(Adnkronos) - Da oggi la terapia orale per il trattamento sintomatico dell'endometriosi di Gedeon Richter Italia è rimborsabile dal Servizio sanitario nazionale. Lo annuncia in una nota l'azienda farmaceutica, confermando "il proprio impegno nella salute femminile con un farmaco innovativo in grado di restituire benessere alle donne che convivono con una patologia tanto diffusa quanto sottovalutata, che impatta fortemente sulla loro vita quotidiana". L'endometriosi non è solo una patologia ginecologica: è una condizione complessa e spesso invisibile che può segnare profondamente la vita di chi ne soffre. In Italia si stima che colpisca più di 3 milioni di donne, ma il numero reale potrebbe essere molto più alto. Il dolore, nel caso dell'endometriosi, non è un semplice fastidio mensile: in molte donne è un sintomo invalidante che persiste anche tra un ciclo e l'altro, diventando un compagno silenzioso e costante. Il farmaco, "primo di una nuova classe di farmaci per trattamento per l'endometriosi in Europa - informa Gedeon - è studiato per offrire un corretto bilanciamento tra efficacia terapeutica e sicurezza clinica a lungo termine, e ha un effetto contraccettivo dal primo mese di assunzione, oltre ad avere l'indicazione specifica per il trattamento dei sintomi dell'endometriosi" La nuova pillola "agisce rapidamente sul dolore mestruale e non mestruale già alla quarta settimana", migliorando la qualità di vita delle pazienti. Il sollievo dal dolore comporta anche una significativa diminuzione nell'uso di analgesici: dopo 24 settimane di trattamento - si legge - oltre la metà delle donne trattate non ne ha più bisogno. Soddisfatta Francesca Fasolino, presidente di Alice Odv: "La rimborsabilità di una terapia così efficace nel controllo del dolore - commenta - è una notizia importantissima per tutte le donne che soffrono di endometriosi e che ora possono accedere gratuitamente a un farmaco che può migliorare concretamente la loro vita quotidiana. Nessuna donna dovrebbe vedere la propria qualità di vita compromessa dall’endometriosi e oggi abbiamo finalmente una nuova opportunità". "Siamo felici di poter offrire alle donne un'opzione terapeutica nuova, efficace e sicura, ora finalmente accessibile anche in Italia - dichiara Maria Giovanna Labbate, amministratrice delegata di Gedeon Richter Italia - Questo farmaco ha dimostrato di ridurre significativamente i sanguinamenti e di essere ben tollerato anche nel lungo periodo. Ma soprattutto, è un passo importante per rispondere al dolore dell'endometriosi: un dolore che spesso invade ogni aspetto della vita, dal lavoro alle relazioni, fino al benessere emotivo. Il nostro impegno è restituire alle donne la libertà di vivere senza quel dolore, con serenità e fiducia nel futuro". La sicurezza sul metabolismo osseo, la bassa incidenza di effetti avversi, paragonabili a placebo, il miglioramento costante dei sintomi, insieme alla facilità d'uso del farmaco, assunto in singola compressa una volta al giorno - conclude l'azienda - lo rendono una risorsa preziosa per le donne che cercano una soluzione efficace e sicura per gestire i sintomi dell'endometriosi a lungo termine.
(Adnkronos) - "L'idea di Lexsa nasce al lavoro, lavorando con dei colleghi. Io sono un commercialista e stavamo facendo delle attività che magari avevamo già fatto 3-4 settimane fa, quindi un'attività ripetitiva. Purtroppo però senza strumenti intelligenti eri comunque costretto a rifarla manualmente. Motivo per cui mi sono detto: perché non usiamo l'intelligenza artificiale, che era appena uscita in quel momento, per aiutare i professionisti come noi a fare queste attività in maniera anche più veloce, ma per poi dedicare il tempo a attività più importanti, ad alto valore aggiunto e a lavorare in maniera anche più sostenibile? Quindi Lexsa è nata lavorando praticamente". Così Rui Hui Simone Hong, co-founder della startup Lexsa, che si è aggiudicata ieri sera il primo premio alla decima edizione di Digithon, la maratona digitale ideata da Francesco Boccia e tenutasi ieri sera a Bisceglie. E positiva è stata l'esperienza in Puglia, alla manifestazione giunta alla decima edizione. "La cosa più bella secondo me è conoscere tantissimi talenti che vengono qui a Bisceglie, talenti di ogni genere, con idee straordinarie, con tantissimo potenziale e fare network con queste persone, oltre che ovviamente agli ospiti. Secondo me dà tanto, da un punto di vista anche di supporto e di idee, perché comunque anche idee di persone che fanno altro possono impattare la propria startup. Il nostro obiettivo come startup è crescere e aiutare ovviamente la nostra professione a lavorare in maniera anche più sostenibile proprio all'interno dello studio e a beneficio proprio dei professionisti stessi", conclude.
