della scorsa edizione agli attuali 48,6 mq sia quella delle zone a traffico limitato che nel 2024 si attesta a 368,3 mq ogni 100 abitanti rispetto ai 406,9 della scorsa edizione. Cresce, stando ai dati Ispra, il consumo di suolo nel totale dei capoluoghi: dal 2018 al 2023 è pari a circa 4500 ha, a fronte di un calo del numero degli abitanti (-346mila abitanti). Ne deriva una crescita del suolo impermeabilizzato per ogni abitante delle città, sempre su base quinquennale, pari a +6,3 mq/ab dal 2018 al 2023 (+3,5% rispetto al 2018), con forti variazioni da città a città. Tra i segnali positivi che emergono dal nuovo report Ecosistema Urbano, c’è la raccolta differenziata che per la prima volta, tra i capoluoghi, supera la media del 65%. Inoltre, sono ben 15 i capoluoghi che sono oltre l’80% di Rd. Cresce il numero dei passeggeri trasportati dal servizio di Tpl nelle città capoluogo, anche se le performance generali sono ancora lontane dai livelli europei. C’è Milano con 424 passeggeri nel 2024 rispetto ai 415 dello scorso anno, i 357 del 2022 e ai 303 del 2021. Anche Roma mostra lievi segnali incoraggianti salendo dai 259 viaggi procapite all’anno della passata edizione ai 277 di quest’anno. Venezia resta la migliore sebbene in calo, interrompendo una crescita costante, mentre Firenze continua a migliorare (sale dai 225 dello scorso anno ai 247 passeggeri/ ab/anno).