(Adnkronos) - Il nuovo round nel processo sul caso Garlasco, in cui è imputato Andrea Sempio per l'omicidio in concorso di Chiara Poggi, vede al centro la battaglia tra i consulenti dell'ex fidanzato di Chiara - condannato all'ergastolo in via definitiva per il delitto - e quello Andrea Sempio sui risultati della nuova perizia condotta da Denise Albani sul Dna presente sulle unghie di Chiara Poggi. "Dai risultati ottenuti, il professor De Stefano (il genetista che firmò la perizia nel 2014 sul Dna estratto dalle unghie della vittima, ndr) avrebbe dovuto far emergere quello che, già allora, nel 2014, era evidente: che i profili genetici rinvenuti sui margini ungueali di Chiara Poggi mostravano la non concordanza con il profilo genetico di Alberto Stasi, che dunque doveva essere escluso quale contributore di quelle tracce e ciò a prescindere dal metodo biostatistico, utilizzato oggi su quelle stesse tracce". E' uno dei passaggi della consulenza di Ugo Ricci, genetista che affianca la difesa di Stasi. Nel documento di 12 pagine, l'esperto sostiene che "i reperti delle unghie di Chiara Poggi non erano degradati e dunque ciò aumenta la genuinità dei profili genetici determinati", inoltre "la mancata esecuzione della quantificazione" da parte di De Stefano sugli estratti dai margini ungueali "analizzati ed oggetto della rivalutazione nella perizia di Denise Albani, "impedisce di appurare quanto Dna ci fosse su questi reperti. (...) Conoscere l’esatto contenuto del materiale genetico estratto avrebbe consentito di utilizzare certamente la corretta strategia analitica per generare profili genetici migliori da tutti gli estratti ungueali". Per Ricci che elogia la biostatistica utilizzata nella recente perizia, i risultati sulla compatibilità del materiale genetico trovato sulle unghie della vittima con quello di Andrea Sempio restituiscono "valutazioni conservative" che considerando alcuni marcatori avrebbero anche potuto portare a una compatibilità più 'forte'. Insiste invece sull'irrilevanza della traccia genetica la consulenza di parte di Andrea Sempio: un profilo Y parziale, misto, degradato e privo di replica quindi non scientifico sul quale non si può fondare un calcolo statistico. Sono le conclusioni dei consulenti di Sempio, Marina Baldi e Armando Palmegiani. Nella relazione di 40 pagine - che nasce anche dalla lettura delle vecchie consulenze del Ris, del perito Francesco De Stefano, dei consulenti di parte Carlo Previderè, Ugo Ricci e Rower, della coppia Linarello-Fabbri e di Marzio Capra, oltre che della recente perizia della genetista Denise Albani - si evidenzia che la traccia maschile trovata sulle unghie della vittima non è un elemento che indica un'aggressione. Sotto le unghie della vittima, analizzate immediatamente dal Ris di Parma dopo il delitto del 13 agosto 2007 a Garlasco, "la superficie concava non conteneva tracce fresche, non mostrava alcun residuo recente riconducibile a un eventuale aggressore. Questo non significa soltanto che non è stato rilevato Dna maschile, ma che proprio la sede in cui il Dna di un graffio dovrebbe trovarsi era completamente priva di segnali compatibili con un contatto violento nell’immediatezza dei fatti". Per i consulenti il risultato genetico ottenuto da Albani - la compatibilità del profilo genetico maschile con Andrea Sempio - è caratterizzato da tre elementi che rendono "impossibile, oltre che scientificamente scorretto, qualunque forma di calcolo statistico: un profilo estremamente degradato, un profilo misto, senza chiara distinzione tra contributi, che impedisce qualunque attribuzione affidabile e l’assenza assoluta di un profilo consenso, poiché il risultato non è stato confermato da replicazioni indipendenti". Questi aspetti