(Adnkronos) - L’aumento del 5% della superficie alberata in città comporterebbe una riduzione degli inquinanti atmosferici tale da evitare circa 5mila morti premature all’anno. È quanto emerge da uno studio internazionale al quale ha partecipato Enea, condotto in 744 città di 36 Paesi europei, pubblicato su The Lancet Planetary Health e realizzato nell’ambito del progetto europeo Life Airfresh. Inoltre, la ricerca ha evidenziato che si potrebbero evitare fino a 12mila morti all’anno se ogni centro cittadino avesse una copertura arborea di almeno il 30%. “In ambito urbano polveri sottili, biossido di azoto e ozono sono tra gli inquinanti più pericolosi per la nostra salute e per quella degli ecosistemi. Entro il 2050, si stima che circa l’80% della popolazione europea risiederà in contesti urbani, accentuando la rilevanza di queste problematiche - spiega la coordinatrice del progetto per Enea Alessandra De Marco, responsabile del Laboratorio Impatti sul territorio e nei paesi in via di sviluppo - Aumentare la quantità di alberi in città permetterebbe di ottenere benefici simultanei come il miglioramento della qualità dell’aria, la mitigazione dell’effetto isola di calore estiva, la conservazione della biodiversità e, soprattutto, il benessere dei cittadini”. La Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (Unece) raccomanda l’adozione della strategia del 3-30-300 che consiste nel raggiungimento di tre obiettivi specifici: 3 alberi visibili da ogni casa, scuola o luogo di lavoro, 30% di copertura arborea in ogni quartiere e 300 metri di distanza massima della propria abitazione da un parco o da spazio verde pubblico. Utilizzando un approccio integrato che combina dati ambientali e sanitari a livello europeo su un arco temporale di 20 anni (2000-2019), lo studio ha evidenziato che la copertura arborea media è cresciuta di appena 0,76 punti percentuali e che il 73,5% delle città analizzate ha registrato un incremento del verde. Parallelamente, la mortalità attribuibile all’inquinamento atmosferico è diminuita in media del 3,4%. Nel 2019, 130 città dei 744 centri urbani europei presi in esame (oltre 50 milioni di abitanti, pari a circa il 25% della popolazione di questi centri) avevano una copertura arborea media superiore al 30%. Attualmente, in Italia la copertura vegetale raggiunge il 30% solo a Napoli (32%), mentre a Milano e a Roma arriva, rispettivamente, al 9% e 24%. “Una copertura arborea urbana al 30%, come quella raggiunta da alcune città europee, potrebbe ridurre le morti premature del 9,4% da Pm2,5, del 7,2% da biossido di azoto e del 12,1% da ozono. Al contrario, abbattere la superficie alberata fino ad azzerarla comporterebbe un aumento della mortalità: +19,5% da Pm2,5 (circa 19mila morti premature in più ogni anno), +15% da biossido di azoto (oltre 5.200 in più) e +22,7% da ozono (circa 700 in più)”, sottolinea De Marco. I benefici del verde urbano non si fermano alla qualità dell’aria; gli alberi possono infatti ridurre la temperatura percepita, mitigando l’impatto delle ondate di calore come quella dell’estate 2022 che ha causato circa 62mila morti in Europa (+4%). La Strategia Ue sulla biodiversità al 2030 prevede l’impegno dei Paesi aderenti a piantare almeno 3 miliardi di alberi entro la fine del decennio per portare a un aumento significativo della copertura arborea media nelle città. “Per raggiungere questo obiettivo, i programmi di piantumazione dovrebbero interessare non solo gli spazi pubblici, ma anche, e soprattutto, quelli privati, come cortili residenziali, oltre alle aree periurbane. È fondamentale che urbanisti e amministratori vengano incoraggiati a integrare infrastrutture verdi urbane pensate su misura per i diversi contesti locali. Questo approccio dovrebbe essere accompagnato da politiche di riduzione delle emissioni e da interventi complementari, come i corridoi di aria fredda o i tetti verdi, per massimizzare i benefici in termini di salute pubblica e qualità della vita, con il risultato di città più sostenibili e resilienti ai cambiamenti climatici nel lungo termine”, conclude De Marco.