INFORMAZIONIClaudio Airaghi |
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(Adnkronos) - ''Questo osservatorio per noi è importante per diversi motivi, innanzitutto è importante per comprendere ancora più a fondo quali sono le scelte dei nostri consumatori nella moda, ma soprattutto per capire perché fanno determinate scelte”. Così Donatella Doppio, managing director di McArthurGlen Italia, in occasione della presentazione a Milano del primo Osservatorio Moda e Generazioni “Fashion & Identity – Vestirsi senza infrastrutture”, un’indagine esclusiva realizzata in collaborazione con Bva Doxa. La consapevolezza che deriva dai risultati dell’osservatorio è utile a “indirizzare la strategia di investimento - spiega Doppio - la nostra strategia di marketing e, inoltre, può farci stare più vicino e capire ancora meglio le persone con cui veniamo a contatto e che sono oggetto di questa indagine”. L’indagine intende essere solo il primo passo di McArthurGlen in un percorso di realizzazione di Osservatori e studi su base regolare con l’obiettivo di offrire uno sguardo sempre più lucido, attento e consapevole sulle dinamiche sociali e di consumo dei suoi pubblici di riferimento. “Fino ad oggi, e quest'anno in particolare, i risultati sono stati molto positivi per il nostro Gruppo, comprovando quindi le ottime scelte fatte. I nostri quattro centri in Italia sono cresciuti lo scorso anno del 5%. Ma McArthurGlen non vive di solo business - tiene a precisare la managing director di McArthurGlen Italia - Sono infatti diverse le iniziative sociali che intraprendiamo per rendere concreto il commitment che abbiamo nei confronti delle comunità locali dove operiamo. Penso ad esempio al tour rosa per la salute delle donne, oppure il volontariato che è stato appena effettuato da 60 nostri dipendenti al fianco di Medici senza Frontiere. Si tratta di attività che facciamo in congiunzione non solo con i nostri dipendenti ma anche con i nostri clienti, che sono appunto le persone oggetto di questa indagine che ci permette di definire anche le possibili iniziative di impatto sociale che abbiamo nei nostri centri”. “Un punto fondamentale emerso dall'indagine è l'importanza delle varie generazioni - conclude Doppio - basti pensare che il ‘peso’ della generazione Z passerà dall’attuale 19% al 30% nel 2030, e soprattutto, l'importanza dei canali social, fronte sul quale c'è un continuo e forte investimento da parte nostra”.
(Adnkronos) - In Italia "se vogliamo arrivare ad un sistema pensionistico sostenibile, c'è un'unica vera ricetta, l'aumento della base occupazionale, che vuol dire un nuovo patto con le imprese: noi, lo Stato, ci siamo e vi aiutiamo, nei limiti in cui assumete e date migliori stipendi, coerentemente con la produttività". Lo dice il presidente dell'Inps Gabriele Fava, a Bruxelles a margine della presentazione del primo rapporto dell'ente previdenziale a Bruxelles, su invito del capodelegazione del M5S Pasquale Tridico. "Questo vuol dire - prosegue Fava - che l'effetto virtuoso sarà più contribuenti e maggiori contributi, quindi raggiungeremo la famosa sostenibilità. Ci vorrà tempo: probabilmente non la vedrò io, ma se soltanto prendiamo questa autostrada, saremo tutti felici". Anche per questo, continua, "stiamo immettendo sul mercato italiano una nuova app, l'abbiamo chiamata 'Contaci', che sarà rivolta soprattutto ai giovani. Dobbiamo dialogare con i giovani. Partirà a breve una campagna nelle scuole, per far maturare la consapevolezza del loro salvadanaio". "Devono iniziare subito - aggiunge - con l'estratto conto contributivo: prima iniziano, migliore salvadanaio si troveranno. Per i giovani è un po' più semplice: a differenza del retributivo, loro si troveranno con il contributivo pieno, a distanza di trent'anni dalla riforma Dini. Il sistema contributivo è relativamente semplice: più contributi vengono erogati, migliore salvadanaio ti troverai. Se il legislatore interverrà con il secondo pilastro (la previdenza complementare, che dovrebbe aggiungersi a quella di base, ndr), sarà sicuramente bene accetto. Ecco perché cercheremo di parlare con i giovani con il loro linguaggio, con una app semplice, fruibile e intuitiva, che dia anche un'idea, in prospettiva, del sistema pensionistico", conclude.
(Adnkronos) - “L'identikit del produttore Fivi è quello della piccola impresa vitivinicola che gestisce circa dieci ettari di vigneto e produce mediamente all'anno poco meno di 40mila bottiglie. L’attività di queste imprese esprime un risvolto soprattutto sociale e ambientale, in quanto oltre 81% dei vigneti coltivati si trova in area montano-collinare, contro una media del vigneto italiano del 60%”. Così Denis Pantini, responsabile di Nomisma wine monitor, in occasione della presentazione dell’indagine 'Il modello socio-economico dei Vignaioli Indipendenti per la sostenibilità della filiera vitivinicola italiana' condotta da Nomisma wine monitor, l’osservatorio di Nomisma sul mercato del vino, in collaborazione con la Federazione italiana vignaioli indipendenti e dedicata ai produttori associati alla federazione. “Questo significa che i produttori Fivi sono dislocati in zone svantaggiate, nelle cosiddette aree interne, che oggi soffrono di uno spopolamento crescente - continua Pantini - una situazione molto complicata perché significa non avere più presidio del territorio e tutela idrogeologica in un Paese estremamente fragile, come lo hanno dimostrato le ultime alluvioni e i cambiamenti climatici”. “Il vino è il primo prodotto italiano esportato nel mondo. Il produttore Fivi esprime una percentuale di export che è leggermente sotto la media per un semplice motivo: è più complicato per un produttore di dimensioni ridotte arrivare sui mercati internazionali. Questo non significa che non ci sia una buona propensione all'export. L'indagine, infatti, ha messo in luce come 7 aziende produttrici Fivi su 10 esportano e un altro 20% è intenzionato a farlo nei prossimi anni - conclude il responsabile di Nomisma wine monitor - I mercati raggiunti sono quelli della media italiana: Stati Uniti, i mercati europei e il mercato asiatico, nonostante quest’ultimo sia un mercato emergente, dove i consumi di vino sono ancora agli inizi e dove sono presenti delle normative di vincoli di accesso molto più stringenti rispetto al mercato comune europeo”.