(Adnkronos) - È morto oggi lunedì 3 novembre Loriano Bagnoli, presidente onorario e patron della Sammontana, aveva 86 anni. Nato nel 1939, Loriano è stato, con i fratelli Renzo e Sergio, artefice dello sviluppo di Sammontana trasformandola, da piccola bottega di gelato fondata nel 1946, ad azienda capace di competere sul mercato nazionale del gelato industriale, scegliendo sempre la strada dell’attenzione alla qualità e dell’italiana artigianalità della bottega da cui originava. Loriano per molti anni ha guidato l’azienda di Empoli (Firenze) con lo sguardo sempre rivolto al futuro e alla ricerca costante dello sviluppo. A lui si devono molte delle scelte che, nel tempo, hanno portato Sammontana a crescere da azienda del gelato a leader in Italia anche nella produzione e distribuzione di prodotti di pasticceria surgelata, creando i prerequisiti per l’importante accelerazione che ha caratterizzato l’ultimo biennio dell’azienda empolese. Insieme ai fratelli prima e nel suo ruolo di unica guida poi, ha operato perché l’azienda potesse nel tempo crescere ed essere tramandata alle future generazioni trasmettendo quei valori e principi che ancora oggi saldamente la rappresentano. Seguendo la direzione tracciata dai tre fratelli, Sammontana Italia oggi si impegna a portare avanti con la stessa determinazione la missione e la visione verso l’eccellenza, fatta di storica sapienza artigianale, passione e qualità, e il Purpose “il Sorriso che nutre il futuro delle nuove generazioni” che nel tempo assicurerà un’azienda più solida e rispettosa, pronta ad affrontare il futuro. Dalle 12 di oggi è allestita una camera ardente presso la storica sede dove l’Azienda Sammontana è nata, in via Tosco Romagnola 56. I funerali si svolgeranno il giorno 4 novembre alle ore 15.30 nel Duomo di Empoli. Le esequie saranno accompagnate da 1 minuto di silenzio in tutte le sedi aziendali. Tra i ricordi condivisi sui social, quello del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. "Oggi perdiamo un grande imprenditore toscano: Loriano Bagnoli, 86 anni, uno dei fondatori dell’azienda Sammontana, nata a Empoli e divenuta simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo del gelato. Con i fratelli Renzo e Sergio, ha trasformato una piccola gelateria artigianale in una realtà industriale che ha creato migliaia di posti di lavoro e ha portato il nome della Toscana nel mondo", ha scritto su Facebook. "Alla sua famiglia, ai dipendenti e a tutta la comunità di Empoli va la massima vicinanza da parte mia e della Regione Toscana. Grazie, Loriano, per aver creduto nella tua terra" "Loriano Bagnoli è stato il fondatore di Sammontana con i suoi fratelli Renzo e Sergio. Nel 1948. Iniziando a trasformare la latteria del babbo Romeo in una vera e propria azienda di produzione del gelato. Sono arrivati a costruire una realtà leader del settore, che ha portato il nome di Empoli nel mondo. Per anni Loriano l’ha guidata da presidente con visione e saldezza tenendo in modo particolare al rapporto con i lavoratori. Ha saputo crescere anche una nuova generazione che fosse pronta a cogliere le sfide aziendali, come poi lo si è dimostrata,e come lo sta dimostrando con grandi scelte e grandi innovazioni", scrive il sindaco di Empoli, Alessio Mantellassi. "Oggi Loriano ci ha lasciato. Un pezzo di Empoli ci lascia. Un pezzo della Empoli industriosa, che nel dopoguerra ha spostato le macerie e ha costruito, costruito e costruito con sapienza e pazienza. Mando un abbraccio fortissimo a Leonardo, a Caterina e a tutta la famiglia Bagnoli. Grazie di tutto Loriano".
