(Adnkronos) - C'è un arresto per il primo morto in Italia per overdose da Nitazeni, un nuovo e potentissimo oppioide sintetico. La vittima, un 28enne, era deceduto un anno fa, nel settembre 2024 a Brunico, provincia di Bolzano, ma la notizia è emersa ora con l'operazione dei carabinieri che a seguito delle indagini ha permesso di individuare l'uomo che gli avrebbe ceduto la droga. Le indagini dei carabinieri di Brunico, coordinati dalla procura di Bolzano, hanno permesso di sequestrare diversi plichi postali contenenti gli oppioidi sintetici della categoria dei nitazeni acquistate online con criptovalute, spedite da diversi Paesi europei, e indirizzati al 29enne arrestato lo scorso 13 ottobre e indagato ora per l'ipotesi di morte come conseguenza di altro reato. Fondamentali sono stati gli accertamenti del Ris di Roma, dalla quale è emerso nel sangue della vittima la presenza di n-pirrolidin protonizapene (protonitazepina) appartenente agli oppioidi sintetici, che ha indotto a ritenere che vi sia stata un'assunzione poco precedente alla morte di basse quantità di tale sostanza, considerato che la stessa sostanza era stata trovata nel frammento di alluminio vicino al cadavere. Si tratta di una sostanza che anche a basse concentrazioni è ad altissimo rischio di overdose: anche in base ai recenti studi scientifici risulta che l'assunzione è associata ad una significativa alterazione dell'attività elettrica cardiaca con aritmie, che risulta essere compatibile con la causa di morte del soggetto. I carabinieri inoltre hanno sequestrato diversi plichi postali contenenti nitazeni, ossicodone e fentanyl provenienti dalla Grecia e dalla Polonia. Nel corso dell’attività d’indagine è stato effettuato anche un arresto di un 27enne a cui l’indagato aveva ceduto 5 panetti di hashish del peso complessivo di 500 grammi.
(Adnkronos) - “A marzo, insieme a Nestlé, abbiamo costruito un bando che ha avuto due obiettivi: lavorare sull’empowerment al femminile e diffondere nel territorio umbro la cultura del dono. Questo secondo punto è importante perché il crowdfunding aiuta le organizzazioni a coinvolgere il territorio e a partecipare alla realizzazione dei progetti”. Così la presidente della Rete del Dono, Valeria Vitali, alla conferenza stampa tenutasi ieri presso lo stabilimento Perugina di Perugia dove è stato premiato il progetto della Cooperativa Pepita volto a promuovere l’inclusione e la tutela delle donne. “Il bando si è composto in diversi momenti. Il primo è stato quello della definizione degli ambiti dell’intervento. Abbiamo deciso che il focus era quello di potenziare le competenze delle donne. Il secondo è stato quello di selezionare le organizzazioni che presentassero i progetti interessanti sul territorio umbro; poi portare avanti un percorso formativo sul digital fundraising e il crowdfunding; infine arrivare alla selezione che abbiamo condiviso con Nestlé e i suoi lavoratori e le lavoratrici”, ha continuato Vitali. “Del progetto di Pepita ci ha convinto il fatto che è trasversale e intergenerazionale - ha concluso la donna - Un’idea che coinvolge non solo le giovani, ma anche le donne anziane che mettono a disposizione delle nuove generazioni, la loro esperienza e il loro background”.
(Adnkronos) - "La sostenibilità indica la nostra rotta, l'acqua è natura portata ai consumatori. Si pensa al vino come frutto del territorio in cui nasce, ma l'acqua minerale è la stessa identica cosa. E' saldamente ancorata al proprio territorio, da cui non prescinde, ha delle caratteristiche uniche che sono il frutto del territorio da cui sgorga e delle caratteristiche che devono essere costanti nel tempo. Quindi per noi fare sostenibilità vuol dire lavorare per essere un'azienda a prova di futuro. Non è qualcosa da cui possiamo prescindere ed è un impegno quotidiano, non è un obiettivo da raggiungere. E' un impegno quotidiano che mettiamo nel nostro modo di fare impresa, nel prenderci cura dell'acqua, nel prenderci cura delle nostre persone e dei territori in cui operiamo. Lo facciamo, lo facciamo attraverso diverse tipologie di iniziative, diverse leve che andiamo ad attivare". Lo ha detto Fabiana Marchini, head sustainability & corporate affairs Gruppo Sanpellegrino, intervenendo intervenendo all'evento Adnkronos Q&A ‘Sostenibilità al bivio’ tenutosi oggi al Palazzo dell’Informazione a Roma. E Marchini ha spiegato nel concreto le attività portate avanti. "Intanto lavoriamo -ha sottolineato- sull'ottimizzazione dei processi industriali e sull'ottimizzazione della gestione della risorsa idrica, è importantissimo. Tutti i nostri stabilimenti sono certificati secondo lo standard internazionale dell'Alliance for water stewardship che attesta la gestione virtuosa e condivisa dalla risorsa idrica. E per noi questo è fondamentale perché l'acqua comunque è vita, è una risorsa fondamentale, infatti perseguiamo il costante efficientamento e il risparmio idrico. Lo facciamo -ha continuato- cercando di mitigare il nostro impatto ambientale, sia in termini di carbon footprint, sia in termini di supporto a un modello di economia circolare. Utilizziamo materiali riciclati nei nostri imballaggi, cerchiamo di evolvere il nostro modello di business adottando una logistica sempre più sostenibile. Quindi sono diverse le leve che attiviamo per poter mitigare il nostro impatto", ha sottolineato. "E poi, non meno importante, è la gestione di quello che noi chiamiamo la nostra casa, che è poi la casa comune, il territorio da cui sgorgano le nostre acque. Quindi è fondamentale per noi prenderci cura dei territori in cui viviamo", ha concluso.