non sono semplici limiti tecnici, ma per i consulenti di Sempio rappresentano - diversamente da quanto sostiene la perita Albani - l'impossibilità di affidarsi alla biostatistica. "Non avendo un profilo consenso, non esiste alcun dato sul quale fondare un calcolo statistico", quindi se il profilo di partenza "non è certo, replicato e chiaro, il Lr (rapporto di verosimiglianza, ndr.) perde completamente del significato". "L'unico elemento inedito e di sicuro interesse nonché di chiara ed inequivocabile valenza come fonte di prova, risulta costituito dal rinvenimento di tracce organiche geneticamente riconducibili ad Alberto Stasi sulla cannuccia dell’Estathe, repertato all’interno del sacchetto della spazzatura della mattina, presente sulla scena del crimine il giorno del delitto". Per il genetista Marzio Capra, consulente della famiglia di Chiara Poggi, è questo il solo risultato scientifico che arriva dalla perizia dell'esperta Denise Albani. Capra, presente anche nella perizia affidata a Francesco De Stefano nel processo d'appello bis che ha portato alla condanna definitiva a 16 anni di carcere per l'allora fidanzato, critica la scelta di procedere nell'analisi genetica sul materiale trovato sulle unghie della vittima "senza alcun confronto con i consulenti". In 13 pagine sottolinea come Denise Albani ha 'trascurato' alcuni dati grezzi e "non ha ritenuto opportuno confrontare alcun dato genetico emerso dai margini ungueali nel corso delle attività peritali del 2014, né con i soggetti intervenuti sulla scena del crimine e con quelli che fondatamente possono aver contaminato lo strumentario utilizzato in corso di necroscopia" oltre ai consulenti presenti nel 2014 a Genova. Contesta la scelta di fronte a un Dna maschile non consolidato di utilizzare la biostatistica (che manca di un database locale) e di aver utilizzato per l'aplotipo Y compatibile con Andrea Sempio una tabella "datata e non specifica" oltre che "meno conservativa". "Adesso più di prima. Adesso si diventa cattivi. Noi stiamo i piedi per la cattiveria, la rabbia. È una vigliaccheria che si ripresenta di nuovo e che va avanti" dice Giuseppe Sempio, padre di Andrea, in un'intervista a 'Quarto grado'. "Noi non avevamo niente da nascondere. Qui non c'è niente da nascondere. Mio figlio non c'entra niente. A casa mia i ragionamenti non si fanno più. Deve farli la giustizia. Noi sappiamo che la verità è la nostra, è solo la nostra. E ci sentiamo chiusi in un barattolo". Il padre di Sempio ai microfoni della popolare trasmissione televisiva risponde all'accusa di aver corrotto l'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti per ottenere l'archiviazione del figlio, già indagato anni fa per il delitto di Garlasco. "Con Venditti? Non c'entro nulla, non ho niente a che vedere. Non lo conosco neanche. L'ho visto una sola volta, quando ci ha interrogati" dice Giuseppe Sempio che ribadisce che i soldi in nero servivano per pagare il precedente pool di avvocati. E su quel biglietto scritto a mano sequestrato a casa Sempio con le parole 'Venditti gip archivia', il papà di Andrea Sempio ribadisce: "Io non sapevo che sarebbe successa questa maledizione. Anche se lo avessi saputo non lo avrei buttato. È mio, l'ho scritto io. Certo che lo rivendico. Ma stiamo scherzando? È una cosa che ho scritto io! Per me è un promemoria. Poi la gente può dire quello che vuole".