(Adnkronos) - Una buona idea e un pitch accattivante non bastano più per attrarre investimenti. In un ecosistema sempre più competitivo, oggi gli investitori richiedono soprattutto preparazione, tenacia e trasparenza. A sostenerlo è Nova Ventures, il polo italiano composto da oltre 1000 piccoli investitori raccolti negli anni, che punta su startup in fase pre-seed con un approccio selettivo e quasi chirurgico: al centro, le persone. Ma non tutte. "Troppi founder pensano che basti raccogliere qualche decina di migliaia di euro per considerarsi imprenditori. Non è così. E' necessario prima di tutto saper gestire quel denaro, ma anche coltivare e mantenere vivo il legame con chi ha creduto in te. Purtroppo, l’amara verità è che tanti, una volta chiuso il primo round, spariscono letteralmente dai radar", racconta Lorenzo Ferrara, ceo di Nova Ventures. "Fortunatamente - sottolinea - nella nostra storia di oltre 50 investimenti, abbiamo avuto un solo caso simile perché siamo molto selettivi nella scelta delle startup, ma so che questo comportamento è diffuso e, oltre a minare la fiducia degli investitori, rovina la credibilità di un intero ecosistema". Il messaggio è chiaro: serve una nuova generazione di imprenditori in grado di far crescere il Paese con tenacia, preparazione e onestà. Nova Ventures nasce proprio per rispondere a questa esigenza: selezionare, formare e accompagnare solo quelle startup che dimostrano da subito una maturità imprenditoriale reale. "Non ci serve - avverte Ferrara - l’ennesima idea brillante: cerchiamo founder capaci di costruire una macchina operativa che funzioni, anche prima di avere il prodotto sul mercato". "A volte - fa notare - capita che le startup si trovino in difficoltà. Non c’è nulla di cui vergognarsi, fa parte del gioco. Ma nascondersi non è mai la risposta. Abbiamo già affrontato situazioni in cui un confronto tempestivo con i founder ha permesso di salvare realtà promettenti. In questi casi, gli investitori possono rappresentare una risorsa, un aiuto concreto nelle emergenze. Avere una base di oltre 1000 soci ci consente di attivare rapidamente una massa critica attenta e motivata a tutelare la startup e il proprio investimento". Il portfolio attuale di Nova Ventures è la dimostrazione di questa filosofia: oltre 20 startup nate con una visione solida e strutturata, capaci di parlare con i numeri già nei primi mesi e costruire fiducia giorno per giorno. Non promesse, ma progressi. Vale la pena ricordare che in 10 anni di attività, i fondatori di Nova Ventures (Seed Money e Open Seed) hanno collezionato anche diverse exit come Premoneo, Corobotics, CleanBnB, Genuino, Gasgas, Fitprime, Cupsolidale e altri, dando prova di grande lungimiranza e capacità di scelta. Secondo Tommaso Baldissera Pacchetti, founder e ceo di Crowdfundme, "uno dei problemi che ultimamente ha segnato l’ecosistema italiano è stato proprio la scarsa accountability. In Italia abbiamo investitori insoddisfatti perché troppi founder hanno dimostrato poco senso di responsabilità. Come piattaforma di crowdfunding, da sempre facciamo sottoscrivere alle aziende in raccolta un documento in cui si impegnano a inviare aggiornamenti trimestrali a tutti gli investitori. Siamo molto intransigenti su questo punto perché onestà, trasparenza e puntualità nelle comunicazioni sono alla base di un patto reciproco di fiducia. Oggi, chi vuole fondare una startup deve partire con lo stesso rigore con cui si gestisce una società quotata, nel pieno rispetto di chi ti ha dato fiducia e capitali". L’obiettivo di Nova Ventures è contribuire alla crescita di un nuovo modello di founder: preparato, credibile, etico. "Puntiamo- afferma Ferrara - su founder con caratteristiche precise: sognatori sì, ma anche professionisti dell’innovazione. Perché l’intuizione non basta, bisogna studiare. I founder che vogliono crescere e giocare in mercati internazionali devono partire con la freddezza di un analista e la determinazione di un maratoneta. L’epoca dei pitch pieni di buzzword e delle exit sognate al primo anno è finita. Il mercato premia chi ha i piedi per terra, la testa lucida e la capacità di meritarsi ogni centesimo raccolto. Sono queste le regole del gioco". Per sostenere l’innovazione italiana e puntare su startup che hanno questi requisiti, Nova Ventures ha in corso una campagna su crowdfundme. I fondi raccolti verranno investiti in giovani aziende che operano in quattro verticali ben definiti e dall’elevato ritorno economico: proptech, creative Ia, lifetech, impact investing.
(Adnkronos) - "Negli ultimi vent’anni la povertà energetica in Italia ha colpito in media l’8% delle famiglie, ma nel 2023 il dato è salito al 9%, con un aumento dell’1,3% rispetto all’anno precedente". Lo ha affermato Paola Valbonesi, presidente dell'Osservatorio Italiano sulla povertà energetica (Oipe), in occasione della presentazione del volume “Povertà energetica e accesso equo all’energia: una riflessione sulla società contemporanea”, realizzato dalla Fondazione Banco dell’energia in collaborazione con l’Università Luiss. "L’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica sta lavorando per rendere questa misurazione più granulare, così da individuare il rischio anche a livello metropolitano e orientare politiche più mirate. Un ulteriore focus su cui stiamo lavorando è quello sulle edilizia residenziale pubblica, quindi sulle case popolari, perché sappiamo che lì ci sono le famiglie più vulnerabili e stiamo cercando di capire quali sono gli interventi da fare. In questi contesti l’efficientamento energetico può generare benefici ambientali e un risparmio diretto".