(Adnkronos) - Nelle case degli italiani che vivono con animali domestici, la pulizia è sempre un momento delicato e in alcuni casi di stress per gli inquilini a quattro zampe. Lo sanno bene i loro proprietari che per il 79%, pari a 8 su 10, dichiarano che durante le faccende di casa il benessere dei pet rimane la priorità assoluta. Questa è una delle prime evidenze emerse dalla nuova indagine promossa da Rowenta e condotta da Ipsos Doxa sul tema 'La vita dei pet in Italia: sfide e soluzioni pet-friendly', uno studio che si concentra su cani e gatti e analizza il tema delle faccende domestiche, intercettando il rapporto degli animali domestici con gli strumenti di pulizia, le sfide e le situazioni più comuni. Per chi ha degli animali, la sfida principale è mantenere l'igiene generale della casa (37%), seguita dalla gestione dei peli (26%). Una condizione, questa, che spinge i due terzi dei proprietari (66%) a passare l'aspirapolvere quasi ogni giorno (69% per chi ha solo cani contro il 55% per chi ha solo gatti). Le zone più difficili da pulire per via dei peli degli animali domestici sono divani e poltrone (33%), seguiti da angoli e spazi nascosti (32%), al terzo posto tappeti e moquette (28%). Inoltre, letti e coperte pesano per il 20%, con incidenza maggiore tra chi possiede solo gatti (28%), notoriamente maestri nel rivendicare come proprio il territorio più comodo della casa. Di fronte a queste difficoltà, emerge una forte richiesta di soluzioni dedicate: quasi 9 intervistati su 10 (89%) si dichiarano infatti favorevoli all'acquisto di accessori per l'aspirapolvere specificamente pensati per chi ha animali domestici, confermando un'esigenza chiara di strumenti più efficaci e, al tempo stesso, rispettosi del comfort dei propri pet. Quando si parla di faccende domestiche cani e gatti hanno un nemico comune: l'aspirapolvere. Alla sua accensione, il 36% degli animali corre in altre stanze, mentre il 27% cerca un nascondiglio. Questo timore è più accentuato nei gatti, tra i cui proprietari la percentuale di chi li vede nascondersi sale al 37%. Non tutti però scappano: un curioso 25% osserva attentamente, mentre il 15% resta indifferente (percentuale che sale al 24% per chi possiede solo cani). I rifugi preferiti durante la fuga sono la propria cuccia (30%, scelta che sale al 45% per i soli cani), lo spazio sotto il letto (29%) e una specifica stanza "sicura" della casa (25%). Terminato il trambusto, la priorità diventa il relax. Il luogo preferito per riposare è il divano (49%), una scelta quasi d'obbligo per i gatti, con una preferenza che balza al 61%. Anche la vicinanza all'umano è fondamentale, risultando un fattore chiave per il 44% degli animali. Ma cosa guida la scelta del loro 'posto perfetto'? In cima alla lista ci sono la comodità e la morbidezza (52%), seguite dal bisogno di sicurezza (48%) e dalla vicinanza al proprietario (44%). Giocano un ruolo importante anche fattori come l'odore familiare (38%) e la ricerca di calore (34%). Dalla ricerca condotta da Rowenta con Ipsos Doxa è quindi emersa la necessità di conciliare benessere umano e dei pet. Per aiutare in questa esigenza, Rowenta propone una gamma di soluzioni aspirazione specificamente pensate per chi vive con gli amici a quattro zampe. Nuovo nato nella gamma di aspirapolvere senza filo X-Force Flex, che si caratterizzano per la flessibilità, la potenza di aspirazione e l’autonomia è Rowenta X-Force Flex 16.60. Questo aspirapolvere senza filo è dotato di una serie di accessori per aspirare più facilmente i peli degli animali che si spargono ovunque e si intrufolano nei tessuti, negli interni delle auto e in molti altri luoghi. Rowenta X-Force Flex 16.60 ha una potenza di aspirazione fino a 315 AirWatt¹ che insieme alla spazzola Neo diventano implacabili contro lo sporco, anche nelle zone poco visibili. Infatti, la spazzola è dotata di luce a Led blu intensa che illumina i pavimenti stanando polvere, peli e capelli in una sola passata. Inoltre, la tecnologia anti groviglio permette di ottenere risultati eccellenti e… senza fastidiosi intoppi. Rowenta X-Force Flex 16.60 è anche dotato di una regolazione automatica della potenza di aspirazione in base al tipo di superficie per un uso ottimale di potenza e autonomia. L’autonomia prolungata, fino a 2 ore con una sola carica, permette di pulire ampie zone senza doversi fermare per ricaricare l’aspirapolvere senza filo: un bel risparmio di tempo e di fatica! Una fatica 'alleggerita' anche grazie al peso contenuto del prodotto, ovvero 1,8kg in modalità aspirabriciole, e un comfort caratteristico della gamma X-Force Flex, inteso come la capacità di piegarsi per pulire anche sotto ai mobili senza richiedere all’utente la fatica di chinarsi. Ancora, la stazione di ricarica indipendente è utile per riporre facilmente gli accessori e caricare l’aspirapolvere. Rowenta X-Force Flex 16.60 gode della riparabilità di 15 anni ad un prezzo equo in uno dei centri di riferimento per il brand. Rowenta X-Force Flex 16.60 consolida quindi le caratteristiche della gamma X-Force Flex, rispondendo alle nuove e più esigenti aspettative di pulizia, per una casa più pulita.
(Adnkronos) - Soddisfazione da parte dell’industria italiana del Gnl rappresentata da Assogasliquidi-Federchimica per l’avvenuta pubblicazione oggi del decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, datato 24 ottobre, che definisce criteri di riparto del Fondo da 590 milioni di euro per la strategia di mobilità pesante sostenibile. Il decreto era molto atteso dal comparto perché stabilisce l'entità delle risorse destinate al rinnovo del parco veicolare per il settore dell’autotrasporto merci nel quinquennio 2027-2031. "Il raggiungimento di questo obiettivo è il risultato di un'intensa e proficua attività di sensibilizzazione e confronto tecnico portata avanti con determinazione anche dalla nostra associazione, in sinergia con le associazioni rappresentative Anfia e Anita" commenta Matteo Cimenti, Presidente di Assogasliquidi-Federchimica. "Esprimiamo vivo apprezzamento – sottolinea Cimenti – per l’operato del Ministro Salvini e delle competenti Direzioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il loro lavoro ha permesso di tradurre in realtà una visione strutturale del sostegno al settore dei trasporti". "Il decreto – aggiunge Costantino Amadei, Presidente del Gruppo Gnl di Assogasliquidi - rappresenta un tassello decisivo nell’opera di rappresentanza del settore del Gnl, attività che abbiamo avviato oltre dieci anni fa. L’adozione di una programmazione pluriennale e strutturale dei fondi risponde pienamente alle istanze presentate dall’Associazione a più riprese al decisore pubblico. Il provvedimento – continua Amadei - contribuirà in modo determinante alla ripresa sostanziale delle immatricolazioni di mezzi pesanti alimentati a Gnl e bioGnl, carburanti immediatamente disponibili e tecnologicamente maturi, decisivi per la politica energetica nazionale e per il conseguimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione del trasporto pesante". Proprio per garantire che la misura sia indirizzata al rinnovo del parco a favore dei carburanti alternativi, in vista dei futuri passaggi normativi, Assogasliquidi richiama l’attenzione sulla necessità di prevedere, nei prossimi decreti attuativi, specifiche premialità per le imprese di autotrasporto che scelgono virtuosamente di investire nel rinnovo della flotta con mezzi alimentati a Gnl e bioGnl. "Siamo certi – conclude Amadei - che anche nella successiva fase attuativa non mancherà l’attenzione del Ministero dei Trasporti e del Governo tutto, verso le Imprese impegnate a investire nella crescita della disponibilità dei mezzi alimentati a Gnl e bioGnl e delle infrastrutture di stoccaggio e distribuzione di tali carburanti, una vera eccellenza industriale a livello internazionale".